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Home » Attualità » Dolly Parton pagherà le tasse dei college a tutti i dipendenti di Dollywood che vogliono laurearsi

Dolly Parton pagherà le tasse dei college a tutti i dipendenti di Dollywood che vogliono laurearsi

La cantante lancia l'iniziativa "Grow U" per tutti gli operatori dei parchi gestiti dalla società Herschend Enterprises. Uno dei suoi principi chiave che ama professare è infatti: "Impara di più"

Marianna Grazi
11 Febbraio 2022
Dolly Parton

Dolly Parton pagherà le tasse universitarie dei suoi dipendenti

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Ha costruito una fortuna con un brano intonato da Whitney Huston, “I Will Always Love You“. È diventata miliardaria con uno dei parchi divertimenti più popolari d’America. E ora Dolly Parton, 76 anni, icona della musica country nel Tennessee, sorprende con un gesto di puro altruismo. Per le generazioni dei suoi fan Dollywood è un’esperienza divertentissima e a tutto tondo, dalle montagne russe e gli scivoli d’acqua, dall’elegantissimo resort agli spettacoli da godersi durante una lussuosa cena. Ma d’ora in poi al divertimento per i visitatori si affiancherà la generosità verso i dipendenti: a coloro che vorranno conseguire una laurea l’azienda della Parton pagherà interamente le tasse universitarie.

Dolly Parton ha rilevato il parco divertimenti nel 1986 ribattezzandolo Dollywood

 

L’iniziativa per i dipendenti

Herschend Enterprises, la società che gestisce Dollywood, ha infatti annunciato martedì scorso che pagherà il 100% delle rette, delle tasse e dei libri per i dipendenti che intendono proseguire l’istruzione superiore. A partire dal 24 febbraio, tutti gli 11.000 lavoratori stagionali, part-time e a tempo pieno delle 25 attrazioni americane di Herschend, compresa Dollywood, potranno iscriversi al programma pilota GROW U. L’iniziativa permetterà a tutti coloro che lo desiderano di iscriversi, già dal primo giorno di lavoro, a percorsi di istruzione per il diploma, la laurea e altre certificazioni offerti da 30 partner di apprendimento. L’azienda si è anche impegnata a fornire un contributo parziale, fino a 5.250 dollari all’anno, per 150 programmi aggiuntivi. “Quando i nostri operatori si sentono apprezzati e ricevono opportunità come questa possono trasmettere questa sensazione ai loro ospiti”, ha spiegato al Washington Post Wes Ramey, un portavoce di Dollywood Co. Il programma di Herschend, aggiunge,  interessa circa 3.000 dipendenti di Dollywood ha avuto il pieno appoggio di Parton: “Lei è assolutamente favorevole al fatto che i dipendenti studino e continuino a crescere”.

La cantante e la società che gestisce i parchi divertimento finanzieranno il 100% delle spese per l’istruzione superiore dei dipendenti

I costi dell’istruzione

I fan della Parton hanno apertamente lodato la mossa della cantante. Negli Stati Uniti i sussidi per le tasse scolastiche sono stati ridotti negli ultimi anni, in quanto le società hanno cercato di tagliare i costi a causa di un mercato del lavoro particolarmente difficile. Tuttavia i grandi imprenditori stanno iniziando a offrire nuovamente incentivi legati all’istruzione, nella speranza di attirare dipendenti motivati e farli rimanere più a lungo in azienda. Considerando che i costi del college erano in media di quasi 25.000 dollari nel 2019, secondo il National Center of Education Statistics, il rimborso delle tasse scolastiche è diventato un attraente vantaggio per i dipendenti. In media la retta di un college pubblico (senza considerare tasse e libri) si aggira sui 10mila dollari l’anno, mentre per i (quasi inaccessibili) istituti di prestigio, i costi lievitano a dismisura: la retta di Harvard, ad esempio, è di 80mila dollari l’anno!

La generosità di Dolly Parton

Dolly Parton è una vera icona, non solo della musica ma anche della generosità e della solidarietà verso le persone meno fortunate. La cantante, che è tra i candidati annunciati per essere ammessi nella Rock and Roll Hall of Fame, non è infatti  nuova alla filantropia: l’anno scorso ha rivelato che le ingenti entrate derivanti dalla scrittura di “I Will Always Love You”, brano diventato un fenomeno globale quando è stato interpretato da Whitney Houston per il film “The Bodyguard” (1992), sono state investite in un edificio in un quartiere di Nashville tradizionalmente occupato da neri. “Era un intero centro commerciale, e ho pensato che questo fosse il posto perfetto per me, considerando che si trattava di Whitney, così ho pensato: ‘È fantastico, resterò qui con la sua gente, che è anche la mia'”, ha raccontato Dolly.
La 76enne, insieme a Herschend Enterprises, possiede poi il parco di divertimenti del Tennessee, che lei stessa ha rilevato nel 1986 e ha ribattezzato Dollywood. Oggi è considerato una delle migliori attrazioni non solo d’America ma di tutto il mondo. La Fondazione Dollywood, ogni anno, dona più di 1 milione di dollari alle associazioni benefiche dello Stato, secondo Vanity Fair. E ancora la sua Imagination Library si unisce ogni mese alle comunità locali per regalare ai bambini libri di qualità a costo zero. Nel 2020, poi, grazie l’amicizia con un medico di Nashville ha portato la cantante a donare 1 milione di dollari alla Vanderbilt University per la ricerca sul Covid-19, che ha parzialmente finanziato il vaccino Moderna.

Sogna di più, impara di più, preoccupati di più e sii di più

Il portavoce della Fondazione Dollywood, Wes Ramey, ha svelato che la Parton sostiene quattro principi fondamentali, una sorta di mantra che ha voluto rendere noto in un memorabile ed esuberante discorso del 2009 all’Università del Tennessee: “Sogna di più, impara di più, preoccupati di più e sii di più“. È chiaro quindi che l’iniziativa lanciata con Herschend Enterprises si riferisce al principio di “imparare di più”, ha precisato Ramey. “È un’opportunità per restituire qualcosa agli adulti che lavorano al parco”, ha detto. “Ogni volta che Dolly è coinvolta in qualcosa, si assicura che sia la cosa migliore possibile per tutte le persone coinvolte”.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout

Ha costruito una fortuna con un brano intonato da Whitney Huston, "I Will Always Love You". È diventata miliardaria con uno dei parchi divertimenti più popolari d’America. E ora Dolly Parton, 76 anni, icona della musica country nel Tennessee, sorprende con un gesto di puro altruismo. Per le generazioni dei suoi fan Dollywood è un'esperienza divertentissima e a tutto tondo, dalle montagne russe e gli scivoli d'acqua, dall'elegantissimo resort agli spettacoli da godersi durante una lussuosa cena. Ma d'ora in poi al divertimento per i visitatori si affiancherà la generosità verso i dipendenti: a coloro che vorranno conseguire una laurea l'azienda della Parton pagherà interamente le tasse universitarie.

Dolly Parton ha rilevato il parco divertimenti nel 1986 ribattezzandolo Dollywood
 

L'iniziativa per i dipendenti

Herschend Enterprises, la società che gestisce Dollywood, ha infatti annunciato martedì scorso che pagherà il 100% delle rette, delle tasse e dei libri per i dipendenti che intendono proseguire l'istruzione superiore. A partire dal 24 febbraio, tutti gli 11.000 lavoratori stagionali, part-time e a tempo pieno delle 25 attrazioni americane di Herschend, compresa Dollywood, potranno iscriversi al programma pilota GROW U. L'iniziativa permetterà a tutti coloro che lo desiderano di iscriversi, già dal primo giorno di lavoro, a percorsi di istruzione per il diploma, la laurea e altre certificazioni offerti da 30 partner di apprendimento. L'azienda si è anche impegnata a fornire un contributo parziale, fino a 5.250 dollari all'anno, per 150 programmi aggiuntivi. "Quando i nostri operatori si sentono apprezzati e ricevono opportunità come questa possono trasmettere questa sensazione ai loro ospiti", ha spiegato al Washington Post Wes Ramey, un portavoce di Dollywood Co. Il programma di Herschend, aggiunge,  interessa circa 3.000 dipendenti di Dollywood ha avuto il pieno appoggio di Parton: "Lei è assolutamente favorevole al fatto che i dipendenti studino e continuino a crescere".
La cantante e la società che gestisce i parchi divertimento finanzieranno il 100% delle spese per l'istruzione superiore dei dipendenti

I costi dell'istruzione

I fan della Parton hanno apertamente lodato la mossa della cantante. Negli Stati Uniti i sussidi per le tasse scolastiche sono stati ridotti negli ultimi anni, in quanto le società hanno cercato di tagliare i costi a causa di un mercato del lavoro particolarmente difficile. Tuttavia i grandi imprenditori stanno iniziando a offrire nuovamente incentivi legati all'istruzione, nella speranza di attirare dipendenti motivati e farli rimanere più a lungo in azienda. Considerando che i costi del college erano in media di quasi 25.000 dollari nel 2019, secondo il National Center of Education Statistics, il rimborso delle tasse scolastiche è diventato un attraente vantaggio per i dipendenti. In media la retta di un college pubblico (senza considerare tasse e libri) si aggira sui 10mila dollari l'anno, mentre per i (quasi inaccessibili) istituti di prestigio, i costi lievitano a dismisura: la retta di Harvard, ad esempio, è di 80mila dollari l'anno!

La generosità di Dolly Parton

Dolly Parton è una vera icona, non solo della musica ma anche della generosità e della solidarietà verso le persone meno fortunate. La cantante, che è tra i candidati annunciati per essere ammessi nella Rock and Roll Hall of Fame, non è infatti  nuova alla filantropia: l'anno scorso ha rivelato che le ingenti entrate derivanti dalla scrittura di "I Will Always Love You", brano diventato un fenomeno globale quando è stato interpretato da Whitney Houston per il film "The Bodyguard" (1992), sono state investite in un edificio in un quartiere di Nashville tradizionalmente occupato da neri. "Era un intero centro commerciale, e ho pensato che questo fosse il posto perfetto per me, considerando che si trattava di Whitney, così ho pensato: 'È fantastico, resterò qui con la sua gente, che è anche la mia'", ha raccontato Dolly. La 76enne, insieme a Herschend Enterprises, possiede poi il parco di divertimenti del Tennessee, che lei stessa ha rilevato nel 1986 e ha ribattezzato Dollywood. Oggi è considerato una delle migliori attrazioni non solo d'America ma di tutto il mondo. La Fondazione Dollywood, ogni anno, dona più di 1 milione di dollari alle associazioni benefiche dello Stato, secondo Vanity Fair. E ancora la sua Imagination Library si unisce ogni mese alle comunità locali per regalare ai bambini libri di qualità a costo zero. Nel 2020, poi, grazie l'amicizia con un medico di Nashville ha portato la cantante a donare 1 milione di dollari alla Vanderbilt University per la ricerca sul Covid-19, che ha parzialmente finanziato il vaccino Moderna.

Sogna di più, impara di più, preoccupati di più e sii di più

Il portavoce della Fondazione Dollywood, Wes Ramey, ha svelato che la Parton sostiene quattro principi fondamentali, una sorta di mantra che ha voluto rendere noto in un memorabile ed esuberante discorso del 2009 all'Università del Tennessee: "Sogna di più, impara di più, preoccupati di più e sii di più". È chiaro quindi che l'iniziativa lanciata con Herschend Enterprises si riferisce al principio di "imparare di più", ha precisato Ramey. "È un'opportunità per restituire qualcosa agli adulti che lavorano al parco", ha detto. "Ogni volta che Dolly è coinvolta in qualcosa, si assicura che sia la cosa migliore possibile per tutte le persone coinvolte".
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