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Home » Attualità » Disastro in Marocco, centinaia di bertucce morte a causa degli incendi

Disastro in Marocco, centinaia di bertucce morte a causa degli incendi

La foresta di Bouhachem sta bruciando da giorni. Il Parco Natura Viva lancia un appello per salvare la specie

Domenico Guarino
7 Agosto 2022
In Marocco gli incendi stanno uccidendo centinaia di bertucce

In Marocco gli incendi stanno uccidendo centinaia di bertucce

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Centinaia di bertucce morte per la furia delle fiamme o per le inalazioni di fumo. E’ quello che sta accadendo nella foresta di Bouhachem, in Marocco, dove da nove giorni i roghi stanno avvolgendo le 4.000 bertucce che abitano quell’ecosistema, con 7.500 ettari di foresta,  più della metà, già inceneriti.

Alle vittime si aggiungono poi le scimmie ferite che dovranno sopravvivere in condizioni difficilissime, sia per le scottature riportate, sia per l’assenza di cibo e di acqua; almeno fino ad ottobre, quando dovrebbe tornare la pioggia. La bertuccia, per altro,  è una specie definita “endangered” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, e quindi particolarmente a rischio.

In fiamme la foresta marocchina di Bouhachem
In fiamme la foresta marocchina di Bouhachem

Ma il caso del Marocco è solo l’ultimo di una lunga serie di disastri che coinvolgono le comunità animali nel momento in cui si scatenano gli incendi. Solo poche settimane, fa i devastanti incendi che hanno colpito l’altopiano calcareo del Carso, tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, hanno provocato la morte di migliaia di animali selvatici, impossibilitati a fuggire dal fumo, dal caldo estremo e dalle fiamme.  Molti tra gli animali più grandi e forti come i caprioli e gli uccelli adulti sono riusciti a scappare dal fuoco, molti altri, purtroppo non ce l’hanno fatta.

Così come non ce l’hanno  fatta gli oltre 20 milioni gli animali selvatici arsi vivi negli incendi boschivi che hanno colpito l’Italia, soprattutto al Sud, nel 2021. Ricci, scoiattoli, cervi, caprioli, volpi, ghiri. E ancora: passeri, capinere, falchi, tartarughe, salamandre, lucertole. Tutti morti dalle fiamme, disorientati e intossicati dalle colonne grigie di fumo che ne impediscono la fuga. La stima – elaborata in esclusiva per LaPresse dal responsabile fauna di Legambiente Antonino Morabito – è calcolata sulla base dei decessi per ettaro di territorio bruciato: circa 100mila ettari solamente nei primi due mesi dell’estate scorsa.

In Marocco le fiamme stanno distruggendo la foresta di Bouhachem
In Marocco le fiamme stanno distruggendo la foresta di Bouhachem

Cifre che tuttavia impallidiscono, letteralmente, di fronte alle stime fatte dal WWF per la sola Australia, in cui  gli incendi boschivi che hanno colpito il sud-est dell’Australia nella drammatica estate 2019-2020, bruciando  più di otto milioni di ettari di vegetazione autoctona,  hanno ucciso o costretto alla fuga da 1 a 3 miliardi di animali. “L’ecocidio – commenta Morabito – è tanto più grave quanto più è ampio il fronte dell’incendio e alto il numero degli habitat coinvolti come nel caso delle foreste vetuste. E soprattutto quando vengono accesi più focolai contemporaneamente e gli animali selvatici si ritrovano senza nessuna via di fuga, accerchiati prima dal fumo poi dalle fiamme”.

Non a caso, in Australia, in cinque anni, circa 200 specie animali (e vegetali) sono state aggiunte all’elenco di quelle minacciate ai sensi delle leggi ambientali. Tanto che il ministro dell’ambiente australiano, Tanya Plibersek, ha dovuto affermare “se continueremo su questa strada ci aspetta un futuro con sempre più specie minacciate, fiumi sempre più asciutti, paesaggi degradati. Vedremo morire le nostre barriere coralline”.

Il fatto è che troppo spesso le vittime animali non vengono prese in considerazione e conteggiati tra i danni devastanti degli incendi boschivi. “Parliamo invece di numeri altissimi e di perdite consistenti per la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi. Tanto più – aggiunge ancora Morabito – che ad essere colpiti in queste settimane sono soprattutto i cuccioli che ancora si allontanano poco dalle tane o dai nidi”.

 

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Un post condiviso da Parco Natura Viva (@parconaturaviva)

 

Tornando alle bertucce del Marocco, per fortuna il Parco Natura Viva di Bussolengo, ha dato annuncio di un contributo straordinario e dell’apertura delle adozioni virtuali. “Sulle bertucce già pendeva la stupidità dell’uomo che strappava alle madri i giovani esemplari per trascinarli in catene nelle piazze ed esporli al pubblico per un selfie a pagamento. Adesso il fuoco rende la loro situazione veramente drammatica. In qualità di membro della commissione europea del programma dei giardini zoologici che si prende cura di questa specie, chiedo aiuto per rimediare, per quanto possibile, al disastro” spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo Chiunque voglia contribuire, anche simbolicamente, al lavoro di salvataggio delle bertucce nella foresta di Bouhachem, può adottare virtualmente le 11 bertucce del Parco Natura Viva. Lucky, Brenda, Belinda, Lucrezia, Milly, Emma, Elly, Fanny, Berta, Leo e Luke si uniscono alla richiesta di aiuto per le bertucce in Marocco: tutti i fondi verranno devoluti all’attività sul campo del Barbary Macaque Awareness and Conservation.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia

Centinaia di bertucce morte per la furia delle fiamme o per le inalazioni di fumo. E’ quello che sta accadendo nella foresta di Bouhachem, in Marocco, dove da nove giorni i roghi stanno avvolgendo le 4.000 bertucce che abitano quell’ecosistema, con 7.500 ettari di foresta,  più della metà, già inceneriti.

Alle vittime si aggiungono poi le scimmie ferite che dovranno sopravvivere in condizioni difficilissime, sia per le scottature riportate, sia per l’assenza di cibo e di acqua; almeno fino ad ottobre, quando dovrebbe tornare la pioggia. La bertuccia, per altro,  è una specie definita “endangered” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, e quindi particolarmente a rischio.

In fiamme la foresta marocchina di Bouhachem
In fiamme la foresta marocchina di Bouhachem

Ma il caso del Marocco è solo l’ultimo di una lunga serie di disastri che coinvolgono le comunità animali nel momento in cui si scatenano gli incendi. Solo poche settimane, fa i devastanti incendi che hanno colpito l'altopiano calcareo del Carso, tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, hanno provocato la morte di migliaia di animali selvatici, impossibilitati a fuggire dal fumo, dal caldo estremo e dalle fiamme.  Molti tra gli animali più grandi e forti come i caprioli e gli uccelli adulti sono riusciti a scappare dal fuoco, molti altri, purtroppo non ce l'hanno fatta.

Così come non ce l’hanno  fatta gli oltre 20 milioni gli animali selvatici arsi vivi negli incendi boschivi che hanno colpito l'Italia, soprattutto al Sud, nel 2021. Ricci, scoiattoli, cervi, caprioli, volpi, ghiri. E ancora: passeri, capinere, falchi, tartarughe, salamandre, lucertole. Tutti morti dalle fiamme, disorientati e intossicati dalle colonne grigie di fumo che ne impediscono la fuga. La stima - elaborata in esclusiva per LaPresse dal responsabile fauna di Legambiente Antonino Morabito - è calcolata sulla base dei decessi per ettaro di territorio bruciato: circa 100mila ettari solamente nei primi due mesi dell'estate scorsa.

In Marocco le fiamme stanno distruggendo la foresta di Bouhachem
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Cifre che tuttavia impallidiscono, letteralmente, di fronte alle stime fatte dal WWF per la sola Australia, in cui  gli incendi boschivi che hanno colpito il sud-est dell’Australia nella drammatica estate 2019-2020, bruciando  più di otto milioni di ettari di vegetazione autoctona,  hanno ucciso o costretto alla fuga da 1 a 3 miliardi di animali. "L'ecocidio - commenta Morabito - è tanto più grave quanto più è ampio il fronte dell'incendio e alto il numero degli habitat coinvolti come nel caso delle foreste vetuste. E soprattutto quando vengono accesi più focolai contemporaneamente e gli animali selvatici si ritrovano senza nessuna via di fuga, accerchiati prima dal fumo poi dalle fiamme".

Non a caso, in Australia, in cinque anni, circa 200 specie animali (e vegetali) sono state aggiunte all’elenco di quelle minacciate ai sensi delle leggi ambientali. Tanto che il ministro dell’ambiente australiano, Tanya Plibersek, ha dovuto affermare “se continueremo su questa strada ci aspetta un futuro con sempre più specie minacciate, fiumi sempre più asciutti, paesaggi degradati. Vedremo morire le nostre barriere coralline”.

Il fatto è che troppo spesso le vittime animali non vengono prese in considerazione e conteggiati tra i danni devastanti degli incendi boschivi. "Parliamo invece di numeri altissimi e di perdite consistenti per la biodiversità e l'equilibrio degli ecosistemi. Tanto più - aggiunge ancora Morabito - che ad essere colpiti in queste settimane sono soprattutto i cuccioli che ancora si allontanano poco dalle tane o dai nidi".

 
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Tornando alle bertucce del Marocco, per fortuna il Parco Natura Viva di Bussolengo, ha dato annuncio di un contributo straordinario e dell’apertura delle adozioni virtuali. “Sulle bertucce già pendeva la stupidità dell’uomo che strappava alle madri i giovani esemplari per trascinarli in catene nelle piazze ed esporli al pubblico per un selfie a pagamento. Adesso il fuoco rende la loro situazione veramente drammatica. In qualità di membro della commissione europea del programma dei giardini zoologici che si prende cura di questa specie, chiedo aiuto per rimediare, per quanto possibile, al disastro” spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo Chiunque voglia contribuire, anche simbolicamente, al lavoro di salvataggio delle bertucce nella foresta di Bouhachem, può adottare virtualmente le 11 bertucce del Parco Natura Viva. Lucky, Brenda, Belinda, Lucrezia, Milly, Emma, Elly, Fanny, Berta, Leo e Luke si uniscono alla richiesta di aiuto per le bertucce in Marocco: tutti i fondi verranno devoluti all’attività sul campo del Barbary Macaque Awareness and Conservation.

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