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Home » Attualità » Eman Rus, il genio dei fotomontaggi si mette a nudo: “Non conto io, ma la mia arte”

Eman Rus, il genio dei fotomontaggi si mette a nudo: “Non conto io, ma la mia arte”

Il creator mascherato di Instagram si racconta a Luce!: "Le mie opere, attualmente in mostra a Firenze, parlano di come la tecnologia ci sta cambiando la vita"

Ilaria Vallerini
22 Maggio 2022
Eman Rus insieme alla curatrice della mostra Marcella Piccinni a Firenze (Foto Marta Galli)

Eman Rus insieme alla curatrice della mostra Marcella Piccinni a Firenze (Foto Marta Galli)

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Chi è Eman Rus? Si cela dietro ad un passamontagna bianco. Nessuno conosce la sua identità. Ma in pochi anni, precisamente dal 2018, ha scalato le vette di Instagram, raggiungendo oltre 140 mila follower. Ha stretto con celebrities del calibro di Salmo, Gué Pequeno, Michelle Hunziker e molti altri, che hanno partecipato al video ‘Sono io Eman Rus‘. Le sue opere satiriche sono guizzi di luce su temi di strettissima attualità.

 

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Un post condiviso da Eman Rus (@eman_russ)

Chi è Eman Rus?

Dietro al fenomeno, c’è un ragazzo di 30 anni  dal cuore isolano. Ripensa con nostalgia alla sua città natale, Olbia: “Mi ricordo ancora quando giocavo a pallone in strada”, rivela. Non ha perso l’accento anche se vive da dieci anni a Firenze. “Ero un semplice cameriere – commenta – poi è cambiato tutto”, ciò nonostante mantiene stretta la sua umiltà. “Tutti quelli che dal primo momento si definiscono ‘artisti’ sono patetici: gli unici giudici sono il pubblico e il tempo”. Si racconta ad un giorno dall’inaugurazione della sua prima mostra ‘Sono io Eman Rus‘, curata da Marcella Piccinni con il supporto di Johan Valdez, ospitata negli spazi dello Student Hotel di Firenze fino al 3 giugno (orario: dalle 11 alle 19; ingresso libero).

Eman Rus insieme alla curatrice della mostra Marcella Piccinni a Firenze (Foto Marta Galli)

Eman, com’è nata la sua arte? 

“Un po’ per caso, mi divertivo a realizzare fotomontaggi che poi postavo su Instagram. Ho visto che riscuotevano successo, così sono andato avanti… Con il tempo le mie opere sono diventate sempre più satiriche… Non mi considero un artista, ma tutt’altro. Direi una via di mezzo tra content creator e giornalista”.

Perché ha deciso di non svelare la sua identità?

“Ciò che conta per me è la mia arte e non il mio volto né la mia identità. Per questo mi mostro in pubblico con il volto coperto da un passamontagna”.

Viviamo in una realtà sempre più virtuale, di cui lei fa parte dato che ‘nasce’ su Instagram. Al contempo le sue opere sembrano criticare alcuni aspetti di questo sfrenato sviluppo tecnologico. È così? 

“Esattamente, lo definirei un rapporto di amore e odio. Da un lato, i social sono un mezzo per esprimere la mia arte, ma l’abuso è un’altra cosa ed è preoccupante. Le faccio un esempio. Due settimane fa, ho scattato una foto in piazza della Repubblica a Firenze proprio come fece il fotografo Ruth Orkin nel 1951, con il suo celebre scatto ‘La ragazza con gli occhi addosso’. La sua foto immortalava una fila di giovani davanti al Caffè Gilli pietrificati dal passaggio di una bellissima fanciulla. Io ho creato una call (un invito, ndr) su Instagram, ho scelto 15 ragazzi e una ragazza e ho scattato la stessa foto, ma al passo coi tempi: i ragazzi questa volta al passaggio della ragazza non distorcono lo sguardo dallo smartphone. I social ci stanno cambiando, forse abbiamo bisogno di più interazione sociale. A farmi più paura è il metaverso: un mondo sterile, silenzioso, individualista, di cui parlano anche le mie opere”.

‘American Girl in Italy’ di Eman Rus

Parliamo della sua mostra a Firenze, in un certo senso è stato il suo debutto? 

“I miei follower erano ansiosi di incontrarmi e per me è stato lo stesso. Ero molto teso, ma devo dire che è stata un’emozione forte e un gran successo. Voglio che il mio pubblico sappia che dietro al profilo Instagram c’è un creator e che non si tratta solo di una pagina da seguire… Sono apparso con una performance: tramite un tablet collegato a una televisione ho ‘photoshoppato’ una foto di Mark Zuckerberg, gli ho mozzato la testa, l’ho riempita di soldi e ho scritto ‘Se mi paghi di più ti mostrerò di più’. L’algoritmo ormai sceglie per noi, dobbiamo esserne consapevoli”.

Tratta anche il tema del lavoro?

“Sì, nella mia versione del ‘Quarto Stato’ di Giuseppe Pellizza da Volpedo, intitolata ‘Il Quarto Stato 2022’, uno degli uomini è un rider. Una delle categorie più sfruttate nel mondo del lavoro. Sempre pronti a pedalare, nonostante il sole cocente o la pioggia battente, per soddisfare i bisogni e la pigrizia dei consumatori”

Il ‘Quarto Stato 2022’ di Eman Rus (Foto Marta Galli)

Progetti per il futuro? 

“Dato il grande successo a Firenze, mi piacerebbe portare la mia mostra in ogni parte d’Italia per incontrare dal vivo tutto il mio pubblico.
Del resto, ormai sono uscito allo scoperto (o quasi) e confesso che mi è piaciuto. Per ora questo e poi chissà…”.

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Chi è Eman Rus? Si cela dietro ad un passamontagna bianco. Nessuno conosce la sua identità. Ma in pochi anni, precisamente dal 2018, ha scalato le vette di Instagram, raggiungendo oltre 140 mila follower. Ha stretto con celebrities del calibro di Salmo, Gué Pequeno, Michelle Hunziker e molti altri, che hanno partecipato al video 'Sono io Eman Rus'. Le sue opere satiriche sono guizzi di luce su temi di strettissima attualità.
 
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Chi è Eman Rus?

Dietro al fenomeno, c'è un ragazzo di 30 anni  dal cuore isolano. Ripensa con nostalgia alla sua città natale, Olbia: "Mi ricordo ancora quando giocavo a pallone in strada", rivela. Non ha perso l'accento anche se vive da dieci anni a Firenze. "Ero un semplice cameriere - commenta - poi è cambiato tutto", ciò nonostante mantiene stretta la sua umiltà. "Tutti quelli che dal primo momento si definiscono 'artisti' sono patetici: gli unici giudici sono il pubblico e il tempo". Si racconta ad un giorno dall'inaugurazione della sua prima mostra 'Sono io Eman Rus', curata da Marcella Piccinni con il supporto di Johan Valdez, ospitata negli spazi dello Student Hotel di Firenze fino al 3 giugno (orario: dalle 11 alle 19; ingresso libero).
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Eman, com'è nata la sua arte?  "Un po' per caso, mi divertivo a realizzare fotomontaggi che poi postavo su Instagram. Ho visto che riscuotevano successo, così sono andato avanti... Con il tempo le mie opere sono diventate sempre più satiriche... Non mi considero un artista, ma tutt'altro. Direi una via di mezzo tra content creator e giornalista". Perché ha deciso di non svelare la sua identità? "Ciò che conta per me è la mia arte e non il mio volto né la mia identità. Per questo mi mostro in pubblico con il volto coperto da un passamontagna". Viviamo in una realtà sempre più virtuale, di cui lei fa parte dato che 'nasce' su Instagram. Al contempo le sue opere sembrano criticare alcuni aspetti di questo sfrenato sviluppo tecnologico. È così?  "Esattamente, lo definirei un rapporto di amore e odio. Da un lato, i social sono un mezzo per esprimere la mia arte, ma l'abuso è un'altra cosa ed è preoccupante. Le faccio un esempio. Due settimane fa, ho scattato una foto in piazza della Repubblica a Firenze proprio come fece il fotografo Ruth Orkin nel 1951, con il suo celebre scatto 'La ragazza con gli occhi addosso'. La sua foto immortalava una fila di giovani davanti al Caffè Gilli pietrificati dal passaggio di una bellissima fanciulla. Io ho creato una call (un invito, ndr) su Instagram, ho scelto 15 ragazzi e una ragazza e ho scattato la stessa foto, ma al passo coi tempi: i ragazzi questa volta al passaggio della ragazza non distorcono lo sguardo dallo smartphone. I social ci stanno cambiando, forse abbiamo bisogno di più interazione sociale. A farmi più paura è il metaverso: un mondo sterile, silenzioso, individualista, di cui parlano anche le mie opere".
'American Girl in Italy' di Eman Rus
Parliamo della sua mostra a Firenze, in un certo senso è stato il suo debutto?  "I miei follower erano ansiosi di incontrarmi e per me è stato lo stesso. Ero molto teso, ma devo dire che è stata un'emozione forte e un gran successo. Voglio che il mio pubblico sappia che dietro al profilo Instagram c'è un creator e che non si tratta solo di una pagina da seguire... Sono apparso con una performance: tramite un tablet collegato a una televisione ho 'photoshoppato' una foto di Mark Zuckerberg, gli ho mozzato la testa, l'ho riempita di soldi e ho scritto 'Se mi paghi di più ti mostrerò di più'. L'algoritmo ormai sceglie per noi, dobbiamo esserne consapevoli". Tratta anche il tema del lavoro? "Sì, nella mia versione del 'Quarto Stato' di Giuseppe Pellizza da Volpedo, intitolata 'Il Quarto Stato 2022', uno degli uomini è un rider. Una delle categorie più sfruttate nel mondo del lavoro. Sempre pronti a pedalare, nonostante il sole cocente o la pioggia battente, per soddisfare i bisogni e la pigrizia dei consumatori"
Il 'Quarto Stato 2022' di Eman Rus (Foto Marta Galli)
Progetti per il futuro?  "Dato il grande successo a Firenze, mi piacerebbe portare la mia mostra in ogni parte d'Italia per incontrare dal vivo tutto il mio pubblico. Del resto, ormai sono uscito allo scoperto (o quasi) e confesso che mi è piaciuto. Per ora questo e poi chissà...".
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