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Home » Attualità » Elisabetta Franchi: “Nelle posizioni di vertice scelgo solo donne over 40: hanno già fatto figli“

Elisabetta Franchi: “Nelle posizioni di vertice scelgo solo donne over 40: hanno già fatto figli“

Bufera social sull'affermata imprenditrice bolognese del settore della moda, insignita un anno fa anche del titolo di Cavaliere della Repubblica: la stilista ha rivelato di non assumere ragazze per il timore che possano avere figli. Poi la giustificazione: "Sono stata fraintesa, le mie parole travisate"

Letizia Cini
7 Maggio 2022
La stilista Elisabetta Franchi

La stilista Elisabetta Franchi

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Elisabetta Franchi, quando lo scivolone va ben oltre la passerella. “Parole becere”. “Welcome to Medioevo”. Sono alcuni dei commenti al video di un’intervista rilasciata in un incontro organizzato da Il Foglio dalla stilista, patron del brand di fashion luxury con sede nel bolognese, che conta ben 59 il numero di negozi esteri monomarca, giusto per dare un’idea. A sorpresa, calciando quello che in gergo calcistico si chiamerebbe ’autogol’, Elisabetta Franchi – affermata imprenditrice del settore della moda, insignita un anno fa anche del titolo di Cavaliere della Repubblica – ha rivelato di non assumere donne giovani per il timore che possano avere figli.

La stilista Elisabetta Franchi
La stilista Elisabetta Franchi, patron del brand di fashion luxury con sede nel Bolognese

“Quando metti una donna in una carica molto importante poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni perché quella posizione è scoperta – ha detto l’imprenditrice rispondendo a una domanda sul rapporto donne-lavoro -. Un imprenditore investe tempo, energia e denaro e si ti viene a mancare è un problema, quindi anche io da imprenditore responsabile della mia azienda spesso ho puntato su uomini perché…”.

“Va fatta una premessa – ha quindi proseguito -: oggi le donne le ho messe ma sono anta, questo va detto, comunque ancora ragazze ma cresciute. Se dovevano far figli o sposarsi lo avevano già fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano 24 ore, questo è importante“.

La rabbia corre sul web

Inevitabile la pioggia di commenti sdegnati su Twitter. “Elisabetta Franchi (per giunta donna, madre di due figli e imprenditrice) – scrive un utente – ci spiega che noi donne non possiamo assumere ruoli importanti perché sia mai che all’improvviso decidi di sposarti e rimanere incinta“. “Grazie Elisabetta Franchi – scrive un altro – per ricordarci con un esempio lampante che la categoria oppressa contiene a sua volta gli oppressori e che pensare il contrario sia purtroppo più logico che realistico“. “Perché non si sta parlando di questo abaco ad anelli di vergogna firmato Elisabetta Franchi?“, è la reazione di un altro iscritto sul social.

Il post della stilista

Dal canto suo la stilista, travolta da quella che considera un’ingiusta gogna mediatica, si giustifica postando i dati relativi alla presenza femminile all’interno della sua azienda: “L’80% della mia azienda sono quote rosa di cui il 75% di giovani donne impiegate, il 5% dirigenti e manager donne, il restante 20% sono uomini, di cui il 5% manager“.

La storia postata da Elisabetta Franchi sul suo profilo Instagram
La storia postata da Elisabetta Franchi sul suo profilo Instagram

“C’è stato un grande fraintendimento per quello che sta girando sul web, strumentalizzando le parole dette prosegue il post della stilista Elisabetta Franchi – . La mia azienda oggi, in realtà, è quasi completamente al femminile. L’oggetto di discussione dell’evento a cui ho partecipato è la ricerca di Price, dal titolo ’Donne e moda’, da cui è emerso che nella società odierna le donne non ricoprono cariche importanti perché purtroppo, al contrario di altri Paesi, è emerso che lo Stato italiano è ancora abbastanza assente”.

“Mancando le strutture e gli aiuti, le donne si trovano a dover affrontare una scelta fra famiglia e carriera – conclude il post su Instagram – . Come ho sottolineato avere una famiglia è un sacrosanto diritto. Chi riesce a conciliare famiglia e carriera è comunque sottoposta a enormi sacrifici, esattamente come quelli che ho dovuto fare io”.

Elisabetta Franchi in un post del su profilo Instagram elisabettafranchimylife
Elisabetta Franchi in un post del su profilo Instagram elisabettafranchimylife

Elisabetta Franchi (che già era stata criticata giorni fa per una foto di una donna con l’ombrellino del team Gresini al MotoGp e un commento: ‘Voi grandi uomini senza l’aiuto di noi piccole donne che cosa sareste’) pare non preoccuparsene: “Ho semplicemente fotografato la realtà. Mi hanno chiesto perché nella moda non ci sono donne ai piani alti e ho risposto. Non è colpa mia, lo Stato è assente. E le donne che vogliono anche una famiglia devono fare delle scelte. Per queste parole vengo strumentalizzata? Io rispondo che in azienda ho l’80% di donne, il 75% giovani impiegate e il 5% dirigenti e manager”, sottolinea la stilista, che non appare per niente scossa, postando nelle sue storie il giorno della Festa della Mamma, gli articoli apparsi su il Resto del Carlino.

Le Equilibriste. La maternità in Italia 2022

Elisabetta Franchi in uno scatto tratto dal profilo Instragram elisabettafranchimylife
Elisabetta Franchi in uno scatto tratto dal profilo Instragram elisabettafranchimylife

Un’uscita poco felice, quella di Elisabetta Franchi, in un momento in cui ‘maternità e precarietà’ fanno rima e fanno anche il paio nella situazione femminile in Italia oggi. Le donne nel Nostro Paese, infatti, scelgono di diventare madri sempre più tardi (l’età media al parto raggiunge i 32,4 anni, Istat), facendo meno figli (1,25 il numero medio per ognuna, DemoIstat) e il diventare mamme condiziona pesantemente il loro percorso lavorativo, portandole a doversi destreggiare – nel migliore dei casi – tra impieghi precari e impegni familiari. Tanto che il 42,6% delle mamme tra i 25 e i 54 anni non è occupata e il 39,2% con 2 o più figli minori è in contratto part-time (Istat).
Essere mamma, ancora oggi, vuol dire dunque essere costretta a scegliere tra lavoro e famiglia, stando a quanto emerge dal rapporto ‘Le Equilibriste. La maternità in Italia 2022’. realizzato da Save The Children. Ma probabilmente la signora Elisabetta Franchi non deve averlo letto.

La risposta di Teresa Bellanova

 

Teresa Bellanova, 63 anni, è coordinatrice nazionale di Italia Viva insieme a Ettore Rosato

Teresa Bellanova, copresidente di Italia viva e viceministra delle Infrastrutture e mobilità sostenibili commenta sul suo profilo Fb le dichiarazioni della stilista Elisabetta Franchi che ha spiegato di non assumere donne giovani per il timore che possano avere figli. Parole che hanno suscitato molte polemiche sui social. “Provo vergogna – scrive Bellanova – a leggere tutto questo. E che sia una donna a pronunciare queste parole mi fa inorridire ancora di più. La maternità non è una zavorra. Abbiamo ancora tantissima strada da fare per ribaltare questo pregiudizio medievale e creare la giusta sensibilità a tutela delle donne nel mondo del lavoro e dovunque. Leggi e certificazioni sono importanti ma non è sufficiente finché non riuscirà ad affermarsi compiutamente una cultura della parità”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Elisabetta Franchi, quando lo scivolone va ben oltre la passerella. "Parole becere". "Welcome to Medioevo". Sono alcuni dei commenti al video di un’intervista rilasciata in un incontro organizzato da Il Foglio dalla stilista, patron del brand di fashion luxury con sede nel bolognese, che conta ben 59 il numero di negozi esteri monomarca, giusto per dare un’idea. A sorpresa, calciando quello che in gergo calcistico si chiamerebbe ’autogol’, Elisabetta Franchi - affermata imprenditrice del settore della moda, insignita un anno fa anche del titolo di Cavaliere della Repubblica - ha rivelato di non assumere donne giovani per il timore che possano avere figli.
La stilista Elisabetta Franchi
La stilista Elisabetta Franchi, patron del brand di fashion luxury con sede nel Bolognese
“Quando metti una donna in una carica molto importante poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni perché quella posizione è scoperta - ha detto l’imprenditrice rispondendo a una domanda sul rapporto donne-lavoro -. Un imprenditore investe tempo, energia e denaro e si ti viene a mancare è un problema, quindi anche io da imprenditore responsabile della mia azienda spesso ho puntato su uomini perché...". "Va fatta una premessa - ha quindi proseguito -: oggi le donne le ho messe ma sono anta, questo va detto, comunque ancora ragazze ma cresciute. Se dovevano far figli o sposarsi lo avevano già fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano 24 ore, questo è importante“.

La rabbia corre sul web

Inevitabile la pioggia di commenti sdegnati su Twitter. “Elisabetta Franchi (per giunta donna, madre di due figli e imprenditrice) - scrive un utente - ci spiega che noi donne non possiamo assumere ruoli importanti perché sia mai che all’improvviso decidi di sposarti e rimanere incinta“. “Grazie Elisabetta Franchi - scrive un altro - per ricordarci con un esempio lampante che la categoria oppressa contiene a sua volta gli oppressori e che pensare il contrario sia purtroppo più logico che realistico“. “Perché non si sta parlando di questo abaco ad anelli di vergogna firmato Elisabetta Franchi?“, è la reazione di un altro iscritto sul social.

Il post della stilista

Dal canto suo la stilista, travolta da quella che considera un’ingiusta gogna mediatica, si giustifica postando i dati relativi alla presenza femminile all’interno della sua azienda: “L’80% della mia azienda sono quote rosa di cui il 75% di giovani donne impiegate, il 5% dirigenti e manager donne, il restante 20% sono uomini, di cui il 5% manager“.
La storia postata da Elisabetta Franchi sul suo profilo Instagram
La storia postata da Elisabetta Franchi sul suo profilo Instagram
“C’è stato un grande fraintendimento per quello che sta girando sul web, strumentalizzando le parole dette prosegue il post della stilista Elisabetta Franchi - . La mia azienda oggi, in realtà, è quasi completamente al femminile. L’oggetto di discussione dell’evento a cui ho partecipato è la ricerca di Price, dal titolo ’Donne e moda’, da cui è emerso che nella società odierna le donne non ricoprono cariche importanti perché purtroppo, al contrario di altri Paesi, è emerso che lo Stato italiano è ancora abbastanza assente". “Mancando le strutture e gli aiuti, le donne si trovano a dover affrontare una scelta fra famiglia e carriera - conclude il post su Instagram - . Come ho sottolineato avere una famiglia è un sacrosanto diritto. Chi riesce a conciliare famiglia e carriera è comunque sottoposta a enormi sacrifici, esattamente come quelli che ho dovuto fare io".
Elisabetta Franchi in un post del su profilo Instagram elisabettafranchimylife
Elisabetta Franchi in un post del su profilo Instagram elisabettafranchimylife
Elisabetta Franchi (che già era stata criticata giorni fa per una foto di una donna con l’ombrellino del team Gresini al MotoGp e un commento: 'Voi grandi uomini senza l’aiuto di noi piccole donne che cosa sareste’) pare non preoccuparsene: "Ho semplicemente fotografato la realtà. Mi hanno chiesto perché nella moda non ci sono donne ai piani alti e ho risposto. Non è colpa mia, lo Stato è assente. E le donne che vogliono anche una famiglia devono fare delle scelte. Per queste parole vengo strumentalizzata? Io rispondo che in azienda ho l’80% di donne, il 75% giovani impiegate e il 5% dirigenti e manager", sottolinea la stilista, che non appare per niente scossa, postando nelle sue storie il giorno della Festa della Mamma, gli articoli apparsi su il Resto del Carlino.

Le Equilibriste. La maternità in Italia 2022

Elisabetta Franchi in uno scatto tratto dal profilo Instragram elisabettafranchimylife
Elisabetta Franchi in uno scatto tratto dal profilo Instragram elisabettafranchimylife
Un’uscita poco felice, quella di Elisabetta Franchi, in un momento in cui 'maternità e precarietà’ fanno rima e fanno anche il paio nella situazione femminile in Italia oggi. Le donne nel Nostro Paese, infatti, scelgono di diventare madri sempre più tardi (l’età media al parto raggiunge i 32,4 anni, Istat), facendo meno figli (1,25 il numero medio per ognuna, DemoIstat) e il diventare mamme condiziona pesantemente il loro percorso lavorativo, portandole a doversi destreggiare – nel migliore dei casi – tra impieghi precari e impegni familiari. Tanto che il 42,6% delle mamme tra i 25 e i 54 anni non è occupata e il 39,2% con 2 o più figli minori è in contratto part-time (Istat). Essere mamma, ancora oggi, vuol dire dunque essere costretta a scegliere tra lavoro e famiglia, stando a quanto emerge dal rapporto 'Le Equilibriste. La maternità in Italia 2022’. realizzato da Save The Children. Ma probabilmente la signora Elisabetta Franchi non deve averlo letto.

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Teresa Bellanova, 63 anni, è coordinatrice nazionale di Italia Viva insieme a Ettore Rosato
Teresa Bellanova, copresidente di Italia viva e viceministra delle Infrastrutture e mobilità sostenibili commenta sul suo profilo Fb le dichiarazioni della stilista Elisabetta Franchi che ha spiegato di non assumere donne giovani per il timore che possano avere figli. Parole che hanno suscitato molte polemiche sui social. “Provo vergogna - scrive Bellanova - a leggere tutto questo. E che sia una donna a pronunciare queste parole mi fa inorridire ancora di più. La maternità non è una zavorra. Abbiamo ancora tantissima strada da fare per ribaltare questo pregiudizio medievale e creare la giusta sensibilità a tutela delle donne nel mondo del lavoro e dovunque. Leggi e certificazioni sono importanti ma non è sufficiente finché non riuscirà ad affermarsi compiutamente una cultura della parità”.
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