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Home » Attualità » George Clooney, Lebron James e Dr Dre: una mano sul cuore e una sul portafoglio per regalare un futuro a migliaia di giovani

George Clooney, Lebron James e Dr Dre: una mano sul cuore e una sul portafoglio per regalare un futuro a migliaia di giovani

Oggi sono personaggi famosi in tutto il mondo nei loro campi, il cinema, la musica e lo sport. Ma non dimenticano le origini e hanno scelto di investire parte dei loro soldi per la formazione dei giovani. Nuove scuole pubbliche, nuovi corsi di recitazione o di musica, ma anche per ruoli tecnici del mondo dello spettacolo. Così anche gli Stati Uniti tornano lentamente alla normalità 'scolastica' post pandemia

Francesco Lommi
23 Giugno 2021
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Mai dimenticare le proprie radici. Un concetto comune a tante culture diverse ma che alcuni più di altri tendono a ricordare. È il caso di diversi personaggi americani di successo come Dr Dre, Lebron James e George Clooney che, dopo essere partiti dal nulla, hanno raggiunto l’eccellenza nei rispettivi campi di competenza (musica, basket e cinema) e ora vogliono restituire qualcosa alle comunità in cui sono cresciuti. E quale modo migliore se non garantire un’istruzione a tanti giovani che, come loro un tempo, devono combattere per avere un futuro?

Lebron James ha fondato nella sua Akron, piccola cittadina dell’Ohio, la  “I Promise School”. Questa particolare struttura accoglie 240 ragazzi a rischio abbandono scolastico. Il progetto messo in piedi da LBJ è innovativo e particolare e vuole accompagnare questi studenti nel loro percorso, dalle elementari fino al diploma e poi alla laurea. 

Dr Dre invece, affiancato dal produttore Jimmy Iovine, ha già annunciato l’apertura di una scuola di specializzazione in campo musicale a Los Angeles, non distante dal famoso quartiere di Compton da cui proviene lo stesso Dre.

George Clooney non è nato in California (è in realtà di Lexington, Texas) ma, come tanti suoi colleghi, all’ombra della scritta Hollywood ha mosso i primi passi da attore.  Ed è proprio la città ‘degli angeli’ che ha voluto omaggiare: insieme ad altre personalità di spicco come Don Cheadle, Eva Longoria e i dirigenti della Creative Artist Agency (CAA), un’agenzia che accompagna nella crescita giovani artisti e talenti dello sport, verrà inaugurata un “high school” orientata all’inserimento dei giovani nel mondo dello spettacolo. Un settore che all’apparenza potrebbe sembrare saturo, ma che in realtà può ancora offrire diverse occasioni. “Ci sono 160mila posti di lavoro nell’industria dell’intrattenimento – sostiene Bryan Lourd, il vice presidente della CAA – 750mila se includiamo anche l’aspetto digitale e tutte le altre mansioni”. 

Pur vivendo nella città dell’entertainment per antonomasia, tanti giovani non sanno da dove cominciare per avvicinarsi a questo mondo: “Non hanno idea di come potresti iniziare a diventare tecnici di produzione o una costumista o una sceneggiatrice” ha detto invece Nicole Avant, produttrice de “il Padrino Nero”. “Dicono: dove invio il mio curriculum? Come diavolo comincio?” 

La pandemia e la didattica a distanza, anche negli States, hanno acuito le già marcate differenze tra chi aveva a disposizione una connessione internet e un computer e chi no. In tal senso saranno fondamentali il ritorno fisico nelle scuola (già avviato in molti Stati, ma per esempio in California rimandato al prossimo autunno) e gli investimenti nel settore dell’educazione. In questo senso, la California per ripartire al meglio ha programmato una spesa di circa 96 miliardi di dollari per il prossimo anno scolastico tra elementari e college: un investimento di circa 21mila dollari per studente. Una cifra che, negli ultimi tre anni, è aumentata circa del 40% ma che comunque rimane inferiore rispetto ai 30mila dollari per alunno dello stato di New York. 

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere

Mai dimenticare le proprie radici. Un concetto comune a tante culture diverse ma che alcuni più di altri tendono a ricordare. È il caso di diversi personaggi americani di successo come Dr Dre, Lebron James e George Clooney che, dopo essere partiti dal nulla, hanno raggiunto l’eccellenza nei rispettivi campi di competenza (musica, basket e cinema) e ora vogliono restituire qualcosa alle comunità in cui sono cresciuti. E quale modo migliore se non garantire un'istruzione a tanti giovani che, come loro un tempo, devono combattere per avere un futuro?

Lebron James ha fondato nella sua Akron, piccola cittadina dell’Ohio, la  "I Promise School". Questa particolare struttura accoglie 240 ragazzi a rischio abbandono scolastico. Il progetto messo in piedi da LBJ è innovativo e particolare e vuole accompagnare questi studenti nel loro percorso, dalle elementari fino al diploma e poi alla laurea. 

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George Clooney non è nato in California (è in realtà di Lexington, Texas) ma, come tanti suoi colleghi, all’ombra della scritta Hollywood ha mosso i primi passi da attore.  Ed è proprio la città 'degli angeli' che ha voluto omaggiare: insieme ad altre personalità di spicco come Don Cheadle, Eva Longoria e i dirigenti della Creative Artist Agency (CAA), un'agenzia che accompagna nella crescita giovani artisti e talenti dello sport, verrà inaugurata un "high school" orientata all’inserimento dei giovani nel mondo dello spettacolo. Un settore che all’apparenza potrebbe sembrare saturo, ma che in realtà può ancora offrire diverse occasioni. "Ci sono 160mila posti di lavoro nell’industria dell’intrattenimento - sostiene Bryan Lourd, il vice presidente della CAA - 750mila se includiamo anche l’aspetto digitale e tutte le altre mansioni". 

Pur vivendo nella città dell’entertainment per antonomasia, tanti giovani non sanno da dove cominciare per avvicinarsi a questo mondo: "Non hanno idea di come potresti iniziare a diventare tecnici di produzione o una costumista o una sceneggiatrice" ha detto invece Nicole Avant, produttrice de "il Padrino Nero". "Dicono: dove invio il mio curriculum? Come diavolo comincio?" 

La pandemia e la didattica a distanza, anche negli States, hanno acuito le già marcate differenze tra chi aveva a disposizione una connessione internet e un computer e chi no. In tal senso saranno fondamentali il ritorno fisico nelle scuola (già avviato in molti Stati, ma per esempio in California rimandato al prossimo autunno) e gli investimenti nel settore dell’educazione. In questo senso, la California per ripartire al meglio ha programmato una spesa di circa 96 miliardi di dollari per il prossimo anno scolastico tra elementari e college: un investimento di circa 21mila dollari per studente. Una cifra che, negli ultimi tre anni, è aumentata circa del 40% ma che comunque rimane inferiore rispetto ai 30mila dollari per alunno dello stato di New York. 

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