La casa è un diritto,
non un lusso. Ad affermarlo è la Costituzione, all’articolo 47, ma purtroppo tale diritto è messo a rischio da condizioni socioeconomiche e a farne le spese sono le persone più fragili. È il caso di
Paola Pincelli, la quale mercoledì 14 dicembre ha ricevuto la visita a sorpresa delle forze dell’ordine, le quali hanno fatto irruzione nel suo appartamento in affitto in corso Marche a Torino per
accompagnare fuori lei, il figlio (minorenne e disabile)
e i loro cani.
La vicenda di Paola
La storia comincia mesi fa: Paola, in
difficoltà economiche e
con un minore a carico,
non riesce a pagare l’affitto e il proprietario le intima di lasciare l’appartamento. La signora chiede quindi aiuto ai servizi sociali, i quali però non sono in grado di fornirle una soluzione abitativa adatta alle sue esigenze. A ottobre il primo incontro con l’ufficiale giudiziario in occasione dello
sfratto esecutivo, il quale decide di rimandare la procedura poiché non esistono le condizioni per poterla mettere in atto. Lo scorso 14 dicembre lo sfratto è stato infine eseguito e la signora è stata trasferita in una residenza in via Ravenna. Il problema è che tale residenza non è consona: si tratta di una
Rsa, dove gli
animali domestici non possono entrare e dove lo spazio per i singoli e la libertà di entrare e uscire sono limitati. Paola è da tempo disoccupata e con problemi di salute. Si sostiene tramite il
reddito di cittadinanza (misura assistenzialistica che l’attuale governo ha deciso di rimuovere) e ha anche la responsabilità del
figlio sedicenne con disabilità. In passato il suo caso era stato preso in carico anche dal Comune di Torino, il quale si era offerto di pagare le mensilità arretrate al proprietario dell’appartamento al fine di garantire una soluzione abitativa alla signora, ma la proposta è stata rigettata al mittente.
L'associazione Prendocasa Torino
Il caso della signora Pincelli è entrato nella cronaca grazie all’intervento dell’associazione
Prendocasa Torino, che si occupa proprio di assistere le persone che
subiscono lo sfratto, una
problematica sociale sempre più diffusa e preoccupante. "Con l’aumento del costo della vita sempre più persone non riescono ad arrivare a fine mese e a pagare l’affitto – afferma Alessandro Fiumara dell’associazione Prendo Casa –. Dalle informazioni che abbiamo raccolto più o meno i provvedimenti di sfratto a Torino sono 1900 di cui 1200 in esecuzione. Mentre le esecuzioni richieste
in Piemonte sono circa 4200. Sta diventato un’emergenza sociale, in più la scelta di applicare l’articolo 610 è totalmente a sfavore dell’affittuario che rischia di finire in mezzo a una strada prima di trovare una soluzione abitativa alternativa”.
Del caso della signora Pincelli si è interessata l'associazione Prendocasa Torino
Le ragioni del fenomeno sono molteplici:
l’aumento del costo dell’affitto nei centri urbani (che in alcune città è diventato una crisi immobiliare, come a Milano), la
crisi energetica che ha portato al
caro bollette, l’inflazione che ha diminuito il potere d’acquisto della moneta. Tutti fattori che hanno spinto un numero crescente di persone al di sotto della
soglia di povertà, al punto da spingere la Regione Piemonte a erogare un fondo da 12 milioni di euro. C’è un’ulteriore problematica: l’applicazione dell’articolo 610 del Codice di procedura civile, che consente al proprietario di casa di eliminare le condizioni materiali che impediscano l’esecuzione della sua richiesta di sfratto. In altre parole, lo si esegue
a prescindere dallo stato in cui si trovi l’inquilino. Una pratica prevista dai codici ma caduta in disuso data la sua brutalità. La signora Paola si trova ora, insieme a due figli, in una Rsa, struttura poi riconvertita anche in centro di prima accoglienza. Non le è possibile portare dentro i cani e anche per lei gli ingressi e le uscite sono limitati. Gli animali domestici sono considerati un lusso ma in realtà la loro presenza può avere effetti molto positivi, specie per una persona con disabilità, come mostrano pratiche quali la
pet therapy. La signora avrebbe
diritto per reddito alle case popolari (in gran parte sfitte), ma la prossima occasione per fare domanda sarà a febbraio. Interessarsi della sorte di queste persone non è difendere la morosità e l’abusivismo, è fare una scelta di civiltà.