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Crosetto, il mondo nuovo delle Difesa: "Non solo protegge il Paese, ma scende in campo nell'emergenza

A Firenze, ospite al festival di Luce! 'Dream Time', il ministro ha parlato di Ucraina, migranti, protezione civile e diritti: "Quella militare è una realtà al passo con i tempi e l’evoluzione della società"

di ETTORE MARIA COLOMBO -
27 novembre 2022
Luce

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Il ministro alla Difesa, Guido Crosetto, arriva al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, in ‘borghese’ (senza giacca e cravatta d’ordinanza) e si aggira ammirato nel meraviglioso, stupefacente luogo che ospita il consiglio comunale di Firenze. A fare gli onori di casa il sindaco, Dario Nardella, il prefetto di Firenze e lo staff di chi lo ha invitato, il ‘Dream team’ di Luce!, il portale innovativo e colorato del gruppo Qn dedicato ai diritti e ai temi di diversità, inclusione e coesione: i vertici del gruppo Riffeser, il direttore Agnese Pini, la redazione di Luce tra cui il sottoscritto.

La prima uscita pubblica del ministro Crosetto

Non solo è la prima volta del ministro Crosetto a Firenze in visita ufficiale ma in un contesto – quello di Luce! – che potrebbe apparire anni (luce, appunto…) distante dal mondo della Difesa ma invece così non è. Tanto è che, dato che la visita del ministro cade nel giorno della tragedia che ha riguardato la frana dell’isola di Ischia, Crosetto – in costante contatto con la Protezione civile, il prefetto di Ischia e le massime autorità – ci tiene a sottolineare che “servire un ministero come quello della Difesa è un compito speciale perché la Difesa italiana è anche quella i cui elicotteri oggi hanno portato i vigili del fuoco a Ischia, che vanno a prendere le persone.

Il ruolo della Difesa

La Difesa è quella che fa partire una nave e la rischiera davanti all’isola perché, se servisse, è pronta ad accogliere le persone o i feriti”. Lo dice con malcelato e giustificato orgoglio il ministro: “La Difesa è, oltre a quella che deve difendere il Paese, anche quella che in ogni calamità naturale è la prima a scendere in campo al fianco dei vigili del fuoco o della protezione civile”. “Quelli contro i civili sono crimini di guerra”. Crosetto punta il dito sulla guerra in Ucraina Poi, però, ovviamente, nell’intervista al direttore del QN, Agnese Pini, che lo tiene inchiodato mezz’ora sul palco, il ministro Crosetto tocca i temi per cui è venuto fino a Firenze per portare la sua testimonianza alla Festa ‘Dream Team’ di Luce!: la pace e la guerra, la situazione in Ucraina, i profughi, migranti, il contesto politico. “Siamo in una fase della guerra in Ucraina in cui i russi hanno iniziato a piegare i civili togliendogli gas e luce, e questo mentre lì sta arrivando un inverno con temperature di meno 20 gradi”: “questo è un crimine contro l’umanità” punta il dito contro l’aggressore russo Crosetto, secondo il quale l’obiettivo dei russi “è far scappare la popolazione, spingendo verso l’Europa 10 milioni di persone e questo sarà un impatto umanitario enorme per tutta l’Europa”. In Ucraina, riflette Crosetto, per nulla contento di disegnare un tale scenario, “è cambiato il modo di fare la guerra, non c’è più lo scontro degli eserciti, hanno iniziato a picchiare psicologicamente i civili togliendo l’energia e il gas, mandando la popolazione civile verso un inverno a -20/-25 gradi contro una media che è di -10, -15”. E spiega: “Questo è un crimine contro l’umanità, perché significa mandare verso -20, -25, il bambino di 6 mesi e quello di un anno, la donna di 80 anni, quello che è contro la guerra, quello che è a favore della guerra, quello che è di origine russa, chiunque. Significa non guardare in faccia nessuno e abbandonare anche quel ‘codice’ che normalmente esiste quando c’è una guerra”.
Il ministro alla Difesa Guido Crosetto con il sindaco di Firenze Dario Nardella

Il ministro alla Difesa Guido Crosetto con il sindaco di Firenze Dario Nardella

Insomma, è il ragionamento, l’Onu dovrebbe dichiarare quelli contro i civili ‘crimini contro l’umanità’, dice Crosetto, perché anche nelle guerre bisogna mantenere dei confini, dei limiti. Il rinnovo di forniture di armi all’Ucraina Crosetto affronta anche il tema dell’invio di armi che il nostro Paese continua a fornire all’Ucraina. A oggi non esiste un sesto pacchetto” di aiuti militari per l’Ucraina, ma “se ci sarà, perché ci sarà necessità di continuare a difendere l’Ucraina, e avremo delle cose da darle, lo faremo, come ha fatto il vecchio governo”. Verso l’Ucraina “l’atteggiamento, pur essendo cambiato il governo, sarà lo stesso”, sottolinea il ministro, ricordando che “sono cinque i pacchetti approvati dal vecchio governo. Sui giornali leggo che ce ne sarà un sesto: io non l’ho ancora visto, e in teoria dovrebbe farlo il ministro della Difesa...”. Una sottolineatura non rituale, ma che indica due cose: un sesto invio di armi, ad oggi, non c’è, ma è ovvio che nel 2023 l’aiuto militare all’Ucraina sarà rilanciato e rifinanziato, solo che bisognerà farlo con un nuovo decreto che passerà, per forza di cose, in Parlamento e dunque da un voto palese delle forze politiche, dove ognuno di dirà la sua. Come affrontare il tema dell’immigrazione: “senza integrazione è solo una presa in giro” Parlando, invece, del fenomeno dell’immigrazione, Crosetto la mette così: “Sono anni che dico che il tema non è la barca in mare: la barca in mare si aiuta, le persone che sono in mare si aiutano, mica si lasciano in balia della tempesta le persone e i diseredati che stanno scappando dalla povertà, il tema non è quello”. “Io non ho ostilità verso il fenomeno dell’immigrazione, ho un giudizio, che è un’altra cosa”, per cui “l’immigrazione senza integrazione è una presa in giro, perché poi porta i migranti nelle mani degli sfruttatori che danno loro 3 euro l’ora e li mettono in concorrenza con gli italiani per abbassare anche lo stipendio degli italiani”. Dunque, ha concluso il ministro, “è troppo comodo per l’Europa far finta che non esista un problema, e non occuparsene in modo collettivo”, e in ogni caso “io non posso guardare l’immigrazione nel momento in cui c’è l’Ocean Viking, perché così io faccio la fotografia solo del 10% del percorso dell’immigrazione, che parte dalle condizioni in Africa, ma deve arrivare con la possibilità per la persona di arrivare sapendo di avere la possibilità di integrarsi, di fare un lavoro pagato, di metter su una famiglia”. Solidarietà e inclusione sono ormai valori fondanti, nella ‘famiglia’ della Difesa italiana Fin qua il ‘parlato’, come si usa dire, del ministro della Difesa alla Festa di Luce! a palazzo Vecchio ma poi c’è anche un ‘dietro le quinte’, quello di un mondo – quello militare – che è riuscito a cambiare e a stare al passo dei cambiamenti che sono avvenuti e si sono realizzati nella società. A voler scavare, infatti, e indagare nel mondo della Difesa, si scopre che Solidarietà e inclusione sono aspetti caratterizzanti del mondo militare. Gli stessi regolamenti militari garantiscono tutele e rispetto della persona. Non ci sono – o non ci sono più - discriminazioni, anzi, c’è una forte propensione all’inclusione. Il Ministero della Difesa da sempre promuove valori quali solidarietà, comprensione e contrasto ad ogni forma di emarginazione ed esclusione. Le Forze Armate, ad esempio, mantengono al proprio interno il personale che, ovviamente in servizio, ha contratto lesioni o malattie invalidanti e permanenti, nell’adempimento del proprio dovere. La forza e il coraggio di coloro che ogni giorno si mettono in gioco per superare la barriera della disabilità sono per il mondo dei militari e per la Difesa un esempio perché se vuol essere veramente inclusiva, la famiglia della Difesa, le persone con disabilità sono una risorsa. Esempio: Il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa, programma sportivo nato nel 2014 a favore dei militari che hanno riportato lesioni, è una realtà di cui il ministero della Difesa è profondamente orgoglioso. Ne fanno parte donne e uomini che, con coraggio, entusiasmo e passione sono diventati protagonisti del panorama sportivo nazionale e internazionale.

Il ministro alla Difesa Guido Crosetto (al centro) con la direttrice Agnese Pini e il giornalista Ettore Maria Colombo

Parità e diritti di genere: il mondo della Difesa Anche dal punto di vista della parità di genere, quanti i passi avanti compiuti! L’ingresso del personale femminile nelle Forze Armate e nei ruoli della Guardia di Finanza, avvenuto con la legge 380/1999 (“Delega al Governo per l’istituzione del servizio militare volontario femminile”), ha rappresentato un passaggio epocale per la Difesa italiana, fino a quel momento declinata prevalentemente al maschile. Dal 2006 il reclutamento femminile è stato esteso all’Arma dei Carabinieri. Dal 2009 il personale femminile è stato ammesso alle Scuole militari superiori: Nunziatella e Teuliè per Esercito, Morosini per Marina, Douhet per Aeronautica. A differenza di quanto accaduto in altri Paesi occidentali, le donne non hanno avuto alcuna preclusione ad accedere a tutti i ruoli della Difesa italiana, anche operativi, diventando parte integrante dello strumento militare. Le donne con le stellette prestano, infatti, servizio in ogni settore: comandano Reggimenti, pilotano jet, comandano navi, operano all’interno di sottomarini, comandano unità di Carabinieri e Guardia di Finanza. Secondo una stima, si potrà avere il primo ufficiale donna nel grado di Colonnello provenienti dalle Accademie militari nel 2024. I Carabinieri hanno già Ufficiali donna nei gradi di Generale e di Colonnello, provenienti dal Corpo Forestale e dalla Polizia di Stato. Ma le donne rappresentano un vero valore aggiunto per la Difesa: la loro sensibilità, il loro approccio, si sono dimostrati indispensabili soprattutto in teatro di operazioni all’estero. Esempio: in Afghanistan, dove i contatti con la popolazione femminile sono preclusi ai militari uomini, solo grazie ai FET (Female Engagement Team), si è potuto costruire un rapporto di fiducia con la popolazione femminile locale. Le Forze Armate a Difesa della collettività Da decenni le Forze Armate non sono più chiuse nelle caserme, distanti ed estranee dalla società civile. Ne sono diventate, anzi, parte integrante. Una presenza costante accanto ai cittadini che fa parte di una lunga tradizione. Le Forze Armate garantiscono organizzazione, lavoro, competenze e professionalità che possono essere messe a disposizione del Paese, come del resto prevede la cosiddetta ‘quarta missione’ loro assegnata: il concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni e l’assistenza nelle pubbliche emergenze. Esempio: l’attività a sostegno della collettività nazionale durante l’emergenza pandemica da COVID 19; l’operazione Strade Sicure, forse una delle più visibili ai cittadini; tutti gli interventi attivi in caso di catastrofi naturali. La Difesa che non ti aspetti: le Unioni civili tra persone lgbtqia+ nelle Forze Armate In un mondo come quello militare, che sembra, all’apparenza, chiuso e ostile alle diversità di sesso e di orientamento sessuale, avvengono invece molti atti e gesti davvero inaspettati. A luglio 2022, è stata celebrata la prima unione civile tra omosessuali.
Elena Mangialardo e Claudia De Dilectis si sono unite civilmente lo scorso 18 luglio a Cefalù

Elena Mangialardo e Claudia De Dilectis si sono unite civilmente lo scorso 18 luglio a Cefalù

Ad unirsi sono stati la vicebrigadiere dei Carabinieri Elena Mangialardo e la compagna Claudia De Dilectis. Questa unione segna una prima volta storica per l’Arma dei Carabinieri, che ha disposto il picchetto d’onore per celebrare delle nozze LGBTQIA+. In realtà la prima unione gay nelle Forze Armate è stata celebrata il 6 ottobre 2017 a Piombino, tra un ufficiale della Guardia Costiera e il suo compagno. L’allora Ministro Elisabetta Trenta celebrò poi il 31 marzo 2019 l’unione civile tra due donne militari della Marina Militare. Prima di lei, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti (primo ministro donna alla Difesa), celebrò invece l’8 ottobre 2016, a Genova, un matrimonio tra due persone dello stesso sesso (che erano però due non militari) e partecipando ad una conferenza nazionale, organizzata dall’Associazione Polis Aperta, denunciava allora alcune vessazioni per i gay e lesbiche in divisa. Momenti ed episodi ormai del tutto superati. Come visto, ormai le coppie omosessuali si incontrano anche nel mondo della Difesa. Si è detto dell’Arma dei Carabinieri e della Marina, ma anche nell’Esercito si sono avute due unioni omosessuali, negli anni passati, ma non hanno avuto eco mediatico, a dimostrazione di una certa normalità e forse di una normale discrezione che, ormai, caratterizza ‘diversità’ non più tali. Ecco, è anche questo il ‘Mondo Nuovo’ che il nuovo ministro alla Difesa Crosetto si trova a gestire. Una Difesa sempre più vicina ai bisogni delle persone e sempre più al passo della società che, in piena evoluzione, sviluppa i suoi spazi di ‘Luce’.