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Home » Attualità » Nuova frontiera della sostenibilità a 4 ruote, l’app di Aci che misura il ciclo vitale delle automobili

Nuova frontiera della sostenibilità a 4 ruote, l’app di Aci che misura il ciclo vitale delle automobili

Si chiama Green NCAP e consente la valutazione dei valori di inquinamento dei veicoli e il loro impatto ambientale: "Per aumentare la consapevolezza sulle emissioni"

Domenico Guarino
6 Dicembre 2022
Green NCAP, l’app di ACI che misura la sostenibilità delle automobili

Green NCAP, l’app di ACI che misura la sostenibilità delle automobili

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Green NCAP: si chiama così la nuova frontiera della sostenibilità a 4 ruote. Una app che consente la valutazione del ciclo di vita dell’automobile, confrontando valori di inquinamento in relazione al loro paese, al mix energetico e all’utilizzo. Uno strumento rivolto ai consumatori attenti all’ambiente cui dunque viene fornito uno strumento agile e versatile che permette di valutare la sostenibilità del loro veicolo nel contesto in cui vivono e risoetto al loro utilizzo a lungo termine. Allo stesso tempo un supporto alla progettazione, all’industria e ai legislatori, per aumentare la consapevolezza ambientale globale sulle emissioni climalteranti e sull’energia del ciclo di vita necessaria per produrre auto verdi e sostenibili.

Green NCAP, è stato realizzato da ACI come organismo indipendente e parallelo, ed ha il compito di valutare i nostri veicoli promuovendo lo sviluppo delle automobili pulite ed efficienti dal punto di vista energetico.
Si va ad aggiungere agli altri strumenti già diffusi in Europa, dove, per mettere un commercio un’automobile bisogna già superare test di omologazione per dimostrare che le emissioni di monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi incombusti e particolato non superino valori critici, certificati da agenzie come l’European New Car Assessment Programme (Euro NCAP) che dal 1997 fornisce – assegnando stelle come quelle della Guida Michelin, ma da 0 a 5 – una valutazione neutrale della sicurezza passiva e attiva che le vetture testate offrono.

Sappiamo che dal 2035 in Europa sarà vietata la commercializzazione di nuovi modelli a benzina e diesel, ma Green NCAP valuta su scala decennale anche le auto non elettriche, considerando che, realisticamente, ancora nei prossimi anni, saranno venduti milioni di nuovi veicoli termici che rimarranno a lungo sulle nostre strade.
La differenza rispetto agli altri sistemi di valutazione sta nel fatto che le pagelle di Green NCAP vengono stilate valutando i veicoli in condizioni di traffico reale, e non solo su test effettuati in officina.
L’analisi LCA – “Life Cycle Assessment” (“Valutazione del ciclo di vita”) ha, infatti, sostituito l’approccio “Tank-to wheel” (“dal serbatoio alla ruota”), il quale faceva risultare le auto completamente elettriche (BEV) e, quindi, prive di emissioni allo scarico sempre più sostenibili rispetto a quelle alimentate a benzina o gasolio.

Per misurare il vero impatto ecologico e la sostenibilità di un veicolo, il metodo NCAP analizza l’intero ciclo di vita “dalla culla alla tomba”
Per misurare il vero impatto ecologico e la sostenibilità di un veicolo, il metodo NCAP analizza l’intero ciclo di vita “dalla culla alla tomba”

Per misurare il vero impatto ecologico e la sostenibilità di un veicolo, il metodo NCAP analizza l’intero ciclo di vita “dalla culla alla tomba”, prendendo in considerazione tutte le risorse e l’energia spesi per produrlo, utilizzarlo e smaltirlo. In pratica i risultati mostrano le emissioni totali stimate di gas serra e la domanda di energia primaria durante l’intero ciclo di vita del veicolo, che possono variare in modo significativo a seconda della modalità di produzione dell’energia elettrica, della tipologia di motore, del peso del veicolo e dello stile di guida del conducente.

Nell’analisi comparativa si assume una vita utile del veicolo di 16 anni e un chilometraggio totale di 240.000 km. Tutte le valutazioni fanno riferimento alle attuali previsioni di produzione dell’energia elettrica (mix energetico medio dei 27 Stati membri dell’Unione Europea e del Regno Unito).
In base ai primi test effettuati, le auto più ecologiche in circolazione sarebbero Hyundai Ioniq, Toyota Yaris Cross, DS 4 e , NIO ET7, Renault Mègane E-Tech Tesla Model 3. Qeust’ultima nel test autostradale, ha ottenuto il punteggio più alto di tutti i veicoli testati finora: 21,1 kWh/100 km. Per il resto: 10 su 10 nell’analisi Clean Air, 9.6 su 10 nell’Energy Efficiency e 9.8 su 10 nella Greenhouse Gas.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Green NCAP: si chiama così la nuova frontiera della sostenibilità a 4 ruote. Una app che consente la valutazione del ciclo di vita dell’automobile, confrontando valori di inquinamento in relazione al loro paese, al mix energetico e all’utilizzo. Uno strumento rivolto ai consumatori attenti all’ambiente cui dunque viene fornito uno strumento agile e versatile che permette di valutare la sostenibilità del loro veicolo nel contesto in cui vivono e risoetto al loro utilizzo a lungo termine. Allo stesso tempo un supporto alla progettazione, all’industria e ai legislatori, per aumentare la consapevolezza ambientale globale sulle emissioni climalteranti e sull’energia del ciclo di vita necessaria per produrre auto verdi e sostenibili. Green NCAP, è stato realizzato da ACI come organismo indipendente e parallelo, ed ha il compito di valutare i nostri veicoli promuovendo lo sviluppo delle automobili pulite ed efficienti dal punto di vista energetico. Si va ad aggiungere agli altri strumenti già diffusi in Europa, dove, per mettere un commercio un’automobile bisogna già superare test di omologazione per dimostrare che le emissioni di monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi incombusti e particolato non superino valori critici, certificati da agenzie come l’European New Car Assessment Programme (Euro NCAP) che dal 1997 fornisce – assegnando stelle come quelle della Guida Michelin, ma da 0 a 5 - una valutazione neutrale della sicurezza passiva e attiva che le vetture testate offrono. Sappiamo che dal 2035 in Europa sarà vietata la commercializzazione di nuovi modelli a benzina e diesel, ma Green NCAP valuta su scala decennale anche le auto non elettriche, considerando che, realisticamente, ancora nei prossimi anni, saranno venduti milioni di nuovi veicoli termici che rimarranno a lungo sulle nostre strade. La differenza rispetto agli altri sistemi di valutazione sta nel fatto che le pagelle di Green NCAP vengono stilate valutando i veicoli in condizioni di traffico reale, e non solo su test effettuati in officina. L’analisi LCA – “Life Cycle Assessment” (“Valutazione del ciclo di vita”) ha, infatti, sostituito l’approccio “Tank-to wheel” (“dal serbatoio alla ruota”), il quale faceva risultare le auto completamente elettriche (BEV) e, quindi, prive di emissioni allo scarico sempre più sostenibili rispetto a quelle alimentate a benzina o gasolio.
Per misurare il vero impatto ecologico e la sostenibilità di un veicolo, il metodo NCAP analizza l’intero ciclo di vita “dalla culla alla tomba”
Per misurare il vero impatto ecologico e la sostenibilità di un veicolo, il metodo NCAP analizza l’intero ciclo di vita “dalla culla alla tomba”
Per misurare il vero impatto ecologico e la sostenibilità di un veicolo, il metodo NCAP analizza l’intero ciclo di vita “dalla culla alla tomba”, prendendo in considerazione tutte le risorse e l’energia spesi per produrlo, utilizzarlo e smaltirlo. In pratica i risultati mostrano le emissioni totali stimate di gas serra e la domanda di energia primaria durante l’intero ciclo di vita del veicolo, che possono variare in modo significativo a seconda della modalità di produzione dell’energia elettrica, della tipologia di motore, del peso del veicolo e dello stile di guida del conducente. Nell’analisi comparativa si assume una vita utile del veicolo di 16 anni e un chilometraggio totale di 240.000 km. Tutte le valutazioni fanno riferimento alle attuali previsioni di produzione dell’energia elettrica (mix energetico medio dei 27 Stati membri dell’Unione Europea e del Regno Unito). In base ai primi test effettuati, le auto più ecologiche in circolazione sarebbero Hyundai Ioniq, Toyota Yaris Cross, DS 4 e , NIO ET7, Renault Mègane E-Tech Tesla Model 3. Qeust’ultima nel test autostradale, ha ottenuto il punteggio più alto di tutti i veicoli testati finora: 21,1 kWh/100 km. Per il resto: 10 su 10 nell’analisi Clean Air, 9.6 su 10 nell’Energy Efficiency e 9.8 su 10 nella Greenhouse Gas.
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