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Home » Attualità » Farmacia per i bambini: torna la campagna nazionale contro la povertà sanitaria infantile

Farmacia per i bambini: torna la campagna nazionale contro la povertà sanitaria infantile

La fondazione Francesca Rava celebra la Giornata mondiale dei Diritti dell'infanzia con un progetto che coinvolge 2500 farmacie, oltre 40 aziende e 22.000 volontari, dal 18 al 25 novembre

Caterina Ceccuti
16 Novembre 2022
Mariavittoria Rava_Martina Colombari

Mariavittoria Rava e la testimonial della campagna "In farmacia per i bambini" Martina Colombari (Ph: Lorenzo Palizzolo)

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Un gesto solidale, anche piccolo, può trasformarsi in un anello di luce capace di attivarne altri, fino a dare vita ad un circolo virtuoso senza fine.
Ne è convinta Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus, dedicata alla sensibilizzazione, raccolta farmaci e prodotti baby-care per minori che versano in condizioni di povertà sanitaria. Uno dei lodevoli progetti che la Fondazione Rava promuove ormai da dieci anni a questa parte si chiama infatti “In farmacia per i bambini” e fino ad oggi ha permesso di raccogliere oltre un milione e mezzo di medicine e prodotti per l’infanzia, indispensabili per la salute dei moltissimi bambini residenti in Italia che versano in condizioni di povertà tale da non potersi permettere neanche l’acquisto di un farmaco come il paracetamolo.

La locandina della campagna “Dai inizio a una catena di solidarietà”, dal 18 al 25 novembre

Anche quest’anno, in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Diritti dell’infanzia, l’iniziativa nazionale realizzata insieme al Network KPMG, coinvolgerà oltre 2500 farmacie su tutto il territorio nazionale, oltre 40 aziende e 22.000 volontari, e si svolgerà dal 18 al 25 novembre.
Partner del progetto Federfarma e Cosmofarma, con il patrocinio del ministero della Salute, FOFI, Farmindustria, Assosalute e Egualia, della regione Lombardia, dei comuni di Milano e Verona. 2Quest’anno il tema cardine è One Planet, One Health – spiega Mariavittoria Rava -: all’insegna della sostenibilità sociale e ambientale, per favorire l’attivazione di tutti gli anelli che gravitano attorno ai bambini, a partire dalla farmacia, anello centrale in quanto servizio di prossimità per eccellenza e promotrice di iniziative a sostegno della prevenzione e del benessere. Il Covid ci ha insegnato che siamo tutti interconnessi e che la salute delle persone e quella del Pianeta dipendono l’una dall’altra”.

In Farmacia per i Bambini ha ricevuto per sette anni consecutivi la Medaglia del Presidente della Repubblica e in 10 anni ha permesso la raccolta di oltre 1 milione e mezzo di prodotti donati a 4.000 enti beneficiari in Italia e all’ospedale pediatrico Saint Damien in Haiti, permettendo di aiutare più di 212.000 minori in povertà sanitaria.

Dottoressa Rava, è davvero una questione così urgente in Italia la povertà sanitaria infantile?
“Assolutamente sì, purtroppo. Secondo i dati Istat, nel 2021 i minori in povertà assoluta sono quasi1 milione e 400 mila (pari al 14,2%). In questi 10 anni abbiamo potenziato il progetto ‘In Farmacia per i Bambini’, con attività di formazione sulla sostenibilità sociale e ambientale e sui disturbi mentali che affliggono i più giovani. Abbiamo anche aperto una farmacia di strada a Baranzate di Bollate (vicino a Milano) e a San Giovanni in Persiceto (vicino a Bologna), due aree di grande bisogno. Data l’urgenza della questione, abbiamo dato vita all’iniziativa “Il farmaco sospeso”, che ci ha permesso di continuare a donare migliaia di prodotti per l’infanzia. Quindi, se uniamo le forze, tutti insieme possiamo contribuire al raggiungimento dell’obiettivo numero 3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: salute per tutti, a tutte le età, con il farmacista al centro, sentinella del bisogno e prima risposta nel territorio. Invito tutti a scoprire quali farmacie aderiscono all’iniziativa sul sito www.infarmaciaperibambini.org“.

Come nasce la vostra Fondazione?

Mariavittoria Rava con un bambino di Haiti

“La Fondazione prende il nome da mia sorella Francesca, morta in un incidente d’auto vent’anni fa. Lei lavorava alla KGMB, oggi main partner del nostro progetto. Io invece ero avvocato. Dopo la morte di mia sorella mi sentivo profondamente addolorata e confusa e desideravo fare qualcosa di utile per il prossimo, ma non sapevo bene cosa. Perciò iniziai a prestare consulenze legali gratuite alle persone in difficoltà economica. Mi capitò di fornirne una anche all’Organizzazione NPK – nata nel 1954 e già presente in molti Paesi del mondo – che voleva aprire un ufficio di raccolta fondi anche in Italia. Feci ‘l’errore’, se così si può dire, di leggere il libro con la storia di questa organizzazione e me ne innamorai. Certo all’inizio non pensavo sarei arrivata a dedicare la mia intera esistenza alla missione di aiutare i bambini poveri del mio Paese e di tutto il mondo. Iniziai a dar loro una mano nei momenti liberi da lavoro e durante il fine settimana. Mia madre e mia zia, mosse anche loro dal desiderio di fare qualcosa di bello in memoria di Francesca, mi dettero subito mano, trasformandosi nelle prime volontarie di quella che sarebbe nata come un’iniziativa familiare ma che nel tempo si sarebbe trasformata in qualcosa di grandioso. L’impegno e l’entusiasmo sono andati crescendo, fino a che ho deciso di lasciare il mio lavoro e dedicarmi a tempo pieno a questa attività sempre più impegnativa.
È diventato un progetto di famiglia, tanto che mio marito Enrico per il compleanno ha scelto di donarmi i biglietti aerei per andare tutti insieme ad Haiti, per ben otto volte e sempre a Natale: un dono incredibile per me e per i miei figli. Nell’Ospedale pediatrico Saint Damien, cui ogni anno grazie al nostro progetto di raccolta di prodotti per l’infanzia vengono mandati diversi container, abbiamo riscoperto il senso della vita e il vero significato del Natale.
Oggi, la Fondazione che porta il nome di mia sorella è una risposta concreta a tutte le povertà che affliggono i bambini del mondo, impegnata ad esaltare il farmacista come figura di riferimento nel territorio, in quanto prima risposta alle persone in difficoltà h24.
L’iniziativa ‘In farmacia per i Bambini’ nasce come un motore attraverso il quale vengono accesi anelli di solidarietà circolare in tutta Italia, anelli che uniscono la farmacia alle comunità per minori in difficoltà, ma anche al territorio stesso dove aziende, privati e volontari si adoperano per una riuscita sempre migliore del progetto. Dalla Sicilia al Trentino Alto Adige: oltre 40 aziende mandano ogni anno i loro volontari, persino le forze dell’ordine vengono a fare volontariato in divisa”.

In questi anni la situazione della povertà infantile nel nostro Paese è andata peggiorando?
“Purtroppo sì, fino a diventare una vera e propria emergenza sanitaria ma anche educativa, acuita notevolmente dal Covid. Non stiamo parlando solo della condizione degli immigrati ma anche degli italiani stessi: un bambino su otto, secondo le statistiche Istat, vive attualmente in povertà, cioè non può permettersi di comprare neanche il paracetamolo per combattere le infezioni dell’apparato respiratorio. Una situazione del tutto simile a quella che si verifica nei Paesi del terzo mondo: si muore di infezione alle vie respiratorie, quando si potrebbe benissimo guarire utilizzando il farmaco giusto.
La Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia deve dunque essere celebrata non soltanto nel mondo ma anche a casa nostra, soprattutto perché dalla povertà sanitaria discende la povertà educativa: se un bimbo si ammala e, senza potersi curare adeguatamente, inizia a saltare la scuola tante volte, questo provocherà povertà educativa, generando la famosa catena della miseria e della povertà. Le farmacie che aderiscono al nostro progetto vengono abbinate ad una casa famiglia, comunità per minori o mamma-bambino, emporio solidale o ente che aiuta le famiglie in difficoltà nel loro territorio, dunque quella di cui parliamo è una beneficenza a km 0. Nel 2021, grazie all’impegno di 4.300 farmacisti e volontari e alle aziende che hanno donato in natura, sono stati raccolti 266.900 prodotti che hanno aiutato 43.000 bambini in Italia”.

Come si fa per partecipare alla vostra iniziativa?
“È molto semplice: dal 18 al 25 novembre ci si reca in farmacia e si acquista uno dei prodotti indicati dai volontari, compiendo il gesto di solidarietà a chilometro 0 di cui parlavo prima, perché il farmacista donerà poi i prodotti ad una casa famiglia che magari si trova dietro l’angolo e di cui il donatore non conosceva neanche l’esistenza. Capita spesso che, una volta scoperta la casa famiglia, il donatore decida di continuare a sostenerla anche durante il resto dell’anno, generando quella catena di solidarietà che tanto amiamo in Fondazione”.

Martina Colombari affianca come testimonial la Fondazione Rava nel progetto “In farmacia per i bambini”

La vostra campagna è ormai diventata virale, sono molti i testimonial e gli influencer che se ne fanno promotori. Prima tra tutti Martina Colombari, che ha così commentato la propria partecipazione al progetto: “Dieci anni è davvero un grande traguardo! Ho visto nascere e crescere In Farmacia per i Bambini, che è diventata sempre più importante. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la povertà sanitaria è drammaticamente aumentata a causa della pandemia. Ho visto tanti farmaci consegnati ai bambini in povertà sanitaria in Italia e in Haiti, all’Ospedale Saint Damien, unico pediatrico dell’isola. Mi rivolgo a farmacisti, clienti, aziende, volontari: continuate a starci vicino in questa gara di solidarietà! Tutti insieme possiamo continuare a salvare migliaia di bambini! Dal 18 al 25 novembre, vi aspettiamo tutti in farmacia!”

Dottoressa Rava, Martina Colombari sembra essere una testimonial molto convinta, oltre che convincente…
“Sì, esatto. Martina Colombari non è soltanto una testimonial, ma una volontaria attiva che ogni anno si rimbocca le maniche, si infila i jeans e si reca in farmacia con noi. È anche venuta ad Haiti, nelle zone d’Italia colpite dal terremoto dove abbiamo ricostruito otto scuole, se c’è bisogno viene anche in magazzino a preparare gli scatoloni. Ognuno di noi fa tutto quello che serve, e lei non è da meno. Ha sempre toccato con mano il progetto, e quando lo si fa questo ti entra nel cuore per sempre. Nelle parole di Martina c’è sempre l’emozione di una donna che ha vissuto davvero l’esperienza della povertà infantile, toccandola con mano e non per sentito dire. Possiede un coraggio e una serietà incredibili, insieme abbiamo vissuto avventure difficili ad Haiti, spostando i cadaveri delle persone con le nostre mani, seppellendo bambini. E lei si è messa in gioco con molta umiltà. Quest’anno Martina Colombari è protagonista dello spot che abbiamo registrato grazie all’aiuto di Armando Testa, nel quale lei fa il gesto del domino per sottolineare che non è necessario smuovere le montagne per fare del bene, ma basta un piccolo un gesto, come per esempio acquistare un prodotto per l’infanzia che può essere un omogeneizzato da 20 centesimi o un farmaco da 40 euro. Altri personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport nel corso degli anni ci hanno sostenuto: da Fiorello a Peretelli, da Zorzi ad Aragozza, da Guido Meda ad Arisa. Ma il mio ringraziamento va anche a Quotidiano Nazionale perché ha sempre voce a tutte le nostre principali campagne aiutandoci a raggiungere le persone”.

Prima parlava della Carta dei Diritti dedicata al tema One Planet One Health…
“Sì. Nelle farmacie aderenti alla nostra campagna sarà distribuito un pieghevole sulla sensibilizzazione dei diritti dei bambini, dedicato quest’anno alla promozione di una vita più sana. Sotto forma di gioco dell’oca, la carta permette di spiegare ai più piccoli come contribuire a questa importante sfida, diventando “Supereroe della salute”, insieme alla Fondazione Francesca Rava e ai farmacisti, ad esempio attraverso la regola delle 3 R: Riduci-Ricicla-Riusa”.

In ultimo vorrei chiederle di raccontarci qualcosa anche riguardo al progetto Ninna Ho
“Si tratta del primo progetto nazionale dedicato alla difesa e tutela del diritto alla vita, contro l’abbandono neonatale e l’infanticidio. Nato nel 2008 da un’idea dalla Fondazione Francesca Rava e dal Network KPMG in Italia. La mission è quella di diffondere la vigente Normativa italiana (DPR 396/2000), che consente alle future mamme italiane o straniere in grave difficoltà di poter partorire in anonimato e sicurezza presso tutte le strutture ospedaliere pubbliche (www.ninnaho.org)”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Un gesto solidale, anche piccolo, può trasformarsi in un anello di luce capace di attivarne altri, fino a dare vita ad un circolo virtuoso senza fine. Ne è convinta Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava - NPH Italia Onlus, dedicata alla sensibilizzazione, raccolta farmaci e prodotti baby-care per minori che versano in condizioni di povertà sanitaria. Uno dei lodevoli progetti che la Fondazione Rava promuove ormai da dieci anni a questa parte si chiama infatti “In farmacia per i bambini” e fino ad oggi ha permesso di raccogliere oltre un milione e mezzo di medicine e prodotti per l'infanzia, indispensabili per la salute dei moltissimi bambini residenti in Italia che versano in condizioni di povertà tale da non potersi permettere neanche l'acquisto di un farmaco come il paracetamolo.
La locandina della campagna "Dai inizio a una catena di solidarietà", dal 18 al 25 novembre
Anche quest'anno, in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Diritti dell'infanzia, l'iniziativa nazionale realizzata insieme al Network KPMG, coinvolgerà oltre 2500 farmacie su tutto il territorio nazionale, oltre 40 aziende e 22.000 volontari, e si svolgerà dal 18 al 25 novembre. Partner del progetto Federfarma e Cosmofarma, con il patrocinio del ministero della Salute, FOFI, Farmindustria, Assosalute e Egualia, della regione Lombardia, dei comuni di Milano e Verona. 2Quest’anno il tema cardine è One Planet, One Health - spiega Mariavittoria Rava -: all’insegna della sostenibilità sociale e ambientale, per favorire l’attivazione di tutti gli anelli che gravitano attorno ai bambini, a partire dalla farmacia, anello centrale in quanto servizio di prossimità per eccellenza e promotrice di iniziative a sostegno della prevenzione e del benessere. Il Covid ci ha insegnato che siamo tutti interconnessi e che la salute delle persone e quella del Pianeta dipendono l’una dall’altra". In Farmacia per i Bambini ha ricevuto per sette anni consecutivi la Medaglia del Presidente della Repubblica e in 10 anni ha permesso la raccolta di oltre 1 milione e mezzo di prodotti donati a 4.000 enti beneficiari in Italia e all’ospedale pediatrico Saint Damien in Haiti, permettendo di aiutare più di 212.000 minori in povertà sanitaria. Dottoressa Rava, è davvero una questione così urgente in Italia la povertà sanitaria infantile? "Assolutamente sì, purtroppo. Secondo i dati Istat, nel 2021 i minori in povertà assoluta sono quasi1 milione e 400 mila (pari al 14,2%). In questi 10 anni abbiamo potenziato il progetto 'In Farmacia per i Bambini', con attività di formazione sulla sostenibilità sociale e ambientale e sui disturbi mentali che affliggono i più giovani. Abbiamo anche aperto una farmacia di strada a Baranzate di Bollate (vicino a Milano) e a San Giovanni in Persiceto (vicino a Bologna), due aree di grande bisogno. Data l'urgenza della questione, abbiamo dato vita all’iniziativa “Il farmaco sospeso”, che ci ha permesso di continuare a donare migliaia di prodotti per l’infanzia. Quindi, se uniamo le forze, tutti insieme possiamo contribuire al raggiungimento dell’obiettivo numero 3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: salute per tutti, a tutte le età, con il farmacista al centro, sentinella del bisogno e prima risposta nel territorio. Invito tutti a scoprire quali farmacie aderiscono all'iniziativa sul sito www.infarmaciaperibambini.org". Come nasce la vostra Fondazione?
Mariavittoria Rava con un bambino di Haiti
"La Fondazione prende il nome da mia sorella Francesca, morta in un incidente d'auto vent'anni fa. Lei lavorava alla KGMB, oggi main partner del nostro progetto. Io invece ero avvocato. Dopo la morte di mia sorella mi sentivo profondamente addolorata e confusa e desideravo fare qualcosa di utile per il prossimo, ma non sapevo bene cosa. Perciò iniziai a prestare consulenze legali gratuite alle persone in difficoltà economica. Mi capitò di fornirne una anche all'Organizzazione NPK - nata nel 1954 e già presente in molti Paesi del mondo – che voleva aprire un ufficio di raccolta fondi anche in Italia. Feci 'l'errore', se così si può dire, di leggere il libro con la storia di questa organizzazione e me ne innamorai. Certo all'inizio non pensavo sarei arrivata a dedicare la mia intera esistenza alla missione di aiutare i bambini poveri del mio Paese e di tutto il mondo. Iniziai a dar loro una mano nei momenti liberi da lavoro e durante il fine settimana. Mia madre e mia zia, mosse anche loro dal desiderio di fare qualcosa di bello in memoria di Francesca, mi dettero subito mano, trasformandosi nelle prime volontarie di quella che sarebbe nata come un'iniziativa familiare ma che nel tempo si sarebbe trasformata in qualcosa di grandioso. L'impegno e l'entusiasmo sono andati crescendo, fino a che ho deciso di lasciare il mio lavoro e dedicarmi a tempo pieno a questa attività sempre più impegnativa. È diventato un progetto di famiglia, tanto che mio marito Enrico per il compleanno ha scelto di donarmi i biglietti aerei per andare tutti insieme ad Haiti, per ben otto volte e sempre a Natale: un dono incredibile per me e per i miei figli. Nell'Ospedale pediatrico Saint Damien, cui ogni anno grazie al nostro progetto di raccolta di prodotti per l'infanzia vengono mandati diversi container, abbiamo riscoperto il senso della vita e il vero significato del Natale. Oggi, la Fondazione che porta il nome di mia sorella è una risposta concreta a tutte le povertà che affliggono i bambini del mondo, impegnata ad esaltare il farmacista come figura di riferimento nel territorio, in quanto prima risposta alle persone in difficoltà h24. L'iniziativa 'In farmacia per i Bambini' nasce come un motore attraverso il quale vengono accesi anelli di solidarietà circolare in tutta Italia, anelli che uniscono la farmacia alle comunità per minori in difficoltà, ma anche al territorio stesso dove aziende, privati e volontari si adoperano per una riuscita sempre migliore del progetto. Dalla Sicilia al Trentino Alto Adige: oltre 40 aziende mandano ogni anno i loro volontari, persino le forze dell'ordine vengono a fare volontariato in divisa”. In questi anni la situazione della povertà infantile nel nostro Paese è andata peggiorando? "Purtroppo sì, fino a diventare una vera e propria emergenza sanitaria ma anche educativa, acuita notevolmente dal Covid. Non stiamo parlando solo della condizione degli immigrati ma anche degli italiani stessi: un bambino su otto, secondo le statistiche Istat, vive attualmente in povertà, cioè non può permettersi di comprare neanche il paracetamolo per combattere le infezioni dell'apparato respiratorio. Una situazione del tutto simile a quella che si verifica nei Paesi del terzo mondo: si muore di infezione alle vie respiratorie, quando si potrebbe benissimo guarire utilizzando il farmaco giusto. La Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia deve dunque essere celebrata non soltanto nel mondo ma anche a casa nostra, soprattutto perché dalla povertà sanitaria discende la povertà educativa: se un bimbo si ammala e, senza potersi curare adeguatamente, inizia a saltare la scuola tante volte, questo provocherà povertà educativa, generando la famosa catena della miseria e della povertà. Le farmacie che aderiscono al nostro progetto vengono abbinate ad una casa famiglia, comunità per minori o mamma-bambino, emporio solidale o ente che aiuta le famiglie in difficoltà nel loro territorio, dunque quella di cui parliamo è una beneficenza a km 0. Nel 2021, grazie all’impegno di 4.300 farmacisti e volontari e alle aziende che hanno donato in natura, sono stati raccolti 266.900 prodotti che hanno aiutato 43.000 bambini in Italia”. Come si fa per partecipare alla vostra iniziativa? "È molto semplice: dal 18 al 25 novembre ci si reca in farmacia e si acquista uno dei prodotti indicati dai volontari, compiendo il gesto di solidarietà a chilometro 0 di cui parlavo prima, perché il farmacista donerà poi i prodotti ad una casa famiglia che magari si trova dietro l'angolo e di cui il donatore non conosceva neanche l'esistenza. Capita spesso che, una volta scoperta la casa famiglia, il donatore decida di continuare a sostenerla anche durante il resto dell'anno, generando quella catena di solidarietà che tanto amiamo in Fondazione".
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Prima parlava della Carta dei Diritti dedicata al tema One Planet One Health... "Sì. Nelle farmacie aderenti alla nostra campagna sarà distribuito un pieghevole sulla sensibilizzazione dei diritti dei bambini, dedicato quest’anno alla promozione di una vita più sana. Sotto forma di gioco dell’oca, la carta permette di spiegare ai più piccoli come contribuire a questa importante sfida, diventando “Supereroe della salute”, insieme alla Fondazione Francesca Rava e ai farmacisti, ad esempio attraverso la regola delle 3 R: Riduci-Ricicla-Riusa". In ultimo vorrei chiederle di raccontarci qualcosa anche riguardo al progetto Ninna Ho "Si tratta del primo progetto nazionale dedicato alla difesa e tutela del diritto alla vita, contro l’abbandono neonatale e l’infanticidio. Nato nel 2008 da un’idea dalla Fondazione Francesca Rava e dal Network KPMG in Italia. La mission è quella di diffondere la vigente Normativa italiana (DPR 396/2000), che consente alle future mamme italiane o straniere in grave difficoltà di poter partorire in anonimato e sicurezza presso tutte le strutture ospedaliere pubbliche (www.ninnaho.org)".
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