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Home » Attualità » Eurovision Ucraina, chi sono i Kalush Orchestra? E a chi è dedicata la canzone “Stefania”?

Eurovision Ucraina, chi sono i Kalush Orchestra? E a chi è dedicata la canzone “Stefania”?

La guerra in Ucraina ha segnato la loro storia. E adesso i giovani artisti sono considerati i favoriti dell'ESC 2022. Il cantante Oleh Psjuk: "Siamo un megafono per il nostro Paese, vinceremo noi"

Remy Morandi
10 Maggio 2022
kalush orchestra eurovision

kalush orchestra eurovision

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Chi sono i Kalush Orchestra? Molto semplice: è la band che rappresenta l’Ucraina e che è data per favorita all’Eurovision Song Contest 2022. Dopo la vittoria dei Maneskin all’edizione del 2021, sarà molto dura per l’Italia, rappresentata da Mahmood e Blanco con “Brividi“, ottenere il bis. Secondo tutti i bookmaker, infatti, è la band ucraina con la canzone “Stefania” ad avere maggiori probabilità di successo. Ma per scoprire chi ha vinto gli Eurovision 2022 si dovrà attendere la finale, in programma sabato 14 maggio. Per il momento cerchiamo qui di capire meglio chi sono i Kalush Orchestra. E a chi è dedicata la loro canzone “Stefania”.

I Kalush Orchestra rappresentano l’Ucraina all’Eurovision Song Contest 2022 con la canzone “Stefania” (Foto Ansa)

Eurovision, chi sono i Kalush Orchestra?

Mentre imperversa da oltre 70 giorni la guerra in Ucraina, i Kalush Orchestra portano sul palco dell’Eurovision Song Contest 2022 un mix di musica tra l’hip hop e il folk ucraino. La band che rappresenta l’Ucraina all’ESC 2022 si è formata recentemente, nel 2019. Il nome del gruppo – composto dal trio Oleh Psjuk (rapper), Ihor Didenčuk (polistrumentista) e MC Kilimmen (producer) – si ispira alla città occidentale di Kaluš, dove è nato il frontman e leader della band Psjuk.

Il gruppo è nato in circostanze abbastanza casuali. Nel 2019 il cantante Oleh Psjuk pubblicò un post su Facebook con l’obiettivo di cercare musicisti e creare una band musicale. All’appello risposero un po’ di persone, tra cui Ihor Didenčuk e MC Kilimmen. Nel corso degli anni al gruppo si aggiunsero poi altri membri, tra cui i polistrumentisti Timofij Muzyčuk e Vitalij Dužyk e i coristi Džonni Divnyj e Džonni Divnyj. I Kalush Orchestra hanno pubblicato dal 2019 molti singoli, ma solo un ep, “Jo-jo“, e un album, “Hotin“, entrambi usciti nel 2021.

Quando è scoppiata la guerra in Ucraina lo scorso 24 febbraio, il cantante Oleh Psjuk è subito partito dalla capitale Kiev, dove viveva, per tornare nella sua città, Kaluš. Qui il rapper ha lasciato perdere la musica e si è messo subito a lavoro per aiutare i profughi ucraini in fuga dalla guerra, consegnando pacchi di aiuti umanitari e accompagnando i civili alle stazioni ferroviarie per lasciare l’Ucraina.

All’Eurovision 2022 i Kalush Orchestra diventano il megafono di ciò che sta accadendo in Ucraina. E loro stessi, pochi giorni prima dell’inizio della kermesse, lo hanno raccontato: “La partecipazione all’Eurovision è la possibilità che ci viene data di rappresentare la nostra cultura a livello internazionale, e mostrare quanto sia incrollabile lo spirito ucraino e il coraggio anche su un palco musicale. Noi ora siamo come un altro megafono dell’Ucraina, e rappresentare il Paese in questo momento è una grande responsabilità”, ha sottolineato la band. “Noi ci esibiamo a nome di ciascuno che è stato colpito dalla guerra e combatte per la pace. Grazie alla nostra musica possiamo portare il messaggio al grandissimo pubblico dell’Eurovision. Inoltre, vogliamo mostrare agli ucraini nella notte dell’Eurovision che non sono soli, che tutta l’Europa guarda come noi ombattiamo in questa guerra crudele e ci sostiene. Perché non succeda diversamente – ha sottolineato la band – noi vinceremo“.

I Kalush Orchestra sono nati nel 2019. Il nome del gruppo si ispira alla città di Kaluš, dove è nato il frontman della band Oleh Psjuk (Foto Ansa)

A chi è dedicata la canzone “Stefania” dei Kalush Orchestra?

La canzone dei Kalush Orchestra “Stefania” è dedicata alla mamma del frontman Oleh Psjuk, ma è anche una metafora per rappresentare la città natale del cantante, Kaluš, e la stessa madre-patria della band, l’Ucraina. Il brano “è stato scritto molto prima della guerra”, ha fatto sapere il cantante dei Kalush Orchestra. “È la canzone che ho dedicato a mia madre alla quale prima non dedicavo canzoni, ma avrei sempre voluto farlo. È la cosa migliore che io abbia fatto per lei. Mia mamma Stefania vive nella città di Kaluš, la mia città natale ad ovest dell’Ucraina”.

Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, “molte persone – ha spiegato ancora il frontman Oleh Psjuk – hanno iniziato a cercare in questa canzone anche un altro significato. Per esempio, coloro che hanno nostalgia perché non possono vedere la propria madre”. Per questo “la canzone ora è nei cuori e nelle orecchie di tutti gli ucraini”. “Stefania ha esteso il suo significato a tutte le madri che si prendono cura dei propri bambini e li proteggono dai mali della guerra. Da una canzone dedicata a una madre, è diventata la canzone sulla Patria”, ha spiegato Psjuk.

Oleh Psjuk, 27 anni, è leader e frontman dei Kalush Orchestra

Kalush Orchestra, il testo in italiano della canzone “Stefania”

Ecco la traduzione in italiano della canzone “Stefania” della band ucraina Kalush Orchestra, in gara all’Eurovision Song Contest 2022:

Stefania mamma mamma Stefania
Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia
Cantami una ninna nanna mamma
Voglio sentire la tua parola nativa.

Mi ha cullato, mi ha dato il ritmo e probabilmente la forza della volontà; non ha preso, ma ha dato.
Probabilmente ne sapeva ancora di più e da Salomone.
Camminerò sempre da te per strade dissestate
Non si sveglierà, non si sveglierà, io tra le forti tempeste
Prenderà due segni dalla nonna, come se fossero proiettili.
Mi conosceva molto bene; non si è lasciata ingannare, come se fosse molto stanca; mi ha cullato nel tempo
Lyuli lyuli lyuli…

Stefania mamma mamma Stefania
Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia
Cantami una ninna nanna mamma
Voglio sentire la tua parola nativa.

Non ho i pannolini ma mamma ma mamma, basta, come se non fossi cresciuta per crescere per pagare le cose
Non sono un bambino piccolo, perde ancora la pazienza, camminavo, “come se le scorie ti colpissero”

Sei tutta giovane oh madre al culmine, se non apprezzi la custodia del picco della gloria, sono nel vicolo cieco
Uccidi quel picco quel picco, canterei con il mio amore
Lyuli lyuli lyuli…

Stefania mamma mamma Stefania
Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia
Cantami una ninna nanna mamma
Voglio sentire la tua parola nativa.

Stefania mamma mamma Stefania
Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia
Cantami una ninna nanna mamma
Voglio sentire la tua parola nativa.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout

Chi sono i Kalush Orchestra? Molto semplice: è la band che rappresenta l'Ucraina e che è data per favorita all'Eurovision Song Contest 2022. Dopo la vittoria dei Maneskin all'edizione del 2021, sarà molto dura per l'Italia, rappresentata da Mahmood e Blanco con "Brividi", ottenere il bis. Secondo tutti i bookmaker, infatti, è la band ucraina con la canzone "Stefania" ad avere maggiori probabilità di successo. Ma per scoprire chi ha vinto gli Eurovision 2022 si dovrà attendere la finale, in programma sabato 14 maggio. Per il momento cerchiamo qui di capire meglio chi sono i Kalush Orchestra. E a chi è dedicata la loro canzone "Stefania".
I Kalush Orchestra rappresentano l'Ucraina all'Eurovision Song Contest 2022 con la canzone "Stefania" (Foto Ansa)

Eurovision, chi sono i Kalush Orchestra?

Mentre imperversa da oltre 70 giorni la guerra in Ucraina, i Kalush Orchestra portano sul palco dell'Eurovision Song Contest 2022 un mix di musica tra l'hip hop e il folk ucraino. La band che rappresenta l'Ucraina all'ESC 2022 si è formata recentemente, nel 2019. Il nome del gruppo - composto dal trio Oleh Psjuk (rapper), Ihor Didenčuk (polistrumentista) e MC Kilimmen (producer) - si ispira alla città occidentale di Kaluš, dove è nato il frontman e leader della band Psjuk. Il gruppo è nato in circostanze abbastanza casuali. Nel 2019 il cantante Oleh Psjuk pubblicò un post su Facebook con l'obiettivo di cercare musicisti e creare una band musicale. All'appello risposero un po' di persone, tra cui Ihor Didenčuk e MC Kilimmen. Nel corso degli anni al gruppo si aggiunsero poi altri membri, tra cui i polistrumentisti Timofij Muzyčuk e Vitalij Dužyk e i coristi Džonni Divnyj e Džonni Divnyj. I Kalush Orchestra hanno pubblicato dal 2019 molti singoli, ma solo un ep, "Jo-jo", e un album, "Hotin", entrambi usciti nel 2021. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina lo scorso 24 febbraio, il cantante Oleh Psjuk è subito partito dalla capitale Kiev, dove viveva, per tornare nella sua città, Kaluš. Qui il rapper ha lasciato perdere la musica e si è messo subito a lavoro per aiutare i profughi ucraini in fuga dalla guerra, consegnando pacchi di aiuti umanitari e accompagnando i civili alle stazioni ferroviarie per lasciare l'Ucraina. All'Eurovision 2022 i Kalush Orchestra diventano il megafono di ciò che sta accadendo in Ucraina. E loro stessi, pochi giorni prima dell'inizio della kermesse, lo hanno raccontato: "La partecipazione all'Eurovision è la possibilità che ci viene data di rappresentare la nostra cultura a livello internazionale, e mostrare quanto sia incrollabile lo spirito ucraino e il coraggio anche su un palco musicale. Noi ora siamo come un altro megafono dell'Ucraina, e rappresentare il Paese in questo momento è una grande responsabilità", ha sottolineato la band. "Noi ci esibiamo a nome di ciascuno che è stato colpito dalla guerra e combatte per la pace. Grazie alla nostra musica possiamo portare il messaggio al grandissimo pubblico dell'Eurovision. Inoltre, vogliamo mostrare agli ucraini nella notte dell'Eurovision che non sono soli, che tutta l'Europa guarda come noi ombattiamo in questa guerra crudele e ci sostiene. Perché non succeda diversamente - ha sottolineato la band - noi vinceremo".
I Kalush Orchestra sono nati nel 2019. Il nome del gruppo si ispira alla città di Kaluš, dove è nato il frontman della band Oleh Psjuk (Foto Ansa)

A chi è dedicata la canzone "Stefania" dei Kalush Orchestra?

La canzone dei Kalush Orchestra "Stefania" è dedicata alla mamma del frontman Oleh Psjuk, ma è anche una metafora per rappresentare la città natale del cantante, Kaluš, e la stessa madre-patria della band, l'Ucraina. Il brano "è stato scritto molto prima della guerra", ha fatto sapere il cantante dei Kalush Orchestra. "È la canzone che ho dedicato a mia madre alla quale prima non dedicavo canzoni, ma avrei sempre voluto farlo. È la cosa migliore che io abbia fatto per lei. Mia mamma Stefania vive nella città di Kaluš, la mia città natale ad ovest dell'Ucraina". Dopo l'inizio della guerra in Ucraina, "molte persone - ha spiegato ancora il frontman Oleh Psjuk - hanno iniziato a cercare in questa canzone anche un altro significato. Per esempio, coloro che hanno nostalgia perché non possono vedere la propria madre". Per questo "la canzone ora è nei cuori e nelle orecchie di tutti gli ucraini". "Stefania ha esteso il suo significato a tutte le madri che si prendono cura dei propri bambini e li proteggono dai mali della guerra. Da una canzone dedicata a una madre, è diventata la canzone sulla Patria", ha spiegato Psjuk.
Oleh Psjuk, 27 anni, è leader e frontman dei Kalush Orchestra

Kalush Orchestra, il testo in italiano della canzone "Stefania"

Ecco la traduzione in italiano della canzone "Stefania" della band ucraina Kalush Orchestra, in gara all'Eurovision Song Contest 2022: Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa. Mi ha cullato, mi ha dato il ritmo e probabilmente la forza della volontà; non ha preso, ma ha dato. Probabilmente ne sapeva ancora di più e da Salomone. Camminerò sempre da te per strade dissestate Non si sveglierà, non si sveglierà, io tra le forti tempeste Prenderà due segni dalla nonna, come se fossero proiettili. Mi conosceva molto bene; non si è lasciata ingannare, come se fosse molto stanca; mi ha cullato nel tempo Lyuli lyuli lyuli… Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa. Non ho i pannolini ma mamma ma mamma, basta, come se non fossi cresciuta per crescere per pagare le cose Non sono un bambino piccolo, perde ancora la pazienza, camminavo, “come se le scorie ti colpissero” Sei tutta giovane oh madre al culmine, se non apprezzi la custodia del picco della gloria, sono nel vicolo cieco Uccidi quel picco quel picco, canterei con il mio amore Lyuli lyuli lyuli… Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa. Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa.
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