Donano la vita, la crescono, la plasmano, la cambiano a sé stesse e agli altri. Le donne sono arrivate sulla luna e scese negli abissi. Hanno governato imperi, lasciato segni indelebili nell’evoluzione del pensiero umano, della scienza e della medicina.
È femminile la vittoria e non ci stupiamo sia maschile il successo. La statua è sostantivo femminile, come la scultura e l’arte. Ma le statue, quelle che dominano piazze e spazi pubblici delle città italiane, sono di uomini o di donne viste da occhi maschili. Occhi capaci quasi sempre di cogliere solo la santità, il sacrificio o… le forme, far sparire gli abiti o renderli tanto sottili quanto utili a svelare dettagli poco significativi dell’essenza femminile. Una riflessione che ha portato, mesi fa, al progetto che unisce i diversi obiettivi di Luce!: offrire nuovi punti di vista, connettere le generazioni, portare in superficie l’identità, andare oltre lo standard puntando non solo sulla forza delle parole ma anche su quella delle immagini. Statue di donne che hanno lasciato il segno, installate in luoghi pubblici delle città, pensate e realizzate da giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, diretta da Luciano Massari.
Un progetto che fonde la comunicazione dei nostri giornali e quella dell’arte, mette a sistema le energie dei docenti e quelle degli studenti per creare opere che raccontino la nuova visione del mondo femminile. Non poteva che essere il marmo bianco di Carrara, la pietra che risplende, la materia in cui plasmare le figure di donne che hanno lasciato il segno nella nostra storia e che fino ad oggi la scultura ha dimenticato. Luminoso, elegante, prezioso. Fatto di microscopici cristalli di carbonato di calcio, capaci di riorganizzarsi per resistere a forti variazioni di pressione e temperatura, che riempiono il cuore delle maestose Alpi Apuane affacciate sul mare. E dalla stessa cava dove Michelangelo scelse il blocco di marmo in cui scolpire la sua Pietà arriverà il marmo da cui prenderanno vita le statue di donne pensate e scolpite degli studenti dell’Accademia di Carrara. Sono loro i protagonisti di un progetto che sarà per loro una preziosa occasione di formazione professionale: dallo studio al bozzetto fino alla realizzazione dell’opera. E un “sì” incondizionato a sostenere il nostro progetto ha pronunciato Franco Barattini, proprietario delle Cave Michelangelo nel bacino del Polvaccio a Carrara. Un impero il suo, creato in 60 anni di lavoro duro e passione, da quando era solo un bambino. Sempre in prima linea per sostenere l’arte e i giovani.