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Home » Attualità » La gara di mangiatrici di banane scatena un polverone: “È sessista e mortifica le donne”

La gara di mangiatrici di banane scatena un polverone: “È sessista e mortifica le donne”

È scattata una petizione online diventata virale per impedire l’evento aperto a sole donne nell’ambito della Festa degli uomini a Monteprato di Nemis. Ha aderito anche Patrick Zaki: “È del tutto inappropriato e inaccettabile”.

Maurizio Costanzo
3 Agosto 2022
GARA DI MANGIATRICI BANANA

A Trieste la "gara di mangiatrici di banane": appello a disertarla

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Una festa nata negli anni ’70 dall’idea di un gruppo di ragazzi, quando erano altri tempi, la povertà era dilagante e i contesti di socialità e aggregazione comunitari veramente pochi. Quello che stupisce, è che invece di essere bandita e di suscitare una generale indignazione, edizione dopo edizione, ha ottenuto un successo crescente negli anni, fino ad acquistare fama internazionale. E ancora oggi, nel 2022, la “gara di mangiatrici di banane“ è praticata in Friuli Venezia Giulia, e come ogni 2 agosto, è al centro del cartellone della Festa degli uomini di Monteprato di Nimis, in provincia di Udine. Solo che questa volta ha scatenato un polverone di critiche perché accusata di sessismo.

La campagna online per cancellarla: anche Zaki contro

Ad accendere il coro di polemiche, la foto della donna scelta per il manifesto, la cui posa tanto allude e poco lascia all’immaginazione. La locandina che ritrae una ragazza in bikini mentre mangia una banana, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E subito sui social si è accesa una protesta che in men che non si dica ha infiammato gli animi ed è diventata virale. La campagna aveva un obiettivo ben preciso: disertarla, cancellarla, e in tutti i modi impedire che questo appuntamento fosse svolto. Tra coloro che si sono schierati contro, aderendo alla petizione online, c’è stato anche Patrick Zaki, specializzato in studi di genere, che su Twitter ha scritto: “Organizzare una ‘Gara di mangiatrici di banane’, aperta a sole donne, in occasione della celebrazione della festa degli uomini è del tutto inappropriato e inaccettabile”. “Chiedo gentilmente a tutti – ha aggiunto lo studente egiziano dell’università di Bologna sotto processo in Egitto – di firmare la petizione per impedire che questo evento si verifichi”.

Marcolin: “Denigrazione e di sessualizzazione della donna”

Festa degli uomini nel 2019

Non è mancata la presa di posizione di Dusolina Marcolin, presidente della Commissione per le Pari opportunità tra uomo e donna del Friuli Venezia Giulia (Crpo), che ha detto: “Molte saranno sicuramente le occasioni di festa tra uomini in questa data, ma di questo particolare evento si scopre che addirittura avrebbe origini leggendarie. Tuttavia dall’ultima locandina se ne evince solo un gravissimo abbassamento culturale, anche di comunicazione, che ha toccato livelli incredibili”. Nulla dunque contro la festa in sé, ma molto da ridire su questa “gara ben particolare e il conseguente uso di immagini e di un linguaggio che offendono e violano la cultura di parità di cui tutti si fanno paladini”. Dusolina Marcolin non usa mezzi termini nel definire che questo modo di fare una forma di “denigrazione e di sessualizzazione della donna“, che “costituisce una forma, neanche tanto subdola, di violenza alla quale è necessario mettere fine e, per tale motivo, la Commissione invita le donne a non partecipare a competizioni di questo bassissimo livello, ma anche, a tutti in generale, di disapprovarne l’organizzazione perché, senza la pretesa di fare la morale a nessuno, si tratta di una questione di mancato rispetto”. Eventi di questo tipo, specifica: “Mortificano e infieriscono sul sacrosanto diritto delle donne a non essere continuamente soggette a violenza, nonché ridicolizzate e banalizzate, come nel caso in questione”.

Da parte loro gli organizzatori puntano a difendersi come possono e parlano di una semplice, e storica, “goliardata”. Eppure a giudicare da come si svolge la festa, i riferimenti sessuali sono tanti, troppi. In pratica gli uomini tengono una banana rigorosamente sbucciata all’altezza del bacino porgendola alla bocca della concorrente, che deve ‘mangiarla’ senza utilizzare le mani, che devono essere dietro la schiena. Vince la ragazza che ne riesce a mangiare di più. A perdere però, sono gli uomini capaci di tanto.

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  • “I nostri animali rischiano una fine orribile.”

La scure del Tar del Lazio ha infranto le speranze della “Sfattoria degli Ultimi”, centoncinquanta tra maiali e cinghiali rischiano di morire. 

L’8 agosto l’Asl 1 ha notificato alla Sfattoria la decisione di abbattimento degli animali perché si trovano nella cosiddetta "zona rossa"(ovvero zona infetta in relazione alla peste suina africana) che comprende tutto il territorio romano. L’associazione ha contestato la decisione, sostenendo che essendo animali Dpa (ovvero non destinato alla produzione di alimenti) e quindi da affezione, non possono essere abbattuti secondo legge. Il Tar però “ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente e per questo l’ordinanza di abbattimento può diventare esecutiva”. 

Anche il commissario nominato per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ritenuto non accoglibile la richiesta di non procedere all’abbattimento dei suini in questione perché, secondo quanto riferito dall’Asl, le strutture che ospitano gli animali sono state occupate abusivamente e gli animali non sono tracciati e non ci sono certificazioni di provenienza. Accuse respinte al mittente dalla Sfattoria.

Numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che annunciano una dura battaglia legale con l’intenzione di trasformare la richiesta di sospensiva in ricorso ordinario. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno “urlano" contro la decisione dell’azienda sanitaria. 

#lucenews #lucelanazione #sfattoriadegliultimi #salviamoglianimali #protezioneanimali
  • Buone notizie per i neogenitori. Scattano da oggi, 13 agosto, le nuove regole sui congedi parentali previste dal decreto 105/2022. 🔻

La novità più importante è l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni al 100% della retribuzione (in precedenza erano solo 5), che sostituisce il congedo obbligatorio del padre e il congedo facoltativo del padre. 

Tale congedo sarà accessibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi alla nascita, anche in caso di morte perinatale del bambino. I giorni di congedo possono essere sovrapposti anche a quelli della madre lavoratrice (pari a 5 mesi) e, in caso di parto gemellare, la durata del congedo è aumentata a 20 giorni lavorativi.

Oltre a questi 10 giorni obbligatori e completamente pagati, entrambi i genitori con figli di età inferiore ai 12 anni avranno diritto a un ulteriorecongedo facoltativo della durata di tre mesi con un’indennità del 30% dello stipendio. Tale congedo non è trasferibile da un genitore all’altro. I genitori hanno anche diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta sempre un’indennità del 30% della retribuzione. 

Al genitore solo, sono riconosciuti 11 mesi continuativi o frazionati, di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6 mesi) indennizzabili al 30% della retribuzione.

I limiti massimi restano invariati per entrambi i genitori: 6 mesi per la madre e 6 per il padre (elevabili a 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi) per ogni figlio. 

Di Nicolò Guelfi ✍

#lucenews #lucelanazione #congedoparentale #maternitàepaternitàaconfronto #genitorifigli
  • Un episodio orribile quello accaduto a Salerno dove due donne lesbiche sono state accoltellate dal padre di una di loro. Le due giovani hanno deciso di denunciare il fatto ai carabinieri e la vicenda è stata resa nota dal consigliere regionale campano di Europa Verde Francesco Borrelli, che ha parlato di “storia folle e agghiacciante”.

La vicenda è iniziata quando le due ragazze, Francesca e Immacolata, la prima 39enne di Crotone e la seconda 23enne della provincia di Napoli, sono arrivate a Salerno per lavorare; nel capoluogo campano sono state ospitate a casa di una parente di Immacolata, il teatro dell’aggressione. 

“Mio padre ci ha detto ‘Voglio fare 30 anni di carcere: volete morire insieme? È arrivato il momento’ e poi ci ha colpito. Mia madre ha assistito all’aggressione e non ha fermato mio padre, anzi ha provato a bloccarci mentre scappavamo”, ha raccontato la più giovane. 

“Entrambe abbiamo riportato qualche ferita, ma siamo riuscite a scappare. Fino alle 5 del mattino però mio padre ci ha inseguite e minacciate. Abbiamo chiamato il 112 e i carabinieri sono intervenuti accompagnandoci nel nostro domicilio di Salerno per fare le valigie e tornare poi a Crotone in sicurezza. Lui a oggi nega tutto, ma abbiamo le prove di quello che ha fatto”, ha raccontato Immacolata.

Le due ragazze sono quindi tornate in Calabria e si sono anche recate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Crotone per farsi medicare, sul corpo avevano numerose escoriazioni e ferite lievi di arma da taglio. 

#lucenews #lucelanazione #lgbtqitalia #aggressioneomofoba #salerno

Una festa nata negli anni '70 dall'idea di un gruppo di ragazzi, quando erano altri tempi, la povertà era dilagante e i contesti di socialità e aggregazione comunitari veramente pochi. Quello che stupisce, è che invece di essere bandita e di suscitare una generale indignazione, edizione dopo edizione, ha ottenuto un successo crescente negli anni, fino ad acquistare fama internazionale. E ancora oggi, nel 2022, la "gara di mangiatrici di banane" è praticata in Friuli Venezia Giulia, e come ogni 2 agosto, è al centro del cartellone della Festa degli uomini di Monteprato di Nimis, in provincia di Udine. Solo che questa volta ha scatenato un polverone di critiche perché accusata di sessismo.

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Ad accendere il coro di polemiche, la foto della donna scelta per il manifesto, la cui posa tanto allude e poco lascia all’immaginazione. La locandina che ritrae una ragazza in bikini mentre mangia una banana, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E subito sui social si è accesa una protesta che in men che non si dica ha infiammato gli animi ed è diventata virale. La campagna aveva un obiettivo ben preciso: disertarla, cancellarla, e in tutti i modi impedire che questo appuntamento fosse svolto. Tra coloro che si sono schierati contro, aderendo alla petizione online, c'è stato anche Patrick Zaki, specializzato in studi di genere, che su Twitter ha scritto: "Organizzare una 'Gara di mangiatrici di banane', aperta a sole donne, in occasione della celebrazione della festa degli uomini è del tutto inappropriato e inaccettabile”. “Chiedo gentilmente a tutti – ha aggiunto lo studente egiziano dell’università di Bologna sotto processo in Egitto - di firmare la petizione per impedire che questo evento si verifichi".

Marcolin: "Denigrazione e di sessualizzazione della donna"

Festa degli uomini nel 2019

Non è mancata la presa di posizione di Dusolina Marcolin, presidente della Commissione per le Pari opportunità tra uomo e donna del Friuli Venezia Giulia (Crpo), che ha detto: “Molte saranno sicuramente le occasioni di festa tra uomini in questa data, ma di questo particolare evento si scopre che addirittura avrebbe origini leggendarie. Tuttavia dall'ultima locandina se ne evince solo un gravissimo abbassamento culturale, anche di comunicazione, che ha toccato livelli incredibili". Nulla dunque contro la festa in sé, ma molto da ridire su questa "gara ben particolare e il conseguente uso di immagini e di un linguaggio che offendono e violano la cultura di parità di cui tutti si fanno paladini". Dusolina Marcolin non usa mezzi termini nel definire che questo modo di fare una forma di "denigrazione e di sessualizzazione della donna", che "costituisce una forma, neanche tanto subdola, di violenza alla quale è necessario mettere fine e, per tale motivo, la Commissione invita le donne a non partecipare a competizioni di questo bassissimo livello, ma anche, a tutti in generale, di disapprovarne l'organizzazione perché, senza la pretesa di fare la morale a nessuno, si tratta di una questione di mancato rispetto". Eventi di questo tipo, specifica: "Mortificano e infieriscono sul sacrosanto diritto delle donne a non essere continuamente soggette a violenza, nonché ridicolizzate e banalizzate, come nel caso in questione".

Da parte loro gli organizzatori puntano a difendersi come possono e parlano di una semplice, e storica, “goliardata”. Eppure a giudicare da come si svolge la festa, i riferimenti sessuali sono tanti, troppi. In pratica gli uomini tengono una banana rigorosamente sbucciata all’altezza del bacino porgendola alla bocca della concorrente, che deve ‘mangiarla’ senza utilizzare le mani, che devono essere dietro la schiena. Vince la ragazza che ne riesce a mangiare di più. A perdere però, sono gli uomini capaci di tanto.

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