C'è un tema sottovalutato nel quadro delle
violenze di genere, e si verifica quando oggetto degli abusi sono le
donne senza dimora. Un problema subdolo e
poco visibile rispetto agli abusi fisici e psicologici perpetrati ai danni di altre donne, che una casa ce l’hanno e alla fine trovano il coraggio di denunciare. Le donne senza dimora sono in condizioni di
estrema fragilità, ma c’è di più: spesso
la violenza che subiscono è data per scontata. “Il grosso problema - spiega Loretta Michelini, presidente di MondoDonna Onlus - è che le donne senza dimora che subiscono violenza spesso sono costrette a
convivere con il maltrattante, perché l’accoglienza non prevede una divisione tra donne e uomini. Dobbiamo sperimentare
una struttura che possa permettere a queste donne di sentirsi protette. Non possono essere le case rifugio che normalmente mettiamo a disposizione per gli altri casi di violenza di genere, perché parliamo di una specificità, di donne che hanno dei bisogni diversi. Le varie declinazioni del fenomeno della
violenza di genere vanno studiate e poi devono essere offerti dei servizi e aiuti cuciti su misura, con strutture ad hoc”.
L'iniziativa di MondoDonna
Il fenomeno della violenza sulle donne senzatetto al centro del convegno del 28 novembre
Per riflettere su questo problema, in occasione della
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’associazione
MondoDonna onlus, capofila dei progetti
Out of Shade e
Shelt(h)er, insieme ai partner Cooperativa Sociale Società Dolce e ASP Città di Bologna, ha organizzato un convegno, con relatori provenienti anche da Madrid e Budapest, per la
condivisione di buone pratiche per il contrasto della violenza sulle donne senza dimora. L’appuntamento è il
28 novembre, dalle 9 alle 17.30, in Cappella Farnese a Palazzo D’Accursio, a Bologna. Con l’occasione sarà allestito il progetto fotografico di Marika Puicher: “
Un rifugio tutto per sé”. Il convegno è organizzato in due sessioni: una mattutina e una pomeridiana, una giornata di confronto con tavoli tematici itineranti, in luoghi della città significativi per i progetti. Dopo i saluti istituzionali, presente tra gli altri tra gli altri anche
Barbara Lori, assessora regionale alle Pari opportunità, ed
Emily Clancy vice-sindaca con deleghe alle
pari opportunità e differenze di genere,
diritti LGBT,
contrasto alle discriminazioni, lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori del Comune di Bologna, ci sarà la presentazione dei progetti Out of Shade e Shelt(H)er, con Annamaria Nicolini, di ASP Città di Bologna, Giovanna Casciola, di MondoDonna Onlus, Luciano Serio, della Cooperativa sociale Società Dolce, M. Chiara Rosa, del centro antiviolenza CHIAMA chiAMA, Margherita Chiappa, coordinatrice Centro Beltrame Sabatucci. A seguire
esperienze nazionali ed europee a confronto: con Massimo Ippoliti, cooperativa sociale On the Road di Pescara, Michele Righetti, cooperativa sociale La Maddalena di Verona, Fehér Boróka, BMSZKI di Budapest, Ania Pèrez de Madrid Carreras, associazione AIRES di Madrid. Il pomeriggio, dalle 15 alle 17.30, workshop itineranti in luoghi significativi della città. L’evento è organizzato grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna e dell’8x1000 della Chiesa Valdese, è patrocinato dal Comune di Bologna, dall’Università di Bologna e ha il supporto di Fio.PSD, del Comune di Argelato, di Valsamoggia e di Galliera, assieme a quello di Terre d’acqua e l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese.
Le persone senza dimora a Bologna
Ma chi sono le
persone senza dimora a Bologna? Quante sono? E in che percentuale maschi e femmine? Ce lo spiegano i
dati raccolti da Asp Città di Bologna: nel 2021 le persone intercettate tramite lo sportello Helpcenter sono state
2800.
Circa 550, sul totale,
sono donne: perciò il fenomeno della grave emarginazione adulta si divide in un 85% costituito da uomini e il restante donne. I servizi, quindi, sono costruiti pensando di avere come utenti uomini, in quanto costituiscono la netta maggioranza. Le donne attualmente accolte nelle strutture sono 220, mentre circa 50 sono in carico al servizio sociale bassa soglia.