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Home » Attualità » Firenze, fanno il video al sedere di una minorenne e lo condividono online: denunciati

Firenze, fanno il video al sedere di una minorenne e lo condividono online: denunciati

L'episodio di cyberbullismo è avvenuto nell'Istituto Alberghiero Saffi. Alcuni ragazzi si sono scambiati le immagini della giovane nelle chat: "Se ti vesti in questo modo, è ovvio che avrai problemi"

Rossella Conte
8 Febbraio 2022
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Non ha ancora compiuto 18 anni Laura (il nome è di fantasia), frequenta l’Istituto Alberghiero Saffi di Firenze e ha tanti amici. Una ragazza come tante con la spensieratezza tipica della sua età e gli occhioni traboccanti di curiosità e vitalità. Fino alla scorsa settimana. “Da martedì è tutto cambiato”, racconta il padre che proprio non riesce a farsene una ragione. Lui, insieme alla figlia, ieri proprio in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ha trovato la forza di denunciare quanto accaduto. Un compagno di classe non solo ha filmato il fondoschiena della minorenne ma lo ha addirittura condiviso online. “Chi la riconosce?“. Con questo interrogativo il video di cinque secondi è rimbalzato da una chat all’altra di WhatsApp. È stato proprio un amico di un altro istituto superiore a mettere in guardia la vittima e ad avvisarla di quell’immagine di cui tutti parlano. L’episodio è stato denunciato ai carabinieri e alla direzione scolastica oltre che al coordinamento del consiglio di classe. Oggi è stata verbalizzata una doppia denuncia a carico dei responsabili: una per la divulgazione delle immagini e l’altra per ingiurie, diffamazione e minacce.

La foto della ragazza è stata condivisa nelle chat di alcuni ragazzi

La ragazza: “Mi sono sentita tradita e delusa”

Secondo quanto riferito dal padre della ragazza agli investigatori, tutto sarebbe accaduto intorno alle 12 di martedì scorso. Non appena la minorenne è venuta a conoscenza del video, insieme a due sue amiche si sarebbe diretta dalla preside dell’Istituto la quale ha immediatamente richiamato il responsabile obbligandolo a una settimana di lavori socialmente utili alla Caritas. “Mi sono sentita tradita, delusa da quelli che ritenevo i miei amici. È assurdo non potermi sentire libera di vestirmi come mi pare o di mettere un pantalone un po’ più stretto ed è assurdo che ci siano ancora tanti pregiudizi” racconta la vittima che non poteva di certo immaginare che quel video sarebbe stato solo l’inizio del tam tam. Subito dopo, infatti, e a seguito del richiamo della dirigente scolastica, ci sarebbe stato un altro scambio di messaggi tra i membri del gruppetto con insulti sessisti ed etnici e bestemmie.

L’Istituto alberghiero Saffi di Firenze

I commenti nelle chat: “Se non vuoi questi problemi, non ti vesti in quel modo”

Tra le conversazioni “tutto questo per un cul…” scrive uno studente o anche “se non vuole avere questi problemi non ti vesti in quel modo” fa eco un altro. “Poi anche chi non la conosce, non si vede la faccia. Potrebbe essere chiunque” si legge. E ancora: “Se la conoscono è perché va a fare la tro… in centro”. “Ci sono 10milioni di donne maltrattate e ora mi viene a rompere il c.. per un video”. “Per giorni non ho dormito – si sfoga la minorenne – e più volte sono stata assalita da attacchi di ansia, soprattutto la mattina prima di andare a scuola. È assurdo tutto questo, siamo nel 2022. Non me lo aspettavo da persone della mia età, ora voglio solo andare avanti”.

Cybersecurity, 10 milioni di italiani hanno subito violazioni digitali

Secondo una ricerca Ipsos, promossa da Unipol e realizzata su un campione di persone tra i 16 e i 74 anni, il 43% delle donne (circa una su due) ritiene il cyberbullismo un grave rischio e una delle più preoccupanti forme di violenza online. Ma questo è solo uno dei tanti aspetti in tema cybersecurity: in Italia sono circa dieci milioni le persone ad aver subito violazioni digitali. La classifica dei rischi considerati più gravi nella navigazione web vede al vertice il furto di identità (58%), seguito dalla clonazione della carta di credito (53%), dall’utilizzo dei dati personali per altri scopi (40%) e dalla violazione della privacy (39%). All’ultimo posto l’impiego e la diffusione non autorizzati di fotografie personali (25%). Nel dettaglio, il pericolo legato al furto di identità e la minaccia della clonazione della carta di credito sono particolarmente avvertiti dai “baby boomers” registrando, rispettivamente, percentuali del 73% e del 64%.

Che cosa temono i genitori?

In base a una ricerca condotta da Doxa Kids, è possibile stilare una classifica delle paure dei genitori in tema cybersecurity e figli. Al primo posto tra i timori dei genitori c’è il rischio che i propri figli possano essere adescati online da parte di adulti con scopi sessuali (63%), seguita dal rischio che i figli ricevano insulti o siano vittime di bullismo (38%), partecipino a challenge pericolose (29%), ricevano la richiesta di invio di foto provocanti da parte dei coetanei (25%), accedano a contenuti pornografici (24%), siano esposti a contenuti che esaltano l’anoressia, l’autolesionismo o il suicidio (22%), condividano informazioni personali (21%), vedano immagini violente o drammatiche (14%) e postino qualcosa per poi pentirsene (13%).

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Non ha ancora compiuto 18 anni Laura (il nome è di fantasia), frequenta l'Istituto Alberghiero Saffi di Firenze e ha tanti amici. Una ragazza come tante con la spensieratezza tipica della sua età e gli occhioni traboccanti di curiosità e vitalità. Fino alla scorsa settimana. "Da martedì è tutto cambiato", racconta il padre che proprio non riesce a farsene una ragione. Lui, insieme alla figlia, ieri proprio in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ha trovato la forza di denunciare quanto accaduto. Un compagno di classe non solo ha filmato il fondoschiena della minorenne ma lo ha addirittura condiviso online. “Chi la riconosce?". Con questo interrogativo il video di cinque secondi è rimbalzato da una chat all'altra di WhatsApp. È stato proprio un amico di un altro istituto superiore a mettere in guardia la vittima e ad avvisarla di quell'immagine di cui tutti parlano. L'episodio è stato denunciato ai carabinieri e alla direzione scolastica oltre che al coordinamento del consiglio di classe. Oggi è stata verbalizzata una doppia denuncia a carico dei responsabili: una per la divulgazione delle immagini e l'altra per ingiurie, diffamazione e minacce.
La foto della ragazza è stata condivisa nelle chat di alcuni ragazzi

La ragazza: "Mi sono sentita tradita e delusa"

Secondo quanto riferito dal padre della ragazza agli investigatori, tutto sarebbe accaduto intorno alle 12 di martedì scorso. Non appena la minorenne è venuta a conoscenza del video, insieme a due sue amiche si sarebbe diretta dalla preside dell'Istituto la quale ha immediatamente richiamato il responsabile obbligandolo a una settimana di lavori socialmente utili alla Caritas. “Mi sono sentita tradita, delusa da quelli che ritenevo i miei amici. È assurdo non potermi sentire libera di vestirmi come mi pare o di mettere un pantalone un po' più stretto ed è assurdo che ci siano ancora tanti pregiudizi” racconta la vittima che non poteva di certo immaginare che quel video sarebbe stato solo l'inizio del tam tam. Subito dopo, infatti, e a seguito del richiamo della dirigente scolastica, ci sarebbe stato un altro scambio di messaggi tra i membri del gruppetto con insulti sessisti ed etnici e bestemmie.
L'Istituto alberghiero Saffi di Firenze

I commenti nelle chat: "Se non vuoi questi problemi, non ti vesti in quel modo"

Tra le conversazioni “tutto questo per un cul...” scrive uno studente o anche “se non vuole avere questi problemi non ti vesti in quel modo” fa eco un altro. “Poi anche chi non la conosce, non si vede la faccia. Potrebbe essere chiunque” si legge. E ancora: “Se la conoscono è perché va a fare la tro... in centro”. “Ci sono 10milioni di donne maltrattate e ora mi viene a rompere il c.. per un video”. "Per giorni non ho dormito - si sfoga la minorenne - e più volte sono stata assalita da attacchi di ansia, soprattutto la mattina prima di andare a scuola. È assurdo tutto questo, siamo nel 2022. Non me lo aspettavo da persone della mia età, ora voglio solo andare avanti".

Cybersecurity, 10 milioni di italiani hanno subito violazioni digitali

Secondo una ricerca Ipsos, promossa da Unipol e realizzata su un campione di persone tra i 16 e i 74 anni, il 43% delle donne (circa una su due) ritiene il cyberbullismo un grave rischio e una delle più preoccupanti forme di violenza online. Ma questo è solo uno dei tanti aspetti in tema cybersecurity: in Italia sono circa dieci milioni le persone ad aver subito violazioni digitali. La classifica dei rischi considerati più gravi nella navigazione web vede al vertice il furto di identità (58%), seguito dalla clonazione della carta di credito (53%), dall'utilizzo dei dati personali per altri scopi (40%) e dalla violazione della privacy (39%). All'ultimo posto l'impiego e la diffusione non autorizzati di fotografie personali (25%). Nel dettaglio, il pericolo legato al furto di identità e la minaccia della clonazione della carta di credito sono particolarmente avvertiti dai "baby boomers" registrando, rispettivamente, percentuali del 73% e del 64%.

Che cosa temono i genitori?

In base a una ricerca condotta da Doxa Kids, è possibile stilare una classifica delle paure dei genitori in tema cybersecurity e figli. Al primo posto tra i timori dei genitori c'è il rischio che i propri figli possano essere adescati online da parte di adulti con scopi sessuali (63%), seguita dal rischio che i figli ricevano insulti o siano vittime di bullismo (38%), partecipino a challenge pericolose (29%), ricevano la richiesta di invio di foto provocanti da parte dei coetanei (25%), accedano a contenuti pornografici (24%), siano esposti a contenuti che esaltano l'anoressia, l'autolesionismo o il suicidio (22%), condividano informazioni personali (21%), vedano immagini violente o drammatiche (14%) e postino qualcosa per poi pentirsene (13%).
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