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Firenze, l'intervento innovativo contro la fibrillazione atriale con... l'acol etilico

All’ospedale di Santa Maria Nuova una donna di 56 anni si è sottoposta a un'operazione con la tecnica dell'l’alcolizzazione della vena di Marshall

di LISA CIARDI -
14 agosto 2022
intervento cuore

intervento cuore

La somministrazione selettiva e localizzata di alcol etilico per combattere la fibrillazione atriale. Si è svolto all’ospedale di Santa Maria Nuova, a Firenze, un intervento innovativo, effettuato per la prima volta in città e preceduto da pochi altri casi a livello nazionale. Una paziente di 56 anni è stata operata con questa tecnica nella sala di Elettrofisiologia, grazie a un’equipe coordinata dal dottor Andrea Giomi e composta da  specialisti cardiologi, infermieri e anestesista. Si tratta, per usare termini tecnici, di un intervento di ablazione in una paziente affetta da fibrillazione atriale persistente utilizzando l’alcolizzazione della vena di Marshall (un piccolo collaterale venoso situato sulla superficie posteriore dell’atrio sinistro del cuore, che drena il sangue all’interno del seno coronarico). In parole più semplici l’alcol etilico viene somministrato in modo circoscritto e con assoluta precisione, in modo da creare un piccolissimo danno localizzato, colpendo e disattivando solo alcune cellule responsabili della fibrillazione.

L'equipe del reparto di elettrofisiologia che si è occupata dell'intervento

"Questo intervento - ha spiegato il dottor Massimo Milli, direttore della struttura complessa Cardiologia Firenze 1 - consiste nella somministrazione selettiva all’interno di una vena cardiaca di alcol etilico al fine di disattivare elettricamente una porzione di tessuto miocardico atriale implicato nella genesi e nel mantenimento dell’aritmia. Questa procedura, eseguita per la prima volta in un ospedale fiorentino, va ad affiancare e migliorare il trattamento ablativo standard della fibrillazione atriale". L’intervento è avvenuto in anestesia generale, sotto la supervisione dell’anestesista dottor Claudio Poli. In sala erano presenti i dottori Andrea Giomi, Giuseppe Ciriello, Alessandro Paoletti Perini e Andrea Bernardini insieme agli infermieri Cecilia Campai, Silvia Gamberucci, Elena Chirici e Michele Di Leva. "La tecnica solitamente e maggiormente utilizzata in questi casi è l’ablazione – spiega il dottor Andrea Giomi – che prevede di bruciare piccole porzioni di tessuto usando dei cateteri. In alcuni punti però è difficile procedere in questo senso e una valida alternativa è l’alcolizzazione. Questo primo intervento ha avuto esito molto positivo: la paziente sta recuperando bene, anche se continuiamo a seguirne il decorso. Confidiamo che possa risolvere del tutto i problemi di fibrillazione atriale". Una patologia che, se trascurata, può avere effetti invalidanti: oltre ai continui ricoveri e accessi ai pronto soccorso può aumentare il rischio di scompenso cardiaco e di mortalità. Proprio l’ospedale di Santa Maria Nuova è specializzato nel trattamento delle aritmie, tanto da essere diventato il punto di riferimento a livello fiorentino. Il gruppo di elettrofisiologia, coordinato dal dottor Giomi, fa parte della Sos di Cardiologia ed Elettrofisiologia di Santa Maria Nuova (direttore dottor Giuseppe Ciriello) a sua volta parte della Soc Cardiologia Firenze 1 diretta dal dottor Milli. Con una sala operatoria dedicata e un’equipe composta da tre medici e cinque infermieri svolge ogni anno circa 200 procedure di elettrofisiologia in aggiunta a circa 300 impianti di device di cardiostimolazione e day hospital aritmologici.