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"Italia, cosa sarà?": il festival delle città di Ali e il suo ruolo per la pace e a difesa dei comuni

Parla a Luce! il direttore generale Valerio Lucciarini De Vincenzi: "Una manifestazione di livello assoluto che nasce per creare uno spazio di confronto tra Governo, Regioni, Comuni"

di ETTORE MARIA COLOMBO -
11 ottobre 2022
sindaciStipendi

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È un classico del dibattito pubblico italiano. Siamo arrivati all’edizione 2022 (la numero quattro) del Festival delle Città di Ali che quest’anno si intitola "L’Italia, cosa sarà?", è dedicato a Lucio Dalla. La kermesse si tiene a Roma presso il Pio Sodalizio dei Piceni, in piazza San Salvatore in Lauro: si apre oggi, martedì 11, alle ore 10.30 e si chiuderà giovedì 13, ore 13. Sarà il primo importante momento di dibattito dopo le elezioni, all’insediamento del nuovo Parlamento e in vista della formazione del nuovo governo. Centinaia di sindaci italiani e amministratori locali si confronteranno col mondo della politica, delle istituzioni, del lavoro, del giornalismo e della cultura e della società. (Iscriviti qui:https://forms.gle/x9gCRAmiM6MsGTU27 / A questo link trovate tutte le info sul Festival: https://www.festivaldellecitta.it).

"L'Italia, cosa sarà?" è il titolo dell'edizione 2022 del Festival delle città di ALI

Chi è Vincenzo Lucciarini De Vincenzi

Presidente di Ali è il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, esponente del Pd, ma qui a Luce! parla Valerio Lucciarini De Vincenzi, direttore generale e tesoriere di Ali. Marchigiano, già sindaco di Offida, mente raffinata e brillante, totus politicus, uomo macchina, De Vincenzi è il 'Lothar' di Ricci e un uomo appassionato e dotato di senso dello humor e di passione civile. La guerra in Ucraina continua. La resistenza contrattacca e, nonostante i referendum illegali di Mosca, la Russia è in forte difficoltà. I governi dell'Ue e anche l'Italia continuano a mandare armi e rifornimenti. È giusto? "È giusto stare dalla parte di quei cittadini e delle sue rappresentanze istituzionali che, una mattina, si sono ritrovate attaccate militarmente dalle milizie di un altro Paese, invadendo la loro vita, mortificando le loro libertà. È giusto tanto più per l’Italia, per la nostra storia passata. Credo che sia giusto farlo anche compartecipando a sostenere lo Stato ucraino invaso, fornendo ogni forma di contributo utile che sia di supporto della Resistenza. Senza le armi, la Resistenza Italiana non sarebbe mai esistita e oggi non celebreremo il 25 aprile. È la guerra una condizione da evitare, condannare e, purtroppo, in cui si è costretti a fronteggiare con gli strumenti che il nemico utilizza, al fine di non essere soppressi". Ali ha una storica tradizione pacifista e dunque è legittimo e normale che partecipi alle manifestazioni pacifiste, ma non si rischia così di indebolire la posizione dell’Ucraina e darla vinta ai neutralisti italiani attuali e filo-russi? "Assolutamente no. Si può sostenere, per le ragioni più ovvie e giuste, l’Ucraina, come si sta facendo, ma allo stesso tempo chiedendo la pace perché quella deve essere la destinazione finale. La Lega delle Autonomie ha sempre avuto questo tratto identitario di sensibilità, che va rilanciato, va reiterato, ogni qualvolta ci si ritrovi in una condizione di conflitto bellico. Questa guerra si sviluppa al centro dell'Europa, ci coinvolge tutti, direttamente e indirettamente e tutti dobbiamo lavorare per una pace compiuta. Manifestare per la Pace è sempre una opportunità di emancipazione collettiva. E noi lo faremo, scendendo in piazza ai primi di novembre, insieme a molte altre associazioni pacifiste".

La ministra dell'Interno Lamorgese al Festival delle città 2021

Veniamo al tema del caro bollette, energia, luce e gas. Non solo molte famiglie italiane sono in difficoltà, ma anche molti comuni. In modo provocatorio, alcuni spengono le luci. Come si può e deve affrontare il problema? "La situazione è drammatica. I comuni si ritrovano una situazione di bilancio disastrata che, se non troverà risposta adeguata da parte del governo, metterà a serio rischio i servizi fondamentali per i cittadini: la tenuta delle politiche sociali, gli interventi di manutenzione ordinaria del patrimonio pubblico, le attività culturali e le iniziative di promozione turistica, le campagne e le azioni per la sostenibilità. Spegnere le luci ha poco senso, diciamoci la verità, per due ordini di ragioni. La prima: oltre il danno si determinerebbe la beffa, rendendo meno sicure le aree interessate dallo spegnimento; due: se si fa una valutazione analitica e di merito sui numeri ci si accorge che, spegnendo i lampioni, non si riesce comunque a supplire alla voce di risparmio poiché è minimale. Per risolvere la situazione ci sono solo due modi: una iniziativa della Ue per il disallineamento del costo del gas e dell’energia elettrica e, quindi, una soluzione strutturale a protezione delle famiglie, delle imprese e degli enti locali. Oppure una iniziativa straordinaria che riesca ad ottemperare immediatamente a tali perdite di risorse, che copra le uscite. Individuare e deliberare queste modalità spetta al governo". Cosa vi aspettate faccia il governo, per di più un governo di destra guidato dalla Meloni? Avrete un atteggiamento pregiudizievole, in negativo? "Ci aspettiamo che il governo apra subito il dossier sul caro bollette e sull’inflazione e decida quale piattaforma risolutiva deve essere messa in campo. Avere un atteggiamento pregiudizievole e negativo è sempre un errore e non è il modo con cui esercitare il dovere di rappresentanza della nostra associazione: lo escludo, senza esitazione". Ali non è l'Anci e conta una tradizione di sinistra centenaria, ma è giusto porsi in contrasto al governo a prescindere? "Non solo non è giusto ma non sarebbe neanche serio. Rappresentiamo una realtà che, è vero, ha una platea di enti associati di larga espressione progressista e riformista, ma abbiamo anche centinaia di comuni di mero orientamento civico e qualche realtà anche di sensibilità politica opposta. Inoltre, io penso che Voltaire avesse ragione nel dire che 'I pregiudizi sono ciò che gli sciocchi usano per ragionare'. Noi vogliamo ragionare con il governo e, soprattutto, non ci riteniamo sciocchi per cui il nostro atteggiamento sarà lineare, come sempre, a difesa degli enti locali, a partire dai comuni più piccoli che rappresentano circa il 60% dei nostri aderenti. Ci tengo a dire che ALI si è sempre contraddistinta con questo atteggiamento, anche con Governi politicamente più orientati. Un esempio? La nostra protesta sulla riforma del TUEL, iniziata tre anni fa, ma che in tre anni non è mai stata portata sul tavolo del Consiglio dei Ministri dei diversi governi che si sono succeduti in questi anni (governo Conte I, Conte II, Draghi) facendo perdere tempo al necessario nuovo assetto delle istituzioni sul territorio, ha trovato la nostra critica ferma, determinata e continua. Siamo stati l'unica realtà a farlo in modo netto, deciso e lo abbiamo fatto pubblicamente”.

Valerio Lucciarini De Vincenzi, direttore generale e tesoriere di ALI

Il presidente di Ali, Matteo Ricci, si candida a segretario del Pd. Cosa farà Ali? Scenderà in campo con tutto il suo peso a suo favore? "ALI è un’associazione autonoma rispetto ai partiti e rispetto a tutti i partiti. La sua indipendenza è sancita dal proprio statuto, una carta con precetti chiari e inconfutabili. Questo approccio costituente ci vieta, opportunamente, di essere strumento di qualsivoglia percorso politico, a servizio di un partito o dell’altro. Sono il legale rappresentante di Ali e, in quanto tale, il mio dovere è tutelare tale principio di indipendenza senza cui saremmo un’altra cosa. Fa comunque piacere che il nostro Presidente possa essere soggetto protagonista della storia politica del nostro Paese: significa che abbiamo un rappresentante forte e autorevole che riesce a svolgere un ruolo significativo per la nostra associazione separandolo da un’attività politica legittima ma personale e non dell’associazione". La sinistra ha perso e malamente. Il Pd pure. Cosa fare per ricostruire un fronte di centrosinistra e a chi guardare, cioè a quali alleanze? Centro e Terzo polo o M5S? "Per i motivi sopra esposti, e per quello che rappresento rispondendo alle domande di questa intervista, mi astengo, in questa sede, di fare considerazioni politiche su uno schieramento. Mi limito a dire che il nostro Paese ha bisogno di un’area riformista autorevole e capace, in grado di rappresentare tanti elettori che non riescono a ritrovarsi in uno scombinato panorama riformista e progressista che parla molto a sé stesso e poco ai cittadini. È necessario, un panorama riformista, per irrobustire una democrazia compiuta". Ci può spiegare il perché del Festival delle Città di quest’anno, a chi e quali temi è dedicato, il ruolo di Ali nel dibattito pubblico? "Il Festival delle Città è una manifestazione di livello assoluto che nasce per creare uno spazio di confronto e di dibattito tra il Governo, le Regioni, i Comuni. Quest’anno non nego sia stato davvero tutto molto complicato: abbiamo dovuto spostare di due settimane l’evento, a causa delle elezioni politiche anticipate, che hanno ‘occupato’ le nostre consuete date (fine settembre). Per lo stesso motivo, è stato molto difficile costruire un programma senza avere, di fatto, un Governo compiutamente in carica, con il quale abbiamo sempre ragionato proprio perché puntiamo ad attivare una interlocuzione pubblica rispetto alla Legge di Bilancio che si discute alla ripresa autunnale delle attività politiche. Nonostante tutto questo siamo riusciti, grazie ad una squadra eccellente, piccola ma di altissima qualità, a costruire un Festival straordinario, con le rappresentanze istituzionali e politiche più rappresentative d’Italia. Credo che molti dei relatori che interverranno, tempo una quindicina di giorni, siederanno sugli scranni del Consiglio dei Ministri. Per quanto riguarda il nostro ruolo nel dibattito pubblico continueremo ad essere ciò che siamo: un’associazione che ispira la propria iniziativa al riordino degli enti locali, alla riforma della pubblica amministrazione, al rinnovamento e all’efficacia dello stato sociale, ai principi della partecipazione democratica dei cittadini e delle loro organizzazioni politiche e sociali, alla definizione delle scelte di governo; allo sviluppo e al riequilibrio economico, sociale e territoriale tra aree forti e aree svantaggiate, in particolare del Mezzogiorno; alla difesa, alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e culturale del Paese; alla tutela dei diritti di cittadinanza e delle pari opportunità; al diritto alla sicurezza. Noi siamo questo e continueremo ad esserlo in futuro".