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Home » Attualità » Donne sicure solo se emancipate: in Italia il divario digitale è ancora critico. I dati dal convegno Libere di…vivere

Donne sicure solo se emancipate: in Italia il divario digitale è ancora critico. I dati dal convegno Libere di…vivere

Gli interventi dalla prima tappa italiana di Firenze

Sofia Francioni
30 Aprile 2022
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L’esposizione itinerante di Libere di…vivere è arrivata a Firenze nella sua prima tappa italiana, scegliendo come cornice la biblioteca delle Oblate. Al centro della discussione, la consapevolezza finanziaria e digitale delle donne. “Una battaglia importante, ma di nicchia”, commenta la direttrice della Nazione Agnese Pini che dà il la alla tavola rotonda “Società digitale, fiducia e cybersecurity”.

La presidente di Global Thinking Foundation Claudia Segre e la direttrice della Nazione Agnese Pini alla tavola rotonda di Libere di….vivere organizzato nelle biblioteca delle Oblate

Nel nostro Paese alle donne mancano emancipazione lavorativa e finanziaria. A dircelo è prima di tutto l’Unione Europea: “C’è una scarsa rappresentanza femminile nelle discipline Stem (Scienze, tecnologie, ingegneria e matematica), tutti settori che saranno volano dell’economia del futuro e che nel web rappresentano la chiave per la sicurezza di tutti”, spiega Nathalie Berger dalla Commissione Europea, “in Europa 1 specialista informatica su 6 è donna e per l’Italia il numero è ancora più basso”. Donatella Conzatti, segretaria della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, conferma: “Una donna su due in Italia non ha competenze digitali. Quella che viviamo online non è una seconda vita, è la nostra, ormai spostata su tante piattaforme”.

Donatella Conzatti segretaria della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio

Oltre alle disuguaglianze di genere, l’online nasconde anche tante minacce. Stalking, phishing, revenge porn “un reato per cui si rischia da 1 a 5 anni”, specifica Conzatti “mentre lo stalking online è stato inserito come fattispecie nel codice rosso”. Sembrano spesso realtà lontane, ma non lo sono: “il 12% degli uomini in un recente sondaggio ha dichiarato di aver diffuso illecitamente alla fine di un rapporto sentimentale immagini personali e video intimi della propria compagna”, dice ancora la segretaria della Commissione.

Faccia della stessa medaglia, il digitale è anche una immensa opportunità: “Sono 3,5 milioni i posti di lavoro vacanti in questo settore”, informa la presidente di Global Thinking Foundation Claudia Segre, “non possiamo permetterci di vedere le donne tagliate fuori da questa partita”. È infatti in questa direzione che va il miliardo di euro investito dai fondi del Pnrr sull’orientamento dello studio per le materie Stem. “Ma la chiave per tutelarci è soprattutto quella di fare rete”. Intorno alla tavola rotonda della prima tappa italiana di Libere di…vivere, oltre al presidente di Rotary eClub Duemondi Alberto Giannetti e alla fondatrice di Women for Security Sofia Scozzari, anche le assessore alle Pari Opportunità e alla Sicurezza, Benedetta Albanese e Sara Funaro all’Educazione e al Welfare. “Gli sportelli informatici funzionano, ma nella città di Firenze vediamo che le donne arrivano a trovare il coraggio di denunciare i loro aggressori soprattutto in quelli fisici, dove entrano in contatto con persone. La strada da perseguire però è quella di aumentarli e dialogare con l’associazionismo” dichiara l’assessora Albanese. Mentre Funaro guarda ad un’altra rete per proteggersi dal cyberbullismo, piaga dell’era digitale: “Genitori, scuola e ragazzi devono parlarsi di più. Durante il Covid-19 non è stato semplice, ma abbiamo cercato di continuare per quanto possibile a fare formazione dentro le classi: di fronte alle minacce che non conosciamo dobbiamo unirci per guardare il problema da più punti di vista possibile”.

In Italia pochi laureati Stem

Come riporta il nostro approfondimento, la percentuale di giovani italiani tra 16 e 24 anni con competenze digitali almeno di base nel problem solving è di tredici punti inferiore alla media europea (80,3% contro 93,8%). Nel 2019, il nostro era il secondo dato peggiore nell’Unione Europea dopo la Bulgaria. In Italia, tradizionalmente, permane, in misura maggiore rispetto alle medie internazionali, una separazione ancora piuttosto netta tra le materie scientifiche e quelle umanistiche, dove le prime sono percepite come un mondo a parte, come argomento riservato agli specialisti o agli addetti ai lavori. Al punto tale che gli studenti italiani bravi in lettura che hanno anche ottimi risultati in matematica e scienze sono appena il 26,7% (in Germania sono il 45,4%). E se a livello Ue, sono circa 21 ogni mille i giovani laureati in materie come scienze, matematica, informatica, ingegneria, in Italia sono invece 16,4 ogni mille persone tra 20 e 29 anni. Una proporzione distante dalla media, ma soprattutto dal livello dei maggiori Paesi europei. La bassa quota di laureati in discipline Stem ha la sua radice in un livello di apprendimento inferiore in queste materie rispetto alle medie internazionali, a partire dalla scuola.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
L’esposizione itinerante di Libere di…vivere è arrivata a Firenze nella sua prima tappa italiana, scegliendo come cornice la biblioteca delle Oblate. Al centro della discussione, la consapevolezza finanziaria e digitale delle donne. "Una battaglia importante, ma di nicchia", commenta la direttrice della Nazione Agnese Pini che dà il la alla tavola rotonda "Società digitale, fiducia e cybersecurity".
La presidente di Global Thinking Foundation Claudia Segre e la direttrice della Nazione Agnese Pini alla tavola rotonda di Libere di....vivere organizzato nelle biblioteca delle Oblate
Nel nostro Paese alle donne mancano emancipazione lavorativa e finanziaria. A dircelo è prima di tutto l’Unione Europea: "C’è una scarsa rappresentanza femminile nelle discipline Stem (Scienze, tecnologie, ingegneria e matematica), tutti settori che saranno volano dell’economia del futuro e che nel web rappresentano la chiave per la sicurezza di tutti", spiega Nathalie Berger dalla Commissione Europea, "in Europa 1 specialista informatica su 6 è donna e per l’Italia il numero è ancora più basso". Donatella Conzatti, segretaria della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, conferma: “Una donna su due in Italia non ha competenze digitali. Quella che viviamo online non è una seconda vita, è la nostra, ormai spostata su tante piattaforme".
Donatella Conzatti segretaria della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio
Oltre alle disuguaglianze di genere, l’online nasconde anche tante minacce. Stalking, phishing, revenge porn "un reato per cui si rischia da 1 a 5 anni", specifica Conzatti "mentre lo stalking online è stato inserito come fattispecie nel codice rosso". Sembrano spesso realtà lontane, ma non lo sono: "il 12% degli uomini in un recente sondaggio ha dichiarato di aver diffuso illecitamente alla fine di un rapporto sentimentale immagini personali e video intimi della propria compagna", dice ancora la segretaria della Commissione. Faccia della stessa medaglia, il digitale è anche una immensa opportunità: "Sono 3,5 milioni i posti di lavoro vacanti in questo settore", informa la presidente di Global Thinking Foundation Claudia Segre, "non possiamo permetterci di vedere le donne tagliate fuori da questa partita". È infatti in questa direzione che va il miliardo di euro investito dai fondi del Pnrr sull’orientamento dello studio per le materie Stem. "Ma la chiave per tutelarci è soprattutto quella di fare rete". Intorno alla tavola rotonda della prima tappa italiana di Libere di...vivere, oltre al presidente di Rotary eClub Duemondi Alberto Giannetti e alla fondatrice di Women for Security Sofia Scozzari, anche le assessore alle Pari Opportunità e alla Sicurezza, Benedetta Albanese e Sara Funaro all’Educazione e al Welfare. "Gli sportelli informatici funzionano, ma nella città di Firenze vediamo che le donne arrivano a trovare il coraggio di denunciare i loro aggressori soprattutto in quelli fisici, dove entrano in contatto con persone. La strada da perseguire però è quella di aumentarli e dialogare con l’associazionismo" dichiara l’assessora Albanese. Mentre Funaro guarda ad un'altra rete per proteggersi dal cyberbullismo, piaga dell'era digitale: "Genitori, scuola e ragazzi devono parlarsi di più. Durante il Covid-19 non è stato semplice, ma abbiamo cercato di continuare per quanto possibile a fare formazione dentro le classi: di fronte alle minacce che non conosciamo dobbiamo unirci per guardare il problema da più punti di vista possibile".

In Italia pochi laureati Stem

Come riporta il nostro approfondimento, la percentuale di giovani italiani tra 16 e 24 anni con competenze digitali almeno di base nel problem solving è di tredici punti inferiore alla media europea (80,3% contro 93,8%). Nel 2019, il nostro era il secondo dato peggiore nell'Unione Europea dopo la Bulgaria. In Italia, tradizionalmente, permane, in misura maggiore rispetto alle medie internazionali, una separazione ancora piuttosto netta tra le materie scientifiche e quelle umanistiche, dove le prime sono percepite come un mondo a parte, come argomento riservato agli specialisti o agli addetti ai lavori. Al punto tale che gli studenti italiani bravi in lettura che hanno anche ottimi risultati in matematica e scienze sono appena il 26,7% (in Germania sono il 45,4%). E se a livello Ue, sono circa 21 ogni mille i giovani laureati in materie come scienze, matematica, informatica, ingegneria, in Italia sono invece 16,4 ogni mille persone tra 20 e 29 anni. Una proporzione distante dalla media, ma soprattutto dal livello dei maggiori Paesi europei. La bassa quota di laureati in discipline Stem ha la sua radice in un livello di apprendimento inferiore in queste materie rispetto alle medie internazionali, a partire dalla scuola.

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