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Home » Attualità » Ghali insultato per l’acquisto della ‘rescue boat’. Melio: “Piccolo scorcio sulla banalità del male”

Ghali insultato per l’acquisto della ‘rescue boat’. Melio: “Piccolo scorcio sulla banalità del male”

Il consigliere regionale toscano ha commentato sui social le frasi che alcuni utenti hanno riservato al rapper: "Rischiamo che fra un mese, questa gentaglia, sarà in maggioranza al Governo"

Marianna Grazi
23 Luglio 2022
ghali melio
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“Da un lato un bellissimo gesto solidale di Ghali. Dall’altro, un piccolo scorcio sulla banalità del male più vuoto…”. Sono parole dure, che esprimono tutta l’amarezza che prova Iacopo Melio, consigliere regionale della Toscana, giornalista e attivista per i diritti umani e civili italiano. Il gesto di cui parla il Melio sulla sua pagina Instagram è quello del rapper milanese che nei giorni scorsi ha annunciato, anche lui attraverso i social, di essersi comprato una barca e spiegando “Il rap è una musica che ha come centro la rivalsa che è un concetto prima individuale e poi collettivo. Per me questo è fare la cosa più rap che ci sia”. L’imbarcazione, infatti, non è per lui, ma per Mediterranea Saving Humans che si occupa del salvataggio dei migranti in mare.

Ghali dona una nave di salvataggio a Mediterranea

ghali rescue boat
Ghali annuncia la donazione di una ‘rescue boat’ a Mediterranea Saving Humans

“Mi sono comprato una barca. Sono diventato grande e da oggi ‘Bayna’ non è più solo il titolo di una mia canzone ma anche quello di una nuova barca di salvataggio. Ogni anno muoiono centinaia di persone in mare, si stima che siano morte circa 850 persone solo dallo scorso gennaio, e che circa 16mila siano state illegalmente respinte in Libia”. Si tratta di una ‘rescue boat‘ che consentirà alla Mare Jonio (l’unica nave battente bandiera italiana della flotta civile di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale) di ottenere le nuove certificazioni per continuare le proprie operazioni di soccorso in mare. “Lo faccio per dare un aiuto concreto e veloce, soprattutto in questi mesi estivi quando riprenderanno i viaggi in mare verso l’Italia”, ha aggiunto il rapper 29enne che sul tema, negli anni, non ha evitato scontri diretti con il leader della Lega, Matteo Salvini. Ghali ha anche lanciato una raccolta fondi per Mediterranea.

I commenti sui social: “Se fossi italiano prima aiuteresti gli italiani”

Ma a destare scalpore non è stato solo il gesto, encomiabile, del cantante, che dimostra ancora una volta l’impegno anche degli artisti (vedi anche Fedez, ad esempio) per le tematiche sociali attuali. Quanto piuttosto a sollevare anche l’indignazione del consigliere toscano Melio sono le parole riservate da alcuni utenti social a Ghali. Insulti, frasi razziste, commenti d’odio di chi non sa riconoscere la bontà di un’azione solidale da parte di chi ha il privilegio di potersi permettere queste forme di soccorso e non si tira indietro dal farlo.

 

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Un post condiviso da Iacopo Melio (@iacopomelio)

“Bravo portali anche al tuo paese sennò non fai niente facciamo tutto noi ca***” scrive una persona sotto il post dell’Huffington Post che ha dato la notizia. Un’altra aggiunge “Se fosse un italiano vero prima aiuterebbe le persone indigenti italiane” e ancora, c’è chi arriva agli insulti: “Me**a perché non li porti in Germania?”. Insomma una serie di commenti in cui la cattiveria, l’omofobia, il razzismo e l’intolleranza si mescolano andando a comporre quella “banalità del male” (citando il famoso libro di Hannah Arendt) che Iacopo Melio ha condannato fortemente sui social. Richiamando anche l’ideologia politica a cui, questi utenti, fanno riferimento e il difficile contesto di crisi che la classe istituzionale sta vivendo. Personaggi di spicco del centrodestra, tra cui lo stesso leader della Lega Matteo Salvini e Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d’Italia, non hanno infatti mai nascosto la loro contrarietà alla politica di accoglienza dei migranti nel nostro Paese e, stanti così le cose, “Purtroppo – scrive Melio – rischiamo che fra un mese, questa gentaglia, sarà in maggioranza al Governo. Non possiamo permetterlo”. E come dargli torto. 

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
"Da un lato un bellissimo gesto solidale di Ghali. Dall’altro, un piccolo scorcio sulla banalità del male più vuoto…". Sono parole dure, che esprimono tutta l'amarezza che prova Iacopo Melio, consigliere regionale della Toscana, giornalista e attivista per i diritti umani e civili italiano. Il gesto di cui parla il Melio sulla sua pagina Instagram è quello del rapper milanese che nei giorni scorsi ha annunciato, anche lui attraverso i social, di essersi comprato una barca e spiegando "Il rap è una musica che ha come centro la rivalsa che è un concetto prima individuale e poi collettivo. Per me questo è fare la cosa più rap che ci sia". L'imbarcazione, infatti, non è per lui, ma per Mediterranea Saving Humans che si occupa del salvataggio dei migranti in mare.

Ghali dona una nave di salvataggio a Mediterranea

ghali rescue boat
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"Mi sono comprato una barca. Sono diventato grande e da oggi 'Bayna' non è più solo il titolo di una mia canzone ma anche quello di una nuova barca di salvataggio. Ogni anno muoiono centinaia di persone in mare, si stima che siano morte circa 850 persone solo dallo scorso gennaio, e che circa 16mila siano state illegalmente respinte in Libia". Si tratta di una 'rescue boat' che consentirà alla Mare Jonio (l'unica nave battente bandiera italiana della flotta civile di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale) di ottenere le nuove certificazioni per continuare le proprie operazioni di soccorso in mare. "Lo faccio per dare un aiuto concreto e veloce, soprattutto in questi mesi estivi quando riprenderanno i viaggi in mare verso l'Italia", ha aggiunto il rapper 29enne che sul tema, negli anni, non ha evitato scontri diretti con il leader della Lega, Matteo Salvini. Ghali ha anche lanciato una raccolta fondi per Mediterranea.

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Ma a destare scalpore non è stato solo il gesto, encomiabile, del cantante, che dimostra ancora una volta l'impegno anche degli artisti (vedi anche Fedez, ad esempio) per le tematiche sociali attuali. Quanto piuttosto a sollevare anche l'indignazione del consigliere toscano Melio sono le parole riservate da alcuni utenti social a Ghali. Insulti, frasi razziste, commenti d'odio di chi non sa riconoscere la bontà di un'azione solidale da parte di chi ha il privilegio di potersi permettere queste forme di soccorso e non si tira indietro dal farlo.
 
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"Bravo portali anche al tuo paese sennò non fai niente facciamo tutto noi ca***" scrive una persona sotto il post dell'Huffington Post che ha dato la notizia. Un'altra aggiunge "Se fosse un italiano vero prima aiuterebbe le persone indigenti italiane" e ancora, c'è chi arriva agli insulti: "Me**a perché non li porti in Germania?". Insomma una serie di commenti in cui la cattiveria, l'omofobia, il razzismo e l'intolleranza si mescolano andando a comporre quella "banalità del male" (citando il famoso libro di Hannah Arendt) che Iacopo Melio ha condannato fortemente sui social. Richiamando anche l'ideologia politica a cui, questi utenti, fanno riferimento e il difficile contesto di crisi che la classe istituzionale sta vivendo. Personaggi di spicco del centrodestra, tra cui lo stesso leader della Lega Matteo Salvini e Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d'Italia, non hanno infatti mai nascosto la loro contrarietà alla politica di accoglienza dei migranti nel nostro Paese e, stanti così le cose, "Purtroppo – scrive Melio – rischiamo che fra un mese, questa gentaglia, sarà in maggioranza al Governo. Non possiamo permetterlo". E come dargli torto. 
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