Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Femminicidi, nasce la commissione bicamerale d’inchiesta. Ma le donne uccise nel 2022 sono già 104

Femminicidi, nasce la commissione bicamerale d’inchiesta. Ma le donne uccise nel 2022 sono già 104

A livello mondiale una vittima ogni 12 minuti. La premier Giorgia Meloni: "Questo tema va affrontato uniti e senza distinzioni"

Ettore Maria Colombo
25 Novembre 2022
Palazzo Chigi illuminato di rosso per dire no alla violenza di genere (Ansa)

Palazzo Chigi illuminato di rosso per dire no alla violenza di genere (Ansa)

Share on FacebookShare on Twitter

La buona notizia è che il Senato ha approvato all’unanimità (139 i voti a favore) il disegno di legge per l’istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta sui femminicidi e su ogni forma di violenza di genere. L’esito del voto, annunciato in aula dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato accompagnato da un applauso dell’Aula. Il passaggio di testimone con la commissione (monocamerale) della precedente legislatura è stato segnato dalla sua ex presidente, la senatrice del Pd, Valeria Valente, che ha tenuto e voluto una importante iniziativa sull’argomento, cui ha partecipato la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dalle Nazioni Unite per il 25 novembre, in un convegno che si è tenuto sempre al Senato. La proposta ha ottenuto 139 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto.

Le parole della Meloni sul “gioco di squadra”

Per Giorgia Meloni quello della violenza contro le donne è un tema che va affrontato “uniti, senza distinzioni“. “Sbaglia chi pensa sia una questione di donne, è essenzialmente una questione di uomini“, ha detto invece il presidente del Senato, Ignazio la Russa. La senatrice Valente, presidente della precedente Commissione monocamerale, ha ricordato che la commissione Affari costituzionali ha approvato all’unanimità il testo unificato per l’istituzione della commissione bicamerale d’inchiesta.
Intervenuta alla presentazione dei risultati della commissione sul femminicidio al Senato, voluta proprio dalla senatrice dem, la premier ha sottolineato che c’è un “passaggio di testimone” come si fa “con i compagni di squadra: mi piace questa immagine perché è una di quelle materie su cui siamo tutti dalla stessa parte: su mille altre tematiche ci possono essere punti diversi ma su questo credo non ci possano essere distinzioni, non tra donne di partiti diversi” ma nemmeno tra “punto di vista degli uomini e delle donne, il problema è di questa società“. Non è materia su cui “ci si può dividere o andare in ordine sparso”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Giorgia Meloni (@giorgiameloni)

Il plauso delle più diverse forze politiche

“Come ha evidenziato nei giorni scorsi il presidente Meloni, il Governo lavorerà per migliorare i protocolli di applicazione del ‘codice rosso’, garantire la certezza della pena e potenziare le misure di protezione delle vittime”, ha commentato il sottosegretario alla Difesa e senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti. Per la presidente del gruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, si tratta di “un impegno che non può e non deve avere appartenenze né colori politici, di fronte al quale non esistono maggioranza e opposizione”. I senatori della Lega in commissione Affari costituzionali sottolineano che “più donne che denunciano significa più donne che possono essere salvate, ma bisogna agire velocemente; per questo la Lega depositerà anche una proposta di legge che permetterà di intervenire in caso di omessa o ritardata applicazione del codice rosso”.
Il voto sulla commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi è “una grande questione politica che impone di cambiare lo sguardo, a partire da quello maschile”, afferma la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi. La presidente di Azione, Mara Carfagna, auspica che “la stessa intesa si possa trovare pure su misure più efficaci di prevenzione, per fermare i violenti prima che colpiscano. Serve innanzitutto l’obbligo di braccialetto elettronico per chi perseguita e mette in pericolo le donne, e la possibilità di fermo ogni volta che si manifesti un concreto rischio di aggressione. Portiamo in aula il pacchetto antiviolenza presentato dal governo nella scorsa legislatura – conclude Carfagna – discutiamone ed emendiamolo col contributo di tutti, ma approviamolo in fretta”.

Su Palazzo Chigi proiettati i nomi di 104 vittime

Palazzo Chigi illuminato di rosso, sulla facciata i nomi delle 104 donne uccise

La ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha ricordato che in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nella sera del 24 novembre, “palazzo Chigi è illuminato di rosso oltre a proiettare i nomi delle 104 vittime di violenza di genere uccise nel 2021″. Giorgia Meloni ha spiegato: “Forse non arriverà un tempo in cui neanche una donna avrà subito violenze, ma possiamo arrivare a un tempo in cui sulla facciata di Palazzo Chigi non dobbiamo pubblicare i nomi di 104 donne uccise in appena un anno. Ogni numero che scenderà sulla facciata di Palazzo Chigi sarà già una nostra piccola vittoria. Dietro ognuno di quei numeri ci sono speranze, affetti, una vita e molte più persone coinvolte. Per questo non va guardato coi numeri ma con gli occhi delle vittime”. Poi, concludendo, ha detto: “Non posso non sentire come donna, come presidente del consiglio donna” l’impegno contro i femminicidi e “come donna, madre e figlia non mandare un pensiero a tutte quelle donne che anche in questo ultimo anno hanno perso la vita: ringrazio il ministro Roccella per questo, Palazzo Chigi sarà illuminato di rosso”.

La relatrice Valente (Pd): “un salto di qualità”

“Ringrazio il Presidente, la conferenza dei capigruppo e tutte le forze politiche” ha spiegato la senatrice Valeria Valente, appassionata femminista, impegnata da sempre sui diritti delle donne ed esponente di punta del Pd, lato sinistra dem, relatrice sulla istituzione della nuova Bicamerale di inchiesta sul femminicidio. “Perché abbiamo l’occasione – ha proseguito – di fare in modo che la celebrazione in quest’Aula del 25 novembre non sia l’ennesima stanca occasione rituale, ma il giorno in cui si dà il primo sì all’istituzione della Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere. Perché ancora una commissione parlamentare di inchiesta? Perché ancora, nonostante un patrimonio normativo corposo, avanzato, solido e che anche negli ultimi anni abbiamo continuato a integrare, tante, troppe donne sono colpite dalla violenza, che prende molte forme diverse. Sono orgogliosa nel dire che al Senato abbiamo lavorato per istituire questa Bicamerale all’unanimità, con un’intesa tra tutte le forze politiche a partire da punti di vista diversi mostrando così, credo, il bel volto della politica”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Valeria Valente (@insta_valeriavalente)

 

“La Bicamerale è un salto di qualità, finora aveva indagato solo il Senato nella XVII legislatura, ma è importante coinvolgere tutto il Parlamento” ha aggiunto la senatrice. “Perché ancora così tanta violenza contro le donne? – ha continuato la Valente – La risposta non può che essere culturale. Siamo immersi in stereotipi e pregiudizi così profondamente radicati in noi stessi che facciamo fatica a riconoscerli, noi come tutti gli operatori della giustizia. Faccio queste considerazioni a partire dal lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nella passata legislatura, che ha provato a scandagliare i diversi aspetti della violenza: abbiamo esaminato 100mila pagine di fascicoli, 2000 fascicoli, fatto 200 audizioni, 117 sedute, 58 uffici presidenza. Abbiamo approvato 13 relazioni e la legge sulle statistiche di genere, fondamentale per avere dati certi sul fenomeno. Soprattutto abbiamo svolto un immane lavoro di dialogo e relazione del mondo che fuori da noi ogni giorno incessantemente lavora per proteggere, accogliere e comprendere le donne: magistratura, avvocatura, polizia, centri antiviolenza, associazioni, psicologi, professionisti della sanità. Con le relazioni abbiamo incalzato le istituzioni e il nostro lavoro, per cui ringrazio tutti i componenti, gli uffici e i professionisti consulenti, i migliori in Italia che hanno lavorato a titolo gratuito, è diventato un punto di riferimento. L’auspicio – ha concluso la Valente – è che si faccia tesoro di questo patrimonio, che non si ricominci da zero”.

La commissione bicamerale e i suoi poteri

Il Ddl approvato, composto da 7 articoli, stabilisce che la commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio sarà composta “da sedici senatori e da sedici deputati”, scelti rispettivamente dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, “in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari”. La commissione potrà avvalersi anche “del lavoro istruttorio e della relazione finale” svolto dalla commissione monocamerale di inchiesta sul femminicidio della precedente legislatura.
La nuova commissione avrà il compito di svolgere indagini “sulle reali dimensioni, condizioni, qualità e cause del femminicidio, inteso come uccisione di una donna, fondata sul genere e, più in generale, di ogni forma di violenza maschile contro le donne”; monitorare la “concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul, 11 maggio 2011)”, e di ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia, “nonché della legislazione nazionale ispirata agli stessi principi”; accertare le “possibili incongruità e carenze della normativa vigente rispetto al fine di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti” e “verificare altresì la possibilità di una rivisitazione sotto il profilo penale della fattispecie riferita alle molestie sessuali, con particolare riferimento a quelle perpetrate in luoghi di lavoro”.

Violenza contro le donne: i dati parlano di 104 vittime 

Tra i compiti della commissione, ancora, c’è quello di accertare il “livello di formazione, di attenzione e la capacità d’intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza”; verificare “l’effettiva realizzazione da parte delle istituzioni di progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, finalizzati all’educazione al rispetto reciproco nelle relazioni tra uomini e donne, come al riconoscimento e al rispetto di tutte le diversità”; analizzare gli “episodi di femminicidio verificatisi a partire dal 2016, per accertare se siano riscontrabili condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico, allo scopo di orientare l’azione di prevenzione” e monitorare “l’effettiva applicazione da parte delle Regioni del Piano antiviolenza e delle linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle vittime di violenza e ai loro parenti fino al terzo grado vittime di violenza assistita”.

La commissione bicamerale dovrà poi proporre interventi normativi e finanziari strutturali, “anche attraverso una revisione del Piano d’azione straordinario, per far sì che tutta la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio nazionale e la predisposizione di percorsi di emancipazione e reinserimento nel mondo del lavoro siano finanziate in modo certo, stabile e costante nel tempo”. Tra gli altri compiti vi è anche quello di monitorare l’attività svolta dai centri antiviolenza operanti sul territorio e “l’effettiva destinazione alle strutture che si occupano della violenza maschile contro le donne” delle risorse stanziate con alcuni provvedimenti. E ancora: proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo “al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto del femminicidio e, più in generale, di ogni forma di violenza maschile contro le donne, nonché di tutelare le vittime delle violenze e gli eventuali minori coinvolti” e valutare iniziative “ai fini della redazione di testi unici in materia, riepilogativi degli assetti normativi dei vari settori di interesse, al fine di migliorare la coerenza e la completezza della regolamentazione”.

I dati davvero drammatici dei femminicidi

La cattiva notizia è che, purtroppo, sono ben 104 le donne che sono state uccise dall’inizio dell’anno in Italia, fino al 20 novembre 2022 (da Guglielmina, soffocata dal marito il 6 gennaio, a Vera, accoltellata a morte dall’ex solo pochi giorni fa). Questo su un totale di 273 omicidi commessi in Italia. Dove si muore di più è proprio in famiglia. Sono 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare. Di questi, 52 hanno visto come carnefice il partner o l’ex. I numeri sono quelli del report diffuso dal Viminale alla vigilia del 25 novembre. Delle 104 vittime, 35 avevano più di 64 anni la maggior parte di loro, secondo i dati Eures. Le morti, nello stesso periodo del 2021, sono state 109. Un lieve calo che non cambia i fatti: le donne continuano ad essere uccise nei palazzi della Roma bene o carbonizzate all’interno di auto in provincia. Solo nell’ultima settimana, 14-20 novembre, gli omicidi in Italia sono stati dieci. Sette vittime erano donne, due sono state uccise da partner o ex. La maggior parte di loro è stata uccisa con coltelli, almeno 37 su 104. Altre 23 con armi da fuoco. E poi ci sono i femminicidi a mani nude (24 le donne uccise in questo modo) e da percosse: otto hanno trovato la morte così. Le ultime tre modalità sono in aumento rispetto allo scorso anno.

Secondo i dati Istat, nel 2021 le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono state 139: 39 uomini e 100 donne di cui il 58,8% è vittima di un partner o di un ex. A livello mondiale, secondo l’Onu, ogni ora più di cinque donne e ragazze trovano la morte in famiglia. Vuol dire un femminicidio ogni dodici minuti. Un problema che non riguarda solo l’Italia: sono state 45mila nel mondo le vittime per mano di mariti, fidanzati o altri parenti, come ha riportato il Guardian.  Secondo “Un Women” i numeri sono “allarmanti” ma il dato potrebbe essere ancora più alto. Inoltre, almeno quattro morti su dieci, nel 2021, non sono state conteggiate nei femminicidi per insufficienza di dati. Nonostante anche in Italia le morti avvengano soprattutto all’interno della famiglia, nel Centro Italia oltre una vittima su quattro è stata uccisa nell’ambito della criminalità comune, come riportato da Eures. Ed è a Roma che si registra il maggior numero di vittime nei primi undici mesi del 2022. Otto le donne uccise nella Capitale. Mentre il Nord si conferma l’area geografica più a rischio con 56 morti: il 53,8% delle vittime di femminicidio è nel Settentrione del Paese. Segue il Sud con 30 morti e il Centro con 18, spiega ancora il rapporto Eures che traccia l’identikit degli autori di femminicidi: in oltre nove casi su dieci sono, purtroppo, uomini.

 

Potrebbe interessarti anche

Margherita Laterza (Instagram)
Spettacolo

Uomini e donne a molestie invertite: cosa succederebbe? Il monologo di Margherita Laterza a “Le Iene”

25 Gennaio 2023
Peter Davies aiuta un bambino a leggere (Cheshire live)
Lifestyle

Il veterano di 100 anni che insegna a leggere ai bambini: “Così mi sento parte della comunità”

24 Gennaio 2023
Diletta Giaquinto, autrice del libro "Lasciati travolgere dal meglio"
Lifestyle

La crisi sociale (e le sue vie d’uscita) secondo la millennial Diletta Giaquinto

22 Gennaio 2023

Instagram

  • Avete mai pensato a come fare quando siete in una foresta, in montagna o in una spiaggia solitaria, lontane da tutti, completamente immerse nella natura, ma avete il ciclo? 

🟪 A questa eventualità ha risposto una ragazza scozzese, che ha sviluppato un kit mestruale portatile da usare all’aperto quando non esistono i servizi igienici o non c’è accesso alle toilette. Erin Reid, 25 anni, ha concepito l’idea quando ha affrontato il cammino di 96 miglia (154 km) della West Highland Way da Milngavie, vicino a Glasgow, a Fort William. Ispirata dalle sue esperienze racconta: 

🗣“Ho avuto le mestruazioni per tutto il tempo ed è stata una vera seccatura Il mio obiettivo è quello di risolvere il problema e dare alle persone la possibilità di uscire all’aria aperta quando hanno le mestruazioni”. Secondo Erin, le donne che si trovano in luoghi isolati potrebbero correre il rischio di infezioni del tratto urinario, shock tossico o infertilità a causa della scarsa igiene, quando non c’è accesso a bagni, impianti per lavarsi le mani o luoghi per smaltire i prodotti sanitari usati.

La ragazza ha dichiarato che il suo kit è pensato per chi pratica l’escursionismo, il kayak e per il personale militare, ma ha spiegato che, grazie anche al design a forma di fiaschetta, potrebbe interessare persino il pubblico femminile dei festival all’aperto, preoccupati di utilizzare i bagni chimici. Il kit contiene: una coppetta mestruale riutilizzabile, salviette antibatteriche, che consentono di pulire la coppetta in viaggio e un semplice erogatore che può essere utilizzato anche senza avere le mani pulite, quindi in situazioni in cui non è possibile accedere a servizi igienici o all’acqua corrente. 

L’ex studentessa della Napier University, laureata in Design del Prodotto, spera ora di lanciare il prodotto nel 2024: appassionata escursionista e ciclista è ora alla ricerca di finanziamenti per portare sul mercato il suo kit per l’igiene mestruale LU Innovations. Che è stato sviluppato con il sostegno di Converge, società di supporto per le università e gli istituti di ricerca che lavorano su nuovi prototipi.

#lucenews #mestruazioni #kitmestruale #ciclomestruale #designdelprodotto
  • “Ho fatto un film artigianale, maldestramente ispirato a una lettera di Elsa Morante, e dedicato a tutte le ‘cattive ragazze’, che cattive non sono, e che lottano in tutto il mondo: dall’Iran all’Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria”.

Il corto “Le Pupille” di Alice Rohrwcher ha ricevuto ieri, 24 gennaio, una nomination agli Oscar per il miglior Live Action Short. La cerimonia finale si terrà a Los Angeles il 12 marzo.

La reazione e la gioia delle piccole protagoniste, della troupe e della regista✨

#lucenews #lucelanazione #lepupille #oscar2023
  • C’è anche un film italiano in corsa per gli Oscar. 

È il cortometraggio "Le pupille" diretto da Alice Rohrwacher, regista quarantunenne nata in Toscana, cresciuta nella campagna umbra, regista "artigianale", autodidatta, i cui film hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Le pupille è prodotto dal regista premio Oscar Alfonso Cuarón, ed è entrato nella cinquina delle pellicole in corsa per l’Oscar del Miglior cortometraggio.

"Dedico questa nomination alle “bambine cattive“, che cattive non sono affatto, e che sono in lotta ovunque nel mondo: in Iran, in Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria. Mi auguro che, come nel mio cortometraggio, possano rompere la torta e condividerla fra loro". 

Si parla, infatti, nel film, di una torta. E di costrizioni, divieti, imposizioni, rigide regole da sovvertire. Il film prende spunto, dice la regista, da una lettera che nel dicembre 1971 la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi.

Nella lettera, la Morante racconta una storia avvenuta in un collegio di preti, negli anni del fascismo. Una decina di ragazzi si preparano al pranzo di Natale, scoprendo che a chiudere il pasto c’è un’enorme zuppa inglese. Ma il priore li invita a "fare un fioretto" a Gesù Bambino, rinunciando alla loro fetta di dolce. Qualcuno si ribellerà: un "bimbo cattivo". La lettera è pubblicata, col titolo di Pranzo di Natale, per le edizioni milanesi Henry Beyle, nel 2014.

Invitata da Cuarón a prendere parte a un progetto di corti per Disney+, Alice Rohrwacher ha scelto questa storia. Ma con un radicale cambiamento: ha trasformato i ragazzi in ragazzine, in "pupille", piccole orfane ospitate dalle suore. L’intransigente priora è interpretata dalla sorella della regista, Alba Rohrwacher. A portare la torta in convento è una eccentrica nobildonna che chiede – in cambio del dono – di pregare per l’uomo che la ha tradita e abbandonata.

È la prima volta, invece, che la regista riceve una nomination agli Oscar, e lo fa con una fiaba anarchica, un Canto di Natale "in rosa", rivoluzionario e al femminile.

L
  • Messaggi osceni, allusioni, avances in ufficio e ricatti sessuali. La forma più classica del sopruso in azienda, unita ai nuovi strumenti tecnologici nelle mani dei molestatori. Il movimento Me Too, nel 2017, squarciò il velo di silenzio sulle molestie sessuali subite dalle donne nel mondo del cinema e poi negli altri luoghi di lavoro. Cinque anni dopo, con in mezzo la pandemia che ha terremotato il mondo del lavoro, le donne continuano a subire abusi, che nella maggior parte dei casi restano nell’ombra.

«Sono pochissime le donne che denunciano – spiega Roberta Vaia, della segreteria milanese della Cisl – e nei casi più gravi preferiscono lasciare il lavoro. Il molestatore andrebbe allontanato dalla vittima ma nei contratti collettivi dei vari settori non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing».

Un quadro sconfortante che emerge anche da una rilevazione realizzata dalla Cisl Lombardia, nel corso del 2022, su lavoratrici di diversi settori, attraverso un sondaggio distribuito in fabbriche, negozi e uffici della regione. Sono seimila le donne che hanno partecipato all’indagine, e il 44% ha dichiarato di aver subìto molestie o di «esserne stata testimone» nel corso della sua vita lavorativa.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.404.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine: appena lo 0,7% delle vittime.

✍🏻di Andrea Gianni

#lucenews #istat #donne #molestie #lavoro #diritti
La buona notizia è che il Senato ha approvato all'unanimità (139 i voti a favore) il disegno di legge per l'istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta sui femminicidi e su ogni forma di violenza di genere. L'esito del voto, annunciato in aula dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato accompagnato da un applauso dell'Aula. Il passaggio di testimone con la commissione (monocamerale) della precedente legislatura è stato segnato dalla sua ex presidente, la senatrice del Pd, Valeria Valente, che ha tenuto e voluto una importante iniziativa sull’argomento, cui ha partecipato la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dalle Nazioni Unite per il 25 novembre, in un convegno che si è tenuto sempre al Senato. La proposta ha ottenuto 139 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto.

Le parole della Meloni sul “gioco di squadra”

Per Giorgia Meloni quello della violenza contro le donne è un tema che va affrontato "uniti, senza distinzioni". "Sbaglia chi pensa sia una questione di donne, è essenzialmente una questione di uomini", ha detto invece il presidente del Senato, Ignazio la Russa. La senatrice Valente, presidente della precedente Commissione monocamerale, ha ricordato che la commissione Affari costituzionali ha approvato all'unanimità il testo unificato per l'istituzione della commissione bicamerale d'inchiesta. Intervenuta alla presentazione dei risultati della commissione sul femminicidio al Senato, voluta proprio dalla senatrice dem, la premier ha sottolineato che c'è un "passaggio di testimone" come si fa "con i compagni di squadra: mi piace questa immagine perché è una di quelle materie su cui siamo tutti dalla stessa parte: su mille altre tematiche ci possono essere punti diversi ma su questo credo non ci possano essere distinzioni, non tra donne di partiti diversi" ma nemmeno tra "punto di vista degli uomini e delle donne, il problema è di questa società". Non è materia su cui "ci si può dividere o andare in ordine sparso".
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da Giorgia Meloni (@giorgiameloni)

Il plauso delle più diverse forze politiche

"Come ha evidenziato nei giorni scorsi il presidente Meloni, il Governo lavorerà per migliorare i protocolli di applicazione del 'codice rosso', garantire la certezza della pena e potenziare le misure di protezione delle vittime", ha commentato il sottosegretario alla Difesa e senatrice di Fratelli d'Italia, Isabella Rauti. Per la presidente del gruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, si tratta di "un impegno che non può e non deve avere appartenenze né colori politici, di fronte al quale non esistono maggioranza e opposizione". I senatori della Lega in commissione Affari costituzionali sottolineano che "più donne che denunciano significa più donne che possono essere salvate, ma bisogna agire velocemente; per questo la Lega depositerà anche una proposta di legge che permetterà di intervenire in caso di omessa o ritardata applicazione del codice rosso". Il voto sulla commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi è "una grande questione politica che impone di cambiare lo sguardo, a partire da quello maschile", afferma la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi. La presidente di Azione, Mara Carfagna, auspica che "la stessa intesa si possa trovare pure su misure più efficaci di prevenzione, per fermare i violenti prima che colpiscano. Serve innanzitutto l'obbligo di braccialetto elettronico per chi perseguita e mette in pericolo le donne, e la possibilità di fermo ogni volta che si manifesti un concreto rischio di aggressione. Portiamo in aula il pacchetto antiviolenza presentato dal governo nella scorsa legislatura - conclude Carfagna - discutiamone ed emendiamolo col contributo di tutti, ma approviamolo in fretta".

Su Palazzo Chigi proiettati i nomi di 104 vittime

Palazzo Chigi illuminato di rosso, sulla facciata i nomi delle 104 donne uccise
La ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha ricordato che in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, nella sera del 24 novembre, "palazzo Chigi è illuminato di rosso oltre a proiettare i nomi delle 104 vittime di violenza di genere uccise nel 2021". Giorgia Meloni ha spiegato: "Forse non arriverà un tempo in cui neanche una donna avrà subito violenze, ma possiamo arrivare a un tempo in cui sulla facciata di Palazzo Chigi non dobbiamo pubblicare i nomi di 104 donne uccise in appena un anno. Ogni numero che scenderà sulla facciata di Palazzo Chigi sarà già una nostra piccola vittoria. Dietro ognuno di quei numeri ci sono speranze, affetti, una vita e molte più persone coinvolte. Per questo non va guardato coi numeri ma con gli occhi delle vittime". Poi, concludendo, ha detto: "Non posso non sentire come donna, come presidente del consiglio donna" l'impegno contro i femminicidi e "come donna, madre e figlia non mandare un pensiero a tutte quelle donne che anche in questo ultimo anno hanno perso la vita: ringrazio il ministro Roccella per questo, Palazzo Chigi sarà illuminato di rosso".

La relatrice Valente (Pd): “un salto di qualità”

“Ringrazio il Presidente, la conferenza dei capigruppo e tutte le forze politiche" ha spiegato la senatrice Valeria Valente, appassionata femminista, impegnata da sempre sui diritti delle donne ed esponente di punta del Pd, lato sinistra dem, relatrice sulla istituzione della nuova Bicamerale di inchiesta sul femminicidio. "Perché abbiamo l'occasione - ha proseguito - di fare in modo che la celebrazione in quest'Aula del 25 novembre non sia l'ennesima stanca occasione rituale, ma il giorno in cui si dà il primo sì all'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere. Perché ancora una commissione parlamentare di inchiesta? Perché ancora, nonostante un patrimonio normativo corposo, avanzato, solido e che anche negli ultimi anni abbiamo continuato a integrare, tante, troppe donne sono colpite dalla violenza, che prende molte forme diverse. Sono orgogliosa nel dire che al Senato abbiamo lavorato per istituire questa Bicamerale all'unanimità, con un'intesa tra tutte le forze politiche a partire da punti di vista diversi mostrando così, credo, il bel volto della politica”.
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da Valeria Valente (@insta_valeriavalente)

  “La Bicamerale è un salto di qualità, finora aveva indagato solo il Senato nella XVII legislatura, ma è importante coinvolgere tutto il Parlamento” ha aggiunto la senatrice. “Perché ancora così tanta violenza contro le donne? - ha continuato la Valente - La risposta non può che essere culturale. Siamo immersi in stereotipi e pregiudizi così profondamente radicati in noi stessi che facciamo fatica a riconoscerli, noi come tutti gli operatori della giustizia. Faccio queste considerazioni a partire dal lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nella passata legislatura, che ha provato a scandagliare i diversi aspetti della violenza: abbiamo esaminato 100mila pagine di fascicoli, 2000 fascicoli, fatto 200 audizioni, 117 sedute, 58 uffici presidenza. Abbiamo approvato 13 relazioni e la legge sulle statistiche di genere, fondamentale per avere dati certi sul fenomeno. Soprattutto abbiamo svolto un immane lavoro di dialogo e relazione del mondo che fuori da noi ogni giorno incessantemente lavora per proteggere, accogliere e comprendere le donne: magistratura, avvocatura, polizia, centri antiviolenza, associazioni, psicologi, professionisti della sanità. Con le relazioni abbiamo incalzato le istituzioni e il nostro lavoro, per cui ringrazio tutti i componenti, gli uffici e i professionisti consulenti, i migliori in Italia che hanno lavorato a titolo gratuito, è diventato un punto di riferimento. L'auspicio - ha concluso la Valente - è che si faccia tesoro di questo patrimonio, che non si ricominci da zero”.

La commissione bicamerale e i suoi poteri

Il Ddl approvato, composto da 7 articoli, stabilisce che la commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio sarà composta “da sedici senatori e da sedici deputati”, scelti rispettivamente dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, “in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari”. La commissione potrà avvalersi anche “del lavoro istruttorio e della relazione finale” svolto dalla commissione monocamerale di inchiesta sul femminicidio della precedente legislatura. La nuova commissione avrà il compito di svolgere indagini “sulle reali dimensioni, condizioni, qualità e cause del femminicidio, inteso come uccisione di una donna, fondata sul genere e, più in generale, di ogni forma di violenza maschile contro le donne”; monitorare la “concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul, 11 maggio 2011)”, e di ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia, “nonché della legislazione nazionale ispirata agli stessi principi”; accertare le “possibili incongruità e carenze della normativa vigente rispetto al fine di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti” e “verificare altresì la possibilità di una rivisitazione sotto il profilo penale della fattispecie riferita alle molestie sessuali, con particolare riferimento a quelle perpetrate in luoghi di lavoro”.
Violenza contro le donne: i dati parlano di 104 vittime 
Tra i compiti della commissione, ancora, c'è quello di accertare il “livello di formazione, di attenzione e la capacità d'intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza”; verificare “l'effettiva realizzazione da parte delle istituzioni di progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, finalizzati all'educazione al rispetto reciproco nelle relazioni tra uomini e donne, come al riconoscimento e al rispetto di tutte le diversità”; analizzare gli “episodi di femminicidio verificatisi a partire dal 2016, per accertare se siano riscontrabili condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico, allo scopo di orientare l'azione di prevenzione” e monitorare “l'effettiva applicazione da parte delle Regioni del Piano antiviolenza e delle linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle vittime di violenza e ai loro parenti fino al terzo grado vittime di violenza assistita”. La commissione bicamerale dovrà poi proporre interventi normativi e finanziari strutturali, “anche attraverso una revisione del Piano d'azione straordinario, per far sì che tutta la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio nazionale e la predisposizione di percorsi di emancipazione e reinserimento nel mondo del lavoro siano finanziate in modo certo, stabile e costante nel tempo”. Tra gli altri compiti vi è anche quello di monitorare l'attività svolta dai centri antiviolenza operanti sul territorio e “l'effettiva destinazione alle strutture che si occupano della violenza maschile contro le donne” delle risorse stanziate con alcuni provvedimenti. E ancora: proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo “al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto del femminicidio e, più in generale, di ogni forma di violenza maschile contro le donne, nonché di tutelare le vittime delle violenze e gli eventuali minori coinvolti” e valutare iniziative “ai fini della redazione di testi unici in materia, riepilogativi degli assetti normativi dei vari settori di interesse, al fine di migliorare la coerenza e la completezza della regolamentazione”.

I dati davvero drammatici dei femminicidi

La cattiva notizia è che, purtroppo, sono ben 104 le donne che sono state uccise dall'inizio dell'anno in Italia, fino al 20 novembre 2022 (da Guglielmina, soffocata dal marito il 6 gennaio, a Vera, accoltellata a morte dall'ex solo pochi giorni fa). Questo su un totale di 273 omicidi commessi in Italia. Dove si muore di più è proprio in famiglia. Sono 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare. Di questi, 52 hanno visto come carnefice il partner o l'ex. I numeri sono quelli del report diffuso dal Viminale alla vigilia del 25 novembre. Delle 104 vittime, 35 avevano più di 64 anni la maggior parte di loro, secondo i dati Eures. Le morti, nello stesso periodo del 2021, sono state 109. Un lieve calo che non cambia i fatti: le donne continuano ad essere uccise nei palazzi della Roma bene o carbonizzate all'interno di auto in provincia. Solo nell'ultima settimana, 14-20 novembre, gli omicidi in Italia sono stati dieci. Sette vittime erano donne, due sono state uccise da partner o ex. La maggior parte di loro è stata uccisa con coltelli, almeno 37 su 104. Altre 23 con armi da fuoco. E poi ci sono i femminicidi a mani nude (24 le donne uccise in questo modo) e da percosse: otto hanno trovato la morte così. Le ultime tre modalità sono in aumento rispetto allo scorso anno. Secondo i dati Istat, nel 2021 le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono state 139: 39 uomini e 100 donne di cui il 58,8% è vittima di un partner o di un ex. A livello mondiale, secondo l'Onu, ogni ora più di cinque donne e ragazze trovano la morte in famiglia. Vuol dire un femminicidio ogni dodici minuti. Un problema che non riguarda solo l'Italia: sono state 45mila nel mondo le vittime per mano di mariti, fidanzati o altri parenti, come ha riportato il Guardian.  Secondo "Un Women" i numeri sono "allarmanti" ma il dato potrebbe essere ancora più alto. Inoltre, almeno quattro morti su dieci, nel 2021, non sono state conteggiate nei femminicidi per insufficienza di dati. Nonostante anche in Italia le morti avvengano soprattutto all'interno della famiglia, nel Centro Italia oltre una vittima su quattro è stata uccisa nell'ambito della criminalità comune, come riportato da Eures. Ed è a Roma che si registra il maggior numero di vittime nei primi undici mesi del 2022. Otto le donne uccise nella Capitale. Mentre il Nord si conferma l'area geografica più a rischio con 56 morti: il 53,8% delle vittime di femminicidio è nel Settentrione del Paese. Segue il Sud con 30 morti e il Centro con 18, spiega ancora il rapporto Eures che traccia l'identikit degli autori di femminicidi: in oltre nove casi su dieci sono, purtroppo, uomini.  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto