Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Il reparto di neuropsichiatria del Meyer non ha più posti letto: “Tanti pazienti fra 10 e 11 anni”

Il reparto di neuropsichiatria del Meyer non ha più posti letto: “Tanti pazienti fra 10 e 11 anni”

Liste di attesa lunghissime che da agosto non si sono ancora esaurite. La direttrice sanitaria Francesca Bellini parla di allarme: "Disturbi del comportamento alimentare, tentati suicidi, disturbi di psicosi. Il disagio era già in crescita, ma con la pandemia è esploso"

Sofia Francioni
22 Dicembre 2021
Si calcola che in Italia ci siano circa tre milioni di persone affette da Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Si calcola che in Italia ci siano circa tre milioni di persone affette da Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Share on FacebookShare on Twitter

La pandemia è stato il più violento colpo di frusta psichico dal dopoguerra a oggi. Il numero impressionante di ricoveri nei reparti di neuropsichiatria infantile lo dimostrano, a partire da quello dell’ospedale Meyer di Firenze: “Siamo sempre sopra il numero di posti letto disponibili – spiega la direttrice sanitaria Francesca Bellini a Repubblica -. Per far fronte a queste necessità aumentiamo i letti, a volte chiudiamo una stanza del Day Hospital, abbiamo ospitato i pazienti anche in neurologia. Siamo molto preoccupati, il disagio era già in crescita ma con la pandemia è esploso tra isolamento, interruzione dei contatti e famiglie fragili che lo sono diventate ancora di più”. I posti in neuropsichiatria infantile nel Meyer sarebbero soltanto otto, ma il 17 dicembre erano 13 i pazienti ricoverati e precedentemente 15 con liste d’attesa lunghissime.

“I pazienti sono sempre più giovani”

Francesca Bellini direttrice sanitaria Meyer

Per bambini e giovani la didattica e le amicizie a distanza, i limiti al viaggiare, al divertirsi, lo stop allo sport e alla socialità hanno esasperato un disagio, che la direttrice Bellini descrive “in crescita”. Ad agosto i pazienti in cura nel reparto del Meyer erano undici, ma già si registravano liste di attesa molto lunghe che coprivano un anno e mezzo di degenze. “Ci sono pazienti che, seppur in una situazione critica e con la necessità di ricovero, non hanno una connotazione d’emergenza e devono attendere. In altri casi non si può rimandare: siamo l’unica struttura che fa ricoveri d’emergenza, anche in questi giorni molti sono arrivati direttamente al pronto soccorso” spiega Bellini, che pone i riflettori sull’età dei pazienti: “si anticipa sempre di più: tempo fa si partiva dai 13-14 anni, qualcuno era vicino all’età adulta. Ora abbiamo tanti esordi a 10-11 anni“. Come spiega la direttrice Bellini, i problemi più diffusi sono “disturbi del comportamento alimentare, che si manifestano soprattutto nelle ragazze sotto forma di anoressia, che è rischiosissima anche perché spesso è accompagnata da gesti di autolesionismo. Poi ci sono disturbi di psicosi, tentati suicidi. Abbiamo moltissimi Day Hospital, ma nel caso dei disturbi del comportamento alimentare i ricoveri sono molto lunghi. Quando poi i pazienti finiscono il percorso in ospedale se vediamo che non è possibile il rientro in famiglia, perché questa non c’è o se il caso non lo suggerisce, cerchiamo delle strutture idonee che possano seguire il recupero, ma non ce ne sono molte e quindi a volte devono aspettare”. Per Bellini la soluzione è un piano sociale: “Se davvero si riuscisse con una buona copertura vaccinale a evitare chiusure di scuole, quarantene, Dad, li aiuteremmo molto. Poi tanto dipende anche dal loro tessuto relazionale”.

 

Potrebbe interessarti anche

GionnyScandal con mamma Rita e papà Antonio (fonte Instagram)
Attualità

GionnyScandal: il cantante ritrova i genitori biologici dopo 30 anni

22 Marzo 2023
Ellie Goulding (Instagram)
Spettacolo

Musica contro l’isolamento. Ellie Goulding: “Il palco il mio posto sicuro”

21 Marzo 2023
Una coppia di albatros
Scienze e culture

Cambiamento climatico, aumentano i divorzi tra gli albatros

19 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
La pandemia è stato il più violento colpo di frusta psichico dal dopoguerra a oggi. Il numero impressionante di ricoveri nei reparti di neuropsichiatria infantile lo dimostrano, a partire da quello dell'ospedale Meyer di Firenze: "Siamo sempre sopra il numero di posti letto disponibili - spiega la direttrice sanitaria Francesca Bellini a Repubblica -. Per far fronte a queste necessità aumentiamo i letti, a volte chiudiamo una stanza del Day Hospital, abbiamo ospitato i pazienti anche in neurologia. Siamo molto preoccupati, il disagio era già in crescita ma con la pandemia è esploso tra isolamento, interruzione dei contatti e famiglie fragili che lo sono diventate ancora di più". I posti in neuropsichiatria infantile nel Meyer sarebbero soltanto otto, ma il 17 dicembre erano 13 i pazienti ricoverati e precedentemente 15 con liste d'attesa lunghissime.

"I pazienti sono sempre più giovani"

Francesca Bellini direttrice sanitaria Meyer
Per bambini e giovani la didattica e le amicizie a distanza, i limiti al viaggiare, al divertirsi, lo stop allo sport e alla socialità hanno esasperato un disagio, che la direttrice Bellini descrive "in crescita". Ad agosto i pazienti in cura nel reparto del Meyer erano undici, ma già si registravano liste di attesa molto lunghe che coprivano un anno e mezzo di degenze. "Ci sono pazienti che, seppur in una situazione critica e con la necessità di ricovero, non hanno una connotazione d'emergenza e devono attendere. In altri casi non si può rimandare: siamo l'unica struttura che fa ricoveri d'emergenza, anche in questi giorni molti sono arrivati direttamente al pronto soccorso" spiega Bellini, che pone i riflettori sull'età dei pazienti: "si anticipa sempre di più: tempo fa si partiva dai 13-14 anni, qualcuno era vicino all'età adulta. Ora abbiamo tanti esordi a 10-11 anni". Come spiega la direttrice Bellini, i problemi più diffusi sono "disturbi del comportamento alimentare, che si manifestano soprattutto nelle ragazze sotto forma di anoressia, che è rischiosissima anche perché spesso è accompagnata da gesti di autolesionismo. Poi ci sono disturbi di psicosi, tentati suicidi. Abbiamo moltissimi Day Hospital, ma nel caso dei disturbi del comportamento alimentare i ricoveri sono molto lunghi. Quando poi i pazienti finiscono il percorso in ospedale se vediamo che non è possibile il rientro in famiglia, perché questa non c'è o se il caso non lo suggerisce, cerchiamo delle strutture idonee che possano seguire il recupero, ma non ce ne sono molte e quindi a volte devono aspettare". Per Bellini la soluzione è un piano sociale: "Se davvero si riuscisse con una buona copertura vaccinale a evitare chiusure di scuole, quarantene, Dad, li aiuteremmo molto. Poi tanto dipende anche dal loro tessuto relazionale".  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto