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Home » Attualità » Perché lanciare una torta sulla Gioconda dovrebbe servire a “salvare il Pianeta”?

Perché lanciare una torta sulla Gioconda dovrebbe servire a “salvare il Pianeta”?

Louvre, un ragazzo ha finto di essere un'anziana signora su una sedia a rotelle per avvicinarsi il più possibile al capolavoro di Leonardo da Vinci e imbrattarlo. Poi ha rivendicato il gesto per sensibilizzare sull'ambiente. Polemica sui social: "Ma quale 'salvezza della Terra', il suo è esibizionismo"

Remy Morandi
30 Maggio 2022
gioconda torta

gioconda torta

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Ci vogliono azioni forti e concrete per salvare il Pianeta, ma a volte l’impegno e lo sforzo di tanti sull’ambiente e la sostenibilità rischiano di essere vanificati dai gesti di alcuni. Come ad esempio quello di un ragazzo che domenica 29 maggio ha lanciato una torta sulla Gioconda al Museo del Louvre di Parigi. Il ragazzo si è avvicinato al capolavoro di Leonardo Da Vinci fingendosi un’anziana signora su una sedia a rotelle, poi si è alzato in piedi e ha imbrattato l’opera. Dopo essere stato immediatamente fermato dalla sicurezza del Museo, il ragazzo ha iniziato a urlare, come si vede in molti video sui social, rivendicando il suo come un gesto “per il sostegno alla causa ambientale”. Ma perché fingere di essere su una sedia a rotelle e lanciare una Torta sulla Gioconda dovrebbe servire a “salvare il Pianeta”? Da Twitter a Instagram, sui social è infatti già esplosa la polemica e molti sostengono: “Ma quale ‘salvezza della Terra’, il suo è solo esibizionismo”.

Al Museo del Louvre di Parigi un ragazzo ha tirato una torta sulla Gioconda “per salvare il Pianeta” (Foto Ansa)

Fortunatamente, la Gioconda non ha subito danni perché protetta da una teca di vetro. E il ragazzo autore dell’atto vandalico è stato immediatamente bloccato dalla sicurezza del Museo e dalla polizia francese. Sui social sono finiti molti video del capolavoro di Leonardo imbrattato. Un utente presente al momento del gesto ha scritto su Twitter: “Non mi sembra quasi vero, ma un uomo travestito da anziana signora si è alzato da una sedia a rotelle e ha cercato di rompere il vetro protettivo della Gioconda. Ha poi lanciato la torta sul vetro e ha sparso petali di rose intorno a sé prima di essere portato via dagli uomini della sicurezza”.

Can anybody translate what ole dude was saying as they where escorting him out?😂 pic.twitter.com/Uy2taZ4ZMm

— Lukeee🧃 (@lukeXC2002) May 29, 2022

In un altro video pubblicato su Twitter, si vede l’autore del gesto in piedi con la sua carrozzina gridare alcune frasi, prima di essere scortato via dalla sicurezza. “Pensate alla Terra – dice il ragazzo -, pensate alla Terra. Ci sono persone che stanno distruggendo la Terra, pensateci. Tutti gli artisti vi dicono di pensare alla Terra, tutti gli artisti devono pensare alla Terra, ecco perché l’ho fatto. Pensate al Pianeta”.

L’uomo dunque ha motivato il suo atto vandalico come un gesto per sensibilizzare il mondo sull’ambiente. Ma sui social è esplosa la polemica: “Perché lanciare una torta sulla Gioconda dovrebbe servire a salvare il Pianeta?”, scrive un utente. “Inutile gesto, lo ha fatto semplicemente per far parlare di sé. Puro esibizionismo“, aggiunge un altro. “Il ragazzo chiede agli artisti di pensare alla Terra, che è in pericolo, dice. Ora che c’è una specie di crema sul vetro che protegge la Gioconda, la Terra si sente certamente più al sicuro”, ironizza un altro ancora.

L’autore dell’atto vandalico ha così motivato il gesto: “Tutti gli artisti devono pensare alla Terra. Ecco perché l’ho fatto”

I precedenti

Non è la prima volta che la Gioconda subisce atti vandalici. Nell’agosto del 2011, una donna russa lanciò una tazza da tè contro il capolavoro di Leonardo, e anche in quel caso la tazza non fece danni, si infranse contro il vetro di protezione. La donna era in stato di alterazione, si seppe poi che voleva sfregiare un simbolo per protesta contro il mancato ottenimento della nazionalità francese. Nessun danno neppure nel 1956, quando un folle entrà al Louvre e lanciò dell’acido contro il quadro. Diverso l’esito dell’attacco di un “lanciatore di pietra”, come fu definito allora – e immortalato da una copertina della ‘Domenica del Corriere’ – che colpì il celebre quadro con un sasso, infranse il vetro e danneggiò un angolo del dipinto, con la pittura ad olio che si staccò. Furono necessarie alcune settimane di “cure” per riportare la situazione quanto più possibile aderente all’originale. L’autore del gesto risultò essere un boliviano in stato confusionale.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Ci vogliono azioni forti e concrete per salvare il Pianeta, ma a volte l'impegno e lo sforzo di tanti sull'ambiente e la sostenibilità rischiano di essere vanificati dai gesti di alcuni. Come ad esempio quello di un ragazzo che domenica 29 maggio ha lanciato una torta sulla Gioconda al Museo del Louvre di Parigi. Il ragazzo si è avvicinato al capolavoro di Leonardo Da Vinci fingendosi un'anziana signora su una sedia a rotelle, poi si è alzato in piedi e ha imbrattato l'opera. Dopo essere stato immediatamente fermato dalla sicurezza del Museo, il ragazzo ha iniziato a urlare, come si vede in molti video sui social, rivendicando il suo come un gesto "per il sostegno alla causa ambientale". Ma perché fingere di essere su una sedia a rotelle e lanciare una Torta sulla Gioconda dovrebbe servire a "salvare il Pianeta"? Da Twitter a Instagram, sui social è infatti già esplosa la polemica e molti sostengono: "Ma quale 'salvezza della Terra', il suo è solo esibizionismo".
Al Museo del Louvre di Parigi un ragazzo ha tirato una torta sulla Gioconda "per salvare il Pianeta" (Foto Ansa)
Fortunatamente, la Gioconda non ha subito danni perché protetta da una teca di vetro. E il ragazzo autore dell'atto vandalico è stato immediatamente bloccato dalla sicurezza del Museo e dalla polizia francese. Sui social sono finiti molti video del capolavoro di Leonardo imbrattato. Un utente presente al momento del gesto ha scritto su Twitter: "Non mi sembra quasi vero, ma un uomo travestito da anziana signora si è alzato da una sedia a rotelle e ha cercato di rompere il vetro protettivo della Gioconda. Ha poi lanciato la torta sul vetro e ha sparso petali di rose intorno a sé prima di essere portato via dagli uomini della sicurezza".

Can anybody translate what ole dude was saying as they where escorting him out?😂 pic.twitter.com/Uy2taZ4ZMm

— Lukeee🧃 (@lukeXC2002) May 29, 2022
In un altro video pubblicato su Twitter, si vede l'autore del gesto in piedi con la sua carrozzina gridare alcune frasi, prima di essere scortato via dalla sicurezza. "Pensate alla Terra - dice il ragazzo -, pensate alla Terra. Ci sono persone che stanno distruggendo la Terra, pensateci. Tutti gli artisti vi dicono di pensare alla Terra, tutti gli artisti devono pensare alla Terra, ecco perché l'ho fatto. Pensate al Pianeta". L'uomo dunque ha motivato il suo atto vandalico come un gesto per sensibilizzare il mondo sull'ambiente. Ma sui social è esplosa la polemica: "Perché lanciare una torta sulla Gioconda dovrebbe servire a salvare il Pianeta?", scrive un utente. "Inutile gesto, lo ha fatto semplicemente per far parlare di sé. Puro esibizionismo", aggiunge un altro. "Il ragazzo chiede agli artisti di pensare alla Terra, che è in pericolo, dice. Ora che c'è una specie di crema sul vetro che protegge la Gioconda, la Terra si sente certamente più al sicuro", ironizza un altro ancora.
L'autore dell'atto vandalico ha così motivato il gesto: "Tutti gli artisti devono pensare alla Terra. Ecco perché l'ho fatto"

I precedenti

Non è la prima volta che la Gioconda subisce atti vandalici. Nell'agosto del 2011, una donna russa lanciò una tazza da tè contro il capolavoro di Leonardo, e anche in quel caso la tazza non fece danni, si infranse contro il vetro di protezione. La donna era in stato di alterazione, si seppe poi che voleva sfregiare un simbolo per protesta contro il mancato ottenimento della nazionalità francese. Nessun danno neppure nel 1956, quando un folle entrà al Louvre e lanciò dell'acido contro il quadro. Diverso l'esito dell'attacco di un "lanciatore di pietra", come fu definito allora - e immortalato da una copertina della 'Domenica del Corriere' - che colpì il celebre quadro con un sasso, infranse il vetro e danneggiò un angolo del dipinto, con la pittura ad olio che si staccò. Furono necessarie alcune settimane di "cure" per riportare la situazione quanto più possibile aderente all'originale. L'autore del gesto risultò essere un boliviano in stato confusionale.
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