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Guinea Equatoriale, Perla d'Africa dalla parte delle donne: "No alla discriminazione, io ne sono la prova"

Dal 2018 Catalina Martinez Asumu ricopre il ruolo di segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: "Vogliamo aprire i nostri confini per far conoscere la realtà"

di LETIZIA CINI -
14 ottobre 2022
CoverCatalina

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Indossa un “abito“ importante, Catalina Martinez Asumu, una veste leggera ma onerosa allo stesso tempo: quella di segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo. Nata 46 anni fa in Africa, cresciuta per buona parte della sua vita in Spagna e madre di un ragazzo di 14 anni, Catalina Martinez Asumu forse non immaginava che al rientro nel suo Paese d’origine sarebbe stata chiamata a ricoprire un’importantissima carica politica. Ma così è stato, e dal 2018 questa energica e operativa donna di potere - “non l’unica all’interno del nostro Governo“, precisa lei - rappresenta la Guinea Equatoriale, promuovendo il piccolo (ma ricchissimo) stato centrafricano in giro per il mondo “con l’obiettivo di farne conoscere bellezze e attrarre turismo“, sorride. “È per questo sono tornata in Italia“, confida a Luce! Madame Catalina, raggiunta all’Hotel Hermitage - La Biodola, sede della Borsa internazionale del Turismo Sportivo & Benessere termale 2022 che si è tenuta dal 6 al 9 ottobre all’Isola d’Elba (Livorno). Accompagnata da Vincenzo Presti, general manager del Grand hotel Djibloho (www.grandhoteldjibloho.com) - uno dei più lussuosi al mondo sorto nella città destinata a diventare la nuova capitale amministrativa della Guinea Equatoriale - , quella che oggi è la prima donna guineiana segretario di Stato per il Turismo, ricorda con piacere i tre anni trascorsi in Sardegna, rispondendo in un ottimo italiano, una delle sette lingue che padroneggia. “La prima nella quale mi esprimo, è quella del turismo. Universale“, sottolinea ancora Catalina Martinez Asumu.
La Cattedrale dell’Immacolata, ispirata a San Pietro di Roma, con i lunghi portici e i marmi italiani all’interno, si trova Mongomo

La Cattedrale di Santa Isabel a Malabo, la capitale della Guinea Equatoriale

Quanto è stato difficile per una donna raggiungere un simile risultato in uno Stato africano? “In realtà, neanche troppo... Ho iniziato a lavorare in Spagna e Italia per grandi società alberghiere, partecipando all’apertura di nuove strutture: vederle crescere è come seguire i primi passi di una creatura, costa grande attenzione e fatica, ma regala immense soddisfazioni. Anche vivendo all’estero, grazie alla mia numerosa famiglia e a mia madre, ho sempre mantenuto salde radici equato-guineane: per tutti questi anni era consapevole che quello trascorso in Europa fosse come... un periodo di formazione, una preparazione in vista di quella che poi sarebbe stata la mia vita, una volta a casa“. E così è stato...
Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo

“Sì, ho vissuto 37 anni fuori, fin quando non è capitata l’occasione di tornare in Guinea Equatoriale come expat, da lavoratrice straniera con formazione internazionale, in occasione dell’apertura dell’Hilton. All’epoca, correva l’anno 2011, il ministro del Turismo era una donna e, a tutt’oggi, il 35% delle cariche politiche sono coperte da rappresentanti di sesso femminile“. Negli anni Novanta il Paese, che nel 2022 ha abolito la pena di morte, ha scoperto il petrolio, ora la decisione di spalancare le porte al turismo: perché? “Una questione economica, certamente, ma anche un discorso squisitamente culturale: è importante far conoscere le tante sfaccettature di questo piccolo stato dell’Africa, che conta  un milione e 200mila abitanti per una superficie di poco più di 28mila chilometri quadrati: uno stato oggi ricco grazie al petrolio e baciato dalla fortuna“. La Guinea Equatoriale, che si sta preparando alle elezioni, ruota attorno a Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, classe 1942, presidente dal 3 agosto 1979, quando succedette a suo zio Francisco Macias Nguema, vincitore delle elezioni presidenziali dopo l’indipendenza dalla Spagna. Come giudica chi è attualmente al Governo? “Obiang ha traghettato un Paese poverissimo verso il relativo benessere attuale: non c’è indigenza evidente, i ragazzini vanno a scuola, le città sono pulite, l’assistenza sanitaria è importante tanto che, ad esempio, se si effettua un tampone per il Covid si fa in contemporanea anche quello per la malaria“.
La Guinea Equatoriale è un Paese giovane: circa il 60% ha meno di 25 anni

La Guinea Equatoriale è un Paese giovane: circa il 60% ha meno di 25 anni

Un Paese giovane (circa il 60% ha meno di 25 anni) che punta sui giovani, quindi? “Esattamente e sulla scolarizzazione di ragazzi e ragazze indistintamente. Non avendp know-how abbiamo però anche bisogno di professionisti in grado di formare le nuove generazioni, affinché possano diventare i nostri manager del futuro“.
Corisco, le “Maldive della Guinea Equatoriale” meritano davvero questo appellativo, anche se poi si tratta di una sola isola

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A chi piacerà esplorare la Guinea Equatoriale? “A chi è attratto da un’Africa ’diversa’, sicura e in qualche modo ’familiare’: la religione è cattolica, si parlano spagnolo, francese e portoghese, le strade sono buone, gli alberghi anche, le cose da vedere sono tante, a partire da una natura meravigliosa e ricchissima, che consente di praticare attività sportive“. Il minuscolo Stato confina con Camerun, Gabon, Golfo di Guinea: solo 28.051 chilometri quadrati (un po’ più grande della Sicilia), con un milione e 200mila abitanti, decollato grazie al petrolio: il suo PIL pro capite è superiore a quello di Paesi come la Corea del Sud, la Spagna o la Nuova Zelanda. Com’è distribuita questa ricchezza? “Il nostro vantaggio è di essere pochi. La Guinea Equatoriale non ha debito pubblico, non ci sono guerre, e il benessere è visibile in tutto il Paese, a cominciare dalle nuovissime autostrade, i quartieri popolare, ben cinque gli aeroporti, con tanto di flotta aerea nazionale“.
Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: “In Guinea Equatoriale non esiste quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica) e la scolarizzazione è elevata“

Catalina Martinez Asumu, segretario di Stato della Guinea Equatoriale per il Turismo: “In Guinea Equatoriale non esiste quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica) e la scolarizzazione è elevata“

E da un punto di vista degli indicatori sociali e delle pari opportunità? “Non esiste quasi analfabetismo (come detto le lingue ufficiali sono spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica), la scolarizzazione è elevata, nei piccoli villaggi i bambini non chiedono elemosina ma sono vestiti dignitosamente e, grazie anche alla natura rigogliosa che offre frutti in ogni stagione e al mare pescosissimo, non si soffre certo la fame. Le bambine? Hanno stessi diritti e possibilità di studiare e fare carriera dei loro compagni. Il mio augurio per le donne guineane? Che si battano sempre per veder realizzati i propri sogni.  Come  è accaduto a me, che oggi ho la possibilità di fare qualcosa per il mio Paese“.
La poligamia è legale in Guinea Equatoriale

La poligamia è legale in Guinea Equatoriale

La poligamia è legale in Guinea Equatoriale: un uomo, quando è in grado di permetterselo economicamente, può decidere di  unirsi in matrimonio con più donne, previo il loro accordo (non contemplata la poliandria): ma questo non confligge con quanto prevede la religione cattolica e non sminuisce il ruolo della donna? “No, e spiego perché: a fianco dei nuovi modelli familiari emergenti resistono e sono regolarmente accettati modelli familiari arcaici, come quello poligamico, appunto. Ovviamente il matrimonio religioso può essere solo e solamente uno, ma anche le altre unioni - che vengono regolarmente festeggiate e sono riconosciute dal sistema nazionale di diritto consuetudinario - garantiscono a tutte le mogli esattamente gli stessi diritti. Per chi vive in Occidente può sembrare paradossale, ma c'è anche un aspetto capace di salvaguardare madri e dei bambini". E sarebbe? "Se hai un figlio fuori dal matrimonio 'devi prendere anche la mamma'. E provvedere a entrambi, arginando il drammatico problema dei bambini di strada che in altri Paesi africani sono migliaia“.