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Home » Attualità » Statue di donne che hanno lasciato il segno contro il sessismo dei monumenti: il progetto di Luce! e l’Accademia di Carrara

Statue di donne che hanno lasciato il segno contro il sessismo dei monumenti: il progetto di Luce! e l’Accademia di Carrara

Gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, su invito di Luce!, realizzeranno sculture di donne che verranno installate in luoghi pubblici delle principali città italiane

Emanuela Rosi
25 Novembre 2021
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Donano la vita, la crescono, la plasmano, la cambiano a sé stesse e agli altri. Le donne sono arrivate sulla luna e scese negli abissi. Hanno governato imperi, lasciato segni indelebili nell’evoluzione del pensiero umano, della scienza e della medicina.

È femminile la vittoria e non ci stupiamo sia maschile il successo. La statua è sostantivo femminile, come la scultura e l’arte. Ma le statue, quelle che dominano piazze e spazi pubblici delle città italiane, sono di uomini o di donne viste da occhi maschili. Occhi capaci quasi sempre di cogliere solo la santità, il sacrificio o… le forme, far sparire gli abiti o renderli tanto sottili quanto utili a svelare dettagli poco significativi dell’essenza femminile. Una riflessione che ha portato, mesi fa, al progetto che unisce i diversi obiettivi di Luce!: offrire nuovi punti di vista, connettere le generazioni, portare in superficie l’identità, andare oltre lo standard puntando non solo sulla forza delle parole ma anche su quella delle immagini. Statue di donne che hanno lasciato il segno, installate in luoghi pubblici delle città, pensate e realizzate da giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, diretta da Luciano Massari.

 

 

Un progetto che fonde la comunicazione dei nostri giornali e quella dell’arte, mette a sistema le energie dei docenti e quelle degli studenti per creare opere che raccontino la nuova visione del mondo femminile. Non poteva che essere il marmo bianco di Carrara, la pietra che risplende, la materia in cui plasmare le figure di donne che hanno lasciato il segno nella nostra storia e che fino ad oggi la scultura ha dimenticato. Luminoso, elegante, prezioso. Fatto di microscopici cristalli di carbonato di calcio, capaci di riorganizzarsi per resistere a forti variazioni di pressione e temperatura, che riempiono il cuore delle maestose Alpi Apuane affacciate sul mare. E dalla stessa cava dove Michelangelo scelse il blocco di marmo in cui scolpire la sua Pietà arriverà il marmo da cui prenderanno vita le statue di donne pensate e scolpite degli studenti dell’Accademia di Carrara. Sono loro i protagonisti di un progetto che sarà per loro una preziosa occasione di formazione professionale: dallo studio al bozzetto fino alla realizzazione dell’opera. E un “sì” incondizionato a sostenere il nostro progetto ha pronunciato Franco Barattini, proprietario delle Cave Michelangelo nel bacino del Polvaccio a Carrara. Un impero il suo, creato in 60 anni di lavoro duro e passione, da quando era solo un bambino. Sempre in prima linea per sostenere l’arte e i giovani.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague

Donano la vita, la crescono, la plasmano, la cambiano a sé stesse e agli altri. Le donne sono arrivate sulla luna e scese negli abissi. Hanno governato imperi, lasciato segni indelebili nell’evoluzione del pensiero umano, della scienza e della medicina.

È femminile la vittoria e non ci stupiamo sia maschile il successo. La statua è sostantivo femminile, come la scultura e l’arte. Ma le statue, quelle che dominano piazze e spazi pubblici delle città italiane, sono di uomini o di donne viste da occhi maschili. Occhi capaci quasi sempre di cogliere solo la santità, il sacrificio o... le forme, far sparire gli abiti o renderli tanto sottili quanto utili a svelare dettagli poco significativi dell’essenza femminile. Una riflessione che ha portato, mesi fa, al progetto che unisce i diversi obiettivi di Luce!: offrire nuovi punti di vista, connettere le generazioni, portare in superficie l’identità, andare oltre lo standard puntando non solo sulla forza delle parole ma anche su quella delle immagini. Statue di donne che hanno lasciato il segno, installate in luoghi pubblici delle città, pensate e realizzate da giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, diretta da Luciano Massari.

   

Un progetto che fonde la comunicazione dei nostri giornali e quella dell’arte, mette a sistema le energie dei docenti e quelle degli studenti per creare opere che raccontino la nuova visione del mondo femminile. Non poteva che essere il marmo bianco di Carrara, la pietra che risplende, la materia in cui plasmare le figure di donne che hanno lasciato il segno nella nostra storia e che fino ad oggi la scultura ha dimenticato. Luminoso, elegante, prezioso. Fatto di microscopici cristalli di carbonato di calcio, capaci di riorganizzarsi per resistere a forti variazioni di pressione e temperatura, che riempiono il cuore delle maestose Alpi Apuane affacciate sul mare. E dalla stessa cava dove Michelangelo scelse il blocco di marmo in cui scolpire la sua Pietà arriverà il marmo da cui prenderanno vita le statue di donne pensate e scolpite degli studenti dell’Accademia di Carrara. Sono loro i protagonisti di un progetto che sarà per loro una preziosa occasione di formazione professionale: dallo studio al bozzetto fino alla realizzazione dell’opera. E un “sì” incondizionato a sostenere il nostro progetto ha pronunciato Franco Barattini, proprietario delle Cave Michelangelo nel bacino del Polvaccio a Carrara. Un impero il suo, creato in 60 anni di lavoro duro e passione, da quando era solo un bambino. Sempre in prima linea per sostenere l’arte e i giovani.

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