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Home » Attualità » Due borse di studio contro la disparità nell’industria musicale: rapporto donna-uomo 1 a 37

Due borse di studio contro la disparità nell’industria musicale: rapporto donna-uomo 1 a 37

Dalla collaborazione di Sae Institute con Equaly e Poche Cltv nasce l'iniziativa per valorizzare il ruolo delle donne nel music business

Edoardo Martini
2 Dicembre 2022
L'evento "Il ruolo della donna nell’industria musicale”, tenutosi il 25 novembre nella cornice della Milano Music Week

L'evento "Il ruolo della donna nell’industria musicale”, tenutosi il 25 novembre nella cornice della Milano Music Week

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Due borse di studio dal valore di 5400 euro ciascuna. È questo il risultato della collaborazione tra SAE Institute, network di formazione in ambito creative media, POCHE Cltv, collettivo di music producer italiane, e Equaly, community di cantautrici, interpreti, musiciste, producer, foniche e molto altro ancora, annunciato durante il corso “Il ruolo della donna nell’industria musicale“, tenutosi il 25 novembre nella cornice della Milano Music Week e dedicato al tema delle disparità di genere nel music business.

“ll nostro collettivo esiste per supportare le produttrici musicali italiane non solo del presente ma anche del futuro”: tutta la determinazione di Elasi, co-fondatrice di POCHE Cltv

Women in Music: il rapporto donna-uomo è 1 a 37

L’obiettivo dell’evento era mettere in risalto le ineguaglianze che interessano un settore tutt’oggi largamente composto da uomini. A conferma di ciò prendiamo in considerazione la ricerca esplorativa “Women in Music” (2021), di cui Alessandra Micalizzi, PhD, psicologa e internal lecturer di SAE, è responsabile: a livello internazionale, cita il report, solo in ambito produzione il rapporto donna-uomo è 1 a 37, mentre nell’autorialità, quindi nella scrittura di testi e musica, le donne sono poco più del 12%. Se prendiamo in considerazione soltanto l’Italia la situazione non migliora, anzi si complica: guardando alle incisioni complessive, rispetto al 2020, si contano circa il 92% di brani maschili contro l’8,15% di brani scritti da donne. Fanno eco a questi numeri la classifica di Billboard Italia che, tra le canzoni di successo tra il 2012 e il 2020 conta solo il 2,6% di produttrici, e quella di Spotify, secondo cui in Italia le musiciste sono il 14% del totale.

Andando ad analizzare oltre 40 persone intervistate tra producer, professionisti e artisti, sono emersi alcuni stereotipi: la cristallizzazione dell’immagine della donna artista, che nell’immaginario comune risponde ad alcune caratteristiche e ruoli preimpostati, l’identificazione della donna come genere e non come progetto artistico, e l’assenza di un vero dibattito sul tema, ancora molto prematuro e informale in Italia. La responsabile del progetto, Alessandre Micalizzi, ha ripercorso l’inizio del progetto fino ai giorni nostri: “Women in Music è un progetto SAE che muove i primi passi in un periodo storico molto complesso come la pandemia. Siamo partiti con uno studio esplorativo che indagava il percepito e le esperienze delle donne che lavorano nell’industria musicale italiana e da quel primo segnale, al di sopra di ogni aspettativa, è nato un percorso composto da diverse tappe: la prima con la presentazione dei risultati e l’uscita del primo albo illustrato ‘Viola può fare la musica’ per bambini dedicato a temi di genere connessi al mondo della musica, la seconda con la tavola rotonda dedicata al tema, con esponenti dell’industria e del mondo accademico, e la presentazione del saggio ‘Women In Creative Industries’ e la terza, venerdì 25 novembre, per offrire ai giovani talenti che si riconoscono nel genere femminile l’opportunità di formarsi nella musica nella prima realtà accademica italiana che offre percorsi di questo tipo”.

Josie del team di Equaly durante l’evento ‘Il ruolo della donna nell’industria musicale’

“La parità di genere nel music business è il nostro punto fondamentale”

E non poteva mancare il commento di Elasi, co-fondatrice di POCHE Cltv: “Il nostro collettivo esiste per supportare le produttrici musicali italiane non solo del presente ma anche del futuro. Questa borsa di studio è il primo piccolo importante passo per incoraggiare le future professioniste che sognano di imparare a scrivere, comporre e produrre la musica che hanno in testa con libertà, arte, unicità, competenza e self-confidence”. Sebbene ogni ambito dell’industria musicale si differenzi dagli altri per aspetti che lo interessano in particolare, in generale il settore presenta una disparità di genere diffusa a macchia d’olio, intensificata da alcuni fattori endemici, come la nota precarietà delle carriere, lo scarso riconoscimento professionale e il grande coinvolgimento personale nella vita di chi intraprende questo percorso, sia in termini di orari che di risorse emotive e cognitive. Josie Cipolletta dal team di Equaly conclude mettendo in evidenza lo scopo per il quale è nata la community: “Da quando è stata fondata nel 2021, Equaly, in base ai principi del proprio manifesto, ha fatto della formazione, sensibilizzazione e aumento della consapevolezza sulla parità di genere nel music business il proprio fulcro. L’attenzione verso un’industria musicale più paritaria è possibile solo attraverso diverse azioni concrete e quotidiane volte a creare spazi e pari opportunità, soprattutto nell’ambito della formazione”.

 

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L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
Due borse di studio dal valore di 5400 euro ciascuna. È questo il risultato della collaborazione tra SAE Institute, network di formazione in ambito creative media, POCHE Cltv, collettivo di music producer italiane, e Equaly, community di cantautrici, interpreti, musiciste, producer, foniche e molto altro ancora, annunciato durante il corso "Il ruolo della donna nell’industria musicale", tenutosi il 25 novembre nella cornice della Milano Music Week e dedicato al tema delle disparità di genere nel music business.
"ll nostro collettivo esiste per supportare le produttrici musicali italiane non solo del presente ma anche del futuro": tutta la determinazione di Elasi, co-fondatrice di POCHE Cltv

Women in Music: il rapporto donna-uomo è 1 a 37

L'obiettivo dell'evento era mettere in risalto le ineguaglianze che interessano un settore tutt’oggi largamente composto da uomini. A conferma di ciò prendiamo in considerazione la ricerca esplorativa "Women in Music" (2021), di cui Alessandra Micalizzi, PhD, psicologa e internal lecturer di SAE, è responsabile: a livello internazionale, cita il report, solo in ambito produzione il rapporto donna-uomo è 1 a 37, mentre nell’autorialità, quindi nella scrittura di testi e musica, le donne sono poco più del 12%. Se prendiamo in considerazione soltanto l'Italia la situazione non migliora, anzi si complica: guardando alle incisioni complessive, rispetto al 2020, si contano circa il 92% di brani maschili contro l’8,15% di brani scritti da donne. Fanno eco a questi numeri la classifica di Billboard Italia che, tra le canzoni di successo tra il 2012 e il 2020 conta solo il 2,6% di produttrici, e quella di Spotify, secondo cui in Italia le musiciste sono il 14% del totale. Andando ad analizzare oltre 40 persone intervistate tra producer, professionisti e artisti, sono emersi alcuni stereotipi: la cristallizzazione dell’immagine della donna artista, che nell’immaginario comune risponde ad alcune caratteristiche e ruoli preimpostati, l’identificazione della donna come genere e non come progetto artistico, e l’assenza di un vero dibattito sul tema, ancora molto prematuro e informale in Italia. La responsabile del progetto, Alessandre Micalizzi, ha ripercorso l'inizio del progetto fino ai giorni nostri: "Women in Music è un progetto SAE che muove i primi passi in un periodo storico molto complesso come la pandemia. Siamo partiti con uno studio esplorativo che indagava il percepito e le esperienze delle donne che lavorano nell'industria musicale italiana e da quel primo segnale, al di sopra di ogni aspettativa, è nato un percorso composto da diverse tappe: la prima con la presentazione dei risultati e l'uscita del primo albo illustrato 'Viola può fare la musica' per bambini dedicato a temi di genere connessi al mondo della musica, la seconda con la tavola rotonda dedicata al tema, con esponenti dell'industria e del mondo accademico, e la presentazione del saggio ‘Women In Creative Industries’ e la terza, venerdì 25 novembre, per offrire ai giovani talenti che si riconoscono nel genere femminile l'opportunità di formarsi nella musica nella prima realtà accademica italiana che offre percorsi di questo tipo".
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