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Erdogan contro i diritti Lgbt+ : "Sono una degenerazione della nostra struttura familiare"

L'esternazione omotransfobica del presidente turco a margine del vertice europeo di Praga suona come l'ennesima minaccia ai diritti e alle libertà di migliaia di persone

di MARIANNA GRAZI -
9 ottobre 2022
Erdogan, diritti Lgbt sono una degenerazione

Erdogan, diritti Lgbt sono una degenerazione

Recep Tayyip Erdogan lancia un nuovo assalto alla comunità Lgbt+ usando, ancora una volta, l'arma dell'omotransfobia. Il presidente turco, di ritorno dal vertice europeo di Praga, ha parlato infatti di "degenerazione" al cospetto dei giornalisti, riferendosi a quei Paesi che "Di recente hanno introdotto diritti LGBTQI nella società" e così facendo cercano di "degenerare la nostra struttura familiare. Quindi, faremo quello che serve", ha precisato Erdogan, come riportato da Anadolu, proponendo anche emendamenti alla Costituzione per proteggere il diritto della donna a portare il velo islamico in pubblico. Una minaccia spudorata nei confronti di persone già apertamente vessate in Turchia (e non solo).

La polizia turca blocca una manifestante dei diritti Lgbt+ a Istanbul

L'ex primo ministro e già sindaco di Istanbul, più volte ha intrapreso azioni politiche in aperta opposizione alle liberta personali di donne (vedi il ritiro della firma alla Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza di genere) e alle persone Lgbt+ (il divieto alla parata del Pride per 7 anni di fila e gli arresti di quest'anno sono solo la punta dell'iceberg). E come altri leader conservatori e ulta nazionalisti, vedi il collega Orbán in Ungheria o il vicino Vladimir Putin in Russia, non ha mai nascosto l'insofferenza verso l'espressione del proprio orientamento sessuale o identità di genere, lasciandosi andare ad esternazioni anche molto forti. Ed è questo il caso. Ma non è un atteggiamento isolato o limitato al solo presidente. Già il mese scorso, infatti, nella capitale si era svolta la più grande protesta anti-Lgbt mai vista in Turchia e una petizione per introdurre una legge contro la propaganda Lgbt+ ha ormai ampiamente superato le 150.000 firme. Nel Paese l'omosessualità non è considerata esplicitamente un reato, ma viene comunque considerata una violazione alla pubblica morale. Se a questo si aggiunge che non esiste una legge a tutela della comunità arcobaleno in nessun ambito è facile intuire il motivo per cui tantissime persone queer sono costrette a nascondere il proprio orientamento sessuale o identità di genere: è l'unico modo per sfuggire a odio e violenze. Stando ai dati raccolti dalla Commissione Europea la Turchia è uno degli Stati in cui si assiste al maggior numero alle discriminazioni sul posto di lavoro e in ambito sanitario. Sempre a Istanbul, lo scorso maggio la polizia ha represso il Pride studentesco, con oltre 70 arresti, mentre un mese dopo a finire in carcere per la parata dell'orgoglio nazionale sono state oltre 360 persone.

Erdogan minaccia la comunità Lgbt+

Membri della comunità Lgbt+ al Pride di Istanbul

"Erdogan minaccia la comunità lgbt+. Lo fa sostenendo che il riconoscimento di diritti, sempre più evidente in molti paesi europei, tenti 'di degenerare la nostra struttura familiare'. Come la peggiore destra retriva che anche noi, purtroppo, conosciamo, usa un'idea monolitica e staccata dalla realtà di famiglia per attaccare una comunità che nel suo Paese non gode di alcun diritto". Lo dichiara Marilena Grassadonia, responsabile Diritti e Libertà di Sinistra Italiana. "Ma c'è di più. Di ritorno dal vertice europeo di Praga, il presidente turco ha aggiunto che, per contrastare questa presunta degenerazione "faremo quello che serve". E propone emendamenti alla Costituzione per "proteggere" il diritto della donna a portare il velo islamico in pubblico. Un diritto che nessuno attacca, per altro, men che meno in Turchia - aggiunge -. È vero, invece, che le leggi che obbligano le donne a portare il velo vengono utilizzare per compiere violenze inaudite, morti, arresti e una repressione ferocissima, ad esempio, in Iran".