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Home » Attualità » Fare l’esame di terza media dal reparto di un ospedale si può. La storia della studentessa Gaia

Fare l’esame di terza media dal reparto di un ospedale si può. La storia della studentessa Gaia

La tredicenne con una tesina sulla moda ha sostenuto l'esame al Bambino Gesù di Roma lontano dalla scuola che frequentava perché sta lottando contro una malattia. Dopo le medie l'aspetta il liceo classico

Edoardo Martini
18 Giugno 2022
Libri

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Con la tecnologia al giorno d’oggi è possibile fare di tutto. Persino sostenere l’esame di terza media da un reparto ospedaliero. Questa è la storia di Gaia, tredicenne che ama la moda e Chiara Ferragni. Lei proprio quell’esame l’ha sostenuto lontano dalla scuola che frequentava a Francavilla Fontana (Brindisi). L’ha discusso in ospedale, al Bambino Gesù di Roma, perché sta tenendo testa a una malattia che le ha sconvolto tutti i piani.

Gaia con la sua tesina sulla moda

“Un fulmine a ciel sereno”: la preoccupazione di sua mamma Mimma

“È cominciato tutto il 25 marzo, un fulmine a ciel sereno – dice mamma Mimma – siamo dovuti correre, prima a San Giovanni Rotondo e poi a Roma”.

I globuli bianchi di Gaia erano impazziti, ma i medici – prima in Puglia, poi nella Capitale – sono riusciti a trovare una soluzione prima che fosse troppo tardi. Gaia adesso è ancora in ospedale e continuerà a starci per un po’ di tempo (è seguita nel dipartimento di Oncoematologia, terapia cellulare, terapie geniche e trapianto emopoietico diretto dal professor Franco Locatelli) ma non si abbatte, anzi tutto il contrario.

“Ci siamo trasferiti con tutti i problemi di lasciare le sue abitudini e la sua spensieratezza – continua la madre – ma lei ha collaborato in maniera eccellente, è stata forte e si è affidata ai medici. E anche al momento della perdita di capelli, in seguito alla chemioterapia, ha pianto un po’, ma poi mi ha detto che ricrescono più forti e belli di prima”. La malattia, la lungodegenza in ospedale sono solo una delle tappe della sua vita. Lei le affronta in maniera egregia, con determinazione chiedendo che i medici la informino su tutto. Questa malattia le ha fatto conoscere il significato dei valori dei vari esami a cui è sottoposta.

 

L’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove è ricoverata Gaia

“Ha prenotato da sola gli open day”: tutta la determinazione di Gaia

“Dal primo giorno di ricovero ha continuato a studiare, abbiamo contattato la sua scuola e ha seguito le lezioni in Dad – spiega la madre – e poi ha seguito anche i professori della scuola ospedaliera. Ha continuato a studiare anche mentre faceva la chemio, che per fortuna non le ha dato grossi effetti collaterali, e in effetti riusciva anche a mangiare”. Poi è arrivato l’esame finale, quello previsto per la conclusione del ciclo di scuola secondaria di primo grado. L’esame di terza media, il primo in assoluto che i ragazzi affrontano, vista l’abolizione di quello di quinta elementare. “E quindi abbiamo dato all’esame la solennità che merita – aggiunge Luigia Della Femina, referente per la scuola primaria e secondaria della scuola ospedaliera del Bambino Gesù di Roma – Avevamo otto studenti per la terza media, tutti di Oncoematologia. E Gaia all’orale si è pure emozionata”.

Il traguardo per lei ha significato tantissimo, ma ora è già proiettata verso il futuro: vuole studiare al liceo classico nella sua città d’origine. Bisognerà soltanto attendere la fine dell’estate, continuare a monitorare le sue condizioni di salute, ma lei non getta la spugna. “Ha prenotato da sola gli open day, è molto più grande dei suoi 13 anni, molto più matura”, conclude mamma Mimma. Ed ha già le idee chiare per quando sarà grande: prima l’avvocata, poi tenterà la carriera in magistratura. La passione per la moda resterà sempre, d’altronde l’ha scelta come argomento per il suo esame, ma la farà convivere con la professione che farà. E con la forza immensa che sta accumulando in questo periodo di cure ospedaliere: “Io per prima ho imparato che di fronte a queste situazioni i bambini e i ragazzi reagiscono in maniera diversa rispetto agli adulti – dice la signora Mimma – Hanno una forza interiore invidiabile”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Con la tecnologia al giorno d'oggi è possibile fare di tutto. Persino sostenere l'esame di terza media da un reparto ospedaliero. Questa è la storia di Gaia, tredicenne che ama la moda e Chiara Ferragni. Lei proprio quell'esame l'ha sostenuto lontano dalla scuola che frequentava a Francavilla Fontana (Brindisi). L'ha discusso in ospedale, al Bambino Gesù di Roma, perché sta tenendo testa a una malattia che le ha sconvolto tutti i piani.
Gaia con la sua tesina sulla moda

"Un fulmine a ciel sereno": la preoccupazione di sua mamma Mimma

"È cominciato tutto il 25 marzo, un fulmine a ciel sereno - dice mamma Mimma - siamo dovuti correre, prima a San Giovanni Rotondo e poi a Roma". I globuli bianchi di Gaia erano impazziti, ma i medici - prima in Puglia, poi nella Capitale - sono riusciti a trovare una soluzione prima che fosse troppo tardi. Gaia adesso è ancora in ospedale e continuerà a starci per un po' di tempo (è seguita nel dipartimento di Oncoematologia, terapia cellulare, terapie geniche e trapianto emopoietico diretto dal professor Franco Locatelli) ma non si abbatte, anzi tutto il contrario. "Ci siamo trasferiti con tutti i problemi di lasciare le sue abitudini e la sua spensieratezza - continua la madre - ma lei ha collaborato in maniera eccellente, è stata forte e si è affidata ai medici. E anche al momento della perdita di capelli, in seguito alla chemioterapia, ha pianto un po', ma poi mi ha detto che ricrescono più forti e belli di prima". La malattia, la lungodegenza in ospedale sono solo una delle tappe della sua vita. Lei le affronta in maniera egregia, con determinazione chiedendo che i medici la informino su tutto. Questa malattia le ha fatto conoscere il significato dei valori dei vari esami a cui è sottoposta.  
L'Ospedale Bambino Gesù di Roma dove è ricoverata Gaia

"Ha prenotato da sola gli open day": tutta la determinazione di Gaia

"Dal primo giorno di ricovero ha continuato a studiare, abbiamo contattato la sua scuola e ha seguito le lezioni in Dad - spiega la madre - e poi ha seguito anche i professori della scuola ospedaliera. Ha continuato a studiare anche mentre faceva la chemio, che per fortuna non le ha dato grossi effetti collaterali, e in effetti riusciva anche a mangiare". Poi è arrivato l'esame finale, quello previsto per la conclusione del ciclo di scuola secondaria di primo grado. L'esame di terza media, il primo in assoluto che i ragazzi affrontano, vista l'abolizione di quello di quinta elementare. "E quindi abbiamo dato all'esame la solennità che merita - aggiunge Luigia Della Femina, referente per la scuola primaria e secondaria della scuola ospedaliera del Bambino Gesù di Roma - Avevamo otto studenti per la terza media, tutti di Oncoematologia. E Gaia all'orale si è pure emozionata". Il traguardo per lei ha significato tantissimo, ma ora è già proiettata verso il futuro: vuole studiare al liceo classico nella sua città d'origine. Bisognerà soltanto attendere la fine dell'estate, continuare a monitorare le sue condizioni di salute, ma lei non getta la spugna. "Ha prenotato da sola gli open day, è molto più grande dei suoi 13 anni, molto più matura", conclude mamma Mimma. Ed ha già le idee chiare per quando sarà grande: prima l'avvocata, poi tenterà la carriera in magistratura. La passione per la moda resterà sempre, d'altronde l'ha scelta come argomento per il suo esame, ma la farà convivere con la professione che farà. E con la forza immensa che sta accumulando in questo periodo di cure ospedaliere: "Io per prima ho imparato che di fronte a queste situazioni i bambini e i ragazzi reagiscono in maniera diversa rispetto agli adulti - dice la signora Mimma - Hanno una forza interiore invidiabile".
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