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Home » Attualità » Guerra in Ucraina, così grazie a Tinder l’intelligence di Kiev ha scoperto l’invasione russa

Guerra in Ucraina, così grazie a Tinder l’intelligence di Kiev ha scoperto l’invasione russa

Dasha Synelnikova, ucraina di 33 anni, ha iniziato a ricevere tantissimi messaggi sull'app di incronti da parte di soldati russi. Ma lei si trovava a Kiev, perché dunque le arrivavano "i match" dalla Russia? Il giorno dopo aveva inizio l'avanzata russa nel territorio ucraino

Remy Morandi
27 Febbraio 2022
Dasha Synelnikova

Dasha Synelnikova

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Il 23 febbraio 2022, ovvero il giorno prima dell’inizio della guerra russa in Ucraina, il cellulare di Dasha Synelnikova, una donna di 33 anni che vive a Kiev, è iniziato a squillare ripetutamente. Tantissime notifiche le erano arrivate sul telefono. Tutte, stranamente, di Tinder. Dasha inizia ad aprire i messaggini e si rende conto che a scriverle erano stati molti uomini russi. Anzi, molti soldati russi. C’era qualcosa di strano però. Dasha si trovava in Ucraina, e perché dunque le arrivavano i “match” dalla Russia? Da questa storia – esclusiva de The Sun, e riportata dal New York Post e dal Financial Times – l’intelligence ucraina avrebbe scoperto l’imminente invasione russa in Ucraina, che infatti iniziò il giorno dopo.

Dasha Synelnikova, 33 anni (Foto tratta dal suo profilo Facebook)

Dasha a The Sun ha rivelato che “in realtà vivo a Kiev, ma ho cambiato le impostazioni della mia posizione, mettendola su Kharkiv, perché un mio amico mi aveva detto che c’erano dei soldati russi su Tinder”. “Non potevo credere ai miei occhi – racconta Dasha – quando sono spuntati fuori tutti profili di russi che nelle foto si atteggiavano da duri e mettevano in mostra i muscoli”. “Un ragazzo in una foto si è messo in posa nudo cercando di sembrare sexy a letto con una pistola in mano”. “Un altro – aggiunge ancora Dasha – si faceva vedere in assetto da guerra con la mimetica russa”. “Non trovavo nessuno di loro attraente – commenta lei – e mai avrei preso in considerazione l’idea di andare a letto col nemico“.

Dasha rifiuta i “match” –  ovvero l’opzione con cui su Tinder si possono mettere like alle singole persone e così iniziare una conversazione -, però incuriosita dal grande numero di profili russi che avevano provato a contattarla, decide di iniziare a parlare con uno di loro. Un tale Andrej, 31 anni, che nelle sue foto si faceva vedere con il kalashnikov in mano e in completo equipaggiamento da guerra. Dasha gli chiede: “Ciao, dove sei? A Kharkiv?”. Lui risponde: “Non sono proprio a Kharkiv, ma sono vicino. A circa 80 km”. “Hai in programma di venirmi a trovare?”, le chiede lei. “Verrei volentieri – risponde Andrej – ma noi ragazzi russi non siamo i benvenuti in Ucraina dal 2014 (quando le forze filo-russe hanno conquistato il Donbass e annesso la Crimea, ndr).

La conversazione tra Dasha e Andrej va avanti. I due iniziano piano piano a conoscersi. Poi Dasha gli chiede: “Sei un soldato russo?“. Lui risponde con una “gif” dell’attore Jim Carrey come a dire: “Ops”. Dasha rivela di aver parlato anche con altri soldati russi, e tutti sembravano essere nella stessa posizione, a nord di Kharkiv. Il giorno prima, l’intelligence ucraina aveva comunicato gli spostamenti dell’esercito russo proprio in quella posizione e aveva avvertito di un attacco imminente. “Questi soldati sono come qualunque altro ragazzo su Tinder – ha commentato a The Sun Dasha -. Vogliono amore o compagnia. Quindi è un po’ difficile immaginare che potrebbero venire qui ad attaccarci. Spero non succeda”. Era il 23 febbraio, il giorno dopo aveva inizio l’invasione russa in Ucraina.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Il 23 febbraio 2022, ovvero il giorno prima dell'inizio della guerra russa in Ucraina, il cellulare di Dasha Synelnikova, una donna di 33 anni che vive a Kiev, è iniziato a squillare ripetutamente. Tantissime notifiche le erano arrivate sul telefono. Tutte, stranamente, di Tinder. Dasha inizia ad aprire i messaggini e si rende conto che a scriverle erano stati molti uomini russi. Anzi, molti soldati russi. C'era qualcosa di strano però. Dasha si trovava in Ucraina, e perché dunque le arrivavano i "match" dalla Russia? Da questa storia - esclusiva de The Sun, e riportata dal New York Post e dal Financial Times - l'intelligence ucraina avrebbe scoperto l'imminente invasione russa in Ucraina, che infatti iniziò il giorno dopo.
Dasha Synelnikova, 33 anni (Foto tratta dal suo profilo Facebook)
Dasha a The Sun ha rivelato che "in realtà vivo a Kiev, ma ho cambiato le impostazioni della mia posizione, mettendola su Kharkiv, perché un mio amico mi aveva detto che c'erano dei soldati russi su Tinder". "Non potevo credere ai miei occhi - racconta Dasha - quando sono spuntati fuori tutti profili di russi che nelle foto si atteggiavano da duri e mettevano in mostra i muscoli". "Un ragazzo in una foto si è messo in posa nudo cercando di sembrare sexy a letto con una pistola in mano". "Un altro - aggiunge ancora Dasha - si faceva vedere in assetto da guerra con la mimetica russa". "Non trovavo nessuno di loro attraente - commenta lei - e mai avrei preso in considerazione l'idea di andare a letto col nemico". Dasha rifiuta i "match" -  ovvero l'opzione con cui su Tinder si possono mettere like alle singole persone e così iniziare una conversazione -, però incuriosita dal grande numero di profili russi che avevano provato a contattarla, decide di iniziare a parlare con uno di loro. Un tale Andrej, 31 anni, che nelle sue foto si faceva vedere con il kalashnikov in mano e in completo equipaggiamento da guerra. Dasha gli chiede: "Ciao, dove sei? A Kharkiv?". Lui risponde: "Non sono proprio a Kharkiv, ma sono vicino. A circa 80 km". "Hai in programma di venirmi a trovare?", le chiede lei. "Verrei volentieri - risponde Andrej - ma noi ragazzi russi non siamo i benvenuti in Ucraina dal 2014 (quando le forze filo-russe hanno conquistato il Donbass e annesso la Crimea, ndr). La conversazione tra Dasha e Andrej va avanti. I due iniziano piano piano a conoscersi. Poi Dasha gli chiede: "Sei un soldato russo?". Lui risponde con una "gif" dell'attore Jim Carrey come a dire: "Ops". Dasha rivela di aver parlato anche con altri soldati russi, e tutti sembravano essere nella stessa posizione, a nord di Kharkiv. Il giorno prima, l'intelligence ucraina aveva comunicato gli spostamenti dell'esercito russo proprio in quella posizione e aveva avvertito di un attacco imminente. "Questi soldati sono come qualunque altro ragazzo su Tinder - ha commentato a The Sun Dasha -. Vogliono amore o compagnia. Quindi è un po' difficile immaginare che potrebbero venire qui ad attaccarci. Spero non succeda". Era il 23 febbraio, il giorno dopo aveva inizio l'invasione russa in Ucraina.
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