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Home » Attualità » Francesca Michielin contro la Tampon Tax: “Del resto avere il ciclo è un lusso”. Nei commenti gli uomini insorgono

Francesca Michielin contro la Tampon Tax: “Del resto avere il ciclo è un lusso”. Nei commenti gli uomini insorgono

Nella manovra di bilancio l'Iva sugli assorbenti è stata ridotta al 10%, ma la misura diventerà realtà solo il prossimo anno. Sotto il tweet della cantante, intanto, sono stati molti i "consigli (maschili) su quali assorbenti usare", tanto che la Michielin è stata costretta a sentenziare: "My body, my choice"

Camilla Prato
9 Novembre 2021
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“E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?”. Con queste parole twittate dal suo account Francesca Michielin, la 26enne idolo della musica italiana, ha lanciato la sua protesta contro la Tampon Tax, ovvero la tassa assorbenti igienici femminili. È vero che, come avevamo spiegato anche noi qualche settimana fa (leggi qui), nell’ultima misura di bilancio il Governo ha tagliato l’Iva sugli assorbenti dal 22 al 10%, anche se il fatto di non aver fissato la percentuale – come si era chiesto – al 4% (quanto vengono tassati i beni essenziali) ha lasciato parecchie donne scontente. E in più la riduzione non è ancora realtà, tanto che per adesso le italiane dovranno continuare a pagare un bene necessario come uno sfizio. Di tutte loro si è fatta portavoce la Michielin, che ha concluso il suo messaggio proprio in risposta ai tanti commenti che le ricordavano la misura introdotta recentemente:  “Non vogliamo il contentino, vogliamo che la tassazione scenda ancora o che gli assorbenti siano gratuiti come accade in altri Paesi”. 

La 26enne ha voluto condividere sulla sua pagina social una riflessione personale su un’esperienza comune a moltissime donne: come ogni mese ha dovuto comprare gli assorbenti, e ha speso 15 euro. Una cifra che, come sottolinea nel tweet, è condizionata proprio dall’Iva, in quanto i prodotti igienici femminili vengono considerati ancora oggi beni di lusso. Una cifra irrisoria, magari, per chi guadagna migliaia di euro ma che per moltissime persone condiziona pesantemente i bilanci mensili. Una spesa di cui però non si può fare a meno.

Il suo post in brevissimo tempo è diventato virale, ricevendo migliaia di commenti. A colpire, tuttavia, è stato il numero di risposte arrivate dal mondo maschile: solo una degli utenti, come ha specificato la cantante, si è concentrato sul problema della Tampon Tax, mentre tutti gli altri erano consigli (certo non richiesti) su come spendere meno. “Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione sugli assorbenti – ha commentato Francesca Michielin – mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare“. Infatti c’è stato chi le ha consigliato di cercare fra gli scaffali del supermercato le marche più economiche rispetto a quella scelta da lei, chi invece le ha proposto l’uso della coppetta mestruale – perché sua moglie “ci si trova tanto bene” – o della “biancheria da ciclo”, e perfino uomini che hanno lamentato una possibile disparità visto che anche le lamette da barba hanno l’Iva al 22%.

La cantante però non ci sta a sentirsi giudicare per le sue scelte in merito al ciclo, per di più da chi, gli uomini appunto, non ce l’ha. Spiegando che ogni donna dovrebbe essere libera di scegliere la soluzione più idonea alle proprie esigenze, la giovane ha sottolineato che la priorità deve essere “sentirsi a proprio agio” e che nessuna dovrebbe scegliere un prodotto – che magari non le piace o con cui non si trova – perché è l’unico che può permettersi. “My body, my choice“, ha sentenziato infine Michielin.

Ma forse i commenti più assurdi sono stati quelli, completamente fuori luogo, dei no vax: “Anche questa settimana ho speso 45 euro per lavorare. Del resto lavorare è uno sfizio, un lusso come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?” c’è chi ha scritto ironizzando sul tweet della ragazza. E ancora: “E anche oggi, come ogni due giorni, ho speso i miei 15 euro di tampone (3,5 a settimana mi servono). Del resto, *lavorare* è un lusso, è uno sfizio, come voler bere un caffè al bar, andare al cinema, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?”. E via così, con centinaia di messaggi a cui Francesca Michielin non ha risposto, ma ci hanno pensato i vaccinati, con una lunghissima sfilza di messaggi del tipo: “il vaccino è gratis” o “risposta ridicola“.

 

 

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

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#lucenews #giornatacontroilbullismo
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“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
"E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?". Con queste parole twittate dal suo account Francesca Michielin, la 26enne idolo della musica italiana, ha lanciato la sua protesta contro la Tampon Tax, ovvero la tassa assorbenti igienici femminili. È vero che, come avevamo spiegato anche noi qualche settimana fa (leggi qui), nell'ultima misura di bilancio il Governo ha tagliato l'Iva sugli assorbenti dal 22 al 10%, anche se il fatto di non aver fissato la percentuale - come si era chiesto - al 4% (quanto vengono tassati i beni essenziali) ha lasciato parecchie donne scontente. E in più la riduzione non è ancora realtà, tanto che per adesso le italiane dovranno continuare a pagare un bene necessario come uno sfizio. Di tutte loro si è fatta portavoce la Michielin, che ha concluso il suo messaggio proprio in risposta ai tanti commenti che le ricordavano la misura introdotta recentemente:  "Non vogliamo il contentino, vogliamo che la tassazione scenda ancora o che gli assorbenti siano gratuiti come accade in altri Paesi". 
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Ma forse i commenti più assurdi sono stati quelli, completamente fuori luogo, dei no vax: "Anche questa settimana ho speso 45 euro per lavorare. Del resto lavorare è uno sfizio, un lusso come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?" c'è chi ha scritto ironizzando sul tweet della ragazza. E ancora: "E anche oggi, come ogni due giorni, ho speso i miei 15 euro di tampone (3,5 a settimana mi servono). Del resto, *lavorare* è un lusso, è uno sfizio, come voler bere un caffè al bar, andare al cinema, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?". E via così, con centinaia di messaggi a cui Francesca Michielin non ha risposto, ma ci hanno pensato i vaccinati, con una lunghissima sfilza di messaggi del tipo: "il vaccino è gratis" o "risposta ridicola".    
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