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Home » Attualità » Facebook e Instagram consentono messaggi d’odio contro i russi per la guerra in Ucraina

Facebook e Instagram consentono messaggi d’odio contro i russi per la guerra in Ucraina

Secondo un'esclusiva della Reuters, Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg, avrebbe modificato le proprie regole sull'incitamento all'odio, permettendo agli utenti di scrivere post contro la Russia nel contesto dell'invasione dell'Ucraina. Autorizzati messaggi in cui si inneggia alla morte di Vladimir Putin e Alexander Lukashenko

Remy Morandi
11 Marzo 2022
Il ceo di Meta Mark Zuckerberg

Il ceo di Meta Mark Zuckerberg

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Facebook e Instagram consentono di scrivere messaggi d’odio contro i russi per la guerra in Ucraina. Secondo un’esclusiva dell’agenzia stampa Reuters, Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg, ha modificato temporaneamente le regole sull’incitamento all’odio, permettendo a chiunque di pubblicare sui social post violenti contro la Russia nel contesto dell’invasione dell’Ucraina. Sono inoltre consentiti messaggi e post in cui si inneggia alla morte del presidente russo Vladimir Putin e del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

Il ceo di Meta Mark Zuckerberg, 37 anni

Cosa è consentito scrivere su Facebook e Instagram

La Reuters dichiara di essere riuscita a impossessarsi di alcune e-mail aziendali di Meta. “Come risultato dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole come discorsi violenti, tipo ‘morte agli invasori russi‘. Non consentiremo ancora appelli alla violenza contro i civili russi”. Così riporta Reuters citando una nota di un portavoce di Meta, l’azienda che controlla Facebook, Instagram, Whatsapp e altre piattaforme. In un’altra mail interna all’azienda si leggerebbe che “sarà consentito inneggiare alla morte dei leader” e in un’altra ancora viene specificato contro chi si potranno scrivere messaggi d’odio: “Stiamo rilasciando un’indennità per consentire discorsi violenti che altrimenti verrebbero rimossi in base alla politica di incitamento all’odio quando: a) si prendono di mira i soldati russi, TRANNE i prigionieri di guerra; b) si prendono di mira i russi dove è chiaro che il contesto è l’invasione russa dell’Ucraina (ad esempio, il contenuto menziona l’invasione, l’autodifesa, etc.)”. Sempre secondo la Reuters, i messaggi d’odio contro i russi saranno consentiti in Paesi specifici: Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina. Esclusa l’Italia.

Mosca chiede agli Stati Uniti di fermare le “attività estremiste” di Meta

In seguito alla presunta decisione di Meta di apportare modifiche alle politiche sull’incitamento all’odio, Mosca ha chiesto agli Stati Uniti di porre fine alle “attività estremiste” di Meta. Così in un tweet ha scritto l’ambasciata russa negli Stati Uniti: “Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia. Gli utenti di Facebook e Instagram non hanno dato ai proprietari di queste piattaforme il diritto di determinare i criteri della verità e di mettere le nazioni l’una contro l’altra”.

Il tweet dell’ambasciata russa negli Stati Uniti contro la decisione di Meta di consentire messaggi d’odio contro i russi

In una nota dell’ambasciata russa degli Stati Uniti si legge ancora che “la politica aggressiva e criminale di Meta, che porta all’incitamento all’odio e all’ostilità nei confronti dei russi, provoca la nostra indignazione. Le azioni della società sono l’ennesima prova della guerra dell’informazione senza regole dichiarata al nostro Paese. Le società dei media sono diventate soldati della macchina di propaganda dei circoli al potere in Occidente”.

In Russia bloccati Facebook e Twitter

Lo scorso sabato 5 marzo la Russia ha bloccato Facebook e Twitter nel Paese. La decisione è stata presa dal regolatore di Internet russo Roskomnadzor, che ha motivato lo stop accusando i social americani di “discriminare” i media russi. Con un post su Telegram, Roskomnadzor ha spiegato che dal 2020 “sono stati registrati ventisei casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook”. Su Twitter il presidente degli Affari globali di Meta, Nick Clegg, ha così risposto alla decisione di Mosca di bloccare i social americani: “Presto milioni di cittadini russi si troveranno tagliati fuori dalle informazioni attendibili, privati della loro modalità quotidiana di connettersi con famiglie e amici e silenziati. Continueremo a fare il possibile per rendere i nostri servizi nuovamente disponibili alle persone e per metterli in grado di esprimersi in maniera sicura”.

Il patron di Tesla e SpaceX, Elon Musk, 50 anni, si è schierato al fianco dell’Ucraina

Elon Musk paga tre mesi di stipendi ai dipendenti che andranno a combattere in Ucraina

Anche Elon Musk è sceso in campo al fianco dell’Ucraina. Dopo aver attivato nel Paese il super-internet Starlink, il patron di Tesla e SpaceX ha deciso, secondo il sito statunitense Axios, che pagherà tre mesi di stipendi ai suoi dipendenti ucraini che vogliono andare a combattere contro la Russia. Visto che Tesla non ha aziende in Ucraina, l’invito sarebbe rivolto agli ucraini che lavorano per l’azienda di Musk in Europa, Medio Oriente e Africa. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ringraziare Elon Musk invitandolo nel suo Paese quando il conflitto sarà finito. “Gli sono grato per aver sostenuto l’Ucraina con parole e fatti – ha detto Zelensky – La prossima settimana riceveremo un altro lotto di sistemi Starlink”. All’invito in Ucraina del presidente Zelensky, l’imprenditore americano ha dichiarato di accettare “di buon grado”.

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Instagram

  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Facebook e Instagram consentono di scrivere messaggi d'odio contro i russi per la guerra in Ucraina. Secondo un'esclusiva dell'agenzia stampa Reuters, Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg, ha modificato temporaneamente le regole sull'incitamento all'odio, permettendo a chiunque di pubblicare sui social post violenti contro la Russia nel contesto dell'invasione dell'Ucraina. Sono inoltre consentiti messaggi e post in cui si inneggia alla morte del presidente russo Vladimir Putin e del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
Il ceo di Meta Mark Zuckerberg, 37 anni

Cosa è consentito scrivere su Facebook e Instagram

La Reuters dichiara di essere riuscita a impossessarsi di alcune e-mail aziendali di Meta. "Come risultato dell'invasione russa dell'Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole come discorsi violenti, tipo 'morte agli invasori russi'. Non consentiremo ancora appelli alla violenza contro i civili russi". Così riporta Reuters citando una nota di un portavoce di Meta, l'azienda che controlla Facebook, Instagram, Whatsapp e altre piattaforme. In un'altra mail interna all'azienda si leggerebbe che "sarà consentito inneggiare alla morte dei leader" e in un'altra ancora viene specificato contro chi si potranno scrivere messaggi d'odio: "Stiamo rilasciando un'indennità per consentire discorsi violenti che altrimenti verrebbero rimossi in base alla politica di incitamento all'odio quando: a) si prendono di mira i soldati russi, TRANNE i prigionieri di guerra; b) si prendono di mira i russi dove è chiaro che il contesto è l'invasione russa dell'Ucraina (ad esempio, il contenuto menziona l'invasione, l'autodifesa, etc.)". Sempre secondo la Reuters, i messaggi d'odio contro i russi saranno consentiti in Paesi specifici: Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina. Esclusa l'Italia.

Mosca chiede agli Stati Uniti di fermare le "attività estremiste" di Meta

In seguito alla presunta decisione di Meta di apportare modifiche alle politiche sull'incitamento all'odio, Mosca ha chiesto agli Stati Uniti di porre fine alle "attività estremiste" di Meta. Così in un tweet ha scritto l'ambasciata russa negli Stati Uniti: "Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia. Gli utenti di Facebook e Instagram non hanno dato ai proprietari di queste piattaforme il diritto di determinare i criteri della verità e di mettere le nazioni l'una contro l'altra".
Il tweet dell'ambasciata russa negli Stati Uniti contro la decisione di Meta di consentire messaggi d'odio contro i russi
In una nota dell'ambasciata russa degli Stati Uniti si legge ancora che "la politica aggressiva e criminale di Meta, che porta all'incitamento all'odio e all'ostilità nei confronti dei russi, provoca la nostra indignazione. Le azioni della società sono l'ennesima prova della guerra dell'informazione senza regole dichiarata al nostro Paese. Le società dei media sono diventate soldati della macchina di propaganda dei circoli al potere in Occidente".

In Russia bloccati Facebook e Twitter

Lo scorso sabato 5 marzo la Russia ha bloccato Facebook e Twitter nel Paese. La decisione è stata presa dal regolatore di Internet russo Roskomnadzor, che ha motivato lo stop accusando i social americani di "discriminare" i media russi. Con un post su Telegram, Roskomnadzor ha spiegato che dal 2020 "sono stati registrati ventisei casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook". Su Twitter il presidente degli Affari globali di Meta, Nick Clegg, ha così risposto alla decisione di Mosca di bloccare i social americani: "Presto milioni di cittadini russi si troveranno tagliati fuori dalle informazioni attendibili, privati della loro modalità quotidiana di connettersi con famiglie e amici e silenziati. Continueremo a fare il possibile per rendere i nostri servizi nuovamente disponibili alle persone e per metterli in grado di esprimersi in maniera sicura".
Il patron di Tesla e SpaceX, Elon Musk, 50 anni, si è schierato al fianco dell'Ucraina

Elon Musk paga tre mesi di stipendi ai dipendenti che andranno a combattere in Ucraina

Anche Elon Musk è sceso in campo al fianco dell'Ucraina. Dopo aver attivato nel Paese il super-internet Starlink, il patron di Tesla e SpaceX ha deciso, secondo il sito statunitense Axios, che pagherà tre mesi di stipendi ai suoi dipendenti ucraini che vogliono andare a combattere contro la Russia. Visto che Tesla non ha aziende in Ucraina, l'invito sarebbe rivolto agli ucraini che lavorano per l'azienda di Musk in Europa, Medio Oriente e Africa. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ringraziare Elon Musk invitandolo nel suo Paese quando il conflitto sarà finito. "Gli sono grato per aver sostenuto l'Ucraina con parole e fatti - ha detto Zelensky - La prossima settimana riceveremo un altro lotto di sistemi Starlink". All'invito in Ucraina del presidente Zelensky, l'imprenditore americano ha dichiarato di accettare "di buon grado".
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