La Gen Z si sente sola. E la soluzione è vecchia come il mondo: parlare coi propri genitori

In occasione della Giornata Mondiale dei Genitori, il primo giugno, abbiamo approfondito il ruolo dei genitori nell'educazione e nel benessere dei figli. Benessere che molto spesso viene ostacolato da un senso di isolamento. Esiste una soluzione? Sì: la comunicazione

di EDOARDO MARTINI
1 giugno 2025
Il primo giugno si celebra la Giornata Mondiale dei Genitori

Il primo giugno si celebra la Giornata Mondiale dei Genitori

Ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale dei Genitori, che cade il primo giugno, ci si interroga sul ruolo della genitorialità: una vocazione, un impegno, ma anche una delle sfide più complesse della vita. Ma è davvero il “mestiere più difficile del mondo“? A differenza di altri ruoli nella società, non esiste un manuale universale per essere un buon genitore. Ogni bambino è diverso, ogni famiglia ha dinamiche uniche e il contesto culturale e sociale influisce enormemente sul modo in cui si cresce un figlio. Ecco che allora, vista la ricorrenza così importante, ci siamo interrogati sulla salute psicofisica, legata al concetto di solitudine, della Generazione Z

Quando è nata la Giornata Mondiale dei Genitori 

La Giornata Mondiale dei Genitori (Global Day of Parents) è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2012 con la risoluzione 66/292. Questa giornata riconosce l'importante ruolo dei genitori nell'educazione e nel benessere dei figli, sottolineando l'amore incondizionato e i sacrifici che compiono quotidianamente, mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della famiglia come ambiente fondamentale per lo sviluppo armonioso dei bambini e promuove politiche di supporto alla genitorialità, riconoscendo il ruolo centrale dei genitori nella crescita dei figli.

Il “Gen Z Alert”

Un bellissimo momento per fermarsi e riflettere sull'importanza della famiglia nella nostra vita, macchiato però dal fatto che molti giovani della Gen Z soffrono pesantemente di solitudine. Una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Fondazione Relazionésimo, hanno evidenziato questa situazione a tal punto che gli esperti della medesima realtà 100% made in Italy hanno lanciato di recente il “Gen Z Alert”.

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A livello globale più di un giovane su 3 si sente costantemente solo

Entrando più nel dettaglio, è una situazione veramente allarmante quella che coinvolge i giovani nati tra il 1997 e il 2012 e la causa è il rapporto stretto con la cosiddetta “loneliness". Conferme in merito giungono, in primis, da Fortune USA, secondo cui a livello globale più di uno su 3 (34%) si sente costantemente solo. Per quanto riguarda l'Europa si resta sulla medesima lunghezza d'onda: stando a quanto specificato da Class CNBC, solo in Gran Bretagna il trend coinvolge l'85% dei giovani appartenenti alla Generazione Z.

E in Italia? I numeri restano preoccupanti anche all'interno dei nostri confini: infatti, secondo una recente indagine a cura di BVA Doxa, la percentuale italiana di ragazzi e ragazze appartenenti alla Gen Z che prova solitudine si attesta sul 45%. La motivazione principale? La disconnessione tra la vita online e quella offline, la quale genera confusione e disorientamento.

Le soluzioni per uscire dal tunnel

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La domanda sorge quindi spontanea: esistono soluzioni utili per uscire da questo tunnel? Secondo gli esperti la risposta è sì e il passepartout più efficace è la comunicazione con i genitori che, pur appartenendo a generazioni diverse, risultano sempre la prima ancora a cui aggrapparsi e il primo rifugio in cui trovare riparo. Il tutto viene messo in risalto sia da Verywell Mind, che definisce “terapeutico“ il dialogo con mamma e papà per la Gen Z, sia da Psychology Today che vede nella solitudine addirittura un'opportunità per valorizzare o, in alcuni casi, ricostruire un rapporto significativo e duraturo con i propri “parents“. 

L'importanza dell'ascolto 

“La solitudine non è un problema da sottovalutare. Ne sono una prova concreta i dati sopra argomentati, per questo motivo risulta più che mai fondamentale tornare a dare importanza alle relazioni, in particolar modo a quelle più autentiche, ovvero quelle con i propri genitori. Al fine di costruire un rapporto forte e basato sul dialogo serve sicuramente affinare l'ascolto, come specificato da un recente approfondimento a cura del New York Post, e, di conseguenza, occorre la collaborazione di entrambe le parti, anche degli stessi parent. A questo proposito non è affatto facile instaurare una comunicazione ottimale tra generazioni così diverse. Infatti, non è un caso, che solo negli USA il 62% dei ragazzi appartenenti alla Gen Z chieda maggiore ascolto a mamma e papà con l'obiettivo di esprimere meglio le loro emozioni“, dichiarano Ketty Panni e Ombretta Zulian, le artefici di Fondazione Relazionésimo.

“La frattura tra la vita vissuta online e quella reale”

Anche Giuseppe Castaman, direttore della Fondazione, è intervenuto sull'argomento mettendo in evidenza come il principale malessere dei ragazzi provenga dalla differenza tra la vita vissuta online e quella reale: “Riflettendo, proprio in questa Giornata Mondiale dedicata ai genitori, un dato che non può lasciarci indifferenti è che quasi la metà dei giovani italiani della Generazione Z manifesta segnali di disagio psicofisico. Un malessere che nasce spesso da una frattura profonda tra la vita vissuta online e quella reale, fatta di corpi, emozioni e silenzi non filtrati. Il dialogo e l'ascolto da parte dei genitori può essere una strada da perseguire. Forse può sembrare semplice e banale ma, i figli oggi non chiedono perfezione, chiedono presenza, e chiedono ascolto, senza giudizio. Perché solo sentendosi visti e accolti possono imparare a riconoscere, esprimere e trasformare le loro emozioni. Ricucire il filo tra le generazioni è forse la più grande sfida educativa del nostro tempo. Ma anche una potente opportunità“.

L'essere genitori è il mestiere più difficile (e con il carico emotivo più profondo) del mondo

Insomma, per tornare alla domanda se quello del genitore è il mestiere più difficile del mondo, probabilmente sì, perché non ci si può mai davvero sentire arrivati. Anche quando i figli diventano adulti, l'istinto genitoriale non si spegne. È un ruolo che cambia forma ma non finisce mai. Eppure, nonostante le difficoltà, milioni di persone nel mondo continuano ogni giorno a provarci, a imparare dai propri errori e a crescere con i propri figli.

Essere genitori è un viaggio lungo, spesso incerto, ma colmo di amore. Non ci sono promozioni o titoli, ma ci sono vite intere forgiate grazie alla presenza di madri, padri e figure genitoriali che hanno dato tutto, spesso in silenzio. E se per qualcuno non è il mestiere più difficile del mondo, sicuramente per quasi tutti è quello con il carico emotivo più profondo - e, forse, il più importante.