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Home » Attualità » La “grande bellezza” d’Italia apre le porte al pubblico: tornano le Giornate Fai d’Autunno

La “grande bellezza” d’Italia apre le porte al pubblico: tornano le Giornate Fai d’Autunno

Il 15 e 16 ottobre oltre 700 luoghi, normalmente non accessibili o semplicemente poco noti, possono essere visitati da tutti

Maurizio Costanzo
15 Ottobre 2022
Il Castell oe Parco di Masino del Fai: il 15 e 16 ottobre tornano le Giornate d'Autunno del Fai

Il Castell oe Parco di Masino del Fai: il 15 e 16 ottobre tornano le Giornate d'Autunno del Fai

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Un fine settimana per immergersi nella grande bellezza d’Italia. È l’opportunità che il Fai offre a tutti, sabato 15 e domenica 16 ottobre con le “Giornate Fai d’Autunno”, giunte all’undicesima edizione. Insieme ai volontari, il pubblico potrà scoprire autentici gioielli d’arte: apriranno infatti in tutta Italia, in 350 città, più di 700 luoghi normalmente non accessibili o semplicemente poco noti. Il patrimonio culturale, infatti, non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, che custodiscono e testimoniano piccole e grandi storie, culture e tradizioni, che sono a pieno titolo “il nostro patrimonio”, e che perciò tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, cominciando innanzitutto a conoscerli per scoprirne il valore. Una grande festa dedicata al nostro patrimonio culturale, che sarà il fulcro della campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” a sostegno del Fai, per tutto il mese di ottobre. Il ricavato della raccolta fondi di quest’anno sosterrà il progetto di transizione ecologica del Fondo per l’Ambiente Italiano.

Le apertura di maggior rilievo

A Roma apriranno in esclusiva le Corsie Sistine, ambiente di cura lungo 120 metri, realizzato a fine Quattrocento per il Complesso di Santo Spirito in Sassia e decorato da un ciclo di affreschi in cui furono attive le stesse botteghe di artisti della Cappella Sistina. Parte dello stesso complesso, con apertura riservata agli iscritti Fai, il Palazzo del Commendatore e la Biblioteca Lancisiana, edificati a metà Cinquecento, dai sontuosi ambienti affrescati e con una collezione di testi rari dal XVI secolo in poi.

A Milano, sarà eccezionalmente aperto Palazzo Diotti, sede della Prefettura, che ospita i capi di stato in visita nella città. Dimora nobiliare di fine Settecento, è caratterizzata da scaloni neoclassici, raffinati arredi, una sala affrescata dal giovane Andrea Appiani e numerosi ambienti monumentale. A Venezia, nel sestiere di Castello, il Complesso di San Francesco della Vigna, con la facciata della chiesa, ricca di capolavori, realizzata da Andrea Palladio e – nelle visite di domenica – i chiostri e la straordinaria vigna, che da 600 anni si affaccia sulla Laguna nord. A Torino, il Campus Einaudi, progettato dall’archistar inglese Norman Foster e incluso dalla Cnn fra i 10 edifici universitari più spettacolari del mondo, anche per l’inserimento nel paesaggio.

A La Spezia, il porto – mai aperto al pubblico perché sempre operativo – in un suggestivo percorso che coniugherà passato, presente e futuro, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il porto spezzino divenne base di partenza degli scampati ai lager nazisti alla volta della Terrasanta. A Bologna, Palazzo Vassé, con affreschi di fine Cinquecento e la “Galleria della Meridiana”, una lunga sala con un calendario solare seicentesco rappresentato sul pavimento e due fori sul soffitto che permettevano di seguire il movimento notturno degli astri. A Coriano (Rimini), aprirà le porte San Patrignano, la comunità di recupero fondata nel 1978, dove le visite si concentreranno sui laboratori di alto artigianato, dalla tessitura alla pelletteria al ferro battuto, le cui attività saranno raccontate degli stessi ragazzi che vi operano.

A Firenze, un itinerario ottocentesco legato alla baronessa Favard, con due aperture di eccezione: il Palazzo di città, sul Lungarno Vespucci e la villa di campagna, a Rovezzano, entrambi ricchi di ambienti decorati e sede di prestigiose scuole. A Napoli, il complesso del Suor Orsola Benincasa, cittadella circondata da mura di tufo sorta tra XVI e XVII secolo sul colle Sant’Elmo per volontà della religiosa, figura carismatica dell’epoca, da inizio Novecento istituzione universitaria;

A Palermo, il complesso monumentale del Carmine, edificato a partire dal XIV secolo, dove sarà eccezionalmente possibile salire sul campanile, da cui la vista spazia sulla cupola in maiolica policroma della chiesa, realizzata nel Seicento e su tutto il centro della città. A Cagliari, Palazzo Bacaredda, edificio eclettico che rievoca il gotico aragonese, realizzato nel 1907 come sede del Municipio, funzione che riveste tuttora. Si entrerà tra l’altro nell’ufficio del sindaco, che conserva un grande arazzo fiammingo, capolavoro di fine Cinquecento e nella Sala dei Matrimoni, ornata da un ciclo pittorico dedicato all’Amore in Sardegna.

La chiesa di San Francesco a Trapani
La chiesa di San Francesco a Trapani

Aperture insolite

A Verona, grazie a Fondazione Cariverona, si potranno apprezzare due capisaldi del potere cittadino tra antichità e Medioevo: Palazzo del Capitanio e Castel San Pietro; a Perugia, saranno eccezionalmente visitabili la storica sede del Collegio di Merito della Sapienza, nel centro cittadino, e il Castello di Solfagnano nella valle del Tevere; a Foggia si entrerà nel Museo dell’Istituto industriale Altamura, scuola tecnica fondata nel 1864 sulla spinta della meccanizzazione della cerealicoltura.  A Teramo, invece, sarà possibile visitare l’Ospedale Veterinario, tra i più importanti d’Italia, con le sue sale operatorie dedicate ai cavalli; a Pisa sarà accessibile Villa del Gombo, voluta da Giovanni Gronchi – terzo Presidente della Repubblica italiana – e ceduta nel 1999 dalla Presidenza della Repubblica alla Regione Toscana. E ancora, a Pesaro, Palazzo Perticari: realizzato a fine Settecento per una delle più importanti famiglie della città, riaprirà per la prima volta al pubblico dopo un articolato restauro, che lo ha riscattato da decenni di abbandono. Infine, per porre l’attenzione sul cambiamento climatico ci si potrà incontrare a Doberdò del Lago nel cuore del Carso duramente colpito dagli incendi estivi, per un percorso che spazierà dalla natura all’archeologia industriale.

Borgo di Marsicovetere
Borgo di Marsicovetere

Borghi e piccoli Comuni

Vale una visita il villaggio operaio di Crespi d’Adda (Bergamo), fondato nel 1878 e oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco: i residenti apriranno le porte delle proprie case regalando racconti inediti. In Basilicata si potrà passeggiare per le strade di Pietrapertosa (Potenza), con un percorso legato all’arte contemporanea; in Lazio saranno accessibili le fortezze gemelle di Rocchette e Rocchettine, nel cuore della Sabina. E a proposito di nuovi itinerari, meritano di essere scoperti i percorsi tra natura e monumenti a Montecalvo Versiggia (Pavia), cuore della produzione del Pinot Nero in Oltrepò Pavese, e a Cossignano (Ascoli Piceno), centro di origine medievale dalla raccolta forma ovale su una collina nel cuore del Piceno, a dominio di un paesaggio di ulivi, vigne e calanchi.

Il piccolo centro di Cossignano
Il piccolo centro di Cossignano

In Toscana

Alla scoperta di un patrimonio sorprendente e inaspettato con il grande evento di piazza che il Fondo per l’Ambiente Italiano Ets dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi Fai diffusi e attivi in tutta la Toscana. Le proposta nella regione Toscana, presentata in Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente Eugenio Giani e dalla presidente regionale Fai Rosita Galanti Balestri, spazia dall’architettura, all’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. Dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili – scuole e università, e perfino porti – da chiese a dimore private, ville e castelli, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardino botanico in città, ai laboratori artigianali. Tutto questo, e molto altro, è il patrimonio culturale della Toscana che il Fai svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione. In particolare tra i 28 luoghi da scoprire, in 17 località nelle 10 province toscane, anche la Villa del Gombo nel parco di San Rossore, storica residenza estiva dei presidenti della Repubblica e luogo di soggiorno di capi di Stato stranieri che aprirà le sue porte alle visite.

Villa del Gombo a Pisa
Villa del Gombo a Pisa

“L’appuntamento annuale con le giornate Fai d’Autunno consente di apprezzare luoghi che per motivi diversi, solo in queste giornate possono essere fruiti – ha detto il presidente Giani – Quest’anno la centralità di un immobile pubblico di eccezione, la villa del Gombo all’interno del Parco di San Rossore, la preferita dai Presidenti della Repubblica: da Gronchi, ai toscani Ciampi e Pertini, che apprezzavano quel buen retiro in un ambiente straordinario all’interno del Parco. Con le giornate Fai tutti i cultori del bello possono approfittare di un’occasione unica”. “Con questa edizione delle giornate Fai d’Autunno si consolida la collaborazione con la Regione Toscana iniziata con le scorse Giornate Fai di Primavera a Villa Medicea di Careggi coronate da un enorme successo – ha detto Rosita Galanti Balestri, presidente regionale Fai Toscana- Essere affiancanti e supportati nei nostri eventi nazionali dalla più alta istituzione della Regione da forza e rilevanza al nostro lavoro per questo ringrazio il presidente Eugenio Giani per averci dato la possibilità in questa edizione delle Giornate Fai d’Autunno di aprire ai visitatori la residenza estiva presidenziale del Gombo nella tenuta di San Rossore. Quest’anno il testimone è passato alla Delegazione Fai di Pisa che con i suoi volontari e apprendisti ciceroni si è preparata al meglio per accogliere i numerosi visitatori che con la prenotazione visiteranno il Gombo e per questo li ringrazio. Un particolare ringraziamento ai funzionari e collaboratori della Regione che con il loro aiuto hanno reso possibile questa apertura”.

Il borgo di Pietrapertosa in Basilicata
Il borgo di Pietrapertosa in Basilicata

Come sostenere il Fai

Durante le Giornate Fai d’Autunno all’accesso di ogni luogo verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. Gli iscritti al Fai e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la quota agevolata di 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare degli accessi prioritari in tutti i luoghi aperti e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Si può contribuire alla campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” anche in due altri modi: fino al 23 ottobre donando con un Sms o una chiamata da rete fissa al numero 45583. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun sms inviato da cellulari Windtre, Tim, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa Tim, Vodafone, Windtre, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da Twt, Convergenze, PosteMobile. O partecipando alle iniziative delle aziende partner della campagna sul territorio nazionale. La campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” è resa possibile anche grazie alle preziose collaborazioni strette con importanti aziende che sosterranno il progetto in qualità di partner, coinvolgendo la propria rete locale e proponendo ai clienti differenti iniziative di raccolta fondi su tutto il territorio nazionale. Si potrà infatti aiutare il Fai donando in tutti gli ipermercati Iper La grande i, presso i supermercati Unes, nei punti vendita il Viaggiator Goloso; nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar; in tutti gli alberghi del gruppo Marriott International affiliati al programma Marriott Bonvoy in Italia; visitando i quattro centri commerciali Porta di Roma, Le Gru, Campania, Nave de Vero appartenenti al Gruppo Klépierre che promuoveranno il messaggio della campagna.

Torre e Casa Campatelli a San Gimignano
Torre e Casa Campatelli a San Gimignano

La missione del Fai

L’Italia ha un patrimonio storico, artistico e paesaggistico unico al mondo, che ha bisogno di essere tutelato. Dal 1975 il Fai se ne prende cura grazie al contributo degli italiani, che sostengono la Fondazione iscrivendosi, visitando i beni che tutela e gestisce in tutta Italia e partecipando alle grandi manifestazioni nazionali come le Giornate Fai: la più grande festa di piazza intitolata al patrimonio culturale dell’Italia, che porta centinaia di migliaia di cittadini a scoprire e visitare in un fine settimana centinaia di luoghi speciali di storia, arte e natura, meraviglie nascoste in ogni angolo del Paese. La missione del Fai dal 1975 non è cambiata, ma nel frattempo è cambiata l’Italia, e anche il mondo. Il Fai è nato per salvare luoghi speciali da abbandono, degrado e incuria: oggi la tutela è “un patrimonio” condiviso da tanti, ma il patrimonio dell’Italia è talmente vasto, diffuso, profondo e variegato, da richiedere un impegno costante, e sempre maggiore. Il paesaggio italiano è seriamente minacciato, in particolare nelle campagne, sui monti e nei borghi delle aree interne, dall’abbandono causato dallo spopolamento, da modi di vivere e di produrre insostenibili per l’ambiente e dagli effetti della crisi ambientale, sempre più evidenti, devastanti e imprevedibili, dannosi per l’uomo, oltre che per l’ambiente. Il Fondo per l’Ambiente Italiano opera per l’ambiente, inteso come tutto ciò che ci circonda: per la tutela del paesaggio, in cui si incarnano storia e natura del nostro Paese, e ancor più oggi, per promuovere grandi azioni e piccole buone abitudini per la mitigazione della crisi ambientale e per l’adattamento ai suoi effetti, a partire dal concreto operato nei 71 beni che gestisce, di cui 54 regolarmente aperti al pubblico e 17 in restauro.

Villa Solatia a Caldogno nel Vicentino
Villa Solatia a Caldogno nel Vicentino

I beni del Fai sono castelli, ville e palazzi, ma anche vallate alpine e baie marine, edifici rurali e industriali, parchi, orti e giardini, chiese e conventi, case e botteghe, per un totale di 72.000 metri quadri di edifici storici, 500mila metri quadri di giardini e parchi, oltre 7 milioni di metri quadri di paesaggio che sono patrimonio dell’Italia. Un impegno sempre crescente, quotidiano e minuzioso, che comporta per la Fondazione oneri per circa 6 milioni di euro all’anno in restauri e oltre un milione e duecentomila euro in manutenzioni ordinarie, ancor più necessarie, oggi, per adattarsi alla crisi ambientale e prevenire i danni dei suoi tangibili, sempre più gravi effetti su monumenti e paesaggi. E proprio in nome della tutela dell’ambiente, che oggi è una assoluta priorità per tutti, il Fai lancia a ottobre la campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia”, per invitare i cittadini a partecipare a questa missione con un piccolo gesto che è una grande azione per il Paese: l’iscrizione annuale al Fai, con la speciale quota di 29 euro anziché 39 dedicata fino al 16 ottobre ai nuovi iscritti. Il ricavato della raccolta fondi di quest’anno, infatti, sosterrà il progetto di transizione ecologica del Fai, volto a rendere i suoi Beni sempre più resilienti, resistenti agli effetti del cambiamento climatico, ed ecologicamente sostenibili, attraverso progetti per il risparmio energetico, la riduzione di consumi, risorse ed emissioni, la tutela e il recupero di paesaggi e biodiversità, e per l’educazione diffusa a una cultura dell’ambiente, della natura e della sostenibilità.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Un fine settimana per immergersi nella grande bellezza d’Italia. È l’opportunità che il Fai offre a tutti, sabato 15 e domenica 16 ottobre con le “Giornate Fai d’Autunno”, giunte all’undicesima edizione. Insieme ai volontari, il pubblico potrà scoprire autentici gioielli d’arte: apriranno infatti in tutta Italia, in 350 città, più di 700 luoghi normalmente non accessibili o semplicemente poco noti. Il patrimonio culturale, infatti, non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, che custodiscono e testimoniano piccole e grandi storie, culture e tradizioni, che sono a pieno titolo “il nostro patrimonio”, e che perciò tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, cominciando innanzitutto a conoscerli per scoprirne il valore. Una grande festa dedicata al nostro patrimonio culturale, che sarà il fulcro della campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” a sostegno del Fai, per tutto il mese di ottobre. Il ricavato della raccolta fondi di quest’anno sosterrà il progetto di transizione ecologica del Fondo per l’Ambiente Italiano.

Le apertura di maggior rilievo

A Roma apriranno in esclusiva le Corsie Sistine, ambiente di cura lungo 120 metri, realizzato a fine Quattrocento per il Complesso di Santo Spirito in Sassia e decorato da un ciclo di affreschi in cui furono attive le stesse botteghe di artisti della Cappella Sistina. Parte dello stesso complesso, con apertura riservata agli iscritti Fai, il Palazzo del Commendatore e la Biblioteca Lancisiana, edificati a metà Cinquecento, dai sontuosi ambienti affrescati e con una collezione di testi rari dal XVI secolo in poi. A Milano, sarà eccezionalmente aperto Palazzo Diotti, sede della Prefettura, che ospita i capi di stato in visita nella città. Dimora nobiliare di fine Settecento, è caratterizzata da scaloni neoclassici, raffinati arredi, una sala affrescata dal giovane Andrea Appiani e numerosi ambienti monumentale. A Venezia, nel sestiere di Castello, il Complesso di San Francesco della Vigna, con la facciata della chiesa, ricca di capolavori, realizzata da Andrea Palladio e – nelle visite di domenica – i chiostri e la straordinaria vigna, che da 600 anni si affaccia sulla Laguna nord. A Torino, il Campus Einaudi, progettato dall’archistar inglese Norman Foster e incluso dalla Cnn fra i 10 edifici universitari più spettacolari del mondo, anche per l’inserimento nel paesaggio. A La Spezia, il porto - mai aperto al pubblico perché sempre operativo – in un suggestivo percorso che coniugherà passato, presente e futuro, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il porto spezzino divenne base di partenza degli scampati ai lager nazisti alla volta della Terrasanta. A Bologna, Palazzo Vassé, con affreschi di fine Cinquecento e la “Galleria della Meridiana”, una lunga sala con un calendario solare seicentesco rappresentato sul pavimento e due fori sul soffitto che permettevano di seguire il movimento notturno degli astri. A Coriano (Rimini), aprirà le porte San Patrignano, la comunità di recupero fondata nel 1978, dove le visite si concentreranno sui laboratori di alto artigianato, dalla tessitura alla pelletteria al ferro battuto, le cui attività saranno raccontate degli stessi ragazzi che vi operano. A Firenze, un itinerario ottocentesco legato alla baronessa Favard, con due aperture di eccezione: il Palazzo di città, sul Lungarno Vespucci e la villa di campagna, a Rovezzano, entrambi ricchi di ambienti decorati e sede di prestigiose scuole. A Napoli, il complesso del Suor Orsola Benincasa, cittadella circondata da mura di tufo sorta tra XVI e XVII secolo sul colle Sant’Elmo per volontà della religiosa, figura carismatica dell’epoca, da inizio Novecento istituzione universitaria; A Palermo, il complesso monumentale del Carmine, edificato a partire dal XIV secolo, dove sarà eccezionalmente possibile salire sul campanile, da cui la vista spazia sulla cupola in maiolica policroma della chiesa, realizzata nel Seicento e su tutto il centro della città. A Cagliari, Palazzo Bacaredda, edificio eclettico che rievoca il gotico aragonese, realizzato nel 1907 come sede del Municipio, funzione che riveste tuttora. Si entrerà tra l’altro nell’ufficio del sindaco, che conserva un grande arazzo fiammingo, capolavoro di fine Cinquecento e nella Sala dei Matrimoni, ornata da un ciclo pittorico dedicato all’Amore in Sardegna.
La chiesa di San Francesco a Trapani
La chiesa di San Francesco a Trapani

Aperture insolite

A Verona, grazie a Fondazione Cariverona, si potranno apprezzare due capisaldi del potere cittadino tra antichità e Medioevo: Palazzo del Capitanio e Castel San Pietro; a Perugia, saranno eccezionalmente visitabili la storica sede del Collegio di Merito della Sapienza, nel centro cittadino, e il Castello di Solfagnano nella valle del Tevere; a Foggia si entrerà nel Museo dell’Istituto industriale Altamura, scuola tecnica fondata nel 1864 sulla spinta della meccanizzazione della cerealicoltura.  A Teramo, invece, sarà possibile visitare l’Ospedale Veterinario, tra i più importanti d’Italia, con le sue sale operatorie dedicate ai cavalli; a Pisa sarà accessibile Villa del Gombo, voluta da Giovanni Gronchi – terzo Presidente della Repubblica italiana – e ceduta nel 1999 dalla Presidenza della Repubblica alla Regione Toscana. E ancora, a Pesaro, Palazzo Perticari: realizzato a fine Settecento per una delle più importanti famiglie della città, riaprirà per la prima volta al pubblico dopo un articolato restauro, che lo ha riscattato da decenni di abbandono. Infine, per porre l’attenzione sul cambiamento climatico ci si potrà incontrare a Doberdò del Lago nel cuore del Carso duramente colpito dagli incendi estivi, per un percorso che spazierà dalla natura all’archeologia industriale.
Borgo di Marsicovetere
Borgo di Marsicovetere

Borghi e piccoli Comuni

Vale una visita il villaggio operaio di Crespi d’Adda (Bergamo), fondato nel 1878 e oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco: i residenti apriranno le porte delle proprie case regalando racconti inediti. In Basilicata si potrà passeggiare per le strade di Pietrapertosa (Potenza), con un percorso legato all’arte contemporanea; in Lazio saranno accessibili le fortezze gemelle di Rocchette e Rocchettine, nel cuore della Sabina. E a proposito di nuovi itinerari, meritano di essere scoperti i percorsi tra natura e monumenti a Montecalvo Versiggia (Pavia), cuore della produzione del Pinot Nero in Oltrepò Pavese, e a Cossignano (Ascoli Piceno), centro di origine medievale dalla raccolta forma ovale su una collina nel cuore del Piceno, a dominio di un paesaggio di ulivi, vigne e calanchi.
Il piccolo centro di Cossignano
Il piccolo centro di Cossignano

In Toscana

Alla scoperta di un patrimonio sorprendente e inaspettato con il grande evento di piazza che il Fondo per l’Ambiente Italiano Ets dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi Fai diffusi e attivi in tutta la Toscana. Le proposta nella regione Toscana, presentata in Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente Eugenio Giani e dalla presidente regionale Fai Rosita Galanti Balestri, spazia dall’architettura, all’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. Dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili - scuole e università, e perfino porti - da chiese a dimore private, ville e castelli, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardino botanico in città, ai laboratori artigianali. Tutto questo, e molto altro, è il patrimonio culturale della Toscana che il Fai svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione. In particolare tra i 28 luoghi da scoprire, in 17 località nelle 10 province toscane, anche la Villa del Gombo nel parco di San Rossore, storica residenza estiva dei presidenti della Repubblica e luogo di soggiorno di capi di Stato stranieri che aprirà le sue porte alle visite.
Villa del Gombo a Pisa
Villa del Gombo a Pisa
“L’appuntamento annuale con le giornate Fai d’Autunno consente di apprezzare luoghi che per motivi diversi, solo in queste giornate possono essere fruiti - ha detto il presidente Giani - Quest’anno la centralità di un immobile pubblico di eccezione, la villa del Gombo all’interno del Parco di San Rossore, la preferita dai Presidenti della Repubblica: da Gronchi, ai toscani Ciampi e Pertini, che apprezzavano quel buen retiro in un ambiente straordinario all’interno del Parco. Con le giornate Fai tutti i cultori del bello possono approfittare di un’occasione unica”. “Con questa edizione delle giornate Fai d’Autunno si consolida la collaborazione con la Regione Toscana iniziata con le scorse Giornate Fai di Primavera a Villa Medicea di Careggi coronate da un enorme successo - ha detto Rosita Galanti Balestri, presidente regionale Fai Toscana- Essere affiancanti e supportati nei nostri eventi nazionali dalla più alta istituzione della Regione da forza e rilevanza al nostro lavoro per questo ringrazio il presidente Eugenio Giani per averci dato la possibilità in questa edizione delle Giornate Fai d’Autunno di aprire ai visitatori la residenza estiva presidenziale del Gombo nella tenuta di San Rossore. Quest’anno il testimone è passato alla Delegazione Fai di Pisa che con i suoi volontari e apprendisti ciceroni si è preparata al meglio per accogliere i numerosi visitatori che con la prenotazione visiteranno il Gombo e per questo li ringrazio. Un particolare ringraziamento ai funzionari e collaboratori della Regione che con il loro aiuto hanno reso possibile questa apertura”.
Il borgo di Pietrapertosa in Basilicata
Il borgo di Pietrapertosa in Basilicata

Come sostenere il Fai

Durante le Giornate Fai d’Autunno all’accesso di ogni luogo verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. Gli iscritti al Fai e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la quota agevolata di 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare degli accessi prioritari in tutti i luoghi aperti e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali. Si può contribuire alla campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” anche in due altri modi: fino al 23 ottobre donando con un Sms o una chiamata da rete fissa al numero 45583. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun sms inviato da cellulari Windtre, Tim, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa Tim, Vodafone, Windtre, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da Twt, Convergenze, PosteMobile. O partecipando alle iniziative delle aziende partner della campagna sul territorio nazionale. La campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” è resa possibile anche grazie alle preziose collaborazioni strette con importanti aziende che sosterranno il progetto in qualità di partner, coinvolgendo la propria rete locale e proponendo ai clienti differenti iniziative di raccolta fondi su tutto il territorio nazionale. Si potrà infatti aiutare il Fai donando in tutti gli ipermercati Iper La grande i, presso i supermercati Unes, nei punti vendita il Viaggiator Goloso; nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar; in tutti gli alberghi del gruppo Marriott International affiliati al programma Marriott Bonvoy in Italia; visitando i quattro centri commerciali Porta di Roma, Le Gru, Campania, Nave de Vero appartenenti al Gruppo Klépierre che promuoveranno il messaggio della campagna.
Torre e Casa Campatelli a San Gimignano
Torre e Casa Campatelli a San Gimignano

La missione del Fai

L’Italia ha un patrimonio storico, artistico e paesaggistico unico al mondo, che ha bisogno di essere tutelato. Dal 1975 il Fai se ne prende cura grazie al contributo degli italiani, che sostengono la Fondazione iscrivendosi, visitando i beni che tutela e gestisce in tutta Italia e partecipando alle grandi manifestazioni nazionali come le Giornate Fai: la più grande festa di piazza intitolata al patrimonio culturale dell’Italia, che porta centinaia di migliaia di cittadini a scoprire e visitare in un fine settimana centinaia di luoghi speciali di storia, arte e natura, meraviglie nascoste in ogni angolo del Paese. La missione del Fai dal 1975 non è cambiata, ma nel frattempo è cambiata l’Italia, e anche il mondo. Il Fai è nato per salvare luoghi speciali da abbandono, degrado e incuria: oggi la tutela è “un patrimonio” condiviso da tanti, ma il patrimonio dell’Italia è talmente vasto, diffuso, profondo e variegato, da richiedere un impegno costante, e sempre maggiore. Il paesaggio italiano è seriamente minacciato, in particolare nelle campagne, sui monti e nei borghi delle aree interne, dall’abbandono causato dallo spopolamento, da modi di vivere e di produrre insostenibili per l’ambiente e dagli effetti della crisi ambientale, sempre più evidenti, devastanti e imprevedibili, dannosi per l’uomo, oltre che per l’ambiente. Il Fondo per l’Ambiente Italiano opera per l’ambiente, inteso come tutto ciò che ci circonda: per la tutela del paesaggio, in cui si incarnano storia e natura del nostro Paese, e ancor più oggi, per promuovere grandi azioni e piccole buone abitudini per la mitigazione della crisi ambientale e per l’adattamento ai suoi effetti, a partire dal concreto operato nei 71 beni che gestisce, di cui 54 regolarmente aperti al pubblico e 17 in restauro.
Villa Solatia a Caldogno nel Vicentino
Villa Solatia a Caldogno nel Vicentino
I beni del Fai sono castelli, ville e palazzi, ma anche vallate alpine e baie marine, edifici rurali e industriali, parchi, orti e giardini, chiese e conventi, case e botteghe, per un totale di 72.000 metri quadri di edifici storici, 500mila metri quadri di giardini e parchi, oltre 7 milioni di metri quadri di paesaggio che sono patrimonio dell’Italia. Un impegno sempre crescente, quotidiano e minuzioso, che comporta per la Fondazione oneri per circa 6 milioni di euro all’anno in restauri e oltre un milione e duecentomila euro in manutenzioni ordinarie, ancor più necessarie, oggi, per adattarsi alla crisi ambientale e prevenire i danni dei suoi tangibili, sempre più gravi effetti su monumenti e paesaggi. E proprio in nome della tutela dell’ambiente, che oggi è una assoluta priorità per tutti, il Fai lancia a ottobre la campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia”, per invitare i cittadini a partecipare a questa missione con un piccolo gesto che è una grande azione per il Paese: l’iscrizione annuale al Fai, con la speciale quota di 29 euro anziché 39 dedicata fino al 16 ottobre ai nuovi iscritti. Il ricavato della raccolta fondi di quest’anno, infatti, sosterrà il progetto di transizione ecologica del Fai, volto a rendere i suoi Beni sempre più resilienti, resistenti agli effetti del cambiamento climatico, ed ecologicamente sostenibili, attraverso progetti per il risparmio energetico, la riduzione di consumi, risorse ed emissioni, la tutela e il recupero di paesaggi e biodiversità, e per l’educazione diffusa a una cultura dell’ambiente, della natura e della sostenibilità.
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