Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Emilia Russo e le mamme matte: “Così ci prendiamo cura e troviamo una famiglia ai bambini con bisogni speciali”

Emilia Russo e le mamme matte: “Così ci prendiamo cura e troviamo una famiglia ai bambini con bisogni speciali”

Consulente legale a Firenze, la 49enne ha creato un'organizzazione per dare una casa a tutti i bimbi, anche i più 'difficili': "Bisogna accogliere con consapevole leggerezza, non possiamo permettere che ci siano dei resi"

Manuela Plastina
18 Febbraio 2022
Share on FacebookShare on Twitter

“Non volevo figli. Ora in tanti mi hanno vissuto come mamma”. Emilia Russo è una donna speciale, una professionista che insieme ad altre professioniste ha messo a disposizione la propria casa, il proprio cuore, il proprio tempo, la propria professione per trovare una famiglia per ogni bambino, anche per quelli più ‘difficili’, quelli che nessuno sembra volere. L’organizzazione si chiama M’aMa – Dalla parte dei bambini, ma da tutti è ormai conosciuta come le mamme matte (www.mammematte.com).

Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)

La loro missione è fare da tramite tra i tribunali e i servizi sociali alla ricerca di famiglie che vogliano prendersi cura di bambini che hanno patologie o disabilità particolari, che vengono da un passato di violenza o abusi, che sono stati rifiutati da più famiglie. Insomma, bambini considerati ‘difficili’. Ma che con l’amore possono trovare la loro giusta strada e lasciare indietro il passato.

Emilia Russo e le ‘mamme matte’

Emilia, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze dai tempi dell’università, è una consulente legale e attuale presidente di questa rete di mamme matte. Ma prima di tutto è una donna. E una madre.

Emilia, hai sempre desiderato di diventare mamma?

“Assolutamente no. Non ne avevo proprio intenzione: ero tutta concentrata sulla carriera e il lavoro. L’uomo che oggi è mio marito, mi ha fatto conoscere l’accoglienza che c’era nella sua famiglia di origine, ha insistito perché diventassimo genitori, ma all’inizio per me non è stato facile. Quando è arrivata la mia prima figlia, che ora ha 20 anni, è stato uno shock: appena presa in braccio, mi son detta: ‘Questa creatura si fida totalmente di me. E io non so neanche da che parte rifarmi’. C’è voluto qualche anno perché decidessi di partorire il secondo”.

Quindi la famiglia è diventata di quattro persone.

“No, di cinque. Perché subito dopo la nascita del secondo figlio, che oggi ha 16 anni, abbiamo iniziato il percorso di adozione. Tutta la difficoltà di cui si parla, non l’abbiamo riscontrata, grazie a un gruppo di assistenti sociali accoglienti e professionali che ci ha accompagnato in questo percorso. Quando il nostro figlio è arrivato, la grande aveva 6 anni, il secondo 2. È diventato il loro fratello senza alcuna distinzione. Lui, che ora ha 14 anni, sa di essere stato adottato, ne parliamo normalmente, ma non fa alcuna differenza”.

Una storia bella anche da raccontare.

“Una storia di amore, tanto che ad ogni nascita, abbiamo scritto una favola che abbiamo aggiornato anno dopo anno. È la nostra favola”.

Ma non vi siete fermati a tre figli…

Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)

“Siamo famiglia ‘Papi’ – pronta accoglienza prima infanzia, progetto del Comune di Firenze, pronti ad accogliere neonati per un periodo che va da 6 a 12 mesi. Sono piccoli che hanno bisogno di una famiglia che li accolga nei primi mesi di vita, per poi tornare nelle famiglie di origine o essere adottati. Siamo affidatari puri”.

Non è moralmente difficile? Vederli crescere, assisterli nei primi passi per poi lasciarli andare da altri genitori…

“Lo è. Ogni distacco è un pezzo del nostro cuore che va via col bambino. I servizi sociali ci sostengono anche in questo, nel gestire il distacco. Ma hanno bisogno di noi e noi ci siamo, tutti insieme, nostri figli inclusi. Abbiamo già accolto 6 piccolini. L’ultimo che ha vissuto con noi è arrivato 4 giorni prima del lockdown del 2020. Ricordo bene la città deserta quando dovevo andare con lui su e giù dal Meyer per le terapie necessarie visto che era nato prematuro”.

Resta un legame poi con queste creature?

“Dipende dalla famiglia che li adotta. Con qualcuno abbiamo mantenuto i rapporti, siamo diventati gli «zii”. Altri hanno preferito tagliare i ponti col passato: non si può imporre la continuità affettiva”.

Quindi siete già molto impegnati come genitori biologici, adottivi e affidatari. Come nasce allora ‘Mamme matte’?

“Ci siamo conosciute online, tutte accomunate dallo stesso interesse per la giustizia e l’accoglienza dei bambini. E abbiamo deciso di unire le nostre professionalità. Io come consulente legale da tempo mi occupo di minori e affidi. La vicepresidente Karin Falconi è una counselor. Viviana Bucciarelli una pedagogista. Siamo in tutta Italia, con sede legale a Roma, ma in Lombardia, Calabria, Sardegna e altrove altri professionisti si sono legati a noi. Nasciamo ‘al contrario’: non siamo un gruppo di famiglie affidatarie alla ricerca di professionisti, ma un gruppo di professioniste che si legano a famiglie, in uno sviluppo orizzontale”.

Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)

Da dove nasce dunque la vostra organizzazione?

“Ci siamo accorte che alla rete di affidi-adozioni mancava un pezzo: quello dei bambini con bisogni speciali che non trovavano famiglie ad accoglierli. I tribunali fanno fatica a sistemarli, soprattutto per i bimbi più grandi, dai 9 anni in su, magari con deprivazioni, apparente ritardo cognitivo, disabilità, un passato di violenze e abusi. Eppure sapevamo che c’erano famiglie in attesa di potersi prendere cura di figli. Mancava una figura centrale che potesse fare da ‘Contatto’, che è il nome che abbiamo dato al primo progetto. Siamo l’anello di contatto tra servizi sociali che cercano famiglie per i bambini e famiglie disponibili ad accogliere bambini”.

Come funziona il vostro intervento?

“Ci chiamano tribunali e servizi sociali. Abbiamo da loro un mandato formale gratuito per metterci alla ricerca di famiglie attraverso appelli totalmente anonimi (nessun bambino si riconoscerà mai in quel messaggio). Quando troviamo qualcuno disponibile, cerchiamo di capire tramite tanti colloqui se sono le persone adatte. Poi spetta al tribunale o al servizio sociale decidere se effettuare l’abbinamento per l’adozione o per l’affidamento”.

Martina (foto dal profilo Facebook Associazione M'ama - rete MammeMatte)
Martina (foto dal profilo Facebook Associazione M’ama – rete MammeMatte)

Riuscite a trovare sempre una famiglia per questi bambini considerati ‘difficili’?

“Ogni volta che arriva un caso particolare, penso: ‘Stavolta non ce la facciamo’. Invece succede sempre qualcosa che ci smentisce in positivo. Per esempio avevamo una bimba con una brutta malattia che, in sintesi, le mangia pezzetti di cervello: ha trovato due genitori che la amano oltre ogni cosa. Una coppia di donne, nel nostro progetto ‘Affidiamoci’, ha preso in affido un bambino che apparentemente aveva una disabilità gravissima, da renderlo quasi in stato vegetativo. Con amore e pazienza, gli hanno fatto fare progressi incredibili. Ora mangia, parla, cammina, ride. Ha ancora delle disabilità, ma non così gravi come sembrava. Avevamo un bambino con problemi psichiatrici che rubava i crocifissi, si svegliava e pregava, faceva cose strane: ha trovato una famiglia che lo ha accolto in maniera totale e questi episodi non sono più accaduti”.

Sembrano miracoli…

Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)

“Non lo sono: è l’amore vissuto in famiglia. Le comunità, per quanto formate da persone bravissime e professionali, non sono una famiglia. Quando un bambino diventa nostro figlio, si farebbe di tutto per lui. Da quando siamo nati nel 2017, 170 bambini hanno trovato dei genitori tra affidatari e adottivi. Tre sono coppie omosessuali: a noi non interessa il genere: per essere genitori basta che ognuno abbia il suo ruolo nel contesto familiare. Abbiamo anche single, che possono diventare affidatari”.

Scegliere di adottare o prendere in affido bambini con problematiche del genere non è una scelta semplice.

“È l’amore la base di tutta l’accoglienza. Ma bisogna anche essere consapevoli e correttamente formati. Bisogna accogliere con consapevole leggerezza. Non possiamo permettere che ci siano dei ‘resi’, famiglie che rimandano indietro il bambino dopo averlo accolto: è un abbandono vero e proprio di cui il piccolo si sente colpevole. Noi usiamo il contro marketing: diciamo le cose come stanno, senza nascondere i problemi. Ma sorridendo: l’ironia è un’arma fortissima e la usiamo sempre. E seguiamo le famiglie, sempre a disposizione per dare una mano. Nessuno deve restare solo in questo percorso”.

le mamme mattePer aiutare la vostra associazione, bisogna per forza avere la possibilità familiare, economica, domestica di adottare o prendere in affidamento un bambino?

“No. È possibile aiutarci in tanti modi, oltre a rendersi disponibili all’accoglienza. Abbiamo bisogno di un sostegno economico: abbiamo spese importanti da affrontare per andare in tutta Italia dove troviamo bambini e famiglie che hanno bisogno di noi. Ma un aiuto importante viene anche dalle condivisioni: gli appelli che lanciamo, vanno ‘spammati’ per poter raggiungere il maggior pubblico possibile e trovare la famiglia giusta. E poi parlare, parlare di noi e dei nostri bambini perché abbiamo una voce, perché si sappia che esistono, per informare sull’adozione, l’affido e allargare la rete. Deve essere una goccia che trapana il cervello, insistendo finché qualcuno non ci risponde. Questo è un grande aiuto per noi”.

Potrebbe interessarti anche

"Coppa sport per tutt3" a Milano
Sport

Coppa sport per tuttз: c’è anche la squadra trans

23 Marzo 2023
Una madre con bambino in carcere. Oggi sono 23 in Italia, con 26 bambini
Attualità

Detenute madri: sono 23 con 26 bambini al seguito. Le straniere il doppio delle italiane

24 Marzo 2023
Leonardo Lotto (Instagram)
Attualità

Leonardo Lotto, paralisi dopo un tuffo in riva al mare in Australia

27 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
"Non volevo figli. Ora in tanti mi hanno vissuto come mamma". Emilia Russo è una donna speciale, una professionista che insieme ad altre professioniste ha messo a disposizione la propria casa, il proprio cuore, il proprio tempo, la propria professione per trovare una famiglia per ogni bambino, anche per quelli più 'difficili', quelli che nessuno sembra volere. L’organizzazione si chiama M’aMa - Dalla parte dei bambini, ma da tutti è ormai conosciuta come le mamme matte (www.mammematte.com).
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
La loro missione è fare da tramite tra i tribunali e i servizi sociali alla ricerca di famiglie che vogliano prendersi cura di bambini che hanno patologie o disabilità particolari, che vengono da un passato di violenza o abusi, che sono stati rifiutati da più famiglie. Insomma, bambini considerati 'difficili'. Ma che con l’amore possono trovare la loro giusta strada e lasciare indietro il passato.

Emilia Russo e le 'mamme matte'

Emilia, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze dai tempi dell’università, è una consulente legale e attuale presidente di questa rete di mamme matte. Ma prima di tutto è una donna. E una madre. Emilia, hai sempre desiderato di diventare mamma? "Assolutamente no. Non ne avevo proprio intenzione: ero tutta concentrata sulla carriera e il lavoro. L’uomo che oggi è mio marito, mi ha fatto conoscere l’accoglienza che c’era nella sua famiglia di origine, ha insistito perché diventassimo genitori, ma all’inizio per me non è stato facile. Quando è arrivata la mia prima figlia, che ora ha 20 anni, è stato uno shock: appena presa in braccio, mi son detta: 'Questa creatura si fida totalmente di me. E io non so neanche da che parte rifarmi'. C’è voluto qualche anno perché decidessi di partorire il secondo". Quindi la famiglia è diventata di quattro persone. "No, di cinque. Perché subito dopo la nascita del secondo figlio, che oggi ha 16 anni, abbiamo iniziato il percorso di adozione. Tutta la difficoltà di cui si parla, non l’abbiamo riscontrata, grazie a un gruppo di assistenti sociali accoglienti e professionali che ci ha accompagnato in questo percorso. Quando il nostro figlio è arrivato, la grande aveva 6 anni, il secondo 2. È diventato il loro fratello senza alcuna distinzione. Lui, che ora ha 14 anni, sa di essere stato adottato, ne parliamo normalmente, ma non fa alcuna differenza". Una storia bella anche da raccontare. "Una storia di amore, tanto che ad ogni nascita, abbiamo scritto una favola che abbiamo aggiornato anno dopo anno. È la nostra favola".

Ma non vi siete fermati a tre figli…

Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
"Siamo famiglia 'Papi' - pronta accoglienza prima infanzia, progetto del Comune di Firenze, pronti ad accogliere neonati per un periodo che va da 6 a 12 mesi. Sono piccoli che hanno bisogno di una famiglia che li accolga nei primi mesi di vita, per poi tornare nelle famiglie di origine o essere adottati. Siamo affidatari puri". Non è moralmente difficile? Vederli crescere, assisterli nei primi passi per poi lasciarli andare da altri genitori… "Lo è. Ogni distacco è un pezzo del nostro cuore che va via col bambino. I servizi sociali ci sostengono anche in questo, nel gestire il distacco. Ma hanno bisogno di noi e noi ci siamo, tutti insieme, nostri figli inclusi. Abbiamo già accolto 6 piccolini. L’ultimo che ha vissuto con noi è arrivato 4 giorni prima del lockdown del 2020. Ricordo bene la città deserta quando dovevo andare con lui su e giù dal Meyer per le terapie necessarie visto che era nato prematuro". Resta un legame poi con queste creature? "Dipende dalla famiglia che li adotta. Con qualcuno abbiamo mantenuto i rapporti, siamo diventati gli «zii". Altri hanno preferito tagliare i ponti col passato: non si può imporre la continuità affettiva". Quindi siete già molto impegnati come genitori biologici, adottivi e affidatari. Come nasce allora 'Mamme matte'? "Ci siamo conosciute online, tutte accomunate dallo stesso interesse per la giustizia e l’accoglienza dei bambini. E abbiamo deciso di unire le nostre professionalità. Io come consulente legale da tempo mi occupo di minori e affidi. La vicepresidente Karin Falconi è una counselor. Viviana Bucciarelli una pedagogista. Siamo in tutta Italia, con sede legale a Roma, ma in Lombardia, Calabria, Sardegna e altrove altri professionisti si sono legati a noi. Nasciamo 'al contrario': non siamo un gruppo di famiglie affidatarie alla ricerca di professionisti, ma un gruppo di professioniste che si legano a famiglie, in uno sviluppo orizzontale".
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Da dove nasce dunque la vostra organizzazione? "Ci siamo accorte che alla rete di affidi-adozioni mancava un pezzo: quello dei bambini con bisogni speciali che non trovavano famiglie ad accoglierli. I tribunali fanno fatica a sistemarli, soprattutto per i bimbi più grandi, dai 9 anni in su, magari con deprivazioni, apparente ritardo cognitivo, disabilità, un passato di violenze e abusi. Eppure sapevamo che c’erano famiglie in attesa di potersi prendere cura di figli. Mancava una figura centrale che potesse fare da 'Contatto', che è il nome che abbiamo dato al primo progetto. Siamo l’anello di contatto tra servizi sociali che cercano famiglie per i bambini e famiglie disponibili ad accogliere bambini". Come funziona il vostro intervento? "Ci chiamano tribunali e servizi sociali. Abbiamo da loro un mandato formale gratuito per metterci alla ricerca di famiglie attraverso appelli totalmente anonimi (nessun bambino si riconoscerà mai in quel messaggio). Quando troviamo qualcuno disponibile, cerchiamo di capire tramite tanti colloqui se sono le persone adatte. Poi spetta al tribunale o al servizio sociale decidere se effettuare l’abbinamento per l’adozione o per l’affidamento".
Martina (foto dal profilo Facebook Associazione M'ama - rete MammeMatte)
Martina (foto dal profilo Facebook Associazione M'ama - rete MammeMatte)
Riuscite a trovare sempre una famiglia per questi bambini considerati ‘difficili’? "Ogni volta che arriva un caso particolare, penso: 'Stavolta non ce la facciamo'. Invece succede sempre qualcosa che ci smentisce in positivo. Per esempio avevamo una bimba con una brutta malattia che, in sintesi, le mangia pezzetti di cervello: ha trovato due genitori che la amano oltre ogni cosa. Una coppia di donne, nel nostro progetto 'Affidiamoci', ha preso in affido un bambino che apparentemente aveva una disabilità gravissima, da renderlo quasi in stato vegetativo. Con amore e pazienza, gli hanno fatto fare progressi incredibili. Ora mangia, parla, cammina, ride. Ha ancora delle disabilità, ma non così gravi come sembrava. Avevamo un bambino con problemi psichiatrici che rubava i crocifissi, si svegliava e pregava, faceva cose strane: ha trovato una famiglia che lo ha accolto in maniera totale e questi episodi non sono più accaduti". Sembrano miracoli…
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
Emilia Russo, 49 anni, originaria della Calabria, ma residente a Firenze, è una consulente legale e attuale presidente de ’le mamme matte’ (www.mammematte.com)
"Non lo sono: è l’amore vissuto in famiglia. Le comunità, per quanto formate da persone bravissime e professionali, non sono una famiglia. Quando un bambino diventa nostro figlio, si farebbe di tutto per lui. Da quando siamo nati nel 2017, 170 bambini hanno trovato dei genitori tra affidatari e adottivi. Tre sono coppie omosessuali: a noi non interessa il genere: per essere genitori basta che ognuno abbia il suo ruolo nel contesto familiare. Abbiamo anche single, che possono diventare affidatari". Scegliere di adottare o prendere in affido bambini con problematiche del genere non è una scelta semplice. "È l’amore la base di tutta l’accoglienza. Ma bisogna anche essere consapevoli e correttamente formati. Bisogna accogliere con consapevole leggerezza. Non possiamo permettere che ci siano dei ‘resi’, famiglie che rimandano indietro il bambino dopo averlo accolto: è un abbandono vero e proprio di cui il piccolo si sente colpevole. Noi usiamo il contro marketing: diciamo le cose come stanno, senza nascondere i problemi. Ma sorridendo: l’ironia è un’arma fortissima e la usiamo sempre. E seguiamo le famiglie, sempre a disposizione per dare una mano. Nessuno deve restare solo in questo percorso". le mamme mattePer aiutare la vostra associazione, bisogna per forza avere la possibilità familiare, economica, domestica di adottare o prendere in affidamento un bambino? "No. È possibile aiutarci in tanti modi, oltre a rendersi disponibili all’accoglienza. Abbiamo bisogno di un sostegno economico: abbiamo spese importanti da affrontare per andare in tutta Italia dove troviamo bambini e famiglie che hanno bisogno di noi. Ma un aiuto importante viene anche dalle condivisioni: gli appelli che lanciamo, vanno ‘spammati’ per poter raggiungere il maggior pubblico possibile e trovare la famiglia giusta. E poi parlare, parlare di noi e dei nostri bambini perché abbiamo una voce, perché si sappia che esistono, per informare sull’adozione, l’affido e allargare la rete. Deve essere una goccia che trapana il cervello, insistendo finché qualcuno non ci risponde. Questo è un grande aiuto per noi".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto