Con la tecnologia al giorno d’oggi è possibile fare di tutto. Persino sostenere l’esame di terza media da un reparto ospedaliero. Questa è la storia di Gaia, tredicenne che ama la moda e Chiara Ferragni. Lei proprio quell’esame l’ha sostenuto lontano dalla scuola che frequentava a Francavilla Fontana (Brindisi). L’ha discusso in ospedale, al Bambino Gesù di Roma, perché sta tenendo testa a una malattia che le ha sconvolto tutti i piani.
“Un fulmine a ciel sereno”: la preoccupazione di sua mamma Mimma
“È cominciato tutto il 25 marzo, un fulmine a ciel sereno – dice mamma Mimma – siamo dovuti correre, prima a San Giovanni Rotondo e poi a Roma”.
I globuli bianchi di Gaia erano impazziti, ma i medici – prima in Puglia, poi nella Capitale – sono riusciti a trovare una soluzione prima che fosse troppo tardi. Gaia adesso è ancora in ospedale e continuerà a starci per un po’ di tempo (è seguita nel dipartimento di Oncoematologia, terapia cellulare, terapie geniche e trapianto emopoietico diretto dal professor Franco Locatelli) ma non si abbatte, anzi tutto il contrario.
“Ci siamo trasferiti con tutti i problemi di lasciare le sue abitudini e la sua spensieratezza – continua la madre – ma lei ha collaborato in maniera eccellente, è stata forte e si è affidata ai medici. E anche al momento della perdita di capelli, in seguito alla chemioterapia, ha pianto un po’, ma poi mi ha detto che ricrescono più forti e belli di prima”. La malattia, la lungodegenza in ospedale sono solo una delle tappe della sua vita. Lei le affronta in maniera egregia, con determinazione chiedendo che i medici la informino su tutto. Questa malattia le ha fatto conoscere il significato dei valori dei vari esami a cui è sottoposta.
“Ha prenotato da sola gli open day”: tutta la determinazione di Gaia
“Dal primo giorno di ricovero ha continuato a studiare, abbiamo contattato la sua scuola e ha seguito le lezioni in Dad – spiega la madre – e poi ha seguito anche i professori della scuola ospedaliera. Ha continuato a studiare anche mentre faceva la chemio, che per fortuna non le ha dato grossi effetti collaterali, e in effetti riusciva anche a mangiare”. Poi è arrivato l’esame finale, quello previsto per la conclusione del ciclo di scuola secondaria di primo grado. L’esame di terza media, il primo in assoluto che i ragazzi affrontano, vista l’abolizione di quello di quinta elementare. “E quindi abbiamo dato all’esame la solennità che merita – aggiunge Luigia Della Femina, referente per la scuola primaria e secondaria della scuola ospedaliera del Bambino Gesù di Roma – Avevamo otto studenti per la terza media, tutti di Oncoematologia. E Gaia all’orale si è pure emozionata”.
Il traguardo per lei ha significato tantissimo, ma ora è già proiettata verso il futuro: vuole studiare al liceo classico nella sua città d’origine. Bisognerà soltanto attendere la fine dell’estate, continuare a monitorare le sue condizioni di salute, ma lei non getta la spugna. “Ha prenotato da sola gli open day, è molto più grande dei suoi 13 anni, molto più matura”, conclude mamma Mimma. Ed ha già le idee chiare per quando sarà grande: prima l’avvocata, poi tenterà la carriera in magistratura. La passione per la moda resterà sempre, d’altronde l’ha scelta come argomento per il suo esame, ma la farà convivere con la professione che farà. E con la forza immensa che sta accumulando in questo periodo di cure ospedaliere: “Io per prima ho imparato che di fronte a queste situazioni i bambini e i ragazzi reagiscono in maniera diversa rispetto agli adulti – dice la signora Mimma – Hanno una forza interiore invidiabile”.