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Un giudice blocca il divieto di aborto in Idaho. Un altro, invece, ammette le restrizioni in Texas

Due sentenze contrastanti sui due tra le prime cause legali intentate tra il governo della Casa Bianca, che punta a tutelare il diritto nazionale, e gli esecutivi federali dei singoli Stati

di MARIANNA GRAZI -
26 agosto 2022
divieto aborto

divieto aborto.

Dal 24 giugno, giorno in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti hanno rovesciato la sentenza Roe v. Wade, una donna americana su 3 ha già perso l'accesso all'aborto. E quello che è peggio è che sono in arrivo leggi ancora più restrittive. Intanto mercoledì 24 agosto, a due mesi esatti di distanza da quella tragica data che ha segnato un passaggio storico – in negativo – per milioni di cittadine, un giudice federale ha bloccato in Idaho l'applicazione del divieto di aborto per le donne incinte che necessitano di cure d'emergenza, un giorno dopo che un giudice in Texas si è pronunciato contro l'amministrazione della Casa Bianca sulla stessa questione. Queste sentenze contrastanti sono arrivate in due delle prime cause legali riguardanti i tentativi del presidente Biden di mantenere l'aborto legale a livello federale. Secondo gli esperti legali, le sentenze in Idaho e Texas, se confermate in appello, potrebbero costringere la Corte Suprema a tornare sul tema. Dopo l'annullamento della Roe, infatti, circa la metà degli Stati americani hanno limitato o si prevede che cercheranno di vietare o limitare l'aborto. Tra questi ci sono proprio i due in questione che, come altri 11, hanno adottato le cosiddette "leggi grilletto" (trigger law) che vietano l'aborto immediatamente dopo la sentenza. 

L'aborto in Idaho: divieto bloccato per una legge federale

Usa proteste aborto

Manifestanti pro-aborto

L'aborto è già illegale in Texas in base a un divieto separato, vecchio di quasi un secolo (la legge è del 1925), ripristinato dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti. Il divieto dell'Idaho, invece, doveva entrare in vigore ieri, giovedì 24 agosto, così come le nuove restrizioni nel Lone Star State e del Tennessee. Ma in Idaho il giudice distrettuale B. Lynn Winmill ha concordato con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sul fatto che vietare l'aborto è in conflitto con una legge federale che garantisce che le pazienti possano ricevere "cure stabilizzanti" d'emergenza. Winmill, nominato alla corte dall'ex presidente democratico Bill Clinton, ha emesso un'ingiunzione preliminare che blocca quindi l'applicazione delle restrizioni, nella misura in cui queste sono in conflitto con la legge federale, citando come causa principale la minaccia per la salute delle pazienti"Non si può immaginare l'ansia e la paura che (una donna incinta) proverà se i suoi medici si sentiranno ostacolati da una legge dell'Idaho che non permette loro di fornire le cure mediche necessarie per preservare la sua salute e la sua vita", ha scritto il giudice. Il Dipartimento di Giustizia, da parte sua, ha affermato che la legge federale impone il ricorso all'interruzione di gravidanza in situazioni di emergenza.

In Texas via libera a ulteriori restrizioni al diritto

Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton

Il Procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland, in un comunicato, ha fatto sapere: "Il Dipartimento di Giustizia continuerà a utilizzare ogni strumento a sua disposizione per difendere i diritti riproduttivi protetti dalla legge federale". Lo stesso organismo giudiziario ha dichiarato la propria contrarietà con la sentenza del Texas e sta valutando le prossime azioni legali. Il giudice distrettuale James Wesley Hendrix ha stabilito, nella causa in questo Stato, che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani Usa si è spinto troppo in là nel fornire un parere secondo cui la stessa legge federale garantiva l'assistenza all'aborto. Hendrix ha concordato con il procuratore generale del Texas Ken Paxton (repubblicano) che la linea legale fissata a luglio in materia "scarta di considerare come requisito il benessere dei bambini non ancora nati quando si determina come rendere stabile la salute di una donna incinta". Il giudice, nominato da Donald Trump, ha dichiarato che lo statuto federale non dice cosa debba fare un medico in caso di conflitto tra la salute della madre e quella del nascituro e che la legge texana "riempie questo vuoto". Greer Donley, assistente presso la facoltà di legge dell'Università di Pittsburgh ed esperto di diritto dell'aborto, ha affermato che se le sentenze contrastanti venissero confermate, la Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe sentirsi obbligata a intervenire. "Senza un diritto federale all'aborto, questo è il tipo di caos legale che si verrebbe a creare, come la maggior parte delle persone aveva previsto", ha detto.