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"Sono una donna con la barba": Annette vuole sensibilizzare sulla sindrome dell'ovaio policistico

Lawrence, una donna inglese del Buckinghamshire, ha scoperto di avere questa malattia quando era ancora un'adolescente, dopo essere stata per anni vittima di bullismo

di MARIANNA GRAZI -
8 novembre 2022
annette-lawrence (3)

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"Donna barbuta..." No, non vogliamo prendere in giro nessuno, ma utilizzare questa immagine per sensibilizzare su una patologia femminile che provoca vari tipi di problematiche, sia nell'organismo che nell'aspetto esteriore.  Tra le quali anche una peluria particolarmente folta sul corpo. Per parlare di questo tipo di malattia, la sindrome dell'ovaio policistico, basta prendere a modello la storia di un donna inglese del Buckinghamshire (contea dell'Inghilterra sud-orientale, Annette Lawrence.

Adolescente vittima di bullismo

Annette Lawrence fin dall'adolescenza è stata vittima di bullismo a causa degli effetti che la PCOS aveva anche sul suo aspetto esteriore

"Da bambina ero quella che la maggior parte delle persone considererebbe una taglia normale, ma dopo la pubertà ho iniziato a prendere peso e non sapevo perché. A casa mangiavo normalmente; non seguivo una dieta diversa da quella del resto della mia famiglia, ma continuavo a ingrassare - racconta Annette a Newsweek -. Durante l'adolescenza sono stata vittima di bullismo per il mio aspetto. Ero in sovrappeso e avevo un'acne molto accentuata. Dato che ero molto criticata per il mio fisico, la mia vita a scuola era una vera e propria tragedia. Ho chiesto consigli per cambiare la mia dieta, ma niente sembrava funzionare". Come  la giovane scoprirà in seguito, l'acne e l'aumento di peso era dovuto proprio alla PCOS, una delle più comuni patologie ormonali per le donne in età riproduttiva, caratterizzata da disfunzioni ovulatorie, iperandrogenismo e presenza di ovaie con aspetto policistico.  "Ma alla fine degli anni '80 nessuno dei miei interlocutori era realmente a conoscenza di questa condizione", aggiunge Lawrence.

La diagnosi e l'arrivo dei peli sul viso

"La prima volta che ho sentito parlare di PCOS è stato quando mi è stata diagnosticata, nel 1993, all'età di diciannove anni - prosegue la donna -. Non ricordo il motivo della visita dal mio medico di base, ma durante l'appuntamento si girò verso di me e disse: 'La sottoporrò a esami del sangue e a una TAC, credo che lei abbia una cosa chiamata sindrome dell'ovaio policistico'". Dopo la conferma dalle analisi, l'unico consiglio che le venne dato fu: "Ecco la pillola contraccettiva, prendila. Torna quando vuoi avere un bambino". "A mio parere, ancora oggi, c'è una scarsissima conoscenza e comprensione della PCOS da parte di alcuni medici - afferma Annette -. All'epoca non avevo considerato il significato della mia diagnosi. Da adolescente, se una cosa non ti viene spiegata correttamente, è improbabile che tu la metta in discussione. Ottenere maggiori informazioni non era una delle mie priorità". Ma quando sul suo corpo si è presentata l'ennesima conseguenza non ha potuto più ignorare il problema: la crescita dei peli sul suo corpo è diventata incontrollabile, anche sul volto. Pensate le ripercussioni che può aver avuto questo caso su una ventenne già turbata da anni di vessazioni, offese, bullismo...

Ad Annette Lawrence è stata diagnosticata nel 1993 la sindrome dell'ovaio policistico, quando aveva 19 anni

Le offese e la svolta: scegliere liberamente sul proprio corpo

"All’inizio c'erano solo dei peli strani sul labbro superiore, ma verso la metà dei trent'anni hanno iniziato a crescerne altri sul mento. Usavo un paio di forbici per unghie per tagliarli. Ho provato l'elettrolisi e la depilazione laser, ma quando ho raggiunto i quarant'anni il volume dei peli era aumentato al punto da farmi crescere la barba, così ho dovuto iniziare a radermi" ha rivelato ancora la signora a Newsweek, aggiungendo: "Nel corso degli anni, ho sentito molti giudizi a causa del mio aspetto. Se cammino per strada senza radermi, vedo molte persone che mi fissano e ridono di me. Ma ci sono abituata". La svolta decisiva è arrivata però quando ha deciso di aprire un profilo sui social, in particolare su Tiktok. "Ho iniziato a pubblicare video all'inizio di giugno di quest'anno. Durante il mio primo live streaming il numero di troll e bulli è stato impressionante. Non ero preparata a questo, mi ha colto di sorpresa" ha raccontato ancora la Lawrence. Ma gli insulti e le offese pesantissimi apparsi nei commenti durante la diretta hanno fatto scattare la molla perché la donna prendesse una drastica decisione. Ad agosto ha smesso di radersi: "Ero così stufa dei bulli online, che mi dicevano che non dovevo avere la barba, che ho pensato 'Perché devo radermi, avendo questa sindrome?'. Non è che voglio avere i peli sul viso, ma dovrei avere la possibilità di scegliere". Il mese scorso, infine, la britannica ha deciso di stupire ancora una volta i suoi followers (haters compresi): ha deciso di radersi di nuovo il volto, ma facendolo in diretta social; l'obiettivo (raggiunto) era raccogliere fondi a favore di una associazione di beneficenza che aiuta le donne e le ragazze nella sua stessa condizione. Con la sua 'beauty routine' in diretta ha accumulato oltre duemila dollari.