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Home » Attualità » Il diritto all’aborto “frutto avvelenato” per i repubblicani alle elezioni di Midterm

Il diritto all’aborto “frutto avvelenato” per i repubblicani alle elezioni di Midterm

A sorpresa in Kentucky bocciato il divieto totale all'ivg, e poi in Vermont, Michigan e California i referendum chiedono che la tutela di questo diritto sia sancita nelle costituzioni

Marianna Grazi
9 Novembre 2022
Un manifestante per i diritti dell'aborto regge un cartello con la scritta "Il mio corpo, la mia scelta" davanti alla Corte federale di giustizia

Un manifestante per i diritti dell'aborto regge un cartello con la scritta "Il mio corpo, la mia scelta" davanti alla Corte federale di giustizia

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Martedì 9 novembre non è stato solo il giorno dopo le elezioni americane di Midterm, in cui tra prime volte storiche e schieramenti che traballano ma non si trasformano poi di molto, in cui l’onda rossa non è arrivata a travolgere il ‘placido’ specchio d’acqua democratico. È anche la data in cui le cittadine americane hanno riportato una serie di vittorie decisive in materia di diritti all’aborto nella prima tornata elettorale nazionale da quando la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza Roe v. Wade a giugno. Una questione politicamente cruciale, e scusate se è poco esultare per i risultati ottenuti in qualche Stato (nello specifico i primi a esprimersi sono stati la California, il Michigan e il Vermont, seguiti a sorpresa dal Kentucky) dove gli elettori hanno votato a favore del riconoscimento del diritto di aborto nella loro costituzione. La carta viene così modificata per “garantire a tutti il diritto fondamentale alla libertà di riproduzione“, che include appunto il diritto all’aborto. E visto che sono 40milioni circa le donne coinvolte nelle decisione dei nove giudici supremi, che in questi mesi si sono viste assicurare o – nella maggior parte dei casi – togliere le tutele alla libertà di scegliere sul proprio corpo, anche questi piccoli passi avanti (o meglio, indietro a ripristinare una cosa che già c’era), sono significativi.

I referendum sul diritto all’aborto

Durante le elezioni di Midterm si sono svolti anche referendum sul diritto all’aborto

La sorpresa più grande, dicevamo,  è stata quella del Kentucky, dove è stato bocciato un emendamento antiabortista e si è aperta così la strada al ripristino dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza in uno Stato con uno dei divieti più restrittivi del Paese. La misura proposta avrebbe imposto il divieto totale di aborto, ma in un referendum che si è tenuto assieme alle elezioni di Midterm i cittadini si sono espressi in maniera contraria. Lo riportano i media americani. Il risultato, tuttavia, non annullerà automaticamente l’attuale legislazione statale, che proibisce quasi del tutto la procedura. In Michigan invece, dove la governatrice democratica Gretchen Whitmer è stata rieletta presentandosi come una paladina dei diritti riproduttivi, gli elettori hanno approvato un’iniziativa elettorale che sancirà il diritto all’aborto nella costituzione dello Stato, impedendo che il divieto sancito nel 1931 entrasse in vigore. Il Vermont e la California hanno approvato referendum che proteggono il diritto all’aborto, dopo che lo scorso giugno la Corte Suprema ha revocato la tutela federale dell’interruzione di gravidanza, lasciando la scelta ai singoli Stati. In seguito alla decisione del 24 giugno, numerosi governi federali a guida repubblicana avevano introdotto fortissime restrizioni all’interruzione volontaria di gravidanza. È stato però proprio un “Red State” come il Kansas il primo, lo scorso agosto, a esprimersi in un referendum contro la stretta, rigettando un emendamento proposto dai Repubblicani che avrebbe introdotto drastici limiti alla procedura.

Il parere di Faggioli: “Non solo i dem vogliono l’aborto legale”

In queste elezioni di Midterm la sentenza della Corte Suprema sull’aborto, “risultato inseguito e sognato da 50 anni da repubblicani e vescovi cattolici Usa”, si è dimostrata in realtà “un frutto avvelenato, perché ora porta in svantaggio il partito repubblicano”. Così Massimo Faggioli, docente di Storia del Cristianesimo alla Villanova University di Philadelphia, commenta con l’Adnkronos i risultati delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti in cui l’aborto, anche oltre le previsioni, “ha fatto la differenza“, impedendo la stragrande vittoria repubblicana di cui parlavano i sondaggi. “In alcuni Stati, negli ultimi anni repubblicani, il fattore aborto ha spostato abbastanza perché non sono solo i democratici che vogliono l’aborto legale, questa è una delle ipocrisie dell’America che si è svelata”, aggiunge l’esperto. Che ricorda come gli elettori di Stati come il Kansas – “diventato negli ultimi 30 anni il simbolo del conservatorismo rabbioso” – o il Kentucky, abbiano approvato referendum per difendere la libertà di scelta.
Per Faggioli si tratta di un passaggio di “valore storico, il rovesciamento degli ultimi 40 anni in cui, da Ronald Reagan in poi, i repubblicani vincono anche per la loro opposizione all’aborto legale”. Ora che la Roe v. Wade è stata annullata da una Corte a maggioranza conservatrice, “che ora è una falsa immagine del Paese, i repubblicani perdono perché l’alternativa è, nella migliore delle ipotesi, il caos“.

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  • Si chiama Olesya Krivtsova, ha 19 anni ed è russa. Segni particolari: un tatuaggio contro Putin, rischia fino a 10 anni di carcere.

L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
Martedì 9 novembre non è stato solo il giorno dopo le elezioni americane di Midterm, in cui tra prime volte storiche e schieramenti che traballano ma non si trasformano poi di molto, in cui l'onda rossa non è arrivata a travolgere il 'placido' specchio d'acqua democratico. È anche la data in cui le cittadine americane hanno riportato una serie di vittorie decisive in materia di diritti all'aborto nella prima tornata elettorale nazionale da quando la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza Roe v. Wade a giugno. Una questione politicamente cruciale, e scusate se è poco esultare per i risultati ottenuti in qualche Stato (nello specifico i primi a esprimersi sono stati la California, il Michigan e il Vermont, seguiti a sorpresa dal Kentucky) dove gli elettori hanno votato a favore del riconoscimento del diritto di aborto nella loro costituzione. La carta viene così modificata per "garantire a tutti il diritto fondamentale alla libertà di riproduzione", che include appunto il diritto all'aborto. E visto che sono 40milioni circa le donne coinvolte nelle decisione dei nove giudici supremi, che in questi mesi si sono viste assicurare o - nella maggior parte dei casi - togliere le tutele alla libertà di scegliere sul proprio corpo, anche questi piccoli passi avanti (o meglio, indietro a ripristinare una cosa che già c'era), sono significativi.

I referendum sul diritto all'aborto

Durante le elezioni di Midterm si sono svolti anche referendum sul diritto all'aborto
La sorpresa più grande, dicevamo,  è stata quella del Kentucky, dove è stato bocciato un emendamento antiabortista e si è aperta così la strada al ripristino dell'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza in uno Stato con uno dei divieti più restrittivi del Paese. La misura proposta avrebbe imposto il divieto totale di aborto, ma in un referendum che si è tenuto assieme alle elezioni di Midterm i cittadini si sono espressi in maniera contraria. Lo riportano i media americani. Il risultato, tuttavia, non annullerà automaticamente l'attuale legislazione statale, che proibisce quasi del tutto la procedura. In Michigan invece, dove la governatrice democratica Gretchen Whitmer è stata rieletta presentandosi come una paladina dei diritti riproduttivi, gli elettori hanno approvato un'iniziativa elettorale che sancirà il diritto all'aborto nella costituzione dello Stato, impedendo che il divieto sancito nel 1931 entrasse in vigore. Il Vermont e la California hanno approvato referendum che proteggono il diritto all'aborto, dopo che lo scorso giugno la Corte Suprema ha revocato la tutela federale dell'interruzione di gravidanza, lasciando la scelta ai singoli Stati. In seguito alla decisione del 24 giugno, numerosi governi federali a guida repubblicana avevano introdotto fortissime restrizioni all'interruzione volontaria di gravidanza. È stato però proprio un "Red State" come il Kansas il primo, lo scorso agosto, a esprimersi in un referendum contro la stretta, rigettando un emendamento proposto dai Repubblicani che avrebbe introdotto drastici limiti alla procedura.

Il parere di Faggioli: "Non solo i dem vogliono l'aborto legale"

In queste elezioni di Midterm la sentenza della Corte Suprema sull'aborto, "risultato inseguito e sognato da 50 anni da repubblicani e vescovi cattolici Usa", si è dimostrata in realtà "un frutto avvelenato, perché ora porta in svantaggio il partito repubblicano". Così Massimo Faggioli, docente di Storia del Cristianesimo alla Villanova University di Philadelphia, commenta con l'Adnkronos i risultati delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti in cui l'aborto, anche oltre le previsioni, "ha fatto la differenza", impedendo la stragrande vittoria repubblicana di cui parlavano i sondaggi. "In alcuni Stati, negli ultimi anni repubblicani, il fattore aborto ha spostato abbastanza perché non sono solo i democratici che vogliono l'aborto legale, questa è una delle ipocrisie dell'America che si è svelata", aggiunge l'esperto. Che ricorda come gli elettori di Stati come il Kansas - "diventato negli ultimi 30 anni il simbolo del conservatorismo rabbioso" - o il Kentucky, abbiano approvato referendum per difendere la libertà di scelta. Per Faggioli si tratta di un passaggio di "valore storico, il rovesciamento degli ultimi 40 anni in cui, da Ronald Reagan in poi, i repubblicani vincono anche per la loro opposizione all'aborto legale". Ora che la Roe v. Wade è stata annullata da una Corte a maggioranza conservatrice, "che ora è una falsa immagine del Paese, i repubblicani perdono perché l'alternativa è, nella migliore delle ipotesi, il caos".
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