Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » I delitti irrisolti? Molto spesso le vittime sono donne. Ecco le storie di “Bouquet of Madness”

I delitti irrisolti? Molto spesso le vittime sono donne. Ecco le storie di “Bouquet of Madness”

Martina Peloponesi e Federica Frezza sono le creatrici del podcast di true crime diventato anche spettacolo teatrale di successo

Barbara Berti
17 Dicembre 2022
Martina Peloponesi e Federica Frezza autrici di "Bouquet of Madness” il podcast e spettacolo teatrale dedicato ai delitti irrisolti

Martina Peloponesi e Federica Frezza autrici di "Bouquet of Madness” il podcast e spettacolo teatrale dedicato ai delitti irrisolti

Share on FacebookShare on Twitter

“I delitti irrisolti? Nella grande maggioranza dei casi le vittime sono donne”. A sostenerlo non sono investigatori, poliziotti o altri esperti del settore ma le due ideatrici del podcast di true crime più famoso del momento, ovvero “Bouquet of Madness”, per gli amici BOM. Loro sono Martina Peloponesi e Federica Frezza che, oltre ad aver conquistato le classifiche dei migliori podcast sulle principali piattaforme di ascolto, hanno riempito anche i teatri italiani con lo spettacolo omonimo dove, appunto, raccontano le storie di cronaca nera più misteriose e bizzarre, condite da humor nero e irresistibile spontaneità. Il tour 2022 si chiude a Firenze, sabato 17 dicembre (ore 21,30) e domenica 18 dicembre (ore 17) al Teatro Puccini dove, per accontentare la scatenatissima fan base, sono disponibili gli speciali pacchetti Meet&Greet che includono il biglietto per lo spettacolo più la possibilità di fare quattro chiacchiere con le due protagoniste dopo lo show, oltre a un’inedita gift bag di merchandising targato “Bouquet of Madness”.

Martina Peloponesi e Federica Frezza autrici di "Bouquet of Madness” il podcast e spettacolo teatrale dedicato ai delitti irrisolti
Martina Peloponesi e Federica Frezza autrici di “Bouquet of Madness” il podcast e spettacolo teatrale dedicato ai delitti irrisolti

Due donne che raccontano i true crime. Perché?
Federica: “All’essere umano, da sempre, affascina ciò che è macabro. E noi non facciamo eccezione. Da sempre sono appassionata al mistero e al paranormale”.
Martina: “A me ha sempre interessato la parte più antropologica del mistero”.

Il progetto come nasce?
Federica: “E’ figlio della pandemia. Siamo amiche da tanti anni, entrambe content creator. E in quel periodo ci siamo dette: ‘non sarebbe bello fare qualcosa insieme?’. E, così, abbiamo avuto questa idea. Il titolo della podcast si ispira al monologo della follia di Ofelia nell’Amleto di Shakespeare, in cui viene descritto il Bouquet of Madness: ‘Vi è senso anche nel suo delirio; pensieri e rimembranze conformi’ dice Laerte, mentre Ofelia illustra i fiori con cui si è adornata i capelli lungo il tragitto verso la follia”
Martina: “Ma ci approcciamo al true crime in modo diverso: Io sono più metodica e amo immergermi nel buio, Federica lo fa da controfobica e la cosa di cui ha più paura al mondo sono i serial killer”.

Il vostro modo di raccontare storie e creare tormentoni, come il labrador umano, i cialtroni e bello*, ha dato vita a un’agguerritissima fanbase di BOMers…
Federica e Martina: “E questo ci fa un’enorme piacere. Nasciamo come youtuber e negli anni abbiamo spaziato su vari media e piattaforme social. Questa esperienza maturata in modo così poliedrico ci ha permesso di condensare il tutto, portando in essere BOM, il punto d’incontro tra terrore e leggerezza, tra paura e comprensione, sempre alla luce del rispetto e del ricordo di chi, in quelle storie, ha perso la vita. In un certo senso, alcune vittime sono entrate nella nostra vita, ci sono casi che è impossibile dimenticare”.

Martina Peloponesi e Federica Frezza arrivano a Firenze, al Teatro Puccini il 17 e 18 dicembre, con lo spettacolo “Bouquet of Madness”
Martina Peloponesi e Federica Frezza arrivano a Firenze, al Teatro Puccini il 17 e 18 dicembre, con lo spettacolo “Bouquet of Madness”

Qualche esempio?
Martina: “Elizabeth Barraza, una ragazza di 29 anni che è stata uccisa a colpi di arma da fuoco il 25 gennaio 2019 nella sua casa di Tomball, in Texas. E’ stata sorpresa davanti casa, vicino al garage, e freddata con due colpi. Sembrerebbe un killer su commissione ma il caso non è ancora stato risolto”.
Federica: “Brandon Swanson, 19 anni, è scomparso nel nulla mentre guidava la sua Chevy Lumina ed era al cellulare col il padre. E’ accaduto in Minnesota il 14 maggio 2008”.

Trattate anche storie italiane?
Federica e Martina: “Certo, i casi di cronaca meno noti, per riportarli alla luce. Per esempio l’omicidio di Annarella Bracci, commesso il 18 febbraio 1950 a Roma, il caso di Chiara Bariffi, ragazza di 30 anni di Bellano, sul lago di Como, che scomparve la notte del 30 novembre 2002 e venne ritrovata annegata nelle acque del lago quasi tre anni dopo. E, anche, il delitto di Isabella Noventa, l’impiegata di 55 anni uccisa nel 2016 a Padova”.

A oggi il podcast “Bouquet of Madness” conta 57 puntate e uno spin-off “MiniBom”: in base alla vostra esperienza, le vittime di casi irrisolti chi sono?
Federica e Martina: “Molto spesso donne, giovani e meno giovani, ma le vittime sono di sesso femminile. In certi zone dell’America, poi, secondo le autorità la colpa è della stessa vittima che, a loro dire, se la sarebbe cercata. Purtroppo i femminicidi sono in aumento ovunque e, quindi, anche i casi irrisolti hanno al centro una donna”.

Potrebbe interessarti anche

Sanremo 2023 è in programma del 7 all'11 febbraio (Instagram)
Spettacolo

Sanremo 2023, dall’amore lesbo alla depressione post parto. Ecco le canzoni dei 28 artisti in gara

23 Gennaio 2023
Penélope Cruz (Ansa)
Lifestyle

Penélope Cruz, Elsa Pataky e Paz Vega: le migliori portavoce di un mondo più sostenibile

28 Gennaio 2023
Margherita Laterza (Instagram)
Spettacolo

Uomini e donne a molestie invertite: cosa succederebbe? Il monologo di Margherita Laterza a “Le Iene”

25 Gennaio 2023

Instagram

  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
  • La tolleranza, l’inclusione e il rispetto svaniscono nel momento in cui ci si mette davanti alla tastiera di un computer. Gli haters non sono spariti né accennano a diminuire. Esistono, sono molti più di prima, attaccano e anzi rilanciano. Oltre lo schermo, sono le donne soprattutto, e poi le persone con disabilità e le persone omosessuali, a essere i destinatari di insulti e offese di ogni tipo.

È questo il triste podio che ci consegna la ricerca condotta da Vox, Osservatorio italiano sui diritti, che ha fotografato l’odio via social, in particolare attraverso l’esame dei tweet. E le cose non vanno meglio rispetto all’anno precedente, anzi. Dalla settima edizione di questa ricerca è emerso infatti che nel 2022, da gennaio a ottobre, sono stati estratti quasi 630mila tweet, 583mila dei quali negativi, pari al 93% del totale, mentre invece l’anno prima i tweet presi in esame erano stati poco più di 797mila, 550mila dei quali erano negativi, cioè il 69% del totale.

Le donne si confermano essere il bersaglio numero uno, seguite appunto dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate nuovamente al centro del mirino, e non solo di quello che fa riferimento all’hate speech.

Oltre agli onnipresenti atteggiamenti di body shaming, molti attacchi hanno avuto come contenuto la competenza e la professionalità delle donne stesse. E, dunque, è il lavoro delle donne a emergere anche quest’anno quale co-fattore scatenante lo hate speech misogino, a conferma di una tendenza già rilevata lo scorso anno. Quanto alle persone con disabilità, risultata la seconda categoria più colpita.

Per quanto concerne invece gli stranieri e i migranti, la categoria sociale con una percentuale più alta di incremento di tweet negativi all’interno del cluster rispetto al 2021. Anche qui, va sottolineata la forte attenzione mediatica che si accende sugli sbarchi dei migranti e sulla situazione dei profughi provenienti dall’Ucraina, nonché dal contesto politico italiano e dalla sua relazione con l’Unione europea circa la gestione della situazione migratoria.

📲Come difendersi? Qual è la cura contro l
  • “Sesso. Libertà. Uguaglianza. Amore in tutti i sensi. E tutti a tavola!”. È il messaggio che Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, porta a Sanremo 2023 per quello che sarà il suo esordio al festival con il brano “Made in Italy”.

Il rapper classe 1998, arriva da debuttante, ma con una storia già ben definita alle spalle. Poliedrico, eclettico, difficilmente etichettabile, ha dato sfogo alla sua creatività non solo a livello musicale – con influenze che spaziano dall’hiphop alla trap all’elettronica -, ma lavorando anche come modello per Gucci, come art and creative director e dedicandosi anche alla scrittura di videoclip. 

Nel 2019 ha pubblicato “Forever”, il suo primo album, che è stato certificato disco d’oro, da lì una serie di collaborazioni che lo hanno portato anche ad affiancare Tananai l’anno scorso nella serata cover del Festival.

“Molto spesso sono giudicato perché diverso, ma dal diverso bisogna imparare, assorbire. In Italia invece ciò che è diverso è giudicato. E io da diverso in passato mi sono sentito sbagliato” racconta Rosa Chemical. 

Non a caso, a Sanremo, il 25enne paladino della libertà di essere se stessi senza farsi condizionare dalle norme della società, arriva con il brano “Made in Italy” e un obiettivo ben preciso: “portare un messaggio di libertà contro ogni tipo di discriminazione, per promuovere l’uguaglianza e il rispetto. Cerco di creare dibattito: sono sempre pronto a spiegare il mio punto di vista, ma se non c’è apertura mentale non mi sento di dover dire nulla”.

Il brano “È piedi, con cui calpestare ciò che è generalista e che chiude tutto dentro una gabbia fatta di tabù. ‘Made in Italy vuole’ liberarci dalle censure, dagli stereotipi e dal politicamente corretto”. 

Come il titolo e la copertina, anche il testo è provocatorio e racchiude al suo interno tutta l’essenza e l’irriverenza prorompente di Rosa Chemical perché parla in maniera sfrontata di temi ancora oggi considerati tabù come il sesso, la fluidità e il poliamore. 

“Non c’è cosa più ‘Made in Italy’ del Festival di Sanremo. Non vedo l’ora di salire su quel palco”.

#lucenews #sanremo2023 #rosachemical
“I delitti irrisolti? Nella grande maggioranza dei casi le vittime sono donne”. A sostenerlo non sono investigatori, poliziotti o altri esperti del settore ma le due ideatrici del podcast di true crime più famoso del momento, ovvero “Bouquet of Madness”, per gli amici BOM. Loro sono Martina Peloponesi e Federica Frezza che, oltre ad aver conquistato le classifiche dei migliori podcast sulle principali piattaforme di ascolto, hanno riempito anche i teatri italiani con lo spettacolo omonimo dove, appunto, raccontano le storie di cronaca nera più misteriose e bizzarre, condite da humor nero e irresistibile spontaneità. Il tour 2022 si chiude a Firenze, sabato 17 dicembre (ore 21,30) e domenica 18 dicembre (ore 17) al Teatro Puccini dove, per accontentare la scatenatissima fan base, sono disponibili gli speciali pacchetti Meet&Greet che includono il biglietto per lo spettacolo più la possibilità di fare quattro chiacchiere con le due protagoniste dopo lo show, oltre a un’inedita gift bag di merchandising targato “Bouquet of Madness”.
Martina Peloponesi e Federica Frezza autrici di "Bouquet of Madness” il podcast e spettacolo teatrale dedicato ai delitti irrisolti
Martina Peloponesi e Federica Frezza autrici di "Bouquet of Madness” il podcast e spettacolo teatrale dedicato ai delitti irrisolti
Due donne che raccontano i true crime. Perché? Federica: “All’essere umano, da sempre, affascina ciò che è macabro. E noi non facciamo eccezione. Da sempre sono appassionata al mistero e al paranormale”. Martina: “A me ha sempre interessato la parte più antropologica del mistero”. Il progetto come nasce? Federica: “E’ figlio della pandemia. Siamo amiche da tanti anni, entrambe content creator. E in quel periodo ci siamo dette: ‘non sarebbe bello fare qualcosa insieme?’. E, così, abbiamo avuto questa idea. Il titolo della podcast si ispira al monologo della follia di Ofelia nell’Amleto di Shakespeare, in cui viene descritto il Bouquet of Madness: ‘Vi è senso anche nel suo delirio; pensieri e rimembranze conformi’ dice Laerte, mentre Ofelia illustra i fiori con cui si è adornata i capelli lungo il tragitto verso la follia” Martina: “Ma ci approcciamo al true crime in modo diverso: Io sono più metodica e amo immergermi nel buio, Federica lo fa da controfobica e la cosa di cui ha più paura al mondo sono i serial killer”. Il vostro modo di raccontare storie e creare tormentoni, come il labrador umano, i cialtroni e bello*, ha dato vita a un’agguerritissima fanbase di BOMers... Federica e Martina: “E questo ci fa un’enorme piacere. Nasciamo come youtuber e negli anni abbiamo spaziato su vari media e piattaforme social. Questa esperienza maturata in modo così poliedrico ci ha permesso di condensare il tutto, portando in essere BOM, il punto d’incontro tra terrore e leggerezza, tra paura e comprensione, sempre alla luce del rispetto e del ricordo di chi, in quelle storie, ha perso la vita. In un certo senso, alcune vittime sono entrate nella nostra vita, ci sono casi che è impossibile dimenticare”.
Martina Peloponesi e Federica Frezza arrivano a Firenze, al Teatro Puccini il 17 e 18 dicembre, con lo spettacolo “Bouquet of Madness”
Martina Peloponesi e Federica Frezza arrivano a Firenze, al Teatro Puccini il 17 e 18 dicembre, con lo spettacolo “Bouquet of Madness”
Qualche esempio? Martina: “Elizabeth Barraza, una ragazza di 29 anni che è stata uccisa a colpi di arma da fuoco il 25 gennaio 2019 nella sua casa di Tomball, in Texas. E’ stata sorpresa davanti casa, vicino al garage, e freddata con due colpi. Sembrerebbe un killer su commissione ma il caso non è ancora stato risolto”. Federica: “Brandon Swanson, 19 anni, è scomparso nel nulla mentre guidava la sua Chevy Lumina ed era al cellulare col il padre. E’ accaduto in Minnesota il 14 maggio 2008”. Trattate anche storie italiane? Federica e Martina: “Certo, i casi di cronaca meno noti, per riportarli alla luce. Per esempio l’omicidio di Annarella Bracci, commesso il 18 febbraio 1950 a Roma, il caso di Chiara Bariffi, ragazza di 30 anni di Bellano, sul lago di Como, che scomparve la notte del 30 novembre 2002 e venne ritrovata annegata nelle acque del lago quasi tre anni dopo. E, anche, il delitto di Isabella Noventa, l’impiegata di 55 anni uccisa nel 2016 a Padova”. A oggi il podcast “Bouquet of Madness” conta 57 puntate e uno spin-off “MiniBom”: in base alla vostra esperienza, le vittime di casi irrisolti chi sono? Federica e Martina: “Molto spesso donne, giovani e meno giovani, ma le vittime sono di sesso femminile. In certi zone dell’America, poi, secondo le autorità la colpa è della stessa vittima che, a loro dire, se la sarebbe cercata. Purtroppo i femminicidi sono in aumento ovunque e, quindi, anche i casi irrisolti hanno al centro una donna”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto