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Home » Attualità » Il Ddl Zan fai-da-te: in un piccolo comune piemontese l’odg contro l’odio razziale e di genere

Il Ddl Zan fai-da-te: in un piccolo comune piemontese l’odg contro l’odio razziale e di genere

La proposta del sindaco di Brovello Carpugnino è stata approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale. Intanto il deputato rilancia le sfide sui diritti Lgbt+ in vista delle elezioni

Marianna Grazi
19 Agosto 2022
Pride omofobia
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Una sorta di Ddl Zan “fai da te”. Si può definire in questo modo l’iniziativa assunta da Davide Inzaghi, neo sindaco di Brovello Carpugnino, piccolo comune di 700 abitanti in provincia del Verbano Cusio Ossola: il primo cittadino piemontese, infatti, ha proposto al Consiglio Comunale un ordine del giorno che prevede l’inserimento, nel regolamento di polizia municipale, di una norma che recita: “È fatto divieto, su tutto il territorio comunale, comprese piattaforme online e profili attinenti al territorio, di avviare azioni di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità“.

L’impegno dei comuni contro l’omotransfobia

manifestazioni per il Ddl zan
A Brovello Carpugnino approvato l’odg che inserisce nel regolamento delle polizia municipale il divieto di azioni o propaganda discriminatorie o di odio

L’odg, che era stato suggerito al primo cittadino da alcune associazioni che operano nel sociale, è stato approvato all’unanimità, con l’appoggio anche da parte dei consiglieri di opposizione. L’eventuale violazione del divieto prevede un’ammenda di 500 euro. L’amministrazione cittadina si è presa quindi una posizione ben precisa contro chi discrimina e compie atti violenti verso le persone appartenenti a minoranze sociali, proprio come quei comuni che hanno deciso di aderire alla proposta del Partito Gay Lgbt+ di istituire multe per chi insulta o compie azioni discriminatorie verso lesbiche, gay, persone bisex e trans*. Quest’ultima misura era stata proposta durante la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, il 17 maggio scorso; giornata che sarà istituita, proprio in coincidenza con l’appuntamento mondiale, anche a Brovello Carpugnino, dove verranno promosse iniziative di sensibilizzazione che potranno essere finanziate anche dai proventi dalle eventuali sanzioni. Brovello è il secondo comune della provincia del Verbano Cusio Ossola ad adottare un provvedimento simile. Lo scorso luglio una delibera analoga è stata votata dal consiglio comunale di Madonna del Sasso, sul lago d’Orta. E in paese, dopo pochi giorni, erano comparse scritte sui muri con insulti contro gli omosessuali e contro il sindaco Ezio Barbetta. C’è da sperare che non si ripeta anche in questo caso un episodio simile: il rispetto va promosso non (solo) con pene o multe per chi trasgredisce le regole del buon vivere, ma con esempi positivi, costruttivi, perché la nostra possa finalmente definirsi una società civile.

Alessandro Zan: “Prima vinco, poi porto avanti il Ddl e il matrimonio egualitario”

Il deputato del Pd, Alessandro Zan sarà capolista nel collegio di Padova-Rovigo

Qualche giorno fa, Alessandro Zan, deputato e attivista Lgbt che sarà candidato in Veneto per il Partito Democratico, era tornato a ribadire la necessità di far passera in Parlamento le leggi sui diritti della comunità, come il Ddl che porta il suo nome (naufragato in Senato nel 2021, ripresentato e bloccato ora in un polveroso cassetto di Palazzo Madama) e la proposta sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. In un’intervista a Repubblica aveva detto: “Per prima cosa vincere, quindi ripresentare il ddl Zan come approvato dalla Camera e quindi la proposta sul matrimonio egualitario. Ma non è la battaglia di Zan – ci tiene a ribadire – bensì di tutta la comunità democratica. Si vince con il noi”. Anche perché, secondo il parlamentare che sarà capolista “a casa mia”, nel collegio di Padova-Rovigo dove è cresciuto, “il Pd ha i diritti nel suo Dna“. Sul passo in avanti verso la tanto agognata approvazione del matrimonio omosessuale, superando lo stallo delle semplici unioni civili, è molto chiaro: “Il principio che vi sottende è che non ci sono cittadini di serie A e di serie B. Per le coppie dello stesso sesso è stabilita ora una disparità di trattamento, benché le unioni civili siano un passo avanti. Il matrimonio egualitario è stato approvato pochi mesi fa anche in Slovenia e c’è in Germania, Austria, Francia, Spagna Portogallo, oltre che nei paesi nordici”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Una sorta di Ddl Zan "fai da te". Si può definire in questo modo l'iniziativa assunta da Davide Inzaghi, neo sindaco di Brovello Carpugnino, piccolo comune di 700 abitanti in provincia del Verbano Cusio Ossola: il primo cittadino piemontese, infatti, ha proposto al Consiglio Comunale un ordine del giorno che prevede l'inserimento, nel regolamento di polizia municipale, di una norma che recita: "È fatto divieto, su tutto il territorio comunale, comprese piattaforme online e profili attinenti al territorio, di avviare azioni di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità".

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Alessandro Zan: "Prima vinco, poi porto avanti il Ddl e il matrimonio egualitario"

Il deputato del Pd, Alessandro Zan sarà capolista nel collegio di Padova-Rovigo
Qualche giorno fa, Alessandro Zan, deputato e attivista Lgbt che sarà candidato in Veneto per il Partito Democratico, era tornato a ribadire la necessità di far passera in Parlamento le leggi sui diritti della comunità, come il Ddl che porta il suo nome (naufragato in Senato nel 2021, ripresentato e bloccato ora in un polveroso cassetto di Palazzo Madama) e la proposta sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. In un'intervista a Repubblica aveva detto: “Per prima cosa vincere, quindi ripresentare il ddl Zan come approvato dalla Camera e quindi la proposta sul matrimonio egualitario. Ma non è la battaglia di Zan - ci tiene a ribadire - bensì di tutta la comunità democratica. Si vince con il noi". Anche perché, secondo il parlamentare che sarà capolista "a casa mia", nel collegio di Padova-Rovigo dove è cresciuto, "il Pd ha i diritti nel suo Dna". Sul passo in avanti verso la tanto agognata approvazione del matrimonio omosessuale, superando lo stallo delle semplici unioni civili, è molto chiaro: "Il principio che vi sottende è che non ci sono cittadini di serie A e di serie B. Per le coppie dello stesso sesso è stabilita ora una disparità di trattamento, benché le unioni civili siano un passo avanti. Il matrimonio egualitario è stato approvato pochi mesi fa anche in Slovenia e c’è in Germania, Austria, Francia, Spagna Portogallo, oltre che nei paesi nordici”.
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