Per permettere loro di essere curati come tutti gli altri cittadini, dopo l’Emilia Romagna, anche il Piemonte garantirà il medico di base ai senza fissa dimora. Il prossimo passo, infatti, è un accordo sanitario integrato tra il Comune di Torino e la Regione che va proprio in questa direzione: “Nelle prossime settimane spero si possa sottoscrivere in Prefettura il protocollo tra l’associazionismo della Città di Torino e la Regione, che metterà a disposizione l’Asl per dare supporto sanitario a queste persone. Un’iniziativa necessaria per affrontare in modo totale la problematica dei senza fissa dimora“, ha annunciato il prefetto del Piemonte Raffaele Ruberto.
L’intesa – tra Comune, Prefettura, Città Metropolitana, Asl Città di Torino, Diocesi, circoscrizioni comunali, la Federazione italiana organismi persone senza dimora (Fiospd) e la Regione Piemonte – è stata approvata in consiglio regionale il 28 gennaio e fornirà ai clochard (2.500 persone in Piemonte, di cui il 60% stranieri) l’iscrizione al servizio sanitario e l’assistenza di un medico di base. Inoltre, con lo stanziamento di 200 mila euro, la Regione finanzierà soggetti del terzo settore per rinforzare i servizi di strada. Come ha spiegato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo (Pd): “Le difficoltà di queste persone non sono legate solo alla povertà, ma anche a problemi di salute gravi, psicologici e in tanti casi anche psichiatrici. Per questo serve anche un approccio sanitario. Vogliamo prepararci anche in vista del prossimo inverno, stiamo lavorando insieme e proveremo a innovare il modello con cui la città risponde all’emergenza abitativa”.
In Piemonte, dunque, anche i cittadini e le cittadine italiane senza dimora e privi di qualsiasi assistenza sanitaria potranno iscriversi all’anagrafe sanitaria per la scelta del medico di base e avere garantiti i cosiddetti Lea, i “livelli essenziali di assistenza”. “Un diritto fondamentale, quello alla salute, che non può essere negato a nessuno e che un’istituzione ha il dovere di garantire a tutti”, ha commentato la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, dell’Emilia Romgna, prima Regione in Italia a intraprendere un’iniziativa simile. “Questa è la sanità pubblica e universalistica che vogliamo e per cui ogni giorno lavoriamo, insieme ai territori. Una sanità che garantisca assistenza e cure a tutti i suoi cittadini e cittadine, senza alcun tipo di distinzione”.