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A Firenze si accende un nuovo Dream Time: il secondo compleanno di Luce!

Nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio i sogni prendono forma: tanti temi dalle voci dei protagonisti della società di oggi

di BARBARA BERTI E MARIANNA GRAZI -
27 novembre 2022
LUCE FIRENZE PALAZZO VECCHIO SALONE DEI 500 FESTA DI LUCE

LUCE FIRENZE PALAZZO VECCHIO SALONE DEI 500 FESTA DI LUCE

A Firenze la Luce! di "Dream Time" brilla più forte che mai. Per pensare a un mondo migliore, a un mondo che vogliamo per le nuove generazioni. Quello di Luce!, il progetto editoriale del Gruppo Monrif dedicato all’inclusione, alla diversità e alla coesione sociale che per il suo secondo compleanno, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dà vita a una giornata di talk, dibattiti, musica con tanti ospiti e creator provenienti dal mondo dell'economia, della politica e dello spettacolo. Diritti civili, lavoro, disabilità e parità di genere raccontati attraverso le storie di persone e aziende che ogni giorno si impegnano per questo cambiamento.

Dream Time - Il Festival di Luce!

"Festival di Luce! - Dream Time" a Palazzo Vecchio (Fotocronache Germogli)

Monica Peruzzi apre le danze sul palco di 'Dream Time' per il secondo compleanno del canale. "Si chiama 'Dream Time' e parla di sogni, di diritti. Proprio in questi giorni, grazie ai Mondiali in Qatar, si affronta la questione dei diritti umani e delle donne. Vediamo la loro lotta e appuntamenti come questo ci dimostrano che però sognare un mondo migliore è possibile". Un anno fa il primo compleanno di Luce! alla Pergola e quest'anno, il secondo anniversario, ci fanno comprendere che il nostro impegno è stato premiato, che raccontare le battaglie per i diritti è fondamentale. "Luce! ha continuato a collezionare tante storie" esordisce Agnese Pini, direttrice di QN Quotidiano Nazionale e del nostro canale. Si dice, nel giornalismo, che una buona notizia non sia una notizia. "Ma siamo pieni, anche su Luce! di storie positive, bellissime, e quindi è inevitabile che ormai siano esse stesse notizie".
Il sindaco Dario Nardella insieme alla direttrice di QN Agnese Pini (Fotocronache Germogli)

Il sindaco Dario Nardella insieme alla direttrice di QN Agnese Pini (Fotocronache Germogli)

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, saluta gli ospiti di Palazzo Vecchio: "Vivere qui è un privilegio. Vederlo con questa veste mi piace molto, manda un messaggio positivo. Grazie Agnese e grazie alla famiglia Riffeser, gli editori di QN e di Luce!. Mi piace questa festa perché parlano persone, si affrontano storie di donne, uomini, esseri umani; si parla di umanità - prosegue il primo cittadino -. Sono felice che abbiate trovato tempo per affrontare queste tematiche. C'è il bisogno di coltivare relazioni personali. Eventi come questo rendono la città, il nostro territorio, più umanista. Nelle città nascono storie di persone e relazioni tra esse". Eppure qualcuno ha detto che sarebbero morte a causa della pandemia, "ma sono invece rinate più vivaci di prima: pensiamo al turismo, c'era nelle persone la voglia di rivedere la luce. La pandemia ci ha cambiato: a forza di stare insieme ci ha portato a capire la bellezza di fare qualcosa di buono. Penso a tutte le iniziative del terzo settore, al volontariato... La pandemia ci ha portato a essere più consapevoli delle nostre forze e delle nostre debolezze" conclude Nardella.
La community "Dream Team" (Fotocronache Germogli)

La community "Dream Team" (Fotocronache Germogli)

Per pensare a un mondo migliore, si parte dalla pace. E così il politologo Vittorio Emanuele Parsi prova a spiegare come siamo arrivati ad avere la guerra in Europa e come riportare la pace. "Deve cessare l’aggressione per fare la pace. L’opinione pubblica europea non conosce guerra da tre generazioni e ha lavorato sull’allargamento dell’area della democrazia come presupposto della pace. Ma non ci siamo detti che la capacità di questa espansione conosce dei limiti e sfugge a tattiche costruite in questi anni. Ciò che non capiamo è che se la Russia avrà la leadership nel sistema non c’è una ragione al mondo perché debba mantenere quelle istituzioni centrali costruite fino ad ora" sostiene il politologo. Gli fa eco il ministro della Difesa del governo Meloni, Guido Crosetto. "L'umanità può illuminare il buio della guerra" dice. E aggiunge: "Bisogna provare ad accendere una luce o un cerino piuttosto che imprecare contro le tenebre. C'è sempre la possibilità di un dialogo e c'è sempre una parte dell'umanità che ci prova. La speranza è che possa divampare questa luce".
Vittorio Emanuele Parsi a dialogo con la direttrice QN Agnese Pini (Fotocronache Germogli)

Vittorio Emanuele Parsi a dialogo con la direttrice QN Agnese Pini (Fotocronache Germogli)

La lunga parentesi sull'universo femminile parte con l'attrice Gaia Nanni e col cantante Lodo Guenzi. La prima si domanda: "Che modelli vogliamo diffondere nella cultura di massa? Perché le donne meritano una maggiore ricchezza di narrazione" e il riferimento e ai soliti cliché dove la protagonista è bella, magra, fintamente 'sfigata' in amore' e che si confida con la vicina di casa, intelligente, bruttina e over size. Musica come espressione dei sentimenti. L'attrice e cantante Margherita Vicario spiega come "nel rap spesso le donne sono sminuite, ma ci sono anche ottimi artisti perché il rap permette di giocare con le parole. Le parole sono importanti e parlano ai giovanissimi, quindi serve stare attenti al tipo di messaggio che si veicola. Nel cantautorato è evidente che ha molta più voce il cantautore stesso. Io nel mio piccolo, essendo una donna eterosessuale, riesco a parlare in maniera poetica anche di temi abbastanza intimi, cercando di essere fedele a me stessa". Essere italiani oggi, ovvero gli immigrati di seconda generazione: a spiegare il significato ci pensa Antonio Dikele Distefano, scrittore che ha appena debuttato alla regia del film "Autumn Beat”, un profondo e commovente ritratto della seconda generazione di neri italiani, "un racconto di formazione che segue la storia di Tito e Paco due fratelli cresciuti a Milano con lo stesso sogno: sfondare nel mondo del rap e farsi sentire attraverso la musica". Multiculturalità e lavoro, un binomio di successo, come spiega Sara Ghedini, Corporate Social Responsibility Coordinator di Rekeep: "Oltre 3.300 persone provenienti da 100 diversi paesi pari ad oltre il 30% del personale dipendente in Italia: sono i numeri della presenza di lavoratori nati all’estero in Rekeep".

Nella foto da sx Hamed Seydou, Antonio Dikele Distefano, Sara Ghedini (Fotocronache Germogli)

Il disagio mentale, problematica sempre più diffusa tra i giovani, soprattutto dopo la pandemia. Un argomento che viene affrontato nella serie Netflix “Tutto chiede salvezza”: il regista Francesco Bruni e gli attori Lorenzo Renzi, Vincenzo Nemolato e Vincenzo Crea, ospiti della festa di Luce!, portano le testimonianze su Tso e ospedali pediatrici, argomenti al centro della serie che racconta proprio le malattie mentali con una straordinaria e leggera abilità narrativa. Ma il cast di “Tutto chiede salvezza” porta anche un messaggio intergenerazionale: l’importanza dell’amicizia e delle relazioni nel percorso di cura per i problemi che attanagliano la mente. “I protagonisti sono reietti, gli ultimi come in un certo senso erano gli allievi di Don Milani, ma gli manca la figura di Milani. Ma entra in gioco la magia della fratellanza” dice il regista Bruni. “Questa serie ha una tematica molto sentita da parte del pubblico, magari serve più attenzione per le strutture tese al reinserimento verso un benessere maggiore” è il parere dell’attore Renzi. Cathy La Torre torna su un tema attuale come quello della violenza sulle donne: “Femminicidio è l’annullamento fisico o sociale di una donna, non solo l’uccisione. Quando parliamo di femminicidio, ad esempio i tre recentemente accaduti a Roma, non parliamo solo di omicidio, dietro c’è un movente di genere. L’uccisione di donne comporta che anche se una di loro è trans si tratta comunque di femminicidio, perché quella era una donna trans". E ancora "La deturpazione del viso della persona e il matrimonio forzato, secondo una ricerca della sapienza di Roma, colpiscono per il 70% le donne ma per il 30% gli uomini. Quindi il tema della violenza inizia a colpire i rapporti interpersonali, compresi quelli della coppie, interessa tutt*, tutte e tutti. Sapete che 8 persone su 10 in coppia si controllano il telefono a vicenda? Bisognerebbe decostruire anche questa gabbia di stereotipi, che il controllo nella coppia sia normale”.

Nella foto: Miriam Frigerio, Cathy La Torre e Claudia Segre con la presentatrice Monica Peruzzi (Fotocronache Germogli)

“È un tema trasversale, gli stereotipi coinvolgono uomini e donne – dichiara Miriam Frigerio, Head of Brand Communication di Sorgenia –. Bisogna insegnare alle donne, alle ragazze, che si può essere capaci, brave anche senza incarnare modelli tipicamente maschili di potere. Bisogna dire loro che possono essere leader essendo se stesse”. “Ogni euro guadagnato da un uomo sono 0.77 euro guadagnati da una donna: la disparità le espone a rischio di violenza, di abuso. Il 90% della prostituzione è legato alla tratta degli esseri umani. Parlare di queste donne senza contestualizzare è rischioso – aggiunge Claudia Segre membro del comitato scientifico di Luce! –. La disparità, il gender gap che è ancora molto presente in vari settori, sono un problema urgente da affrontare per le nuove generazioni di donne che devono poter credere nelle loro capacità di arrivare ad essere quello che vogliono. Libere di vivere".

Rossella Migliaccio tra le ospiti della serata a Palazzo Vecchio per l'evento Dream Time (Fotocronache Germogli)

Tocca quindi a Luisa Bagnoli: “C'è distanza tra cittadini e tecnologie. Settore cruciale quello della disabilità, dove darà sicuramente una grossa mano per sviluppare quelli che saranno gli uomini e le donne ‘bionici’ del futuro”. Per vedere l luce bisogna avere a che fare il buio. Iniziare a utilizzare l’ascolto attivo e la creatività. Con Elisa Dellarosa, responsabile progetto gender di Credit Agricole parla di valore sociale: "Di qui al 2030 se includessimo maggiormente le donne a livello aziendale e manageriale il pil crescerebbe del 30%. È una questione di opportunità, la società deve dare risposte migliori. La valorizzazione delle caratteristiche e delle abilità di ciascuno è indispensabile per superare i modelli di managerialità stereotipati". L'imprenditrice e autrice di "Armocromia" Rossella Migliaccio affronta il tema dell’immagine, che "si lega alla questione femminile, alla comunicazione visiva. Come mai oggi facciamo fatica ancora a usare le parole giuste? Associare la parola donna al potere non era possibile in passato, perché semplicemente non c’erano donne di potere. Non c’è uno storico e lo sviluppo di canoni estetici è stato diverso, non accompagnavano il suo successo". Per quanto riguarda invece quello che si può fare oggi: "Mettiamo al centro la persona: perché io devo comprare quel vestito perché è un must have? Valorizziamo invece le caratteristiche di ognuna".

Si passa quindi a due personaggi amatissimi sui social, Francesco Cicconetti e Pierluca Mariti, meglio conosciuti come Mehths e Piuttosto Che. "Sono diventato una sorta di guida, ma per caso – dichiara il primo, recentemente ha pubblicato il primo libro "Scheletro Donna" –. Sono stato il primo ragazzo trans a raccontarsi apertamente sui social ed evidentemente le persone ne avevano bisogno e si sono attaccate a questo con le unghie e con i denti". Piuttosto Che, che della satira ha fatto un suo cavallo di battaglia sui social, spiega che con essa si intende una "critica abbastanza aspra di qualcuno che ha una posizione di forza. Quello di cui dovremmo parlare, quando andiamo a colpire una persona con uno stereotipo, è se stiamo ridendo di queste persone o con queste persone. Si dice che oggi non si può più ridere di niente. Bene, proviamo ad ascoltare chi ci porta la propria esperienza e vediamo se abbiamo voglia ancora di ridere degli stereotipi. Serve più sensibilità e partire dall'ascolto".

Pierluca Mariti, @Piuttosto che, alla festa di Luce! (Fotocronache Germogli)

Eleonora Santi, di Philip Morris Italia, affronta il tema dell'empowerment e del gender gap: "I dati ci dicono che ci portiamo dietro tanti stereotipi di genere sul lavoro. Rappresento il settore del tabacco, ma in un'azienda con una trasformazione epocale in atto al suo interno: abbiamo messo un fermo alla produzione delle sigarette, perché la ricerca ha reso possibile di mettere sul mercato prodotti con meno impatto sulla salute, un modo di fare business in modo responsabile. La presenza della forza lavoro femminile è molto visibile in azienda (34% del settore manageriale) – aggiunge – e siamo la prima azienda ad avere ottenuto certificazione di parità salariale sul lavoro". Si torna a parlare di inclusione con Omar Schillaci di SkyTg24, che ammette la poca preparazione dei giornalisti su questo argomento. "La sensibilità è soggettiva ma noi abbiamo una responsabilità sociale – aggiunge –. Più che la sensibilità è necessaria la preparazione su temi come l'inclusione". "Lavoro molto con le storie, partendo dalla scrittura. Come "Tutti pazzi per amore" – interviene Ivan Cotroneo, regista produttore cinematografico –. È necessario accendere un faro su realtà rimaste nell'ombra perché anche il mio è un settore dove è ben presente il gender gap: le registe sono al di sotto del 20% e le sceneggiatrici sotto al 15%. È un retaggio del passato. Molti danni che portiamo nel presente derivano dall'educazione patriarcale di cui portiamo ancora i segni oggi. Aiutiamo ragazze a diventare registe e direttrici perché sguardo femminile è poco visto al cinema. Siamo ancora ancorati ai cliché nel mondo dello spettacolo. È importante, quindi, segnalare le rappresentazioni corrette della diversità".

Ivan Cotroneo alla festa per il secondo compleanno di Luce! (Fotocronache Germogli)

Emilia Russo presidente dell'associazione M'Ama - Dalla Parte dei Bambini, e Karin Falconi, vice presidente, sono le Mamme Matte affrontano, con la consulente social Elena Goretti (che sale sul palco con la figlia adottiva) la questione maternità. I "bambini disabili sono sempre gli ultimi ad essere adottati (perché nessuno li vuole) ma in realtà le famiglie ci sono. Vanno trovate e anche affiancate – dice Emilia Russo –. La nostra associazione la chiamano tutti quella delle "Mamme matte" perché quando dicevano che le famiglie c'erano gli stessi giudici ci davano delle matte. Ma è fondamentale trovare ai più piccoli una famiglia e non necessariamente eterosessuale". Karin stessa è mamma di due bimbe, adottate tramite processo internazionale e l'altra nazionale, e afferma che "Ci sono tante famiglie in cui non c'è legame biologico ma d'amore. Purtroppo però siamo ancora legati all'idea del genitore come colui che genera, invece sempre più spesso è colui che accoglie e ama e offre quello di cui c'è bisogno Sempre diritti dei minori, ma questa volta si parla di quelli che vivono o rischiano di finire in situazioni di estrema povertà, con Gaia Zorzi, giovanissima testimonial e volontaria Fondazione Francesca Rava: "Quando sono partita con la Fondazione avevo appena 13 anni e in Honduras ho conosciuto un bambino di 10: ho deciso di adottarlo a distanza. Sono tornata a trovarlo negli anni e si è stabilito rapporto speciale". Lo stesso rapporto di cui parla Delfina Boni, la responsabile progetti CSR, che ripercorre la nascita della Fondazione Francesca Rava, nel 2000, quando la donna che le dà il nome è venuta a mancare. Due donne, Lara Pelagotti, psicologa e psicoterapeuta per Nuvenia, e Francesca Vecchioni, presidente della Fondazione Diversity affrontano la condizione femminile di oggi. "Solo 31% intervistati conosce differenza fra vulva e vagina e solo 34% donne si dice soddisfatta – dice Pelagotti –. Il fatto che manchino le parole significa poterne parlare meno. Arriverà momento in cui parlare di certi temi non avrà più importanza". Luce ha un grandissimo pregio che è quello di partire dalle persone. "Noi vogliamo farlo continuano a migliorare il modo di cui raccontiamo le persone senza farle sentire inferiori. Non utilizzando, anche nella comunicazione, una prospettiva paternalistica né eroica. Certe persone vengono raccontate solo se speciali – evidenzia Vecchioni, componente del Board di Luce! – e così facendo tutte le altre sentiranno il dovere di adeguarsi. Se invece fai disegnare il mondo da persone disabili, il mondo non avrà più disabilità".

I fratelli Margherita e Damiano Tercon con Philipp Carboni, in arte i Terconauti (Fotocronache Germogli)

L'autismo, l'omosessualità e la salute mentale sono gli ultimi temi affrontati sul palco prima della pausa. Il primo con Damiano e Margherita Tercon e Philipp Carboni: "Siamo i Terconauti. Damiano, che è mio fratello maggiore, è autistico – spiega la 32enne riminese –. Noi parliamo di autismo sui social, cercando di mostrarlo come parte della quotidianità e della normalità". Anche perché, come precisa proprio il maggiore dei Tercon, a scuola ha subito a lungo bullismo: "Me ne dicevano di tutti i colori. Mi chiamavano water, mi hanno chiuso a chiave dentro un armadio e lo hanno preso a calci con me dentro, mi hanno rotto il naso. E se mi ribellavo mi rispondevano: ma noi scherziamo...". Andrea Pinna, quello delle "Perle di" per capirci, è web influencer e scrittore: "In tema di salute mentale siamo all'homo erectus. Perché se sei cardiopatico e prendi medicine allora ti trattano normalmente ma se si parla di salute mentale si cambia atteggiamento e ti dicono che sei matto. I matti invece sono quelli che non si curano. Se pensiamo che Michelangelo era omosessuale e credente e ha dipinto 300 sederi nella cappella Sistina... A volte c'è bisogno di fare un piccolo smacchetto a chi ti vorrebbe nascondere come polvere sotto un tappeto" scherza sornione. Insieme a loro Marco Piantanida di Haribo in collegamento video: "I nostri orsetti (gommosi) hanno compiuto 100 anni che già è un traguardo non indiffernete, visto che l'azienda ne ha solo 2 in più. Sì, sono diversi tra loro. E in generale penso che per le aziende per essere leader, deve parlare di questi temi, diversità e inclusione, deve assumersi una responsabilità sociale. Haribo, per cui è fondamentale la felicità dei più piccoli, ha come ideale che questa felicità sia per tutti e tutte". Hanno avviato, in questo senso, una partnership esclusiva con Dynamo Camp, per dare concretezza a questi valori e per avviare un percorso formativo in azienda con la Dynamo Academy. Durante tutta la durata dei talk era garantito il servizio di interpretariato Lis – Lingua dei segni italianaed era possibile seguire l'evento anche in streaming al link www.luce.news/evento2022 , sui canali social di Luce!, Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno e su tg24.sky.it, media partner del festival.

Musica e parole

Emma con Agnese Pini in un intervento pieno di emozioni (Fotocronache Germogli)

Letterina a Babbo Natale: basta patriarcato”. Emma Marrone, per i fan semplicemente Emma, è l’ospite d’onore della festa di Luce!. E' lei che apre la seconda parte del festival “Dream Team” di Palazzo Vecchio di Firenze, parole e canzoni vanno a braccetto grazie ai contributi di Emma, Tiziano Ferro, Brazzo, Andrea Bocelli e gli Eugenio Via di Gioia. “Le donne al potere sono scomode” è il pensiero di Emma, "una grande cantante, una grande donna” la definisce Agnese Pini, direttrice di QN, per una chiacchierata a tutto tondo visto l’impegno civile e sociale della cantante che ha da poco aderito all’iniziativa #EioTiPubblico, lanciata dall'ex presidente della Camera Laura Boldrini. “Contro la violenza sulle donne mostriamo sui social gli screenshot di chi ci perseguita” spiega Emma. E sempre in tema social, “il cyberbullismo è un atto di violenza e crea problematiche soprattutto tra i più giovani: prima di mettere in mano a un ragazzino un cellulare bisogna insegnare i pericoli della rete”. Dal web al gossip, Emma sulle fake news chiosa: “Sono rimasta incinta almeno 12 volte, se si sta dietro alle paparazzate al mare in costume. Invece avevo solo po’ di pancia gonfia”. Sulla maternità ricorda che “l’orologio biologico” ancora incombe “troppo” sulle donne, ma “un presidente vale quanto una presidente, al di là di come si faccia chiamare”. Emma, che va a fare la spesa al supermercato e stira, non ha dubbi: “Le belle parole non servono a un c… se poi non seguono i gesti perché sono questi che cambiano il mondo. E serve più empatia, l'abbiamo un po' persa”. Raccontando della recente perdita del padre si emoziona, “la cosa è ancora troppo fresca” ma “ho una famiglia meravigliosa”. Dopo un “Ciao Firenze” da vera rockstar, la parola passa a un altro grande artista, Tiziano Ferro. “In Italia, a prescindere dai governi e dai colori politici, c’è ancora molto da fare e non tanto per le famiglie quanto per i bambini” dice con un videomessaggio. L’autore di “Il mondo è nostro” non ha dubbi: “i diritti non vanno tutelati solo nell’ambito delle famiglie arcobaleno ma in generale per tutte le famiglie”. Altro videomessaggio, altra voce potente. Andrea Bocelli abbraccia Luce! con una riflessione importante: “La diversità? E’ sempre un’opportunità” sostiene il cantante sottolineando che “a ben pensarci ogni essere umano è diversamente abile”.

Il rapper sordo Brazzo durante la sua esibizione (Fotocronache Germogli)

Va oltre le parole, invece, Brazzo, il rapper sordo, all’anagrafe Francesco Brizio, che si esibisce in “Volere è potere” perché il suo desiderio è “rendere accessibile la musica: vedo tanti udenti che la ascoltano in modo spensierato, ma anche i sordi ne hanno bisogno. E a loro quell’emozione può arrivare solo attraverso le espressioni e la lingua dei segni”. Musica e attualità, per il gran finale, con la band torinese “Eugenio in via di Gioia” composta da Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo Di Gioia e Lorenzo Federici. Il gruppo intona "Terra", un'ode al nostro Pianeta, una delle tante canzoni 'impegnate' dei ragazzi di Torino.

Eugenio in Via di Gioia sul palco di "Dream Time" (Fotocronache Germogli)

"Le domande sono di sinistra, le risposte...". Si sono conosciuti in università e sono diventati un gruppo musicale tra i più amati nel panorama giovanile italiano. Sono gli Eugenio in Via di Gioia, protagonisti nella serata evento di Luce della chiusura, tra parole e musica, della festa per il secondo compleanno del canale. Il nome della band deriva dall'unione dei nomi dei tre membri fondatori del gruppo: Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia; Lorenzo Federici, entrato nel gruppo poco dopo, ha dato invece il nome al loro primo album. Impegnati sul fronte social fin da subito, dai concerti di strada o sui treni degli esordi, improvvisati per sensibilizzare, con le note e i loro testi impegnati, i cittadini della loro Torino ma non solo, alla dichiarazione d’amore più grande del pianeta scritta su manto stradale, in piazza San Carlo del capoluogo piemontese. La scritta Ti amo ancora con gessetti bianchi, dedicata a quella Terra, che da anche il titolo al primo singolo del nuovo album di inediti Amore e rivoluzione uscito quest'anno, è simbolo del loro impegno ambientalista ed è uno dei due brani che portano sul palco di Luce! a ribadire la vicinanza con un argomento a noi caro come quello contro il cambiamento climatico e per la salvaguardia del Pianeta. Una gag improvvisata con Agnese Pini e Monica Peruzzi, che si propongono come coriste per una futura partecipazione a Sanremo del gruppo, questa volta tra i big (nel 2019 erano tra le nuove proposte) e poi l'appello, perché giornalisti, attivisti, politici, giornalai e semplici persone si impegnino a cambiare il mondo in modo positivo, prima che il mondo cambi. Il sipario, seguito dai saluti delle due giornaliste, è sul ritmo del brano "Giornalaio" e l'invito è quello di rivederci ancora, tra un anno, per festeggiare insieme i sogni realizzati e pianificare insieme quelli da realizzare.

Agnese Pini e Monica Peruzzi con gli Eugenio in Via di Gioia sul palco di "Dream Time" (Fotocronache Germogli)

Inclusione, unicità, coesione sociale: segui la Luce!

Luce! il progetto editoriale innovativo dedicato ai temi dell’unicità, dell’inclusione e della coesione del Gruppo Monrif, si è ormai affermato come canale di informazione trasversale, che parte dall'attualità per analizzare i fenomeni di una società fluida, facendo delle persone il suo principale focus di dibattito. È curato da una redazione, guidata dalla Direttrice Agnese Pini, composta da un pool di giornalisti appartenenti a tutte le testate Monrif - QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno -, che si confronta ogni giorno nell'interpretazione e nel racconto di temi in continua evoluzione: diritti umani, condizione femminile, sessualità, etica del fine vita, sostenibilità aziendale, economia green, rivoluzione digitale, social network e tutti i rivoli di una società fluida tanto nel lavoro, quanto nella comunicazione e nei sentimenti. E questo lavoro è ispirato dai temi proposti dal Comitato Scientifico, composto da personalità del mondo accademico, associativo, manageriale, che hanno condiviso il progetto sposandone tematiche, cause e obiettivi. Il board raccoglie voci poliedriche, tutte autorevoli: il sondaggista Nando Pagnoncelli, la filosofa Laura Boella, l’economista comportamentale e senior advisor sul talento Luisa Bagnoli, lo scrittore, regista e sceneggiatore Ivan Cotroneo, il dirigente sportivo e pentatleta Luca Pancalli, l’attivista e filantropa dell’edutainment Claudia Segre, l’imprenditore sociale Luca Trapanese, l’attivista per i diritti civili Francesca Vecchioni, oltre ai rappresentanti delle realtà economiche e imprenditoriali. Personalità accomunate da sensibilità, curiosità, spirito critico e, soprattutto, da una rara capacità di intercettare e di narrare il cambiamento che è insita nei loro stessi percorsi professionali, umani, artistici. Il canale è sostenuto poi da da AtlantiaCrédit Agricole ItaliaFSGucciAxaGrimaldi LinesNuveniaRuffinoPhilipp Morris, Regione Toscana, Rekeep, Sorgenia, partner che hanno creduto nel progetto e contribuito, insieme agli esponenti del board, alle riflessioni etiche, stimolo per intercettare e cavalcare il cambiamento.