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Home » Attualità » Femminicidi in aumento: sono 125 le donne uccise in un anno, la maggior parte in famiglia

Femminicidi in aumento: sono 125 le donne uccise in un anno, la maggior parte in famiglia

Il consueto dossier del Viminale pubblicato a ferragosto riporta un quadro sconcertante: + 15,7% rispetto a un anno fa, calano invece le denunce per stalking

Marianna Grazi
16 Agosto 2022
FEMMINICIDI

Femminicidi in aumento: è quanto emerge dal dossier diffuso dal Viminale

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Più di una ogni 3 giorni, a comporre un dossier di sangue e violenza. A Ferragosto il Viminale, come di consueto, ha comunicato i dati emersi in occasione della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dai quali emerge una panorama terribile. Il tema, purtroppo, è sempre quello: la violenza sulle donne. Tra l’1 agosto 2021 e il 31 luglio 2022 c’è stato -ancora- un incremento dei femminicidi: complessivamente sono stati 125 (il 15,7% in più), ovvero il 39,2% del totale degli omicidi volontari. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati 108. Nel totale delle uccisioni 108 sono avvenute in ambito familiare-affettivo, 68 da partner o ex partner.

Bonetti: “Contrasto alla violenza una priorità”

Elena Bonetti
La ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti

A calare, invece, sono le denunce per stalking, 15.817 contro le 18.653 dell’anno precedente, ma aumentano gli ammonimenti del questore 3.100, di cui 1.640 per violenza domestica e diminuiscono i provvedimenti di allontanamento (414). “Il contrasto alla violenza contro le donne è e deve essere una priorità. I dati del Dossier del Viminale presentato oggi ce lo confermano con estrema chiarezza: 125 donne uccise in un anno, più di una ogni tre giorni”. Lo scrive su Facebook la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti. “Il tema della violenza sulle donne non è entrato nel dibattito dei partiti ma sarà con forza nel nostro programma elettorale in virtù delle cose che abbiamo fatto, per la prima volta abbiamo investito nei centri antiviolenza – aggiunge Bonetti a Radio 24-. C’è un rammarico in merito alla legge a firma mia e delle ministre Cartabia e Lamorgese, una legge che finalmente avrebbe dato alle forze dell’ordine e ai magistrati strumenti per difendere le donne vittime di violenza. Tanti femminicidi avrebbero potuto essere evitati con questa legge che è stata bloccata in Parlamento e che a questo punto non potrà essere approvata. Si tratta di una irresponsabilità grave nei confronti delle donne del nostro Paese”. “Il mio impegno personale – ha concluso – è portarla a termine il prima possibile nella prossima legislatura. Non è un punto da bandierina elettorale ma un impegno di responsabilità nei confronti delle donne che meritano di essere protette dalle istituzioni”.

Maggior numero di femminicidi in ambito familiare

femminicidi
Su 125 femminicidi in un anno 108 di questi sono stati compiuti in ambito familiare

Sono 108 su 125 i femminicidi avvenuti in famiglia. Un numero inquietante, che testimonia come l’ambito casalingo, il contesto dove una persona dovrebbe sentirsi più al sicuro, sia molto spesso invece il posto più pericoloso. Un luogo di morte. Dove l’amore per il partner, per il marito, si trasforma improvvisamente in una condanna. Se va bene alla violenza, se va male ad una fine tragica. Si fatica a credere che la persona che ci sta accanto possa all’improvviso mutare comportamento e passare così dall’affetto alle botte, da amico a nemico, scatenando di colpo una violenza verbale mai assaporata prima da chi, stordita dalla feroce novità, la riceve inerme. Si fatica a sentirsi dire “o te ne vai o ti uccido perché questa è casa mia”. Purtroppo, però, accade, e accade spesso. In questi casi c’è ancora possibilità – si fa per dire – di scelta. Scegliere di andarsene, senza più nulla, per tenersi la vita. A volte, invece, chi vuole andarsene per sfuggire la violenza, non può, costretta a restare con il proprio carceriere, rinchiusa, isolata. Infine c’è quel sentimento, quell’amore. Uccise per troppo amore, perché “non potevo stare senza di lei”. Scuse da mostri, che sanno di una disumanità che non possiamo più sopportare. Questi uomini, questi individui che si fanno scudo di un sentimento così profondo, così totale, costoro dell’amore non hanno idea. Non ne hanno ricevuto, non sanno di cosa si tratti. Il possesso non è amore, le donne non sono proprietà di, sono esseri umani. E come tale meritano prima di tutto rispetto: per i loro diritti, per le loro libertà, per la loro integrità. E se c’è spazio per l’amore ben venga. Amore, non morte.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Più di una ogni 3 giorni, a comporre un dossier di sangue e violenza. A Ferragosto il Viminale, come di consueto, ha comunicato i dati emersi in occasione della riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, dai quali emerge una panorama terribile. Il tema, purtroppo, è sempre quello: la violenza sulle donne. Tra l'1 agosto 2021 e il 31 luglio 2022 c'è stato -ancora- un incremento dei femminicidi: complessivamente sono stati 125 (il 15,7% in più), ovvero il 39,2% del totale degli omicidi volontari. Nello stesso periodo dell'anno scorso erano stati 108. Nel totale delle uccisioni 108 sono avvenute in ambito familiare-affettivo, 68 da partner o ex partner.

Bonetti: "Contrasto alla violenza una priorità"

Elena Bonetti
La ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti
A calare, invece, sono le denunce per stalking, 15.817 contro le 18.653 dell'anno precedente, ma aumentano gli ammonimenti del questore 3.100, di cui 1.640 per violenza domestica e diminuiscono i provvedimenti di allontanamento (414). "Il contrasto alla violenza contro le donne è e deve essere una priorità. I dati del Dossier del Viminale presentato oggi ce lo confermano con estrema chiarezza: 125 donne uccise in un anno, più di una ogni tre giorni". Lo scrive su Facebook la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti. "Il tema della violenza sulle donne non è entrato nel dibattito dei partiti ma sarà con forza nel nostro programma elettorale in virtù delle cose che abbiamo fatto, per la prima volta abbiamo investito nei centri antiviolenza - aggiunge Bonetti a Radio 24-. C'è un rammarico in merito alla legge a firma mia e delle ministre Cartabia e Lamorgese, una legge che finalmente avrebbe dato alle forze dell'ordine e ai magistrati strumenti per difendere le donne vittime di violenza. Tanti femminicidi avrebbero potuto essere evitati con questa legge che è stata bloccata in Parlamento e che a questo punto non potrà essere approvata. Si tratta di una irresponsabilità grave nei confronti delle donne del nostro Paese". "Il mio impegno personale - ha concluso - è portarla a termine il prima possibile nella prossima legislatura. Non è un punto da bandierina elettorale ma un impegno di responsabilità nei confronti delle donne che meritano di essere protette dalle istituzioni".

Maggior numero di femminicidi in ambito familiare

femminicidi
Su 125 femminicidi in un anno 108 di questi sono stati compiuti in ambito familiare
Sono 108 su 125 i femminicidi avvenuti in famiglia. Un numero inquietante, che testimonia come l'ambito casalingo, il contesto dove una persona dovrebbe sentirsi più al sicuro, sia molto spesso invece il posto più pericoloso. Un luogo di morte. Dove l'amore per il partner, per il marito, si trasforma improvvisamente in una condanna. Se va bene alla violenza, se va male ad una fine tragica. Si fatica a credere che la persona che ci sta accanto possa all’improvviso mutare comportamento e passare così dall'affetto alle botte, da amico a nemico, scatenando di colpo una violenza verbale mai assaporata prima da chi, stordita dalla feroce novità, la riceve inerme. Si fatica a sentirsi dire "o te ne vai o ti uccido perché questa è casa mia". Purtroppo, però, accade, e accade spesso. In questi casi c'è ancora possibilità - si fa per dire - di scelta. Scegliere di andarsene, senza più nulla, per tenersi la vita. A volte, invece, chi vuole andarsene per sfuggire la violenza, non può, costretta a restare con il proprio carceriere, rinchiusa, isolata. Infine c'è quel sentimento, quell'amore. Uccise per troppo amore, perché "non potevo stare senza di lei". Scuse da mostri, che sanno di una disumanità che non possiamo più sopportare. Questi uomini, questi individui che si fanno scudo di un sentimento così profondo, così totale, costoro dell’amore non hanno idea. Non ne hanno ricevuto, non sanno di cosa si tratti. Il possesso non è amore, le donne non sono proprietà di, sono esseri umani. E come tale meritano prima di tutto rispetto: per i loro diritti, per le loro libertà, per la loro integrità. E se c'è spazio per l'amore ben venga. Amore, non morte.
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