Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Guinea Equatoriale, Perla d’Africa dalla parte delle donne: “No alla discriminazione, io ne sono la prova”

Guinea Equatoriale, Perla d’Africa dalla parte delle donne: “No alla discriminazione, io ne sono la prova”

Dal 2018 Catalina Martinez Asumu ricopre il ruolo di segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: "Vogliamo aprire i nostri confini per far conoscere la realtà"

Letizia Cini
14 Ottobre 2022
Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

Share on FacebookShare on Twitter

Indossa un “abito“ importante, Catalina Martinez Asumu, una veste leggera ma onerosa allo stesso tempo: quella di segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo.

Nata 46 anni fa in Africa, cresciuta per buona parte della sua vita in Spagna e madre di un ragazzo di 14 anni, Catalina Martinez Asumu forse non immaginava che al rientro nel suo Paese d’origine sarebbe stata chiamata a ricoprire un’importantissima carica politica.

Ma così è stato, e dal 2018 questa energica e operativa donna di potere – “non l’unica all’interno del nostro Governo“, precisa lei – rappresenta la Guinea Equatoriale, promuovendo il piccolo (ma ricchissimo) stato centrafricano in giro per il mondo “con l’obiettivo di farne conoscere bellezze e attrarre turismo“, sorride.

“È per questo sono tornata in Italia“, confida a Luce! Madame Catalina, raggiunta all’Hotel Hermitage – La Biodola, sede della Borsa internazionale del Turismo Sportivo & Benessere termale 2022 che si è tenuta dal 6 al 9 ottobre all’Isola d’Elba (Livorno). Accompagnata da Vincenzo Presti, general manager del Grand hotel Djibloho (www.grandhoteldjibloho.com) – uno dei più lussuosi al mondo sorto nella città destinata a diventare la nuova capitale amministrativa della Guinea Equatoriale – , quella che oggi è la prima donna guineiana segretario di Stato per il Turismo, ricorda con piacere i tre anni trascorsi in Sardegna, rispondendo in un ottimo italiano, una delle sette lingue che padroneggia. “La prima nella quale mi esprimo, è quella del turismo. Universale“, sottolinea ancora Catalina Martinez Asumu.

La Cattedrale dell’Immacolata, ispirata a San Pietro di Roma, con i lunghi portici e i marmi italiani all’interno, si trova Mongomo
La Cattedrale di Santa Isabel a Malabo, la capitale della Guinea Equatoriale

Quanto è stato difficile per una donna raggiungere un simile risultato in uno Stato africano?

“In realtà, neanche troppo… Ho iniziato a lavorare in Spagna e Italia per grandi società alberghiere, partecipando all’apertura di nuove strutture: vederle crescere è come seguire i primi passi di una creatura, costa grande attenzione e fatica, ma regala immense soddisfazioni. Anche vivendo all’estero, grazie alla mia numerosa famiglia e a mia madre, ho sempre mantenuto salde radici equato-guineane: per tutti questi anni era consapevole che quello trascorso in Europa fosse come… un periodo di formazione, una preparazione in vista di quella che poi sarebbe stata la mia vita, una volta a casa“.

E così è stato…

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

“Sì, ho vissuto 37 anni fuori, fin quando non è capitata l’occasione di tornare in Guinea Equatoriale come expat, da lavoratrice straniera con formazione internazionale, in occasione dell’apertura dell’Hilton. All’epoca, correva l’anno 2011, il ministro del Turismo era una donna e, a tutt’oggi, il 35% delle cariche politiche sono coperte da rappresentanti di sesso femminile“.

Negli anni Novanta il Paese, che nel 2022 ha abolito la pena di morte, ha scoperto il petrolio, ora la decisione di spalancare le porte al turismo: perché?

“Una questione economica, certamente, ma anche un discorso squisitamente culturale: è importante far conoscere le tante sfaccettature di questo piccolo stato dell’Africa, che conta  un milione e 200mila abitanti per una superficie di poco più di 28mila chilometri quadrati: uno stato oggi ricco grazie al petrolio e baciato dalla fortuna“.

La Guinea Equatoriale, che si sta preparando alle elezioni, ruota attorno a Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, classe 1942, presidente dal 3 agosto 1979, quando succedette a suo zio Francisco Macias Nguema, vincitore delle elezioni presidenziali dopo l’indipendenza dalla Spagna. Come giudica chi è attualmente al Governo?

“Obiang ha traghettato un Paese poverissimo verso il relativo benessere attuale: non c’è indigenza evidente, i ragazzini vanno a scuola, le città sono pulite, l’assistenza sanitaria è importante tanto che, ad esempio, se si effettua un tampone per il Covid si fa in contemporanea anche quello per la malaria“.

La Guinea Equatoriale è un Paese giovane: circa il 60% ha meno di 25 anni

La Guinea Equatoriale è un Paese giovane: circa il 60% ha meno di 25 anni

Un Paese giovane (circa il 60% ha meno di 25 anni) che punta sui giovani, quindi?

“Esattamente e sulla scolarizzazione di ragazzi e ragazze indistintamente. Non avendp know-how abbiamo però anche bisogno di professionisti in grado di formare le nuove generazioni, affinché possano diventare i nostri manager del futuro“.

Corisco, le “Maldive della Guinea Equatoriale” meritano davvero questo appellativo, anche se poi si tratta di una sola isola

Corisco, le “Maldive della Guinea Equatoriale” meritano davvero questo appellativo, anche se poi si tratta di una sola isola

A chi piacerà esplorare la Guinea Equatoriale?

“A chi è attratto da un’Africa ’diversa’, sicura e in qualche modo ’familiare’: la religione è cattolica, si parlano spagnolo, francese e portoghese, le strade sono buone, gli alberghi anche, le cose da vedere sono tante, a partire da una natura meravigliosa e ricchissima, che consente di praticare attività sportive“.

Il minuscolo Stato confina con Camerun, Gabon, Golfo di Guinea: solo 28.051 chilometri quadrati (un po’ più grande della Sicilia), con un milione e 200mila abitanti, decollato grazie al petrolio: il suo PIL pro capite è superiore a quello di Paesi come la Corea del Sud, la Spagna o la Nuova Zelanda. Com’è distribuita questa ricchezza?

“Il nostro vantaggio è di essere pochi. La Guinea Equatoriale non ha debito pubblico, non ci sono guerre, e il benessere è visibile in tutto il Paese, a cominciare dalle nuovissime autostrade, i quartieri popolare, ben cinque gli aeroporti, con tanto di flotta aerea nazionale“.

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: “In Guinea Equatoriale non esiste quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica) e la scolarizzazione è elevata“

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: “In Guinea Equatoriale non esiste quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica) e la scolarizzazione è elevata“

E da un punto di vista degli indicatori sociali e delle pari opportunità?

“Non esiste quasi analfabetismo (come detto le lingue ufficiali sono spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica), la scolarizzazione è elevata, nei piccoli villaggi i bambini non chiedono elemosina ma sono vestiti dignitosamente e, grazie anche alla natura rigogliosa che offre frutti in ogni stagione e al mare pescosissimo, non si soffre certo la fame. Le bambine? Hanno stessi diritti e possibilità di studiare e fare carriera dei loro compagni. Il mio augurio per le donne guineane? Che si battano sempre per veder realizzati i propri sogni.  Come  è accaduto a me, che oggi ho la possibilità di fare qualcosa per il mio Paese“.

La poligamia è legale in Guinea Equatoriale
La poligamia è legale in Guinea Equatoriale

La poligamia è legale in Guinea Equatoriale: un uomo, quando è in grado di permetterselo economicamente, può decidere di  unirsi in matrimonio con più donne, previo il loro accordo (non contemplata la poliandria): ma questo non confligge con quanto prevede la religione cattolica e non sminuisce il ruolo della donna?
“No, e spiego perché: a fianco dei nuovi modelli familiari emergenti resistono e sono regolarmente accettati modelli familiari arcaici, come quello poligamico, appunto. Ovviamente il matrimonio religioso può essere solo e solamente uno, ma anche le altre unioni – che vengono regolarmente festeggiate e sono riconosciute dal sistema nazionale di diritto consuetudinario – garantiscono a tutte le mogli esattamente gli stessi diritti. Per chi vive in Occidente può sembrare paradossale, ma c’è anche un aspetto capace di salvaguardare madri e dei bambini”.

E sarebbe?

“Se hai un figlio fuori dal matrimonio ‘devi prendere anche la mamma’. E provvedere a entrambi, arginando il drammatico problema dei bambini di strada che in altri Paesi africani sono migliaia“.

Potrebbe interessarti anche

Ornella Vanoni (88 anni): l a cantante milanese farà tappa a Firenze con il suo tour
Spettacolo

Ornella Vanoni, signora della musica fra le donne: “Niente quote rosa, per me conta il talento”

27 Gennaio 2023
Il gruppo Impronte Lilt
Attualità

Tumori, la sfida dei pazienti della Lilt: “Aiutateci a fare il cammino di Santiago”

22 Gennaio 2023
Neonato morto a Roma: la madre si addormenta durante l'allattamento
Attualità

Neonato morto a Roma: cos’è il rooming in, tra benefici e rischio stanchezza della madre

27 Gennaio 2023

Instagram

  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Indossa un “abito“ importante, Catalina Martinez Asumu, una veste leggera ma onerosa allo stesso tempo: quella di segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo. Nata 46 anni fa in Africa, cresciuta per buona parte della sua vita in Spagna e madre di un ragazzo di 14 anni, Catalina Martinez Asumu forse non immaginava che al rientro nel suo Paese d’origine sarebbe stata chiamata a ricoprire un’importantissima carica politica. Ma così è stato, e dal 2018 questa energica e operativa donna di potere - “non l’unica all’interno del nostro Governo“, precisa lei - rappresenta la Guinea Equatoriale, promuovendo il piccolo (ma ricchissimo) stato centrafricano in giro per il mondo “con l’obiettivo di farne conoscere bellezze e attrarre turismo“, sorride. “È per questo sono tornata in Italia“, confida a Luce! Madame Catalina, raggiunta all’Hotel Hermitage - La Biodola, sede della Borsa internazionale del Turismo Sportivo & Benessere termale 2022 che si è tenuta dal 6 al 9 ottobre all’Isola d’Elba (Livorno). Accompagnata da Vincenzo Presti, general manager del Grand hotel Djibloho (www.grandhoteldjibloho.com) - uno dei più lussuosi al mondo sorto nella città destinata a diventare la nuova capitale amministrativa della Guinea Equatoriale - , quella che oggi è la prima donna guineiana segretario di Stato per il Turismo, ricorda con piacere i tre anni trascorsi in Sardegna, rispondendo in un ottimo italiano, una delle sette lingue che padroneggia. “La prima nella quale mi esprimo, è quella del turismo. Universale“, sottolinea ancora Catalina Martinez Asumu.
La Cattedrale dell’Immacolata, ispirata a San Pietro di Roma, con i lunghi portici e i marmi italiani all’interno, si trova Mongomo
La Cattedrale di Santa Isabel a Malabo, la capitale della Guinea Equatoriale
Quanto è stato difficile per una donna raggiungere un simile risultato in uno Stato africano? “In realtà, neanche troppo... Ho iniziato a lavorare in Spagna e Italia per grandi società alberghiere, partecipando all’apertura di nuove strutture: vederle crescere è come seguire i primi passi di una creatura, costa grande attenzione e fatica, ma regala immense soddisfazioni. Anche vivendo all’estero, grazie alla mia numerosa famiglia e a mia madre, ho sempre mantenuto salde radici equato-guineane: per tutti questi anni era consapevole che quello trascorso in Europa fosse come... un periodo di formazione, una preparazione in vista di quella che poi sarebbe stata la mia vita, una volta a casa“. E così è stato...
Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo
“Sì, ho vissuto 37 anni fuori, fin quando non è capitata l’occasione di tornare in Guinea Equatoriale come expat, da lavoratrice straniera con formazione internazionale, in occasione dell’apertura dell’Hilton. All’epoca, correva l’anno 2011, il ministro del Turismo era una donna e, a tutt’oggi, il 35% delle cariche politiche sono coperte da rappresentanti di sesso femminile“. Negli anni Novanta il Paese, che nel 2022 ha abolito la pena di morte, ha scoperto il petrolio, ora la decisione di spalancare le porte al turismo: perché? “Una questione economica, certamente, ma anche un discorso squisitamente culturale: è importante far conoscere le tante sfaccettature di questo piccolo stato dell’Africa, che conta  un milione e 200mila abitanti per una superficie di poco più di 28mila chilometri quadrati: uno stato oggi ricco grazie al petrolio e baciato dalla fortuna“. La Guinea Equatoriale, che si sta preparando alle elezioni, ruota attorno a Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, classe 1942, presidente dal 3 agosto 1979, quando succedette a suo zio Francisco Macias Nguema, vincitore delle elezioni presidenziali dopo l’indipendenza dalla Spagna. Come giudica chi è attualmente al Governo? “Obiang ha traghettato un Paese poverissimo verso il relativo benessere attuale: non c’è indigenza evidente, i ragazzini vanno a scuola, le città sono pulite, l’assistenza sanitaria è importante tanto che, ad esempio, se si effettua un tampone per il Covid si fa in contemporanea anche quello per la malaria“.
La Guinea Equatoriale è un Paese giovane: circa il 60% ha meno di 25 anni

La Guinea Equatoriale è un Paese giovane: circa il 60% ha meno di 25 anni
Un Paese giovane (circa il 60% ha meno di 25 anni) che punta sui giovani, quindi? “Esattamente e sulla scolarizzazione di ragazzi e ragazze indistintamente. Non avendp know-how abbiamo però anche bisogno di professionisti in grado di formare le nuove generazioni, affinché possano diventare i nostri manager del futuro“.
Corisco, le “Maldive della Guinea Equatoriale” meritano davvero questo appellativo, anche se poi si tratta di una sola isola

Corisco, le “Maldive della Guinea Equatoriale” meritano davvero questo appellativo, anche se poi si tratta di una sola isola
A chi piacerà esplorare la Guinea Equatoriale? “A chi è attratto da un’Africa ’diversa’, sicura e in qualche modo ’familiare’: la religione è cattolica, si parlano spagnolo, francese e portoghese, le strade sono buone, gli alberghi anche, le cose da vedere sono tante, a partire da una natura meravigliosa e ricchissima, che consente di praticare attività sportive“. Il minuscolo Stato confina con Camerun, Gabon, Golfo di Guinea: solo 28.051 chilometri quadrati (un po’ più grande della Sicilia), con un milione e 200mila abitanti, decollato grazie al petrolio: il suo PIL pro capite è superiore a quello di Paesi come la Corea del Sud, la Spagna o la Nuova Zelanda. Com’è distribuita questa ricchezza? “Il nostro vantaggio è di essere pochi. La Guinea Equatoriale non ha debito pubblico, non ci sono guerre, e il benessere è visibile in tutto il Paese, a cominciare dalle nuovissime autostrade, i quartieri popolare, ben cinque gli aeroporti, con tanto di flotta aerea nazionale“.
Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: “In Guinea Equatoriale non esiste quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica) e la scolarizzazione è elevata“

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: “In Guinea Equatoriale non esiste quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica) e la scolarizzazione è elevata“
E da un punto di vista degli indicatori sociali e delle pari opportunità? “Non esiste quasi analfabetismo (come detto le lingue ufficiali sono spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica), la scolarizzazione è elevata, nei piccoli villaggi i bambini non chiedono elemosina ma sono vestiti dignitosamente e, grazie anche alla natura rigogliosa che offre frutti in ogni stagione e al mare pescosissimo, non si soffre certo la fame. Le bambine? Hanno stessi diritti e possibilità di studiare e fare carriera dei loro compagni. Il mio augurio per le donne guineane? Che si battano sempre per veder realizzati i propri sogni.  Come  è accaduto a me, che oggi ho la possibilità di fare qualcosa per il mio Paese“.
La poligamia è legale in Guinea Equatoriale
La poligamia è legale in Guinea Equatoriale
La poligamia è legale in Guinea Equatoriale: un uomo, quando è in grado di permetterselo economicamente, può decidere di  unirsi in matrimonio con più donne, previo il loro accordo (non contemplata la poliandria): ma questo non confligge con quanto prevede la religione cattolica e non sminuisce il ruolo della donna? “No, e spiego perché: a fianco dei nuovi modelli familiari emergenti resistono e sono regolarmente accettati modelli familiari arcaici, come quello poligamico, appunto. Ovviamente il matrimonio religioso può essere solo e solamente uno, ma anche le altre unioni - che vengono regolarmente festeggiate e sono riconosciute dal sistema nazionale di diritto consuetudinario - garantiscono a tutte le mogli esattamente gli stessi diritti. Per chi vive in Occidente può sembrare paradossale, ma c'è anche un aspetto capace di salvaguardare madri e dei bambini". E sarebbe? "Se hai un figlio fuori dal matrimonio 'devi prendere anche la mamma'. E provvedere a entrambi, arginando il drammatico problema dei bambini di strada che in altri Paesi africani sono migliaia“.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto