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Home » Attualità » La svolta a destra alle elezioni politiche: Pro Vita alla ribalta, Gay Center all’attacco

La svolta a destra alle elezioni politiche: Pro Vita alla ribalta, Gay Center all’attacco

I primi chiedono subito un Ministero dell'Istruzione anti-gender, i secondi criticano rivendicano oltre il 50% di elettori che hanno dato il voto ai partiti che tutelano i diritti Lgbt+

Marianna Grazi
26 Settembre 2022
Giorgia Meloni

Giorgia Meloni ha trionfato alle elezioni politiche del 25 settembre

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Neanche il tempo di avere tutti i dati definitivi, collegio per collegio, sezione per sezione, che già la vittoria del centrodestra, ma soprattutto di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, alle elezioni politiche provoca ovvie e contrastanti reazioni. E mentre il mondo guarda – più o meno preoccupato o con occhio soddisfatto – a questa “rivoluzione conservatrice” che si appresta a compiersi nel nostro Paese, qui i diversi schieramenti iniziano a porsi sulle barricate, nemmeno un momento per tirare il fiato dopo le grida della campagna elettorale. Il tema di scontro è sempre lo stesso.

Pro Vita & Famiglia: “Subito un ministro dell’Istruzione anti-gender”

Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia

Eliminato: “Una delle prime decisioni che ci aspettiamo dal centrodestra sarà quella di indicare come nuovo Ministro dell’Istruzione una figura apertamente schierata per difendere la libertà educativa dei genitori e contrario a qualsiasi colonizzazione ideologica gender e Lgbtqia+ nelle scuole italiane”. Da un lato ci sono Pro Vita & Famiglia, l’associazione contraria all’aborto, a favore della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che sostiene la priorità educativa dei genitori. Il portavoce Jacopo Coghe, citando un sondaggio condotto da Noto pochi giorni fa, sostiene infatti che: “Le elezioni di ieri, in più, hanno apertamente sconfessato e bocciato tutti i partiti (Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra) – aggiunge Coghe – che negli ultimi anni hanno portato avanti l’agenda radicale e Lgbt, comprensiva di istanze ideologiche e dannose come il Ddl Zan sull’omotransfobia, il matrimonio egualitario, il suicidio assistito, l’utero in affitto e, appunto, il gender a scuola. Adesso – conclude il portavoce di Pro Vita & Famiglia – il centrodestra ha una enorme responsabilità: rimettere al centro della politica i valori e tutelare la Vita, la Famiglia e la Libertà Educativa di milioni di famiglie italiane. Su questo valuteremo la coerenza e l’affidabilità della nuova maggioranza”.
Eliminato:

“Dagli elettori preferenza per partiti con programmi attenti a diritti Lgbt+”

Pietro Turano, portavoce Gay Center

Eliminato: Dall’altra, invece, c’è il Gay Center che a seguito delle elezioni politiche – e di fronte all’inarrestabile avanzata della Destra- sostiene tuttavia che il dato da evidenziare sia uno, in particolare: “La miopia della politica ha consegnato il parlamento alle forze più conservatrici, nonostante la maggioranza del Paese abbia in realtà votato forze progressiste. A conti fatti, per la prima volta in Italia, più del 50% dell’elettorato ha preferito partiti che nel programma includessero l’attenzione per le persone LGBT+ (lesbiche, gay, bisex e trans) e relative politiche contro le discriminazioni”. Lo afferma il portavoce Pietro Turano, che aggiunge. “Se poi analizziamo il dato sul matrimonio egualitario abbiamo un dato storico, ovvero che la percentuale delle preferenze espresse è oltre il 42%. Lavoreremo affinché il parlamento non possa ignorare questo dato oggettivo. Al di là di una legge elettorale che non esprime il voto reale del Paese e fallimentari strategie di coalizione tra le forze progressiste, il Paese si è espresso in altra direzione rispetto alle forze conservatrici e questo va rivendicato”, conclude Turano. Un tentativo di arrampicarsi con le unghie e con i denti sugli specchi o di nascondersi dietro al dito delle illusioni? Probabilmente semplicemente un modo per addolcire una pillola che, per tutti coloro che hanno lottato e lottano per i loro diritti (civili e sociali che siano) e li vedono adesso messi in pericolo, spazzati via, dura da buttare giù.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Neanche il tempo di avere tutti i dati definitivi, collegio per collegio, sezione per sezione, che già la vittoria del centrodestra, ma soprattutto di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia, alle elezioni politiche provoca ovvie e contrastanti reazioni. E mentre il mondo guarda - più o meno preoccupato o con occhio soddisfatto - a questa "rivoluzione conservatrice" che si appresta a compiersi nel nostro Paese, qui i diversi schieramenti iniziano a porsi sulle barricate, nemmeno un momento per tirare il fiato dopo le grida della campagna elettorale. Il tema di scontro è sempre lo stesso.

Pro Vita & Famiglia: "Subito un ministro dell'Istruzione anti-gender"

Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia
Eliminato: "Una delle prime decisioni che ci aspettiamo dal centrodestra sarà quella di indicare come nuovo Ministro dell'Istruzione una figura apertamente schierata per difendere la libertà educativa dei genitori e contrario a qualsiasi colonizzazione ideologica gender e Lgbtqia+ nelle scuole italiane". Da un lato ci sono Pro Vita & Famiglia, l'associazione contraria all'aborto, a favore della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che sostiene la priorità educativa dei genitori. Il portavoce Jacopo Coghe, citando un sondaggio condotto da Noto pochi giorni fa, sostiene infatti che: "Le elezioni di ieri, in più, hanno apertamente sconfessato e bocciato tutti i partiti (Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra) - aggiunge Coghe - che negli ultimi anni hanno portato avanti l'agenda radicale e Lgbt, comprensiva di istanze ideologiche e dannose come il Ddl Zan sull'omotransfobia, il matrimonio egualitario, il suicidio assistito, l'utero in affitto e, appunto, il gender a scuola. Adesso - conclude il portavoce di Pro Vita & Famiglia - il centrodestra ha una enorme responsabilità: rimettere al centro della politica i valori e tutelare la Vita, la Famiglia e la Libertà Educativa di milioni di famiglie italiane. Su questo valuteremo la coerenza e l'affidabilità della nuova maggioranza". Eliminato:

"Dagli elettori preferenza per partiti con programmi attenti a diritti Lgbt+"

Pietro Turano, portavoce Gay Center
Eliminato: Dall'altra, invece, c'è il Gay Center che a seguito delle elezioni politiche - e di fronte all'inarrestabile avanzata della Destra- sostiene tuttavia che il dato da evidenziare sia uno, in particolare: "La miopia della politica ha consegnato il parlamento alle forze più conservatrici, nonostante la maggioranza del Paese abbia in realtà votato forze progressiste. A conti fatti, per la prima volta in Italia, più del 50% dell'elettorato ha preferito partiti che nel programma includessero l'attenzione per le persone LGBT+ (lesbiche, gay, bisex e trans) e relative politiche contro le discriminazioni". Lo afferma il portavoce Pietro Turano, che aggiunge. "Se poi analizziamo il dato sul matrimonio egualitario abbiamo un dato storico, ovvero che la percentuale delle preferenze espresse è oltre il 42%. Lavoreremo affinché il parlamento non possa ignorare questo dato oggettivo. Al di là di una legge elettorale che non esprime il voto reale del Paese e fallimentari strategie di coalizione tra le forze progressiste, il Paese si è espresso in altra direzione rispetto alle forze conservatrici e questo va rivendicato", conclude Turano. Un tentativo di arrampicarsi con le unghie e con i denti sugli specchi o di nascondersi dietro al dito delle illusioni? Probabilmente semplicemente un modo per addolcire una pillola che, per tutti coloro che hanno lottato e lottano per i loro diritti (civili e sociali che siano) e li vedono adesso messi in pericolo, spazzati via, dura da buttare giù.
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