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Home » Attualità » Guerra in Ucraina, quando l’amore fiorisce sulle macerie: il matrimonio di Nastya e Anton

Guerra in Ucraina, quando l’amore fiorisce sulle macerie: il matrimonio di Nastya e Anton

Prima del conflitto i novelli sposi lavoravano come infermiera in una clinica oncologica lei e come medico lui: dal 24 febbraio, giorno in cui è partita l’offensiva militare russa, sono in prima linea come volontari a Kharkiv, città duramente colpita dalle bombe

Letizia Cini
4 Aprile 2022
Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia: prima della guerra lavoravano come infermiera in una clinica oncologica lei e come medico lui: dal 24 febbraio il loro impegno è rivolto come volontari a chiunque abbia bisogno di cure

Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia: prima della guerra lavoravano come infermiera in una clinica oncologica lei e come medico lui: dal 24 febbraio il loro impegno è rivolto come volontari a chiunque abbia bisogno di cure

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Scene da un matrimonio, in una città martoriata dalla guerra. Ma sulle macerie possono sbocciare i fiori, e perfino l’amore. Lo testimonia la storia di Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia. Prima della guerra lavoravano come infermiera in una clinica oncologica lei e come medico lui: poi il 24 febbraio con l’offensiva militare russa in Ucraina tutto è cambiato. Dal quel giorno sono medici volontari a Kharkiv, città duramente colpita dalle bombe di Mosca e, nonostante il conflitto, hanno deciso che la guerra non poteva fermare il loro progetto di vita. Si sono sposati tra le strade piene di macerie della città che è la più popolosa dell’Ucraina, dopo la capitale Kiev. Dall’inizio delle ostilità Nastya e Anton hanno dato assistenza medica gratuita a chi ne aveva bisogno a casa e, quando hanno finito le medicine, hanno iniziato a raccogliere denaro per acquistare medicinali per i residenti della città che ne avevano bisogno.

Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia: prima della guerra lavoravano come infermiera in una clinica oncologica lei e come medico lui: dal 24 febbraio il loro impegno è rivolto come volontari a chiunque abbia bisogno di cure

 

 Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi a

Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia
Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia
Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia
Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia
Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia

 

 

Il matrimonio, un atto di coraggio e di speranza

Il loro matrimonio è stato immortalato dai fotografi presenti nel Paese che il Papa, tornando a pregare per la pace, ha definito “martoriato” e le foto sono diventate virali, il velo bianco di Nastya, la sua corona di fiori e la gonna bianca indossata sugli anfibi, con lo sfondo di macerie sono come un segnale di resistenza e di speranza.

Con il loro gesto d’amore la coppia ha dimostrato un grande coraggio a voler costruire un futuro dalle macerie e sotto le bombe. Il messaggio simbolico è forte e sono diventati virali le foto del matrimonio celebrato a Kharkiv, tra la metropolitana, usata come rifugio e i palazzi distrutti, con i neosposi che si baciano tra i detriti.

Sposi Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov
Sposi Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov

Nastya Gracheva e Anton Sokolov da quando è scoppiata la guerra hanno iniziato la loro opera al servizio del Paese, dando assistenza medica a domicilio alle persone. Quando hanno finito i medicinali a disposizione hanno avviato una raccolta fondi per poterne acquistare altri. L’esperienza della guerra ha rafforzato la loro relazione: da qui la decisione di “sfidare” il destino e sposarsi, nonostante tutto.

Amore e guerra: i precedenti

Dopo l’invasione russa in Ucraina, Yaryna Arieva e Sviatoslav Fursi, due ragazzi ucraini di 21 e 24 anni, hanno deciso di sposarsi subito. E appena finite le nozze, i due hanno preso due kalashnikov per andare a combattere e difendere la loro Ucraina. Avevano programmato il matrimonio per il 6 maggio, ma non c’era tempo da perdere,

I due giovani Yaryna Arieva e Sviatoslav Fursin si sono sposati il 24 febbraio prima di arruolarsi

Yaryna, 21 anni, ha conosciuto nel 2019 Sviatoslav, 24 anni, durante una protesta a Kiev. Dopo tre anni di fidanzamento e con la situazione in Ucraina che andava via via peggiorando, la coppia ha deciso di non perdere altro tempo e sposarsi. I due avevano programmato il matrimonio per il prossimo 6 maggio e volevano festeggiare le nozze in un ristorante con una “terrazza molto, molto carina” con vista sul fiume Dnepr, ha raccontato Yaryna.

Ma tutto è cambiato quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’invasione dell’Ucraina giovedì 24 febbraio. Yaryna e Sviatoslav decidono di sposarsi subito e non aspettare maggio. I due si recano al monastero di San Michele a Kiev. Mentre fuori suonano le sirene antiaeree, i due si sposano. “La situazione è difficile, stiamo per combattere per la nostra terra. Forse possiamo morire e volevamo solo stare insieme prima di tutto questo”, ha raccontato

Dal matrimonio alla resistenza: “Lotteremo per la nostra terra”

Dopo il matrimonio, Yaryna e Sviatoslav si recano al Centro Territoriale di difesa per arruolarsi e offrire il proprio contributo per la loro Ucraina. “Dobbiamo proteggerla. Dobbiamo proteggere le persone che amiamo e la terra in cui viviamo – ha detto Yaryna – Spero per il meglio, faccio il possibile per proteggere la mia terra. Yaryna non sa quale compito verrà affidato loro. “Forse ci daranno solo l’equipaggiamento e andremo a combattere. Forse – dice ancora Yaryna – dovremo aiutare a fare altro”.

I due sperano ancora di poter festeggiare il loro matrimonio. Chissà, magari in quel ristorante con la terrazza sul fiume Dnepr. “Forse la Russia uscirà dal nostro Paese e avremo la possibilità di festeggiare normalmente”, auspica Yaryna. “Spero solo – conclude – che tutto andrà normalmente e avremo la nostra terra, avremo il nostro Paese sicuro e felice senza russi”.

A dinostrare che  in guerra c’è spazio per l’amore in guerra? In Ucraina, ricordiamo la storia proposta su Luce! e ambientata a Fastiv, una città a 60 chilometri da Kiev, un soldato ha fatto una proposta di matrimonio alla sua fidanzata, dopo averla fermata a un posto di blocco. Il video della sorpresa al checkpoint è stato condiviso molte volte sui social.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Scene da un matrimonio, in una città martoriata dalla guerra. Ma sulle macerie possono sbocciare i fiori, e perfino l’amore. Lo testimonia la storia di Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia. Prima della guerra lavoravano come infermiera in una clinica oncologica lei e come medico lui: poi il 24 febbraio con l’offensiva militare russa in Ucraina tutto è cambiato. Dal quel giorno sono medici volontari a Kharkiv, città duramente colpita dalle bombe di Mosca e, nonostante il conflitto, hanno deciso che la guerra non poteva fermare il loro progetto di vita. Si sono sposati tra le strade piene di macerie della città che è la più popolosa dell’Ucraina, dopo la capitale Kiev. Dall’inizio delle ostilità Nastya e Anton hanno dato assistenza medica gratuita a chi ne aveva bisogno a casa e, quando hanno finito le medicine, hanno iniziato a raccogliere denaro per acquistare medicinali per i residenti della città che ne avevano bisogno.
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   Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi a
Guarra in Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov, novelli sposi in un teatro di battaglia
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Il matrimonio, un atto di coraggio e di speranza

Il loro matrimonio è stato immortalato dai fotografi presenti nel Paese che il Papa, tornando a pregare per la pace, ha definito “martoriato” e le foto sono diventate virali, il velo bianco di Nastya, la sua corona di fiori e la gonna bianca indossata sugli anfibi, con lo sfondo di macerie sono come un segnale di resistenza e di speranza. Con il loro gesto d'amore la coppia ha dimostrato un grande coraggio a voler costruire un futuro dalle macerie e sotto le bombe. Il messaggio simbolico è forte e sono diventati virali le foto del matrimonio celebrato a Kharkiv, tra la metropolitana, usata come rifugio e i palazzi distrutti, con i neosposi che si baciano tra i detriti.
Sposi Ucraina: Nastya Gracheva e Anton Sokolov
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Nastya Gracheva e Anton Sokolov da quando è scoppiata la guerra hanno iniziato la loro opera al servizio del Paese, dando assistenza medica a domicilio alle persone. Quando hanno finito i medicinali a disposizione hanno avviato una raccolta fondi per poterne acquistare altri. L’esperienza della guerra ha rafforzato la loro relazione: da qui la decisione di “sfidare” il destino e sposarsi, nonostante tutto.

Amore e guerra: i precedenti

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I due giovani Yaryna Arieva e Sviatoslav Fursin si sono sposati il 24 febbraio prima di arruolarsi
Yaryna, 21 anni, ha conosciuto nel 2019 Sviatoslav, 24 anni, durante una protesta a Kiev. Dopo tre anni di fidanzamento e con la situazione in Ucraina che andava via via peggiorando, la coppia ha deciso di non perdere altro tempo e sposarsi. I due avevano programmato il matrimonio per il prossimo 6 maggio e volevano festeggiare le nozze in un ristorante con una “terrazza molto, molto carina” con vista sul fiume Dnepr, ha raccontato Yaryna. Ma tutto è cambiato quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’invasione dell’Ucraina giovedì 24 febbraio. Yaryna e Sviatoslav decidono di sposarsi subito e non aspettare maggio. I due si recano al monastero di San Michele a Kiev. Mentre fuori suonano le sirene antiaeree, i due si sposano. “La situazione è difficile, stiamo per combattere per la nostra terra. Forse possiamo morire e volevamo solo stare insieme prima di tutto questo”, ha raccontato

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