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Home » Attualità » Operatore all’affettività per i disabili, Iacopo Melio rilancia la battaglia nazionale

Operatore all’affettività per i disabili, Iacopo Melio rilancia la battaglia nazionale

Il consigliere della regione Toscana ha presentato un nuovo atto per una legge che garantisca questa figura

Barbara Berti
11 Novembre 2022
Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana (Facebook)

Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana (Facebook)

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Approfondire la figura dell’operatore all’affettività per i disabili. E’ quanto propone Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana proponendo un atto che impegni la Giunta ad attivarsi per approfondire “la figura dell”Operatore all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità per persone con disabilità” e a stimolare il Parlamento per rilanciare una proposta di legge.

Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana (Facebook)
Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana (Facebook)

“Sono felice di annunciarvi – scrive Melio in un post Facebook – che, sulla scia di quanto fatto dall’amico Enzo Brogi nella precedente legislatura, ho appena depositato un nuovo atto (sottoscritto anche da altri colleghi del gruppo Pd, che ringrazio) da portare in Consiglio affinché la Giunta si attivi presso la Conferenza delle Regioni per approfondire, in quella sede, la figura dell’Operatore all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità per persone con disabilità: una professione che ha a che fare con un diritto fondamentale, riguardante il benessere psicofisico ed emotivo, il cui riconoscimento resta fermo in Parlamento da troppo tempo”.

Per Iacopo Melio “se questo Governo si ritiene tanto vicino alle persone con disabilità è necessario che superi tabù e pregiudizi attraverso la conoscenza e l’istituzione di una professione che niente ha a che vedere con il ‘sex work’ ma con il supporto terapeutico anche per migliaia di famiglie disperate che oggi, in piena solitudine, sono incapaci di gestire situazioni assai pesanti in quanto prive di strumenti adeguati e supporti istituzionali. Per questo ho chiesto che la Regione Toscana, per quanto di sua competenza, stimoli il Parlamento per rilanciare una proposta di legge in materia, da approvarsi quanto prima”.

Nei mesi scorsi anche il Consiglio comunale di Firenze aveva approvato una risoluzione sull’assistenza sessuale alle persone con disabilità. “Abbiamo tenuto conto del fatto che in vari paesi europei esiste ed è riconosciuta dalle istituzioni la figura dell’assistente sessuale, o Lovegiver, il quale è un operatore professionale che si occupa dell’assistenza all’emotività, all’affettività e alla corporeità (O.E.A.S.) delle persone con disabilità. Lo scopo non è arrivare ad avere rapporti sessuali, ma realizzare un percorso di educazione all’affettività e alla conoscenza del proprio corpo. Un percorso che porterebbe a sensibilizzare il pregiudizio dell’opinione pubblica su questo tema. Alla Camera dei Deputati ed in Regione Lombardia è stato già presentato un disegno di legge avente come oggetto: ‘Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità” ed abbiamo verificato che questa figura non andrebbe contro nessuna legge in vigore” aveva spiegato in quell’occasione la capogruppo della Lista Nardella e presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali, Mimma Dardano.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Approfondire la figura dell’operatore all’affettività per i disabili. E’ quanto propone Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana proponendo un atto che impegni la Giunta ad attivarsi per approfondire “la figura dell”Operatore all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità per persone con disabilità” e a stimolare il Parlamento per rilanciare una proposta di legge.
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