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Home » Attualità » Rimini, follia durante la Notte Rosa: Gabriele Gentile vittima di aggressione omofoba

Rimini, follia durante la Notte Rosa: Gabriele Gentile vittima di aggressione omofoba

Il 21enne ha deciso di raccontare l'accaduto dal suo profilo social su TikTok. E annuncia che sporgerà denuncia: "Insultato gratuitamente soltanto per il mio top rosa"

Edoardo Martini
5 Luglio 2022
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Doveva essere una nottata di festa e invece si è trasformata in una vera e propria disavventura. È quanto accaduto al 21enne Gabriele Gentile, molto noto su TikTok e Instagram con il nickname @Avocadogabb, alla fine della Notte Rosa di Rimini, dove è stato insultato e aggredito gratuitamente, per la sola ‘colpa’ di essere gay. 

Gabriele Gentile, tiktoker e famoso influencer su Instagram

“Mi hanno sputato addosso insultandomi”

Al termine della Notte Rosa, tra venerdì 1° luglio e domenica 3, dopo una festa in spiaggia, Gabriele stava rientrando in anticipo nell’albergo in cui lavora e si trovava da solo, su un monopattino elettrico a noleggio, lungo la pista ciclabile sul lungomare adiacente alla carreggiata. “Mi imbatto in questo gruppo di giovani, avranno avuto 24-25 anni. Come mi vedono con il top rosa, i pantaloni di pelle, mi iniziano ad insultare con insulti omofobi, mi sputano addosso, ed uno dei ragazzi con una bottiglia di birra me la lancia contro. Ho perso anche il controllo del monopattino e sono finito nella corsia delle auto, una macchina è riuscita a frenare in tempo per miracolo”, racconta il 21enne.
“In quei secondi ho temuto per il peggio perché se fossero riusciti a raggiungermi non so cosa sarebbe potuto succedere. Dopo questa aggressione mi sento minuscolo, piccolo, mi sento indifeso come se non ci fosse nulla che io possa fare per difendermi e cambiare le cose. Ho parlato con il mio avvocato e ho deciso di procedere con la denuncia” racconta Gabriele.

Il giovane, infatti, si è già recato dai carabinieri per fare la denuncia sull’aggressione, ma già nelle scorse ore aveva raccontato l’accaduto ai propri follower sui social.

Un fermo immagine della sorpresa di Gabriele fatta alla mamma nel momento in cui le annuncia di essere gay

La sorpresa fatta alla mamma

Svelare di essere gay può non essere semplice per tutti. Per Gabriele è stato più facile del previsto. In che modo? Più di un anno fa con una telecamera nascosta, Gabriele decise di immortalare uno dei momenti più importanti della sua vita: quello in cui confessò a sua madre la propria omosessualità. Gentile, che sta in Emilia Romagna, fino a pochi anni fa viveva con il timore di non poter essere sincero, con se stesso e con gli altri.

Quando finalmente ha trovato la forza di dire la verità a sua madre, questo ragazzo ha voluto filmare il suo coming out: “Mia mamma non sapeva niente, era una cosa per me; a prescindere da come sarebbe andata, volevo conservare il ricordo di quel momento e del coraggio che ho dimostrato a me stesso”. Tempo dopo, riguardando quel video, Gabriele non ha potuto fare a meno di pensare che forse quel filmato, così intimo e personale, avrebbe potuto fare la differenza nella vita di qualcun altro: “Mi sono detto che forse sarebbe stato utile a qualcuno… quando hai 14 anni e vieni da un piccolo paesino quello che fai è trovare risposte in rete, peccato che tutti i video sul coming out siano principalmente di ragazzi stranieri”.

Per questo prese la decisione di raccontare la sua storia sui social: per incoraggiare chi, come lui in passato, si è trovato in difficoltà e non ha nessuno con cui poter parlare. Oggi Gabriele continua a raccontare la sua quotidianità sui social: “Ogni giorno ricevo messaggi da parte di ragazze e ragazzi, ma anche adulti, che mi chiedono consigli. In modo diverso e con situazioni diverse, vogliamo tutti la stessa cosa: non essere discriminati e di essere considerati come persone, al pari di tutti gli altri.”

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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