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Home » Attualità » Figli di separati, a tutela dei minori c’è l’arbitro che aiuta i genitori

Figli di separati, a tutela dei minori c’è l’arbitro che aiuta i genitori

In Italia già 2mila famiglie sono ricorse a questa figura che affianca mamme e papà separati nelle scelte come scuole da frequentare, visite mediche e sport

Maurizio Costanzo
27 Aprile 2023
figli-separati-arbitro-genitori

Disagio giovanile: secondo l’Associazione Coordinazione Genitoriale Sistemica-Acoges in Italia 2000 famiglie ricorrono all’arbitro che si occupa del benessere dei figli

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Figli di separati e famiglie in crisi: in Italia è forte l’allarme per il disagio giovanile. Che sempre più ragazzi abbiano risentito degli effetti psicologici della pandemia, è un dato di fatto. Da più parti è stato segnalato un allarmante aumento di accessi al pronto soccorso e di ricoveri di ragazzi e ragazze in stato di sofferenza psicologica acuto.

Come se non bastasse, anche in Italia è in forte crescita il fenomeno dei Neet, ossia dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in percorsi di istruzione e formazione, né in un’attività lavorativa.

E nonostante l’allentamento delle misure relative alla situazione pandemica, tra i giovani continua ad essere forte l’allarme per disagi o problemi psicologici come ansia, calo d’umore, chiusura emotiva, rabbia, aggressività.

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Il disagio profondo causato negli adolescenti dalla pandemia prima e dalla guerra poi li ha spinti a rifugiarsi nel mondo virtuale, accrescendo però problemi già esistentii

In Italia 2000 famiglie ricorrono all’arbitro che si occupa del benessere dei figli

Non solo la pandemia, ad aggravare la situazione sono anche i divorzi, di cui inevitabilmente i figli risentono. Per evitare che siano loro a pagare le conseguenze di una difficile situazione tra i coniugi, si ricorre sempre più alla figura di un arbitro, al quale, In Italia, si sono già rivolte 2mila famiglie.

Si tratta di un aiuto ai genitori separati su scelte come scuole da frequentare, visite mediche e sport.

Ma non solo. Principalmente sono chiamati in causa quando ci sono situazioni familiari tese, divorzi o separazioni, e il loro compito è quello di cercare di appianare i conflitti, aiutando padre e madre nel loro ruolo di genitori, con l’obiettivo di salvaguardare il benessere dei figli.

I dati sul nuovo fenomeno della coordinazione genitoriale

figli-separati-arbitro-genitori
Secondo l’Associazione Coordinazione Genitoriale Sistemica-Acoges in Italia 2000 famiglie ricorrono all’arbitro che si occupa del benessere dei figli

I “coordinatori genitoriali” sono dei professionisti specificatamente formati allo scopo di risolvere le controversie familiari. Nella pratica, il loro compito è fare da raccordo fra operatori del sistema socio-sanitario, insegnanti, referenti delle attività extra-scolastiche dei bambini e, insieme gli avvocati delle parti, coadiuvare i genitori nelle scelte in tema di salute, educazione, formazione dei figli.

Percorsi di questo tipo In Italia, nel 2022, ne sono avviati circa 2000. È quanto emerge dalle stime dell’Associazione Coordinazione Genitoriale Sistemica-Acoges che ha sede a Empoli, prima associazione iscritta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ elenco delle associazioni professionali L. 4/2013 , autorizzate a tenere gli elenchi dei professionisti.

Come funziona la ‘coordinazione genitoriale’

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Conny Leporatti, presidente Associazione coordinazione genitoriale sistemica

Può essere la famiglia a decidere la ‘coordinazione genitoriale’, oppure può essere disposta dal Tribunale, come previsto dalla Riforma Cartabia. Il coordinamento interviene quando il percorso di separazione è già avviato, e tuttavia sorgono conflitti molto forti e i genitori non riescono a rispettare gli accordi sottoscritti o i dispositivi del Tribunale.

“La conflittualità tra genitori, nel momento della separazione o del divorzio – spiega Conny Leporatti, presidente di Acoges – ricade inevitabilmente sui figli, e può portare a una sofferenza che si manifesta con disagi, paure, rabbia, ostilità, problemi affettivi. Il coordinatore genitoriale lavora per evitarlo, mettendo al centro il benessere psicofisico dei minori e aiutando i genitori a fare altrettanto”.

Chi può diventare un ‘coordinatore genitoriale’

In coordinazione genitoriale possono formarsi non solo avvocati, assistenti sociali e psicologi. Ma anche laureati in materie umanistiche, scienze sociali, sociologia, giurisprudenza, pedagogia, scienze dell’educazione, scienze della formazione o similari.

Oppure medici, educatori o similari, mediatori familiari. Il coordinatore è chiamato a coadiuvare i genitori nelle scelte per visite mediche, colloqui psicologici, la scuola da frequentare, le ripetizioni da fare, l’accesso e la consultazione del registro elettronico, i colloqui con gli insegnanti, gli sport o le attività extrascolastiche, nelle decisioni su orario di uscita dei minori da soli o con amici, per le vacanze senza genitori o pernottamenti fuori casa.

Ma anche le relazioni con i compagni dei genitori e le loro famiglie, i rapporti fra le due famiglie allargate, sull’organizzazione quotidiana delle attività dei bambini e ragazzi. Questa figura professionale viene formata da centri accreditati in tutta Italia, che organizzano anche corsi di formazione continua. L’associazione tiene poi i registri dei professionisti formati.

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Il disagio profondo causato negli adolescenti dalla pandemia prima e dalla guerra poi li ha spinti a rifugiarsi nel mondo virtuale, accrescendo però problemi già esistentii

In Italia 2000 famiglie ricorrono all’arbitro che si occupa del benessere dei figli

Non solo la pandemia, ad aggravare la situazione sono anche i divorzi, di cui inevitabilmente i figli risentono. Per evitare che siano loro a pagare le conseguenze di una difficile situazione tra i coniugi, si ricorre sempre più alla figura di un arbitro, al quale, In Italia, si sono già rivolte 2mila famiglie. Si tratta di un aiuto ai genitori separati su scelte come scuole da frequentare, visite mediche e sport. Ma non solo. Principalmente sono chiamati in causa quando ci sono situazioni familiari tese, divorzi o separazioni, e il loro compito è quello di cercare di appianare i conflitti, aiutando padre e madre nel loro ruolo di genitori, con l’obiettivo di salvaguardare il benessere dei figli.

I dati sul nuovo fenomeno della coordinazione genitoriale

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Secondo l’Associazione Coordinazione Genitoriale Sistemica-Acoges in Italia 2000 famiglie ricorrono all’arbitro che si occupa del benessere dei figli
I “coordinatori genitoriali” sono dei professionisti specificatamente formati allo scopo di risolvere le controversie familiari. Nella pratica, il loro compito è fare da raccordo fra operatori del sistema socio-sanitario, insegnanti, referenti delle attività extra-scolastiche dei bambini e, insieme gli avvocati delle parti, coadiuvare i genitori nelle scelte in tema di salute, educazione, formazione dei figli. Percorsi di questo tipo In Italia, nel 2022, ne sono avviati circa 2000. È quanto emerge dalle stime dell’Associazione Coordinazione Genitoriale Sistemica-Acoges che ha sede a Empoli, prima associazione iscritta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ elenco delle associazioni professionali L. 4/2013 , autorizzate a tenere gli elenchi dei professionisti.

Come funziona la ‘coordinazione genitoriale’

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Conny Leporatti, presidente Associazione coordinazione genitoriale sistemica
Può essere la famiglia a decidere la ‘coordinazione genitoriale’, oppure può essere disposta dal Tribunale, come previsto dalla Riforma Cartabia. Il coordinamento interviene quando il percorso di separazione è già avviato, e tuttavia sorgono conflitti molto forti e i genitori non riescono a rispettare gli accordi sottoscritti o i dispositivi del Tribunale. “La conflittualità tra genitori, nel momento della separazione o del divorzio - spiega Conny Leporatti, presidente di Acoges - ricade inevitabilmente sui figli, e può portare a una sofferenza che si manifesta con disagi, paure, rabbia, ostilità, problemi affettivi. Il coordinatore genitoriale lavora per evitarlo, mettendo al centro il benessere psicofisico dei minori e aiutando i genitori a fare altrettanto”.

Chi può diventare un ‘coordinatore genitoriale’

In coordinazione genitoriale possono formarsi non solo avvocati, assistenti sociali e psicologi. Ma anche laureati in materie umanistiche, scienze sociali, sociologia, giurisprudenza, pedagogia, scienze dell’educazione, scienze della formazione o similari. Oppure medici, educatori o similari, mediatori familiari. Il coordinatore è chiamato a coadiuvare i genitori nelle scelte per visite mediche, colloqui psicologici, la scuola da frequentare, le ripetizioni da fare, l’accesso e la consultazione del registro elettronico, i colloqui con gli insegnanti, gli sport o le attività extrascolastiche, nelle decisioni su orario di uscita dei minori da soli o con amici, per le vacanze senza genitori o pernottamenti fuori casa. Ma anche le relazioni con i compagni dei genitori e le loro famiglie, i rapporti fra le due famiglie allargate, sull’organizzazione quotidiana delle attività dei bambini e ragazzi. Questa figura professionale viene formata da centri accreditati in tutta Italia, che organizzano anche corsi di formazione continua. L’associazione tiene poi i registri dei professionisti formati.
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