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Home » Attualità » Il parroco di San Zenone indice una messa per festeggiare la bocciatura del Ddl Zan: lo stop del sindaco

Il parroco di San Zenone indice una messa per festeggiare la bocciatura del Ddl Zan: lo stop del sindaco

Per don Antonio Ziliotto, che annulla la messa e dopo le critiche si scusa: "La pericolosità della legge stava nell'introdurre a scuola l'ideologia del Gender". Il padre del ddl Zan rilancia il bollettino e tuona: "Uno sfregio anche per i cattolici che credono nella necessità di una legge contro l'odio"

Sofia Francioni
10 Novembre 2021
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Nella parrocchia di San Zenone degli Ezzelini a Treviso don Antonio Ziliotto decide di indire una messa per festeggiare l’affossamento del Ddl Zan, che si poneva l’obiettivo di introdurre maggiori tutele per le vittime dell’omolesbobitransfobia. E proprio così scrive sul bollettino del Santuario per annunciarla ai fedeli: “Messa di ringraziamento per il blocco del ddl Zan e preghiera”. Senza dimenticare di indicare l’orario: 18.30 e la data, 10 novembre 2021. Ma la celebrazione viene annullata.

Il sindaco di San Zenone, Fabio Marin, chiede urgentemente di incontrarlo non perché è dichiaratamente gay, come si apprende dalla stampa locale, ma perché ritiene che il ddl sia una “legge utile per tutti” e che il gesto del parroco sia “offensivo per i fedeli”. Dopo il colloquio con il primo cittadino, don Ziliotto fa marcia indietro e in seguito alle polemiche chiede scusa: “Non era mia intenzione offendere qualcuno”. Mentre la Diocesi prende le distanze dal suo gesto. Ma il primo cittadino, nonostante il dietrofront, si dichiara ferito: “Non nascondo che mi ha fatto molto male, tanto più che con il parroco ho sempre avuto un buon rapporto, ma ci siamo sentiti più volte, ci siamo chiariti e ha annullato la messa”. “Mi piace il dialogo, fra persone si parla e ci si confronta – ha spiegato Marin – Personalmente, credo ci siano molte cose per cui pregare, al di là del ddl Zan. E lo dico da uomo di fede. Non credo sia rispettoso ringraziare il Signore perché dei politici hanno affossato una legge utile per tutti, non solo per chi è omosessuale, esultando in maniera offensiva nei confronti di tutti i credenti. Non penso che il Signore agisca in questo modo, né – ci tiene a chiarire – penso che sia stato un intervento divino a bocciare il ddl”.

Dal comune di San Zenone la polemica divampa. Zan: “Uno sfregio anche per le persone cattoliche”

La vicenda esce dal piccolo comune del trevigiano e suscita una polemica nazionale. Il padre del ddl, Alessandro Zan, sul suo profilo Instagram commenta: “Il Parroco di San Zenone, dopo aver individuato il Covid come una sorta di punizione divina per il ddl Zan, ha indetto una messa di ringraziamento a Dio per lo stop in Senato. Ho da sempre rispetto verso la fede di ciascuno e verso le istituzioni cattoliche, con cui dialogo costantemente. Questo però è uno sfregio e un insulto non solo alle vittime del Covid, ma anche alle tantissime persone cattoliche profondamente convinte della necessità di una legge contro i crimini d’odio: messaggio decisamente più cristiano di un bollettino parrocchiale che distribuisce odiose fake news”. Don Ziliotto aveva espresso nel dettaglio le ragioni della sua decisione: “I vescovi italiani avevano denunciato la pericolosità del ddl Zan nel giugno 2020 e nel foglietto del 19 luglio 2020 avevamo riportato il testo della Cei impegnandoci a pregare nel nostro Rosario quotidiano ‘per i nostri governanti perché facciamo leggi giuste secondo la volontà di Dio’. La pericolosità e l’ambiguità della legge stava soprattutto nell’introdurre nella legislazione italiana e nell’insegnamento scolastico, mascherata come lotta all’omo-transfobia, l’ideologia del Gender per la quale ogni persona ha diritto di scegliere a proprio piacimento di essere maschio o femmina. Lo scorso 27 ottobre la legge è stata bloccata con voto segreto al Senato. Volevo proporre una messa di ringraziamento in Santuario per questo difficile e laborioso approdo in cui il Signore ha agito e ha sostenuto tutte le persone di buona volontà!”

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

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Nella parrocchia di San Zenone degli Ezzelini a Treviso don Antonio Ziliotto decide di indire una messa per festeggiare l'affossamento del Ddl Zan, che si poneva l'obiettivo di introdurre maggiori tutele per le vittime dell'omolesbobitransfobia. E proprio così scrive sul bollettino del Santuario per annunciarla ai fedeli: "Messa di ringraziamento per il blocco del ddl Zan e preghiera". Senza dimenticare di indicare l'orario: 18.30 e la data, 10 novembre 2021. Ma la celebrazione viene annullata. Il sindaco di San Zenone, Fabio Marin, chiede urgentemente di incontrarlo non perché è dichiaratamente gay, come si apprende dalla stampa locale, ma perché ritiene che il ddl sia una "legge utile per tutti" e che il gesto del parroco sia "offensivo per i fedeli". Dopo il colloquio con il primo cittadino, don Ziliotto fa marcia indietro e in seguito alle polemiche chiede scusa: "Non era mia intenzione offendere qualcuno". Mentre la Diocesi prende le distanze dal suo gesto. Ma il primo cittadino, nonostante il dietrofront, si dichiara ferito: "Non nascondo che mi ha fatto molto male, tanto più che con il parroco ho sempre avuto un buon rapporto, ma ci siamo sentiti più volte, ci siamo chiariti e ha annullato la messa". "Mi piace il dialogo, fra persone si parla e ci si confronta – ha spiegato Marin - Personalmente, credo ci siano molte cose per cui pregare, al di là del ddl Zan. E lo dico da uomo di fede. Non credo sia rispettoso ringraziare il Signore perché dei politici hanno affossato una legge utile per tutti, non solo per chi è omosessuale, esultando in maniera offensiva nei confronti di tutti i credenti. Non penso che il Signore agisca in questo modo, né - ci tiene a chiarire - penso che sia stato un intervento divino a bocciare il ddl".

Dal comune di San Zenone la polemica divampa. Zan: "Uno sfregio anche per le persone cattoliche"

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