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Home » Attualità » Giornata Fiocchetto Lilla, non solo anoressia e bulimia

Giornata Fiocchetto Lilla, non solo anoressia e bulimia

I disturbi del comportamento alimentare sono un fenomeno in crescita soprattutto tra la popolazione femminile. Ma si può guarire

Barbara Berti
15 Marzo 2023
Il 15 marzo si celebra la “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare

Il 15 marzo si celebra la “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare

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Il 15 marzo ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi alimentari. Questi disturbi, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “binge eating”, sono un problema di sanità pubblica e oggetto di attenzione sanitaria e sociale per la loro diffusione, per l’esordio sempre più precoce tra le fasce più giovani della popolazione (anche nei bambini di 8-9 anni) e per l’eziologia multifattoriale complessa. A esserne colpita è principalmente la popolazione femminile con un rapporto tra femmine e maschi di circa 9 a 1, anche se il numero dei maschi è in aumento soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale.

Un fenomeno, purtroppo, in crescita soprattutto negli ultimi tempi: in Italia coinvolge circa 3 milioni di persone e rappresenta nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la seconda causa di morte per le ragazze nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.

L’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “binge eating”, sono un problema di sanità pubblica
L’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “binge eating”, sono un problema di sanità pubblica

Ma dalla malattia si può guarire. Come è successo all’influencer fiorentina Maria Poggianti, 17 anni. Dopo tre anni difficilissimi, sta meglio. E lo annuncia tramite il suo seguitissimo profilo Instagram, dove da un paio d’anni ha trovato il coraggio di mettersi a nudo, di raccontare il suo disturbo anche come forma terapeutica, oltre che per aiutare i tanti giovani che vivono la sua stessa situazione: “Dopo tre anni di percorso, tra ospedale e ambulatorio, tra difficoltà, crisi, ma anche traguardi e sforzi, è arrivato il momento di camminare con le mie gambe (che non significa che non cadrò più, ma che ora ho gli strumenti per rialzarmi da sola)” scrive la ragazza, pronta ad affrontare un nuovo capitolo della sua vita.

L'influencer Maria Poggianti annuncia di essere guarita
L’influencer Maria Poggianti annuncia di essere guarita

Non solo anoressia e bulimia

“Quando si parla di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si pensa immediatamente all’anoressia o alla bulimia, ma esistono forme ancora più subdole e all’apparenza meno gravi come l’ortoressia o la vigoressia. Si riscontra sempre più tra i giovani e non solo, un’ossessione morbosa per la perfezione che si traduce in piani di allenamento fisico molto intensi e schemi alimentari rigidi e carenti dal punto di vista nutrizionale. I filtri e i canoni di bellezza proposti dai social non fanno che alimentare il senso di inadeguatezza che ossessiona molto spesso chi è affetto da questo genere di disturbi”. Così l’Adi (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica), in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata alla prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, pone l’attenzione su tutti i tipi di disturbi alimentari e in particolare su alcune forme sempre più difficili da diagnosticare.

L’ortoressia, per esempio, non ancora catalogata nella nuova edizione del DSM-5 incide sulla sfera relazionale, emotiva e corporea dell’individuo che sostituisce la dimensione di piacere e il senso di soddisfazione procurato dal cibo con quello per l’attenzione rigida e accurata delle regole di un piano alimentare.

Il 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare
Il 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare

Altra forma emergente soprattutto fra i giovani, catalogata nel DSM-5, è la vigoressia, che si manifesta con una preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto fisico, per i muscoli e in generale per le forme del corpo portandolo a seguire piani di allenamento molto frequenti e intensi o a consumare steroidi nonché grandi quantità di proteine con il rischio di danni metabolici, renali e cardiovascolari.

“Negli ultimi dieci anni, ma soprattutto negli ultimi tre, sono comparsi nella popolazione adulta e giovanissima disturbi alimentari legati a comorbidità psichiatriche, forme purtroppo estremamente severe e difficili da trattare” dice Carmela Bagnato, segretario Adi. E aggiunge: “Patologie che se non riconosciute in tempo e non curate in modo appropriato possono diventare croniche, con conseguenti costi altissimi per l’individuo, per la famiglia e per la società”. Secondo gli esperti Adi è importante lavorare sul sostegno che le famiglie possono dare nell’individuare precocemente tali malattie attraverso l’osservazione di cambiamenti fisici importanti e di comportamenti alimentari disturbati come restrizioni, abbuffate, selettività alimentare, ma anche iperattività fisica ed insoddisfazione corporea, preoccupazione esagerata per il cibo e per il peso, isolamento sociale, sbalzi d’umore e la tendenza a evitare alcuni contesti sociali e conviviali legati ai pasti.

Il documentario Vite sottili

In occasione della Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare Real Time presenta il documentario “Vite sottili”, un viaggio emotivo tra malattia e speranza grazie alle storie di tre ragazze in cura all’ospedale Bambino Gesù di Roma.

L'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma
L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

Il documentario – in onda il 15 marzo alle 22,40 su Real Time (canale 31 del digitale terrestre) e disponibile su Discovery+ – punta i riflettori sul dilagante fenomeno dei disturbi alimentari, in particolare l’anoressia nervosa. Lorenza, Beatrice e Irene sono tre ragazze modello, sempre alla ricerca della loro perfezione al punto da averla trasformata in un’ossessione: l’idea che avere totale controllo sul proprio corpo possa dare loro l’illusione di sentirsi più sicure. Sono le loro “Vite sottili” quelle raccontate nel documentario, che affronta il percorso terapeutico all’interno dell’Unità operativa per disturbi alimentari dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

E l’ospedale romano fa sapere che negli ultimi due anni (2021-2022) sono raddoppiati gli accessi per disturbi del comportamento alimentare al pronto soccorso e sono aumentati di oltre il 50% i ricoveri, passati dai 180 casi pre-pandemia (2019) a quasi 300 casi nell’ultimo anno. “Il lockdown prima e le restrizioni della socialità dopo hanno fatto da detonatore per un malessere che era spesso già presente, a volte in maniera meno manifesta a volte di più – spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù – Il Covid e la quarantena sono stati sicuramente fattori di accelerazione, ma molte di queste ragazze e di questi ragazzi erano già allenati a mangiare di nascosto, a vomitare di nascosto, a vivere di nascosto”.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Il 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare
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Altra forma emergente soprattutto fra i giovani, catalogata nel DSM-5, è la vigoressia, che si manifesta con una preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto fisico, per i muscoli e in generale per le forme del corpo portandolo a seguire piani di allenamento molto frequenti e intensi o a consumare steroidi nonché grandi quantità di proteine con il rischio di danni metabolici, renali e cardiovascolari. “Negli ultimi dieci anni, ma soprattutto negli ultimi tre, sono comparsi nella popolazione adulta e giovanissima disturbi alimentari legati a comorbidità psichiatriche, forme purtroppo estremamente severe e difficili da trattare” dice Carmela Bagnato, segretario Adi. E aggiunge: “Patologie che se non riconosciute in tempo e non curate in modo appropriato possono diventare croniche, con conseguenti costi altissimi per l'individuo, per la famiglia e per la società”. Secondo gli esperti Adi è importante lavorare sul sostegno che le famiglie possono dare nell'individuare precocemente tali malattie attraverso l'osservazione di cambiamenti fisici importanti e di comportamenti alimentari disturbati come restrizioni, abbuffate, selettività alimentare, ma anche iperattività fisica ed insoddisfazione corporea, preoccupazione esagerata per il cibo e per il peso, isolamento sociale, sbalzi d'umore e la tendenza a evitare alcuni contesti sociali e conviviali legati ai pasti.

Il documentario Vite sottili

In occasione della Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare Real Time presenta il documentario “Vite sottili”, un viaggio emotivo tra malattia e speranza grazie alle storie di tre ragazze in cura all’ospedale Bambino Gesù di Roma.
L'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma
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