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Home » Attualità » Eutanasia legale: firma anche Vasco Rossi. La sua “Vivere” è diventata colonna sonora della campagna referendaria

Eutanasia legale: firma anche Vasco Rossi. La sua “Vivere” è diventata colonna sonora della campagna referendaria

Marco Cappato: "Mentre in Spagna si inizia ad applicare la legge, in Italia il Parlamento ha già insabbiato il testo di legge di recepimento della sentenza 'Cappato-Antoniani' emessa dalla Corte costituzionale nel 2019 sull'aiuto alla morte volontaria"

Francesco Lommi
4 Agosto 2021
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“Liberi liberi… fino alla fine. Grazie”

“Liberi liberi… fino alla fine. Grazie”

Anche Vasco Rossi si unisce all’ampia schiera di personalità (come Maurizio Costanzo, Fedez, Chiara Ferragni, Selvaggia Lucarelli, Giuseppe Cruciani, Giobbe Covatta, Pupo) scese in campo per il referendum sull’eutanasia legale promosso dall’Associazione Luca Coscioni. Uno degli artisti più amati dagli italiani, si è recato presso uno dei tavoli disponibili a Modena e ha accompagnato la firma che ha ufficializzato la sua adesione alla causa con lo slogan utilizzato per la campagna pubblicitaria, lanciato anche sui social con l’hashtag #liberifinoallafine. Il sostegno di Vasco a questo progetto però era già noto: il musicista infatti aveva già ceduto i diritti del suo brano, uno dei più amati, “Vivere” per lo spot della campagna ideato dal creativo Avy Candeli. Un cortometraggio in cui il protagonista, nonostante sia circondato in una bella casa dall’affetto dei suoi cari, si trova in una condizione di malattia irreversibile che lo porterebbe a voler “stare spento“.

Al 4 agosto sono almeno 78 i sindaci che hanno aderito alla campagna referendaria, tra cui Chiara Appendino (Torino), Virginio Merola (Bologna), Luigi De Magistris (Napoli), Federico Pizzarotti, (Parma), Leoluca Orlando (Palermo), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), Matteo Biffoni (Prato) Carlo Salvemini (Lecce), Gian Carlo Muzzarelli (Modena). 83 in tutto i consiglieri regionali, 704 tra consiglieri, assessori comunali, presidenti e vicepresidenti di circoscrizione.  Tra i parlamentari hanno pubblicamente aderito 31 deputati e 9 senatori. Tre i rappresentanti del Governo Draghi: Teresa Bellanova, viceministro alle Infrastrutture; Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno; Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri.

Il Comitato promotore del Referendum per l`Eutanasia Legale intanto rende noto di aver superato con le sole firme raccolte ai tavoli (alle quali andranno aggiunte quelle raccolte nei Comuni) quota 320mila adesioni, delle 500.000 necessarie entro il 30 settembre per convocare il referendum.

“Mentre in Spagna si inizia ad applicare la legge sull’ eutanasia – dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – in Italia il Parlamento ha già insabbiato il testo di legge di recepimento della sentenza ‘Cappato-Antoniani’ della Corte costituzionale sull’aiuto alla morte volontaria del 2019. Di fronte al menefreghismo assoluto che unisce i capi di tutti i ‘grossi’ partiti italiani – Salvini, Letta, Meloni, Conte, Grillo, Berlusconi – si sono mossi finora oltre 320.000 cittadine e cittadini che hanno firmato il referendum per l’eutanasia legale. Nonostante il silenzio dei vertici partitici, si sono mobilitati tantissimi Sindaci, assessori, Parlamentari, esponenti locali e strutture di partito a livello regionale o cittadino che hanno deciso di rompere la consegna del silenzio imposta sul referendum. È un risultato straordinario, destinato a crescere nelle prossime settimane e ad avvicinare una riforma di libertà che il Parlamento si è rifiutato di prendere in considerazione da 37 anni, tanti ne sono passati dalla prima proposta di legge a firma Loris Fortuna”. Perché come si può leggere sul www.eutanasialegale.it: chi chiede l’eutanasia vuole soltanto morire con dignità, il riconoscimento di un diritto umano.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
 
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