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Gina Lollobrigida, morta a 95 anni l'attrice poliedrica e ottimista che "non è mai invecchiata"

Nata in provincia di Roma, è stata la diva "maggiorata fisica" per Vittorio De Sica, con lui Bersagliera in "Pane, amore e fantasia". Fu anche fotoreporter e scultrice

di MARIANNA GRAZI -
16 gennaio 2023
FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA

FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA

È morta a 95 anni Gina Lollobrigida. La grande protagonista del cinema italiano era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927. Nel corso della sua carriera, la seducente Lollo, come ormai tutti la chiamavano, era stata diretta da registi italiani di fama mondiale, tra cui Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi e Mario Soldati, e sul set aveva recitato al fianco di divi di fama mondiale come Anthony Queen, Tony Curtis, Sean Connery e Humphrey Bogart. È stata una delle icone cinematografiche più famose e amate della sua generazione, insieme alla 'rivale' più giovane Sophia Loren, contribuendo a creare l'immagine della diva italiana, sex symbol del Belpaese e poi star internazionale. Dal 1973, anno a cui risale l'intervista che Lollobrigida fece a Fidel Castronno, iniziò a diradare le apparizioni sugli schermi per dedicarsi alla fotografia (ha fotografato, tra gli altri, Paul Newman, Salvador Dalí, Ella Fitzgerald e Audrey Hepburn), e soprattutto alla scultura, con esposizioni in tutto il mondo.

Tutte le sfumature della Lollo

Gina Lollobrigida è morta a 95 anni

Mentre la carriera cinematografica andava pian piano scemando Gina Lollobrigida ne iniziò una seconda, come fotoreporter, che la portò negli anni Settanta a intervistare persino Fidel Castro. Come attrice è stata amatissima dal pubblico italiano e straniero e ha avuto il merito sdoganare un corpo seducente e formoso  di fronte alle telecamere, tanto che il fotografo Philippe Halsman ne scrisse: "Ha le forme più perfette tra tutte le attrici che ho conosciuto" e Vittorio De Sica coniò per lei il neologismo "maggiorata fisica". E fu accanto a lui che interpretò il ruolo più famoso: nel 1953 fu la Bersagliera, in "Pane, amore e fantasia" di Luigi Comencini, un epiteto che le rimarrà per il resto della sua vita, nonostante dopo il sequel di successo del 1955 avesse rifiutato la 'terza puntata' della serie e fosse stata rimpiazzata proprio dalla Loren. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film "Torna a settembre", sette David di Donatello, due Nastri d'argento, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, oltre a una candidatura ai BAFTA per "Pane, amore e fantasia".

L'impegno civile

Lo scorso settembre la Lollobrigida, è stata dimessa da una clinica dove era stata ricoverata dopo una caduta in casa, che le aveva causato una frattura del femore, per cui era stata operata. Un incidente domestico simile era già capitato quattro anni fa, quando l'attrice era finita in ospedale Sant'Eugenio, a poca distanza dalla sua villa sull'Appia Antica, e dimessa un paio di giorni dopo. La rottura del femore, invece, è avvenuta a due settimane della tornata elettorale del 25 settembre, in cui la 95enne era candidata a Latina nel collegio uninominale del Senato, e in altre circoscrizioni nel plurinominale proporzionale, per la lista 'Italia sovrana e popolare', che riunisce Partito comunista, Patria socialista, Azione civile, Ancora Italia e Riconquistare l'Italia. Un impegno civile, insomma, che non ha mai abbandonato - alle elezioni europee del 1999 si candidò al Parlamento europeo in una lista di centro-sinistra, I Democratici - che probabilmente affonda le radici nella sua giovinezza, quando il padre Giovanni, facoltoso produttore di mobili, perse le sue proprietà a causa di un bombardamento angloamericano e la Lollo, per mantenersi gli studi all'Istituto di belle arti di Roma e non pesare sulla famiglia già in difficoltà, fu costretta a vendeva delle caricature disegnate col carboncino e posare per i primi fotoromanzi, con lo pseudonimo di Diana Loris.

Gina Lollobrigida con Vittorio Gassman (Foto Liverani)

Nella primavera del 1947 partecipò al concorso di Miss Roma e si classificò seconda, ottenendo un tale successo di pubblico che venne invitata a Stresa per le finali di Miss Italia, dove arrivò al terzo posto dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale. Nella sua scheda di iscrizione, alla voce 'aspirazioni' scrisse: "Far qualcosa di serio con le mie capacità". L'esordio al cinema la vide prima come comparsa e controfigura, e poi in piccoli ruoli di contorno nei popolari film operistici dell'immediato dopoguerra, data la sua passione per la lirica, che coltiverà studiando da soprano e che mostrerà, sfoggiando una bellissima voce, ne "La donna più bella del mondo" (1955), con Vittorio Gassman. Nel gennaio 1949 sposò il medico sloveno Milko Skofic, che prestava servizio fra i profughi temporaneamente alloggiati a Cinecittà e l'anno successivo volò sola verso Hollywood, accettando l'invito del miliardario Howard Hughes, produttore e scopritore di dive come Jane Russell. Ma quando scoprì che stava per essere chiusa in una gabbia dorata tornò precipitosamente a Roma. Il contratto in esclusiva che aveva già firmato le impedì fino al 1959 di lavorare negli Stati Uniti, ma non in produzioni statunitensi girate in Europa, come poi in effetti avvenne.

Nel 1992 la Lollo riceve il Premio alla carriera a Venezia (Foto Liverani)

L'intramontabile diva del cinema

La sua fama è però legata soprattutto al nuovo cinema italiano del neorealismo: alla metà esatta del secolo scorso lavora con Pietro Germi (ne "La città si difende") e con Carlo Lizzani ("Achtung banditi"), ritagliandosi ruoli di vigorosa passionalità popolana in cui affina una recitazione da autodidatta imprimendole la sua personalità. Il primo successo personale è però fuori dai confini: si tratta del film francese "Fanfan la Tulipe" con Gerard Philipe nel 1952. A farla diventare una diva in patria - e non solo - è il trionfale "Pane amore e fantasia" di Luigi Comencini (1953), in coppia con De Sica. Da Bersagliera diventa poi la Fata Turchina, nel 1972, nel fortunato "Le avventure di Pinocchio" di Luigi Comencini. Negli ultimi anni si era dedicata soprattutto all'arte e alla fotografia, con molte mostre, non smetteva di fare progetti, l'ultimo un libro di disegni. Nel 1996 ricevette il David di Donatello alla carriera da Gianluigi Rondi e nell'ottobre 2010 fu ospite di Pippo Baudo nella trasmissione "Novecento", dove ricostruì la sua lunga e fortunata carriera multiforme. Nel 2011, dopo 14 anni di assenza dal cinema, tornò sul grande schermo con una partecipazione straordinaria nel film "Box Office 3D - Il film dei film", diretto e interpretato da Ezio Greggio. Alla fine dello stesso anno, per la prima volta insieme sul grande schermo, Gina Lollobrigida e Sophia Loren furono tra le protagoniste del documentario "Schuberth - L'atelier della dolce vita" di Antonello Sarno.

Gina Lollobrigida in via Condotti per i suoi 90 anni, Roma, 04 luglio 2017 (Ansa)

In occasione del suo ottantottesimo compleanno aveva dichiarato a sorpresa che sarebbe tornata al cinema soltanto se chiamata da Steven Spielberg: "Ho capito che il mio cervello funziona meglio di prima, chi non fa niente invecchia prima". Il 2 febbraio 2018 le venne dedicata una stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame, divenendo così la 14esima celebrità italiana a ricevere tale prestigioso riconoscimento. "La cosa che mi porterò dentro di Gina Lollobrigida è il suo ottimismo, grazie al quale non è invecchiata mai", dichiara Pippo Baudo scegliendo di ricordare all'Adnkronos Gina Lollobrigida, scomparsa oggi all'età di 95 anni. "Era una donna molto poliforme -ricorda il decano dei conduttori tv- una grande pittrice e scultrice, casa sua era piena di statue, di quadri bellissimi realizzati da lei. Era una donna molto poliedrica". Dovendo scegliere le caratteristiche che distinguevano la Bersagliera dalle altre, "la grande positività di carattere e la sua poliedricità di attrice, in grado di fare ruoli comici e drammatici. Ma anche la sua grande poliedricità di artista, perché faceva davvero delle cose molto belle", scandisce Pippo Baudo. Che ricorda la proverbiale tempra della Lollo: "Era di Subiaco e aveva questo carattere provinciale molto bello. Le cause che ha affrontato l'hanno fatta soffrire, ma lei le ha superate molto bene, perché era fondamentalmente un'ottimista".