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Detenute madri: sono 23 con 26 bambini al seguito. Le straniere il doppio delle italiane

In carcere anche le donne incinte. Scontro tra Pd e Lega: la proposta presentata dai deputati Morrone e Bisa prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale. Ma la legge slitta ancora

di LETIZIA CINI - ELENA POLIDORI -
24 marzo 2023
Cresce il numero delle donne dietro le sbarre, in Italia sono 2.425 su un totale di 56.319 reclusi

Cresce il numero delle donne dietro le sbarre, in Italia sono 2.425 su un totale di 56.319 reclusi

La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli, una condizione che riguarda soprattutto le donne straniere. Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiornati alla data di oggi sono complessivamente 23 le mamme recluse, con 26 bimbi al seguito. Numeri purtroppo in salita, se si considera che al 31 gennaio di quest’anno le detenute madri erano 15 con al seguito 17 bambini di meno di un anno e che al 28 febbraio c’erano 21 mamme con 24 piccoli in cella. Ma si tratta di cifre comunque più basse di quelle che si registravano prima della pandemia, che ha avuto l’effetto positivo di ridurre drasticamente il numero dei bimbi reclusi, passati da 48 della fine del 2019 ai 29 della fine del 2020.

I dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria

Gli ultimi dati non contengono la distinzione sulla provenienza geografica di mamme e bambini . Dalla rilevazione del 28 febbraio scorso risultava però schiacciante la prevalenza di donne e bimbi stranieri: le prime erano il doppio delle italiane (14 contro 7) e 15 i loro bimbi a fronte dei 9 delle italiane. È la Campania la regione con più detenute madri, tutte ristrette nell’Icam di Avellino : sono 9 in tutto e 11 i loro bambini. Segue la Lombardia con 7 donne ristrette a San Vittore con altrettanti piccoli. Due le detenute madri in Puglia con tre bimbi, due nel Lazio con due piccoli, una ciascuna con un figlio al seguito nelle carceri di Piemonte, Umbria e Veneto. Nel complesso le donne sono la minoranza della popolazione carceraria. Da anni rappresentano il 4% del totale dei detenuti. In cifre sono 2.425 a fronte di 51.285 uomini (secondo i dati del 28 febbraio).

La polemica politica

Da ieri ferve la polemica politica sulla proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate.  Come scrive Elena Polidori su Quotidiano Nazionale  - La Nazione, il Resto del Carlino e il Giorno: "La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo, tenendo in carcere madri e bambini in casi di recidiva del reato, ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desiderata della maggioranza. Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura che era volto a evitare che i bambini nei primi anni di età finissero in carcere con la mamma o che una donna incinta finisse in carcere. Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra (Morrone e Braga)".  
Nei bambini che hanno trascorso in prigione parte della loro infanzia si riscontra, da grandi, la tendenza alla coazione a ripetere, ovvero a compiere a loro volta dei reati

Una madre con bambino in carcere. Oggi sono 23 in Italia, con 26 bambini

“Questo (il testo Serracchini, ndr) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“. Dal canto suo la Lega ha tirato dritto, ripresentando un nuovo testo riprende l'articolo di Elena Polidori su Quotidiano Nazionale, che riportiamo sulle colonne di Luce!: “La proposta di legge sulle detenute madri la ripresentiamo noi visto che il Pd ritirando le firme dal provvedimento l’ha fatta decadere - le parole di Jacopo Morrone, capogruppo di via Bellerio in commissione Giustizia - , affinché non ci siano più scuse per le donne incinte. Anche loro, se tornano a delinquere, finiranno in carcere“, ha concluso.
Cresce il numero delle donne dietro le sbarre, in Italia sono 2.425 su un totale di 56.319 reclusi

Una madre con bambino in carcere. Oggi sono 23 in Italia, con 26 bambini

Il testo di Serracchiani (Pd)

Per la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, il punto è chiaro: “L’accanimento della maggioranza contro i bambini è una certezza“, ha detto in Aula. Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sulla piazza pubblica dei social media. Ad aumentare la polemica è lo stesso vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che con un post su Twitter ha accusato il Pd di “liberare le borseggiatrici rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere. Vergognatevi - recita il testo - . La Lega aveva fatto passare la norma in Commissione Giustizia e ripresenterà subito il testo: è una questione di salute, giustizia e buonsenso“. Ieri mattina, lo stesso leader della Lega aveva annunciato come una vittoria del Carroccio, in commissione Giustizia alla Camera, l’emendamento relativo allo stop dello “sfruttamento della gravidanza da parte di borseggiatrici e delinquenti“, passato con il sostegno di tutto il centrodestra. “Chi verrà sorpresa a rubare non sarà più rilasciata, ma sconterà la pena nelle case famiglia, in carceri adeguati o ai domiciliari, nel pieno rispetto della salute sua, dei figli e del nascituro. Una norma di buonsenso, realismo e giustizia: ora ci auguriamo che il testo venga portato al più presto in aula, con il voto di tutti“. La proposta presentata dai deputati Jacopo Morrone e Ingrid Bisa prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“. “Per quanto il problema sia delicato e richieda interventi di una certa ampiezza e complessità – sottolineano i due presentatori della proposta – sembra preliminare introdurre un minimo di certezza della pena, in modo che sia possibile arginare il fenomeno criminale, tutelare i cittadini vittime di borseggi e tentare di svolgere una qualche forma di rieducazione nei confronti delle autrici di questi deprecabili reati. Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“.