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Home » Attualità » Giornata contro omofobia, la politica litiga sulle scuole. In Italia le vittime in un anno sono già 148

Giornata contro omofobia, la politica litiga sulle scuole. In Italia le vittime in un anno sono già 148

Il ministero dell’Istruzione emana una circolare per celebrare la ricorrenza ma la Destra sale sulle barricate: "Promuove l'ideologia gender". Lo scontro tra sottosegretarie divide il governo

Ettore Maria Colombo
17 Maggio 2022
Gay Help Line sottolinea che le violenze a sfondo omotransfobico sono aumentate dal 35% del 2021 al 42% del 2022

Gay Help Line sottolinea che le violenze a sfondo omotransfobico sono aumentate dal 35% del 2021 al 42% del 2022

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Il ddl Zan non è legge, la giornata internazionale contro l’omotransfobia però esiste dal 2004…

Il ddl Zan, come si sa, non è mai diventato legge. Parce sepulto nei cassetti del Senato della Repubblica, anche se è notizia di questi giorni che – passati ormai più di sei mesi dalla sua bocciatura, come prevede il Regolamento – il Pd tenta di ripresentare quello stesso testo. E proprio il ddl Zan prevedeva l’istituzione di una Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, da tenersi ogni 17 maggio, nelle scuole di ogni ordine e grado (comprese le scuole elementari) per “promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”. Era una delle norme che più avevano destato scandalo, usate a pretesto dalle opposizioni (FdI) e da pezzi importanti della maggioranza (Lega, ma anche FI e persino Italia Viva) per bocciare, in modo sonoro, l’intero ddl Zan. Bene, accade che, però, la giornata internazionale (non ‘nazionale’ cioè) contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia si tenga comunque, nel resto del Mondo (è una giornata riconosciuta sia dall’Onu che dalla Ue e si celebra ogni anno dal 2004) e cada proprio il 17 maggio.

Stop-Omofobia
Il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia

La circolare del ministero dell’Istruzione

Il ministero dell’Istruzione – pensando di sentirsi nel giusto e a prescindere da una legge che non c’è – ha pensato di diramare una circolare in cui invita le scuole ad organizzare “occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Il testo, firmato in alto loco – da Maria Assunta Palermo, direttrice della Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico nell’ambito del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione – è stato inoltrato, dal 5 maggio in poi, agli uffici scolastici regionali e istituti di ogni ordine e grado. Insomma, non si può pensare che il ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, non ne fosse a conoscenza e non abbia fornito il suo avallo. In teoria, non ci sarebbe nulla di male, anzi: si può interpretarlo come un atto di civiltà e sensibilità democratica: la legge non c’è, ma la giornata sì, occorre sensibilizzare i ragazzi a rifiutare le discriminazioni legate al sesso.

Lega e Fratelli d’Italia insorgono contro 

giornata contro omofobia 17 maggio
Il ministero dell’Istruzione ha diffuso una circolare perché nelle scuole si organizzino “occasioni di approfondimento sui temi delle discriminazioni, del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”

Il problema è la reazione dei due maggiori partiti di centrodestra. La Lega (partito di governo che, in teoria, i provvedimenti del ministero dell’Istruzione dovrebbe avallarli) e Fratelli d’Italia (di opposizione, non tenuto a farlo). Del resto, appunto, proprio le attività di prevenzione e formazione contro la violenza ‘sessuofobica‘ erano previste dentro il ddl Zan ed erano diventati uno degli aspetti di quella legge (passata alla Camera, ma mai al Senato, un percorso rimasto monco) più contestati dalle destre per motivarne il rifiuto, oltre che un odioso, pesante, ostruzionismo.
Fratelli d’Italia, coglie al balzo l’occasione per sollevare un polverone e ribadire la propria contrarietà a qualsiasi iniziativa che, per il partito della Meloni, promuove “l’ideologia gender”. “Sconcertante la circolare del ministero dell’Istruzione guidato da Patrizio Bianchi con la quale si invitano le scuole di ogni ordine e grado a celebrare il prossimo 17 maggio la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Un tentativo inaccettabile di far rientrare dalla finestra quello che il Parlamento italiano ha fatto uscire dalla porta: il ddl Zan”, dichiarano i deputati Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, responsabili del dipartimento Istruzione e della Scuola di FdI, insieme alla senatrice Isabella Rauti, responsabile dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e valori non negoziabili. Con tanto di annuncio di interrogazione parlamentare rivolta al governo: “Fratelli d’Italia presenterà immediatamente interrogazioni alla Camera e al Senato chiedendo al ministro Bianchi di ritirare questa circolare con la quale si vorrebbero spalancare le porte delle scuole all’ideologia gender. Inoltre, invitiamo le famiglie a prestare attenzione e a pretendere che qualsiasi iniziativa proposta dagli istituti scolastici preveda il consenso preventivo informato dei genitori“, dicono le tre meloniane, pure tutte e tre donne. 

Il paradosso del sottosegretario leghista all’Istruzione che si scaglia contro il suo ministro 

Ma a cavalcare la protesta politica contro l’iniziativa del ministero non mancano gli esponenti della Lega che – ripetiamo – sta in maggioranza di governo. E qui siamo al parossismo perché ad attaccare il ministro è il suo sottosegretario, per incidens è proprio un leghista: “Un conto è combattere e condannare giustamente ogni tipo di discriminazione; un altro è fare propaganda di genere attraverso attivisti Lgbt ideologizzati cari a Pd e M5s”, scrive su Facebook il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, esponente della Lega (sic). “Se Pd e M5s vogliono imporre il ddl Zan, devono farlo votare in Parlamento e non sponsorizzarlo negli uffici del ministero. Esiste il consenso informato e bisogna avere rispetto dei genitori e del patto educativo di corresponsabilità, così come bisogna avere rispetto dell’art. 29 della Costituzione” chiude Sasso. Ora, però, delle due l’una. O il ministro Bianchi china il capo all’ultimatum di un suo sottoposto (il sottosegretario) o lo sconfessa, magari mandandolo a quel Paese e togliendogli le deleghe perché non gode più della sua fiducia. Il che vorrebbe dire aprire una crisi politica tra la Lega e il ministro (un tecnico) e gli altri partiti che reggono la maggioranza di governo e che – dal Pd al M5s – la pensano all’opposto della Lega. Per Draghi, in ogni caso, un bel grattacapo.
Ovviamente, c’è chi risponde colpo su colpo alle accuse della destra. Ma sono i 5Stelle, non il Pd che, invece, sull’argomento, preferisce tacere, forse per non rinfocolare motivi di polemica e di tensioni all’interno di una maggioranza già divisa. 

Omofobia
Lega e Fratelli d’Italia contro la circolare per le scuole: “Promuove l’ideologia gender”. Il M5S ribatte: “Aggressioni omofobe soprattutto in ambiente scolastico”

Il Pd tace, il M5s reagisce con durezza 

“L’unico vero scandalo è chi vorrebbe insegnare invece la discriminazione ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, chi vorrebbe deturpare la loro naturale propensione all’apertura verso il mondo e alla sua meravigliosa varietà con un concetto gerarchico di essere umano, dove alcuni sono meno umani degli altri, e quindi non possono godere degli stessi diritti” scrive su Facebook la senatrice Alessandra Maiorino, coordinatrice del comitato per le politiche di genere e per i diritti civili del M5s. “È osceno che protestino verso questa iniziativa del ministero, che si fonda, come ricorda la circolare, sull’art. 3 della Costituzione”.
Dello stesso tenore il messaggio della sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, senatrice del M5S: “È triste assistere alle strumentazioni della Lega e dei giornali di destra, che in queste ore gridano allo scandalo per una circolare del ministero dell’Istruzione che invita le scuole a creare occasioni di approfondimento. Sono centinaia, nel nostro Paese, le aggressioni e le violenze a sfondo omofobo, molte delle quali avvengono purtroppo in ambiente scolastico. Anche per questo la scuola ha il dovere di lottare contro l’isolamento e contribuire a un dibattito lucido e consapevole tra gli studenti. La posta in gioco è seria, le conseguenze dell’omofobia e della transfobia sono note: emarginazione, insuccesso o abbandono scolastico, fino a comportamenti autolesionisti o addirittura suicidi. Da parte mia ribadisco la piena sintonia con la circolare del ministero dell’Istruzione e il pieno appoggio a tutte le scuole che metteranno in campo iniziative e attività a sostegno della lotta contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia”. E qui siamo davanti a un altro bel problema: la Floridia è l’altra sottosegretaria del ministro Bianchi insieme al leghista Sasso che implicitamente sta criticando. 

Bianchi e i due sottosegretari l’uno contro l’altro 

Quindi, Bianchi si ritrova con due problemi di non facile soluzione: un sottosegretario (Sasso) che sconfessa la sua circolare e i suoi sottoposti (Sasso e Floridia) che litigano a colpi di social. Una situazione di tensione non facile e che, prima o poi, andrà risolta. Così è difficile andare avanti. E tutto questo soltanto per aver voluto, la scuola italiana, aderire a una giornata internazionale contro la omotransfobia. Figurarsi cosa sarebbe accaduto se il ddl Zan fosse diventato legge…
A proposito, ma a che punto è l’iter della legge?
Come si diceva, dopo la bocciatura da parte dell’Aula del Senato che ormai risale a più di sei mesi fa, il Pd ha depositato un nuovo ddl che ripropone, in buona sostanza, quel testo immutato. Il partito di Enrico Letta ha annunciato che lavorerà per arrivare all’approvazione di una legge sull’omotransfobia entro la fine della legislatura. Al momento però non è all’ordine del giorno, in nessuna commissione del Senato (da dove deve comunque ripartire), una discussione. Giorni fa, in un’Agorà del Pd dedicata al tema e che si è tenuta a Milano, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha proposto una ‘convention’ di tutte le forze politiche interessate (Pd-M5s-LeU-Iv, ma anche liberal di Forza Italia) a far approvare in modo celere il testo del Zan riproposto dal Pd. Ma il testo, per ora, giace ancora nei cassetti della commissione Giustizia del Senato, e da lì non ne vuole uscire.  

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran

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Lega e Fratelli d’Italia insorgono contro 

giornata contro omofobia 17 maggio
Il ministero dell'Istruzione ha diffuso una circolare perché nelle scuole si organizzino “occasioni di approfondimento sui temi delle discriminazioni, del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”

Il problema è la reazione dei due maggiori partiti di centrodestra. La Lega (partito di governo che, in teoria, i provvedimenti del ministero dell’Istruzione dovrebbe avallarli) e Fratelli d’Italia (di opposizione, non tenuto a farlo). Del resto, appunto, proprio le attività di prevenzione e formazione contro la violenza 'sessuofobica' erano previste dentro il ddl Zan ed erano diventati uno degli aspetti di quella legge (passata alla Camera, ma mai al Senato, un percorso rimasto monco) più contestati dalle destre per motivarne il rifiuto, oltre che un odioso, pesante, ostruzionismo. Fratelli d'Italia, coglie al balzo l'occasione per sollevare un polverone e ribadire la propria contrarietà a qualsiasi iniziativa che, per il partito della Meloni, promuove "l'ideologia gender". "Sconcertante la circolare del ministero dell'Istruzione guidato da Patrizio Bianchi con la quale si invitano le scuole di ogni ordine e grado a celebrare il prossimo 17 maggio la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Un tentativo inaccettabile di far rientrare dalla finestra quello che il Parlamento italiano ha fatto uscire dalla porta: il ddl Zan", dichiarano i deputati Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, responsabili del dipartimento Istruzione e della Scuola di FdI, insieme alla senatrice Isabella Rauti, responsabile dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e valori non negoziabili. Con tanto di annuncio di interrogazione parlamentare rivolta al governo: “Fratelli d'Italia presenterà immediatamente interrogazioni alla Camera e al Senato chiedendo al ministro Bianchi di ritirare questa circolare con la quale si vorrebbero spalancare le porte delle scuole all'ideologia gender. Inoltre, invitiamo le famiglie a prestare attenzione e a pretendere che qualsiasi iniziativa proposta dagli istituti scolastici preveda il consenso preventivo informato dei genitori", dicono le tre meloniane, pure tutte e tre donne. 

Il paradosso del sottosegretario leghista all’Istruzione che si scaglia contro il suo ministro 

Ma a cavalcare la protesta politica contro l’iniziativa del ministero non mancano gli esponenti della Lega che – ripetiamo – sta in maggioranza di governo. E qui siamo al parossismo perché ad attaccare il ministro è il suo sottosegretario, per incidens è proprio un leghista: “Un conto è combattere e condannare giustamente ogni tipo di discriminazione; un altro è fare propaganda di genere attraverso attivisti Lgbt ideologizzati cari a Pd e M5s”, scrive su Facebook il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso, esponente della Lega (sic). “Se Pd e M5s vogliono imporre il ddl Zan, devono farlo votare in Parlamento e non sponsorizzarlo negli uffici del ministero. Esiste il consenso informato e bisogna avere rispetto dei genitori e del patto educativo di corresponsabilità, così come bisogna avere rispetto dell'art. 29 della Costituzione” chiude Sasso. Ora, però, delle due l’una. O il ministro Bianchi china il capo all’ultimatum di un suo sottoposto (il sottosegretario) o lo sconfessa, magari mandandolo a quel Paese e togliendogli le deleghe perché non gode più della sua fiducia. Il che vorrebbe dire aprire una crisi politica tra la Lega e il ministro (un tecnico) e gli altri partiti che reggono la maggioranza di governo e che – dal Pd al M5s – la pensano all’opposto della Lega. Per Draghi, in ogni caso, un bel grattacapo. Ovviamente, c’è chi risponde colpo su colpo alle accuse della destra. Ma sono i 5Stelle, non il Pd che, invece, sull’argomento, preferisce tacere, forse per non rinfocolare motivi di polemica e di tensioni all’interno di una maggioranza già divisa. 

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Bianchi e i due sottosegretari l’uno contro l’altro 

Quindi, Bianchi si ritrova con due problemi di non facile soluzione: un sottosegretario (Sasso) che sconfessa la sua circolare e i suoi sottoposti (Sasso e Floridia) che litigano a colpi di social. Una situazione di tensione non facile e che, prima o poi, andrà risolta. Così è difficile andare avanti. E tutto questo soltanto per aver voluto, la scuola italiana, aderire a una giornata internazionale contro la omotransfobia. Figurarsi cosa sarebbe accaduto se il ddl Zan fosse diventato legge… A proposito, ma a che punto è l’iter della legge? Come si diceva, dopo la bocciatura da parte dell'Aula del Senato che ormai risale a più di sei mesi fa, il Pd ha depositato un nuovo ddl che ripropone, in buona sostanza, quel testo immutato. Il partito di Enrico Letta ha annunciato che lavorerà per arrivare all’approvazione di una legge sull’omotransfobia entro la fine della legislatura. Al momento però non è all'ordine del giorno, in nessuna commissione del Senato (da dove deve comunque ripartire), una discussione. Giorni fa, in un’Agorà del Pd dedicata al tema e che si è tenuta a Milano, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha proposto una ‘convention’ di tutte le forze politiche interessate (Pd-M5s-LeU-Iv, ma anche liberal di Forza Italia) a far approvare in modo celere il testo del Zan riproposto dal Pd. Ma il testo, per ora, giace ancora nei cassetti della commissione Giustizia del Senato, e da lì non ne vuole uscire.  

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